venerdì 30 aprile 2010

Le sparano mentre era affacciata al balcone

Teresa Formisano, 24 anni, moglie di un affiliato al clan Rinaldi, Raffaele Maddaluni, è stata ferita gravemente mentre ieri notte era sul balcone dell'appartamento in cui abita al secondo piano di uno stabile in via Ravello, nel quartiere di San Giovanni a Teduccio.

Il ferimento, poco prima della mezzanotte di ieri sera, e le prime notizie davano come vittima l'uomo. Tre persone a bordo di un auto, una Lancia K, si sono fermate, sono scese ed hanno sparato verso il balcone, colpendo la donna all'altezza dell'ascella. Teresa Formisano è ricoverata all'ospedale 'Loreto Mare' ed è in pericolo di vita.

Fonte:repubblica.it

giovedì 29 aprile 2010

Sesso con minori e foto pedoporno arrestato a Milano il gallerista Tadini

Figlio del celebre pittore Emilio, è responsabile dello Spazio Tadini. Foto di torture su bambini,
Secondo l'accusa, era disposto a pagare fino a quattromila euro per avere rapporti con bambine.



Francesco Tadini
, figlio del pittore scomparso Emilio Tadini e noto gallerista milanese, è stato arrestato con l'accusa di avere avuto rapporti sessuali con una minorenne in cambio di denaro e di detenere un ingente quantità di materiale pedopornografico, foto e video, tra cui anche immagini di bambini seviziati, torturati e costretti ad atti sadici. Tadini risultava già indagato.

Tadini, cinquant'anni e responsabile dello Spazio Tadini, è stato arrestato dagli uomini della squadra mobile di Milano, nell'ambito dell'inchiesta del pm Antonio Sangermano, in esecuzione di un'ordinanza firmata dal gip Michaela Curami. Stando alle indagini, nel computer del gallerista sono state trovate circa 1.250 fotografie di contenuto pedopornografico, oltre a molti video.

A Tadini viene contestato nel capo di imputazione di aver scaricato immagini e filmati che ritraggono anche bambini di dieci anni ripresi in posizioni erotiche, in atti di autoerotismo, sadici, oltre a scene di sevizie con bimbi legati con funi. Il gallerista si sarebbe difeso spiegando di aver detenuto quel materiale per interesse culturale riguardo al disagio e alle sacche di povertà sociali. L'uomo risultava già indagato nell'ambito di un'inchiesta del pm Sangermano sullo sfruttamento della prostituzione che il 26 gennaio scorso ha portato a 11 arresti di romeni, albanesi e di un italiano accusati di aver gestito un giro di prostitute rom tra Milano e Pavia.

Al gallerista viene contestato anche di avere avuto rapporti sessuali con una ragazzina che aveva meno di 16 anni, il 21 dicembre scorso, incontrata in via Vincenzo Russo e pagata 500 euro. Tadini avrebbe confessato, dicendo però che la ragazza era maggiorenne. Secondo quanto ricostruito dalle indagini, il gallerista avrebbe anche cercato di avere incontri con bambine di tre e dieci anni, pagando fino a quattromila euro, attraverso contatti telefonici con alcuni soggetti. Incontri che però non ci sono mai stati. I fatti contestati all'arrestato vanno dal dicembre al gennaio scorso. A carico dell'uomo ci sarebbero numerose intercettazioni telefoniche.

Fonte:repubblica

Romeno aggredisce la sua ex per strada a Salerno

L'uomo minaccia di stuprare la figlia della donna, di 10 anni

(ANSA) - SALERNO, 29 APR - Dopo l'ennesimo rifiuto di tornare insieme,aggredisce la sua ex,poi afferra la figlia della donna,10 anni,e si abbassa i pantaloni. La ragazzina e' scappata urlando. E'accaduto per strada a Salerno, alcuni cittadini si sono mobilitati contro l'uomo, un romeno di 33 anni che poi e' stato arrestato dalla polizia. Era gia' sottoposto ad obbligo di dimora per atti persecutori nei confronti della donna,che e' una badante romena.Ha assistito anche l'anziana che lei assisteva.

Fonte:ansa

lunedì 26 aprile 2010

Istigazione alla violenza:"Picchiare le donne è un diritto". Frase choc del leader islamico scuote la Svizzera

Zurigo, 24 apr. (Adnkronos) - Invitato a un dibattito politico alla tv svizzera DRS, il presidente del Consiglio centrale islamico Nicolas Blancho, ha sostenuto che "picchiare una donna fa parte dei diritti dell'uomo", suscitando un vespaio di polemiche riportate oggi dai media elvetici.

La frase di Blancho, in particolare, ha fatto sbiancare in viso l'altro ospite presente in studio, il consigliere nazionale Oskar Freysinger. E un altro consigliere seduto tra il pubblico, Gerhard Pfister, ha invitato Blancho a scusarsi pubblicamente e a prendere le distanze da quanto dichiarato poco prima, in quanto in contrasto con i valori del diritto svizzero. "Prenda le distanze dalla lapidazione e dalla circoncisione degli organi sessuali delle donne, e da altre cose simili" urlavano i due politici contro il presidente del Consiglio centrale islamico svizzero.

Blancho, riportano i media locali, e' stato zitto per un po', era visibilmente in imbarazzo e se n'e' uscito con la frase "Picchiare le donne fa parte della liberta' religiosa". "Non devo fornire nessuna giustificazione - ha detto - perche' non ho commesso nessun reato. Ognuno e' libero di credere a quello che vuole, purche' si rispetti la legge".

adnkronos

venerdì 23 aprile 2010

India: arrestato “guru del sesso”, obbligava al silenzio le sue discepole

Dopo 50 giorni di latitanza è finita la fuga del guru Swami Nityananda, chiamato dalla stampa ‘il guru del sesso’ per la diffusione tempo fa di un video che lo vedeva impegnato in esercizi ‘hard’ con una attrice, formalmente sua discepola. La polizia, dopo averlo braccato per giorni, è riuscito a catturarlo nonostante la rete di protezione che si era creato per sfuggire alle forze dell’ordine. Finisce la parabola del Guru che aveva violato il dovere della castità.

La vicenda ha sconvolto il paese asiatico. La figura di riferimento per milioni di credenti si è macchiata della colpa peggiore. Ora la situazione si è fatta ancora più grave: se prima sembrava che il fatto dovesse risolversi con un unico processo per stupro, “sesso innaturale” e offesa al sentimento religioso, ora i capi d’accusa si sono moltiplicati. Infatti i poliziotti hanno ritrovato nel computer del 32enne guru molte copie di dichiarazioni liberatorie e di impegno alla segretezza firmate dai suoi discepoli che seguivano le lezioni di “sesso tantrico”.

La stampa indiana, che oggi non ha quasi parlato d’altro, riferisce: “la maggior parte dei seguaci erano donne divorziate o che finivano per separarsi dopo aver seguito il corso di introduzione alle più spinte pratiche sessuali”. Altro che santone religioso dunque. Un vero e proprio praticante del libertinaggio più estremo.

Swami, 32 anni, è stato arrestato nella città di villeggiatura di Shimla, nell’India settentrionale. Il guru era famosissimo non solo all’intero della nazione. Contava devoti anche tra le star del cinema e tra i politici del paese, con centri spirituali operanti in Europa e Usa. Aveva la carica di leader del Dhyanapeetam o “centro della conoscenza”. Era stato costretto alle dimissioni dopo la pubblicazione del video, che pare sia stato girato proprio all’interno del suo centro, vicino alla città meridionale di Bangalore. Ora la triste conclusione: il processo e la prigione.

Alessandro Frau


Fonte:newnotizie.it

Immigrazione/ Denunciò stupro al Cie: nigeriana tenta suicidio

Il 17 aprile Joy Omoruy ha ingerito sapone al Cie di Modena

Joy Omoruy, la 28enne nigeriana che ha denunciato un tentativo di violenza sessuale da parte di un ispettore di polizia nel Cie di Milano l'estate scorsa, ha tentato il suicidio all'interno del Centro di identificazione ed espulsione di Modena dove è trattenuta da alcuni mesi. A quanto risulta ad Apcom, il 17 aprile scorso, la donna ha ingerito un intero flacone di sapone ed è stata ricoverata in ospedale dove le è stata praticata una lavanda gatrica. Sentito da Apcom, l'avvocato Eugenio Losco, che insieme con il collega Massimiliano D'Alessio difende la donna, conferma l'episodio: "Se l'è cavata, ma sono molto preoccupato perché, dopo questo tentativo, Joy continua a manifestare propositi suicidi e non vorrei contare il secondo morto nella vicenda seguita alle proteste nel Cie di Milano". L'avvocato si riferisce al suicidio, nel gennaio scorso, a San Vittore di Mohamed El Aboubj, in carcere dopo la condanna in primo grado nel processo con rito direttissimo per la "rivolta" in cui fu coinvolta anche Joy. "Joy è nei Cie da quasi un anno in attesa di espulsione ed è fisicamente e psicologicamente molto provata, sia per la detenzione che per il dilatarsi dei tempi di inoltro della denuncia che ha fatto contro i suoi sfruttatori e che le farebbe ottenere un permesso di soggiorno per protezione sociale" continua il legale, sottolineando che la situazione per Joy, in Italia dal 2002 per fare la parrucchiera e poi diventata prostituta, si è "ulteriormente aggravata dopo che il 12 aprile scorso, giorno in cui era prevista la sua liberazione, le è stato comunicato che sarebbe dovuta rimanere al Cie per altri due mesi". Per quanto riguarda la vicenda della presunta violenza sessuale (l'ispettore accusato ha sporto querela contro la donna), l'avvocato fa sapere che l'8 giugno prossimo il Gip Guido Salvini ha fissato l'incidente probatorio per l'audizione della donna nigeriana.

Fonte:virgilio

Epidurale | La testimonianza di Effe

di

Sono entrata in sala parto dopo 48 ore di contrazioni (monitorata una volta in ospedale e rispedita a casa).

Primipara, aperta di tre centimetri. Il ginecologo mi visita e dice "Beh, ci siamo quasi" l'ostetrica mi visita "Noooo, qui non ci siamo affatto, ci vorranno ancora molte ore" la tirocinante mi visita e mi chiede "E' seguita in privato da qualcuno del nostro staff? Che lavoro fate lei e suo marito?" (giuro, mi ha chiesto esattamente queste cose!).

Quando ho detto che non ero seguita in privato da qualcuno del loro staff e che io e mio marito eravamo dei semplici impiegati, il ginecologo e l'ostetrica, diventati di colpo seri e molto meno affabili di prima, si sono ritrovati magicamente d'accordo "Ah, il bambino è appoggiato tutto sulla vescica, si metta qui sul letto a pecora, che così scenderà prima" e se ne sono andati. Tutti. Senza darmi altre spiegazioni.

Io, buona buona mi metto sul lettino, ma dopo neanche due minuti sento una fitta atroce. Inizia una contrazione. Lunghissima e dolorosa da morire, ma dopo qualche minuto smette.

Entra l'ostetrica con una tazza di te, mi attacca il sensore e mi dice di restare ferma in quella posizione. Se ne va di nuovo. Un'altra contrazione, ancora più dolorosa e più lunga. Mio marito è in piedi vicino al letto, preoccupato perchè mi conosce bene, sa che ho una soglia del dolore molto alta e che sono una persona piuttosto calma e pacata. Se sono così agitata c'è qualcosa che non va, c'è troppo dolore.

Passa mezzo'ora con contrazioni che vanno e vengono, sempre più lunghe e sempre più dolorose. Ogni tanto entra una ragazza che mi mette il sensore sulla pancia, e poi se ne va. Passa un'altra mezz'ora. A questo punto inizio a sentire un dolore atroce, come una contrazione unica che mi attanaglia, che non se ne va. Il dolore più forte del mondo e senza tregua, continuo, senza pausa.

Passo un'ora così, senza che nessuno entri a vedere come stavo. Comincio a lamentarmi ad alta voce, entra l'ostetrica sc@zzatissima, scambiamo qualche battuta, ma sono troppo dolorante e non riesco a parlare. Le chiedo quanto durerà. Con aria fatalista mi dice "Non posso risponderti, potrebbe andare avanti così anche tutta la notte".

Spaventata dalla sua risposta, le chiedo l'epidurale. Se già prima non aveva una faccia simpatica, con questa frase cambia ulteriormente espressione, diventa quasi cattiva:"Ma lo sai cosa ti pu fare l'epidurale? Potresti rimanere paralizzata, potresti creare seri danni a tuo figlio! E poi se chiamiamo l'anestesista adesso, ci mette un'ora per arrivare. Stai buona qui e aspetta, ok?"

E se ne va.

Ma il dolore è sopra le mie possibilità, sento che non ce la faccio, mi mancano le forze, sono due giorni che non dormo per le contrazioni e sono già due ore che ho una unica contrazione che non smette mai, anzi che aumenta di minuto in minuto. Come un elastico che si tende, si tende e non sai mai quando si spezzerà.

Inizio a gridare. Ma non è perchè ho perso il controllo, anzi. E' solo per scaricare in qualche maniera il dolore, perchè percepivo benissimo tutto, ero molto lucida e non ho mai perso la testa, ricordo particolari e parole dette che pure mio marito si è stupito di come facessi a ricordarle nonostante il dolore.

Entra l'ostetrica, sempre con la sua aria seccata. Mi fa spogliare e mi dice di andare nella doccia. Io non voglio, non me la sento, ma lei mi spinge quasi a forza sotto il getto di acqua calda e mi fa mettere a quattro zampe. Ricordo ancora quella scena: vedevo i piedi dell'ostetrica e di mio marito davanti a me, il dolore che non smetteva, io che mi trattenevo dall'urlare e l'osterica (sempre sc@zzata, mi raccomando!) a braccia incrociate che conversava amabilmente con mio marito dicendogli con nonchalance "Vedi? Vedi come soffre? E' il dolore più forte che proverà nella sua vita. Soffre molto sai? Senti come urla!"

... come se io non ci fossi!!! Parlava di me in terza persona, quasi prendendomi per il cul0 per il casin0 che facevo. Vi giuro, in quel momento mi sono sentita un cane.

Un cane vivisezionato.

Ma a questo punto mi si rompono le acque.

Sento un "CIOCK" fra le gambe e vedo un rivolo color pipì scura che scorre fra le gambe. L'ostetrica mi dice di uscire, io mi alzo e come una scheggia corro nuda verso il mio lettino, mi aggrappo al cuscino e inizio a urlare come non ho mai urlato in vita mia. Passano una decina di minuti e l'ostetrica mi dice di mettermi sulla cavalchina. Pensavo volessero solo visitarmi, ma quando mi appoggiano il sensore sulla pancia mi ritrovo in un vortice: ho due praticanti che mi saltano sulla pancia, il ginecologo che con le dita mi allarga la vagina facendomi un male cane e l'ostetrica che mi urla di smettere di gridare in quel modo.

Mio marito è al mio fianco, ma dietro le sue spalle vedo altre cinque persone che mi guardano serie, come se si stessero gustando uno spettacolo. Non so se mi sento più male per la vergogna di stare nuda e urlante davanti a tutta quella gente o per il dolore allucinante che sento dappertutto. Nessuno mi dice una parola, nessuno che mi tranquillizzi. Mi sembra di subire un assalto.

Con le mani mi aggrappo a ogni appiglio, compresa la tirocinante che mi scrolla per farmi mollare la presa. Sento il ginecologo che mi introduce quacosa dentro, mi fa male, è la ventosa. Tira tira, il tirocinante mi da un colpo allo sterno e si appoggia con tutto il peso sulla mia pancia, sento uno strappo doloroso, pensavo che il bambino fosse uscito. Invece era solo la ventosa che non aveva fatto presa.

Vedo che tutti vanno fuori di testa. Il ginecologo prende qualcosa in mano, cerca di nasconderla, ma mi accorgo che sono le forbici. Ho urlato il NO più grande della mia vita, forte e disperato. Lui si ferma un attimo, mi guarda con espressione gelida e senza dire niente taglia.

E fa un male orrendo, sentirsi tagliare il muscolo fa un rumore che gela il sangue... Sono disperata e incazzata. Mi mette di nuovo la ventosa, mi spingono di nuovo sulla pancia, mi urlano di spingere e finalmente mio figlio esce.

Allungo le braccia per prenderlo, per stringermelo al petto per avere fra le braccia il frutto di tanta sofferenza patita per amore. Ma lo intravedo per un secondo: un bambolotto piccolo, fermo, esanime, con le braccia che ciondolano. E' solo un attimo, perchè il ginecologo lo butta in una culletta, come se fosse morto.

Tutti corrono via, restiamo solo io, mio marito e l'ostetrica. "Perchè me lo portano via??!!!" "Ma non è niente, devono solo fargli delle analisi" No, ... di me possono fare quello che vogliono, ma non al mio piccolo.

Ordino a mio marito "Corrigli dietro, vai a vedere cosa gli fanno!" lui li segue e trova la nostra creatura in una stanzetta li vicino, con la maschera ad ossigeno e due medici che lo massaggiano sul petto e sulla pancia.

Non si accorgono che c'è mio marito li dietro e uno dice all'altro "Che casino che hanno fatto... E questo qui (indicando il piccolo) stenta a riprendersi..." Mio marito si sente tirare per la manica, è il ginecologo che lo tira fuori dalla stanzetta.

Inizia a chiacchierare, affabile e simpatico, come se fossero stati due amiconi. "Eh, sa, son cose che succedono, una donna su tre partorisce così!" Intanto arriva la tirocinante che inizia a ricucire. Penso che sia rimasta mezz'ora fra le mie gambe a dargli di punto croce. Quando inizia a ricucire il taglio sulla natica le dico che fa troppo male, ma lei mi dice di no, che tanto sta cucendo la cute, finisce subito.

Si, dieci minuti a punzecchiarmi le chi@ppe, come se non bastasse tutto quello che ho patito.Ma dov'è il piccolo? Cavoli, non so neanche se è maschio o femmina! Io vorrei tanto una bambina! Ma l'ostetrica mi dice che devo aspettare ancora un po'.

Intanto una infermiera mi toglie il sangue che mi colava dalle gambe, commentando seccata che con le mie urla ho svegliato tutti fino in quarto piano... Grazie signora, avevo bisogno di una parola di sostegno!Per fortuna dopo un po' lo sento che piange.

Ah, è vivo! Mi rilasso. Entra mio marito, serio e con gli occhi arrossati, con un fagottino urlante avvolto in una coperta "Hanno detto che puoi tenerlo due minuti, poi lo devono portare subito in terapia intensiva... Ma non preoccuparti, hanno detto che probabilmente non ha danni..."

Probabilmente non ha danni? Ma se sulla testa ha un bozzo enorme e un taglio sanguinante a mezza luna che sembra una lobotomia??!!!!! E questi non sono danni??!!!!Me lo portano via quasi subito e dopo pochi minuti l'ostetrica mi dice che bisogna andare via.

Le chiedo solo mezz'ora per riprendermi, le gambe non mi reggono... "Ma come? Non vuoi vedere tuo figlio?" Mi mette le mutande a rete, mi copre con una vestaglietta e mi fa uscire dalla sala parto. Mi gira tutto, le chiedo se posso usare la sedia a rotelle... "Ma dai, come non ce la fai a camminare? Muoviti, su, che devi andare da tuo figlio!"

Brutta strega, pure la sedia a rotelle mi neghi?! Dopo tutto quello che mi hai fatto? Eh, no! Mi sono accasciata sulla sedia e mi son fatta scarrozzare per tutto l'ospedale... Almeno questo...

Ah, grazie al cielo il piccolo non ha avuto danni, anche se ha rischiato grosso. E per fortuna è maschio. Non dovrà subire tutto questo.

Fonte epidurale.blogspot.com

Il parto di Eloise, un incubo

di

Questa è la storia di Eloise, l'ha pubblicata su alfemminile e poi epidurale.blogspot.com

Ho letto questo forum per mesi durante la gravidanza..una gravidanza felice. sono una mamma di marzo.
Ho cercato di preparami al parto nel miglior modo possibile. Leggendo libri, riviste e partecipando ai corsi pre parto organizzati dall'ospedale dove avevo scelto di partorire, il buzzi di milano.

Alla 41 settimana ancora non si muove nulla, faccio tutte le visite a termine previste dall'ospedale, mi visitano e fanno diverse eco, mi dicono il bimbo è grande, forse arriverà a 4 kg. non riscontrano nessun problema.
Mercoledì sera mi si rompono le acque a casa. tutto tranquillo, non sono tinte. con calma io e mio marito ci rechiamo al buzzi,felici che presto avremmo conosciuto il nostro piccolo.non sono per nulla agitata. non ho ancora nessuna contrazione, ma già mi avevano ventilato ipotesi induzione all'ultima visita.

PRIMA BRUTTA SORPRESA: l'accettazione è piena. non possono tenermi. io gli dico di aver fato tutto da loro, visite, esami corsi. ma nulla mi mandano via.
siamo sconvolti. non eravamo preparati. mi sento una cretina, non so nulla degli altri ospedali, se non di nome.

Fanno il favore di chiamare l'accettazione degli altri ospedali di milano per trovare un posto.mangiagalli piena, macedonio melloni piena, san carlo piena, mi dice un'altra ragazza che anche il san raffaele è pieno. così rimane l'ospedale sacco. diciamo va bene.ci portano con un'autoambulanza. nel frattempo dalle 10 di sera sono le 3 di notte. continuo a perdere le acque.niente contrazioni.

Arrivata scopro che non aveno posti (vai a capire perche hanno accettato due persone)infatti mi parcheggiano nello stanzino dei monitoraggi del pronto soccorso. passo lì tutta la notte e il giorno seguente. senza bagno, senza poter spegnere la luce.con le urla delle partorienti nelle sale parto attigue alla stanzetta.

Di tutte le ostetriche ed infermiere solo una si rivolge a me gentilmente, chiedondomi se ho bsogno di qlc e scusandosi anche della situazione precaria. in efetti riscontro maleducazione e superficialità per tutto il tempo. in realtà capto due ostetriche parlottare irritate per aver duvuto accettare altre due gestanti, di cui una pure senza contrazioni (quindi una roba lunga!)
effettivamente inizio ad agitarmi. la mattina, sempre nella schifosa saletta, arriva in ginecologo che mi inserisce in vagina una fettuccina per indurre il travaglio dicendo che entro 12 ore partorir. comunque molto parco di informazioni.

Morale della favola dopo 12 ore non partono le contrazioni, mi inseriscono altra fettuccina. niente da fare. nel frattempo sempre monitorizzata e con flebo per antibuotici. alla sera del giovedì mi trovano un letto in reparto (FINALMENTE!!)condiviso con altre 2 donne. (piccola nota... al sacco il reparto maternità è misto partorienti e altre problematiche ginecologiche, la mia vicina di letto aveva subito un aborto terapeutico, e l'altra aveva problemi alle ovaie, immaginate che ioia per loro ciucciarsi in camera il piccolo urlate, fanno il rooming in, tutta la notte)
insomma le fettuccine non fanno nulla. NEMMENO UNA CONTRAZIONE ZERO DILATAZIONE.

Posso alzarmi pochisimo perchè sempre monitorata. inizio già ad aessere stravolta dopo la notte insonne. e le ore di allettamento e di ansia.
passo la notte di venerdì senza dormire per i lamenti della mia vicina che poverina contnua a chiamare. la mattina alle 6.00 m poprtano i nsala parto per l'induzione con ossitocina.

IL GINE DICE :UN PAIO D'ORE E PARTORISCI! (P DEL VENERDìER FORTUNA MI RISPARIMIANO LA TERZA FETTUCINA IN VAGINA, INZIO AD ESSERE STANCA E NERVOSA).

Iniziano a perforarmi alle 6.00. le contrazioni partono fortissime dopo circa mezz'ora. vi dico solo questo:SONO SDRAIATA, NON POSSO GIRARMI NE ALZARMI PER IL MONITORAGGIO CONTINUO.

Supplico di potermi alzare e camminare per alleviare i dolori. mi dicono di no, hai rotto le acue mercoledì sera è passato un sacco di tempo bisogna monitorare sempre il bimbo (INDURMI PRIMA DUNQUE!!!)

DOPO DUE ORE SUPPLICO L'EPIDURALE, mi tengono in sospeso dicendo che siccome avevo fatto tutti gli esami al buzzi forse non possono farmela. MI SENTO MORIRE. ho contrazioni ogni due minuti.VI DICO SOLO QUESTO,arrivo a dilatazione completa alle 3.30.ALTRO CHE DUE ORE!!!per fortuna alle 11.00 una splendida anestesista mi fa questa benedetta epidurale (EVVIVA L'EPIDURALE!)toglie parzialmente il dolore.
SONO STRAVOLTA.mi ventilano l'ipotesi del cesareo verso le 12, perchè ero a tre cm (mi dilater fino a 10 nelle tre ore successive).

Vi assicuro che provo solo sollievo all'idea. ho la schiena a pezzi per la posizione supina da ore.iniziano a preparami per l'operazione.
MA SFIGA ASSURDA CAMBIA TURNO PER L OSTETRICHE E ARRIVA UNA PAZZA IPER CONVINTA DEL PARTO NATURALE CHE DICE: MA NOOO PROVIAMO A FARLA SPINGERE!!!!!!IL BIMBO ANCHE A ILATAZIONE COMPLETA non si muovev di un millimetro, testina alta nelle pelvi. sono le tre del pomeriggio inzia un ora terrbile in cui questa mi ersorta a spingere, il gine si convicne anche lui.....(tutti fan del parto naturale) io ormai stanchissima, faccio fatica. si arrabbiano.

Imprivvisamente IL BATTITO DEL BIMBO SCENDE VERTIGINOSAMENTE. arrivano 5 6 persone tutte isnieme. urlano cesareo al voloooooo....io e mio marito siamo terrorizzati!!!!!!!!
temo per il piccolo.
L'ostetrica ... HA IL CORAGGIO, DI SUSSUSRARMI ANCHE IN QUESTO MOMENTO: PROVA ASPINGERE è MEGLIO PARTORIRE COSì!!!!

Forse il mio istinto mi dice di stare femro, fatto sta che faccio solo finta.
cinque minuti dopo mi portano in cirurgia e mi operano in freta e furia (il battito continuava a scendere). FANNO TALMENTE IN FRETTA CHE VI GIURO INZIANO A TAGLIARMI ANCORA PRIMA CHE L'ANESTESIA FACCIA EFFETTO. SENTO UN DOLORE ACUTO DOVE TAGLIANO , URLO. DOPO POCHISSIMO PER FORTUNA MI ADDORMENTANO DEL TUTTO.

Il mio PICCOLO IVAN NASCE ALLE 16.00 CON DUE GIRI DI CORDONE AL COLLO MOTIVO PER CUI NON SAREBBE MAI SCESO DAL CANAEL VAGINALE. PER FORTUNA è SANO. NON RIPORTA DANNI.

MA NON VI DICO LA RABBIA, IL DOLORE E LAFRUSTAZIONE PER TUTTO QUANTO..

SCUSAT LO SFOGO MA SONO ANCORA COSì SCONVOLTO DOPO UN MESE. MI SOGNO DI NOTTE IL DOLERE DEL BISTURI NELLA PANCIA. E IL PARTO DI MIO FIGLIO SI è TRASFORMATA IN UN ESPERIENZA ORRBIL DA RIMUOVERE DALLA MIA MENTE

Fonte:epidurale.blogspot.com

Allarme "mano morta": ora anche in aereo. L'uomo condannato a un anno di carcere

Aumentano sempre più casi di “mano morta” in autobus. Ma questa volta parliamo di un altro mezzo di trasporto: l'aereo. Un uomo milanese è stato condannato per violenza sessuale ad un anno e mezzo di carcere. Sembrerebbe che l'uomo per ben 3 volte abbia sfiorato il seno della donna seduta accanto a lui. Con la scusa di aprire il giornale l'uomo le ha toccato il seno.

Più volte lei gli ha chiesto di smetterla ma senza nessun risultato e ha chiesto anche di esser spostata di posto.

Una volta scesa dall'areo e arrivata a Milano la donna lo ha denunciato. Sono ormai tantissimi i casi di questo genere. Uomini che spinti da puro piacere, o il pensiero che la donna sia solo un giocattolo, si prendono una “confidenza” eccessiva.

Questa donna ha fatto bene a denunciare l'uomo perchè è proprio tramite il silenzio che atti simili possono sempre più peggiorare. Perchè sappiamo bene che le notizie che arrivano non sono solo della “innocua mano morta” ma di violenze sessuali. I dati statistici a questo proposito sono chiari. Parliamo di oltre mezzo milione in Italia. Donne dai 25 ed i 44 anni, è la fascia d'età che più frequentemente subiscono stupro o tentato stupro. Il fenomeno è più diffuso al Nord.

C'è gente che giustifica queste “azioni” con la gonna troppo corta, la scollatura troppo pronunciata. Ma in realtà questi gesti non vanno assolutamente giustificati. Perchè l'uomo non è un animale, una “bestia in calore”. Se ci differenziamo dagli animali ci sarà un motivo.

La scollatura o il pantaloncino certamente non autorizzano all'essere toccati. Alcuni dicono “se si veste così vuol dire che le piace, che vuole mettersi in mostra, che vuole farsi toccare”. Attenzione, non è assolutamente così, se le ragazze si vestono in questo modo non è certo per farsi toccare, ma per esser alla moda, per piacere a se stesse.

fonte: dottorsport

Ubriaco molesta ragazze, arrestato

SOMMA VESUVIANA - Ubriaco, molesta un gruppo di ragazze. Poi prende a calci la macchina dei carabinieri. Protagonista un 35enne di Somma Vesuviana, Alessandro D’Ambrosio, che è stato arrestato dai carabinieri della locale stazione per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Di mezzo infatti ci sono andati gli stessi carabinieri, che nel tentativo di placarlo sono rimasti contusi. L’episodio è avvenuto ieri nei pressi di un bar di Somma. I carabinieri sono stati avvertiti da una telefonata perché D’Ambrosio, in evidente stato di ebbrezza, stava importunando alcune donne. Quando i militari hanno tentato di farlo desistere, il 35enne ha preso a calci l’auto della Benemerita, poi si e’ scagliato contro i carabinieri che comunque sono riusciti a bloccarlo ed ammanettarlo traendolo in arresto. I militari sono rimasti contusi: accompagnati alla clinica “Trusso” di Ottaviano sono stati giudicati guaribili in 7 giorni. L’arrestato e’ in attesa di rito direttissimo.
di Redazione cronaca 23/04/2010
Fonte:nolano

giovedì 22 aprile 2010

Trascina ex per le scale, arrestato

ACERRA - Ha afferrato l’ex convivente per il maglione e l’ha trascinata per le scale. La donna è finita in ospedale con ecchimosi ed escoriazioni, ma forse il suo incubo è finito. Per quell’ex compagno che non si rassegnava alla fine della loro storia è stato arrestato dai poliziotti del commissariato di Acerra. L’uomo, che dovrà rispondere di stalking,, è il 37enne Giuseppe Quilibrato. Ieri pomeriggio gli agenti sono intervenuti in una palazzina dove l’uomo aveva aggredito la donna; ultimo atto di una “persecuzione” che sarebbe iniziata tempo fa, con minacce e molestie. Fino all’aggressione fisica. La donna è stata medicata presso la Clinica Villa dei Fiori. L’uomo è stato arrestato.
di Redazione cronaca 22/04/2010
Fonte:nolano

Usa: Soldi alle tossicodipendenti per non fare figli. Scattano le polemiche sul progetto Harris

USA – Barbara Harris ha lanciato un progetto di carità che sta facendo discutere molto negli Stati Uniti, ma ha anche generato interesse in Europa. La donna, ha quattro figli, tutti adottati e nati da una donna tossicodipendente che non li ha riconosciuti fino in fondo. Per questo ha fondato un’associazione privata dal nome Project Prevention, il cui scopo è di convincere le donne tossicodipendenti o alcoliste a non far figli.

L’ultima proposta per questo obiettivo è l’offerta di un incentivo in denaro. 300 dollari, circa 230 euro. Pare che già centinaia di donne l’abbiano accettata. Molte ora portano una spirale anticoncezionale mirata a prevenire gravidanze indesiderate.

Tutto ciò ha creato un turbine di rivolte e proteste. Ad esempio si può citare la posizione di Mary Barr, fondatrice del gruppo Conextions che denuncia i sistemi della signora Harris: “Sono umilianti. Il nostro primo dovere è di aiutare le donne tossicodipendenti, non punirle vietando loro di fare figli”. Una protesta che colpisce i capisaldi della teoria della Harris:Come si può accettare che il diritto di una donna a procreare sia più importante del diritto di un bambino ad avere una vita normale?” Nel sito dell’associazione, per dare forza a questa opinione, vengono riportati i numerosissimi casi di bambini nati già drogati.

Il sito annuncia ancora: “Il nostro scopo è di arrivare a zero nascite di bambini che siano stati esposti in utero agli effetti della droga. evitare casi come quello della signora Ernestine, dipendente da crack, che ha avuto 17 figli in 24 anni o quello Sharon che ne ha avuti 14″.

La critica più aspra riguarda il fatto che le donne possano usare questi soldi per acquistare altra droga. Secca la risposta della Harris: “Quelle donne si drogherebbero comunque, sia che noi diamo loro dei soldi, sia che non glieli diamo. Ma intanto evitiamo che qualche bambino nasca domani già sofferente degli effetti della droga o condannato a passare di affidamento in affidamento, senza una vera casa. E magari, con quella piccola cifra riusciamo a evitare che la donna in questione vada a derubare qualcuno”.

Alessandro Frau


fonte:newnotizie.it

Stalking, arrestato un 37enne

ACERRA - Un arresto per stalking. L’operazione messa a segno dagli agenti del commissariato di polizia di Acerra, diretti dal vicequestore Bianca Lassandro e coordinati dal vicequestore aggiunto Sergio Di Mauro. A finire in manette il 37enne Giuseppe Quilibrato, reo di atti persecutori nei confronti dell’ex convivente, una donna di 28 anni. La coppia viveva assieme da una decina di anni, ma la relazione era terminata, non senza difficoltà, 4 mesi fa. L’uomo non aveva accettato la fine della storia d’amore e di conseguenza aveva cominciato a perseguitare e minacciare, finanche arrivando a compiere atti di violenza la sua (ex) amata. Dalla relazione era nato anche un figlio, che oggi ha 8 anni: entrambi, comunque, venivano da due matrimoni alle spalle. La pressione nei confronti della 28enne era iniziata subito dopo la decisione di lei di ‘tranciare’ il legame affettivo e per la donna è cominciato il tormento. Pedinamenti, telefonate notturne, minacce: insomma, il 37enne le stava rendendo la vita impossibile. In 4 mesi si susseguono alcune querele, che lei poi ritira. L’ultimo episodio ieri pomeriggio: la donna, che lavora presso una ditta di pulizia, seguita per tutto il giorno dall’ex convivente che l'aggredisce: la afferra per il maglione e la trascina per le scale di un palazzo a via Zara. Di qui la corsa in ospedale e il referto: 3 giorni. Testimone del fatto anche una collega. Le minacce, però, vanno avanti e così la donna si rivolge alla polizia che interviene immediatamente ‘liberando’ la donna dall’incubo di quell’uomo che non si è mai rassegnato alla fine della storia d’amore che viene arrestato per atti persecutori in flagranza di reato.
Di Achitala 22/04/2010
Anno II Numero 111

Fonte:acerrano

Usa, la copertura dei ‘frutti del peccato’

Mentre la Chiesa, per bocca di Benedetto XVI, continua a definire l’aberrante reato di pedofilia solo ‘peccato’, altri scandali, e di diversa natura, concorrono a smantellare il cappello di omertà sotto il quale fino ad oggi questi crimini sono rimasti impuniti.

Negli States migliaia di donne che hanno convissuto con un prete e sono poi state abbandonate si stanno preparando – si legge sul TimesOnLine – a presentare denuncia contro coloro che hanno sconvolto la loro vita, lasciandole sole e con uno o più figli a carico.

Alcuni degli addetti alle helpline installate per raccogliere le loro testimonianze sospettano che le chiese locali, per soffocare gli scandali, suggeriscano a questi preti di chiedere alle “peccatrici” di abortire e, se queste non accolgono la richiesta, di indurle a sottoscrivere un accordo “confidenziale” con il quale si impegnano a mantenere economicamente il bambino in cambio del silenzio sull’identità del padre.

Il New York Times riporta, a tal proposito, il caso di Pat Bond, una giovane signora in cerca di conforto in seguito al fallimento del suo matrimonio.
Questo stato d’animo favorì l’instaurarsi di una relazione con Henry Willenborg, un frate francescano che aveva accettato di farle da consigliere spirituale, dalla quale nacque un figlio.

Pat chiese un aiuto economico all’Ordine dei francescani, che si impegnò a darglielo a patto che non svelasse a nessuno il suo segreto.
Ma quando più tardi suo figlio si ammalò, i francescani non solo si rifiutarono di sostenere le spese mediche, ma pretesero che pagasse una penalità perché non aveva tenuto fede all’impegno.

I concittadini di Pat si chiedono come mai, se le vittime hanno denunciato i preti coinvolti nel fenomeno e i crimini sono stati accertati, si aspetta tanto a processarli ed eventualmente a condannarli. E aggiungono ironicamente che forse non ci sono più macine da attaccate al collo di chi dà scandalo.

Fonte:cronachelaiche.it

Disabile violentata nell'Università

La studentessa è ancora sotto choc: "Ho creduto di morire"
Tre settimane zitta per la vergogna. Il bruto non si è fatto impietosire dalle stampelle
di VINCENZO RUBANO

E' stata violentata nei bagni del campus dell'Università di Salerno a Fisciano. Una aggressione brutale per una studentessa, di 20 anni, disabile, iscritta al primo anno della facoltà di Giurisprudenza. "Ho pensato di morire", ha confidato tra le lacrime la studentessa ai carabinieri. Poi ha descritto il suo carnefice: "Era un giovane, italiano, sui 30 anni". Lo stupro è avvenuto tra le 8,45 e le 9 del mattino, senza che nessuno, tra centinaia di giovani che a quell'ora affollano le facoltà, si sia accorto di nulla. La studentessa stava aspettando il pullman all'interno della cittadella universitaria, nei pressi della mensa, per rientrare a casa. Affetta dalla nascita di paraparesi spastica, e costretta a camminare con le stampelle, è andata nei bagni, pochi metri più avanti. È stato un attimo. "La porta si è aperta - ha raccontato la ragazza - ed è entrato un uomo che non mi ha dato nemmeno il tempo di chiedere aiuto. Con una mano mi ha tappato la bocca e con l'altra...". La ragazza ha cercato di divincolarsi, ma non c'è stato niente da fare. È stata costretta a subìre, in silenzio, mentre qualche metro più in là centinaia di studenti si incontravano e passeggiavano nel campus.

"Il mio aggressore ha visto le stampelle poggiate al muro ma non ha avuto nessuna pietà", racconta la ventenne. Subito dopo l'uomo, con il volto coperto da una sciarpa e con addosso un grosso cappotto blu scuro, jeans e scarpe da ginnastica è scappato a piedi, lasciandola in lacrime. "Sono rimasta sconvolta - spiega la giovane, originaria di un piccolo Comune della Piana del Sele - sono rimasta poggiata al muro per qualche minuto. Poi sono tornata a casa, ma non ho avuto il coraggio di raccontare a nessuno quello che mi era accaduto".
L'incubo, la confusione, il pudore, la vergogna, la fatica di raccontare a estranei, di spiegare, ripassare sequenza per sequenza. A vent'anni tutto deve esser sembrato un ostacolo tremendo. Così la ragazza ha atteso tre settimane, prima di riferire tutto alla madre e poi ai carabinieri. Ora, da qualche giorno, gli investigatori stanno dando la caccia all'aggressore, sia negli ambienti universitari, sia nella cerchia di amicizie della studentessa.

E' sotto choc la madre della vittima. "Chi ha rovinato mia figlia deve pagare. La nostra vita è diventata un inferno. Da mesi avevamo chiesto alla segreteria dell'Università assistenza per gli spostamenti all'interno della facoltà. Un servizio concesso a mia figlia lo scorso anno solo per 15 giorni e poi interrotto senza alcuna comunicazione".
A esprimere solidarietà alla giovane sono tantissime compagne di facoltà: "Ci sentiamo vicine a lei - hanno dichiarato Ornella e Fabiana - e al rettore chiediamo più vigilanza e maggiore assistenza per gli studenti disabili del campus".

"È una storia bruttissima, senza precedenti nel nostro ateneo. Voglio esprimere la massima solidarietà alla giovane studentessa e alla sua famiglia", è il commento amareggiato del rettore dell'Università di Salerno, Raimondo Pasquino. "Sono indignato - ha aggiunto - mi preme però sottolineare che l'area in cui è avvenuta la violenza è stata data in concessione alla società che gestisce i pullman. Questo spazio è custodito e gestito da loro". "Al più presto - ha concluso il rettore - sarà riattivato il servizio di accompagnamento agli studenti disabili".
Dalla Procura di Salerno, che coordina le indagini, non trapela alcun particolare sulla ricerca del criminale aggressore.

(22 aprile 2010)

Fonte:repubblica.it

Turchia: sette minorenni violentate a scuola per due anni da un centinaio di uomini

Due anni di violenze ed abusi sessuali da parte di un centinaio di uomini: è quello a cui sono state costrette sette ragazzine turche di età compresa tra i 14 e i 16 anni

In molti sapevano, ma nessuno è intervenuto per ben 24 mesi. Alla fine una delle giovani vittime ha deciso di confessare tutto ad una sua insegnante, che ha denunciato le autorità e fatto partire l’indagine.

A dare il via alla serie di abusi è stato il vice-direttore della scuola frequentata dalle ragazzine a Siirt, nella parte meridionale del Paese.

Un giorno chiamò nel suo ufficio la 14enne H.T. ed abusò di lei. Stessa sorte toccò qualche tempo dopo a sua sorella minore, S.T., vittima di stupro da parte di un altro funzionario scolastico.

Le due ragazzine erano ormai “disonorate“, quindi “difficilmente avrebbero trovato un marito“. Tanto valeva raccontarlo in giro e far partecipare altri uomini alle violenze.

Così la voce si è sparsa e in moltissimi si sono fatti avanti per poter stuprare le due bambine. Prima i compagni di classe, poi anche persone esterne all’Istituto scolastico.

Nel giro di poco tempo altre cinque bambine furono aggiunte alla lista delle “disonorate” e costrette a subire violenze.

Le autorità turche parlano di almeno cento uomini, 17 dei quali sono stati arrestati mentre altri 25 si trovano in stato di fermo.

Le giovani vittime, stando a quanto si è appreso, venivano ricompensate con biscotti, cioccolata o con piccole somme, dai 2 ai 3 euro circa. Le indagini sono ancora in corso.

Fonte:crimeblog

Milano. Docente accusato di stupro da 4 alunne, adesso vuole chiarire

In attesa della richiesta di rinvio a giudizio, si sono chiuse le indagini sul professore di musica di un istituto tecnico di Milano, finito sotto inchiesta per violenza sessuale aggravata su minori. L’insegnante, 40 anni precario e di origine siciliana, era stato accusato di aver molestato quattro delle sue allieve, ragazzine tra i 15 e i 16 anni, che avrebbe non solo palpeggiato ripetutamente, ma anche importunato con apprezzamenti «espliciti e volgari» sul loro fisico che, vista l’età, stava «sbocciando».

Ora il docente che non è ancora stato sospeso dal Provveditorato, ha chiesto di farsi interrogare per chiarire la vicenda. Vicenda che è venuta a galla l’anno scorso dopo che le quattro studentesse si sono rivolte alla psicologa della scuola perché «turbate» da quel che avevano subito e stavano subendo durante l’anno scolastico 2008-2009. Da lì la segnalazione del preside in Procura e le audizioni delle giovani vittime, dei loro genitori e anche della stessa psicologa.

Secondo i racconti delle allieve, l’insegnate, incapace di stare al posto suo, avrebbe allungato le mani – nei confronti di una in modo anche pesante -, e le avrebbe accarezzate, facendo scivolare la mano fino al sedere, in particolare sulle scale della scuola, quando la classe, tutte femmine eccetto un solo maschio, si trasferiva da un’aula all’altra per le lezioni. Inoltre, con la scusa di voler appurare come riuscivano a danzare tenendo il ritmo della musica, il professore aveva costretto le quattro adolescenti che avrebbe preso di mira a ballare in classe facendo, però, davanti alle altre apprezzamenti poco consoni al suo ruolo.

Per aver, quindi, abusato «della propria qualità di docente» e della inferiorità psichica delle allieve che «gli erano state affidate per ragioni di istruzione» e che aveva costretto, invece, a subire atti sessuali, l’insegnate di musica rischia il processo. Al momento, in vista dell’interrogatorio di settimana prossima, il suo difensore ha depositato una memoria in cui ha sostenuto che il suo era un comportamento bonario e che nei suoi gesti non c’é stata alcuna malizia.

Fonte:blitzquotidiano.it

Sudafrica: preservativo antistupro per i mondiali

L'idea nasce per combattere la piaga della violenza sessuale
La proposta di un funzionario pubblico e' al vaglio delle autorita' competenti

Milano - Trenta mila preservativi antistupro distribuiti gratuitamente dal governo sudafricano. Questa è l'idea rivoluzionaria e attenta, lanciata da un medico che lavora a stretto contatto con le vittime di violenze sessuali, piaga che affligge il paese ospitante i prossimi mondiali di calcio. Creato da Sonnette Ehlers, da anni a stretto contatto con le vittime di stupro, il contraccettivo è formato da una membrana di plastica dura che nasconde, al suo interno, aculei e protuberanze. Il condom va inserito all’interno della vagina e si attacca letteralmente al pene. Una volta che la guaina ha fatto presa si può rimuovere solo attraverso l’intervento chirurgico e questo porterebbe inevitabilmente al riconoscimento dell’aggressore senza ricorrerre all’uso di alcun test del dna.

Attualmente il preservativo antistupro non è ancora in vendita ma, dovrebbe fare il suo debutto proprio in corrispondenza con i mondiali di calcio, per i quali è previsto l'arrivo sul continente di milioni di persone. Quest’ 'arma di difesa' è stata utilizzata in via sperimentale da alcune volontarie e dovrebbe rappresentare, durante la competizione mondiale, un potente deterrente per scoraggiare episodi di questo genere.

Paolo Quaglia

Fonte:voceditalia

LE IENE - HO ABORTITO CON LA RU486

Affido condiviso

Tratto da femminismo a sud

In senato si discute l'affido condiviso: la genitorialità dei padri brandita come un'arma contro donne e bambini!

Da oggi secondo quanto riportato nel calendario del senato, si discute il ddl sull'affido condiviso peggiorativo della legge 54 del 2006. Abbiamo già scritto per quali e quanti motivi bisogna opporsi a queste modifiche e semmai proporre una revisione della legge già esistente nel senso proposto dalle donne dell'Idv e dalle componenti dei Giuristi Democratici.

Per chi si fosse perso le puntate precedenti:

La legge sull'affido condiviso è intervenuta pesantemente e in senso regressivo sul diritto di famiglia. Ha prodotto storture, visibili dalle sentenze delle quali spesso abbiamo parlato e che sono ingiustificabili in un paese che dice di voler combattere la violenza contro i minori e le donne in ambito domestico.

Sappiamo che le cifre a proposito di vittime di violenza nei contesti familiari sono moltissime e che donne e minori sono spesso oggetto di brutalità e aggressioni fisiche e psichiche senza che vi sia per loro alcuna difesa.

L'affido condiviso forza situazioni di grave conflitto in cui spesso le donne sono vittime di mariti/padri violenti. L'obbligo alla condivisione dell'affido ha sovraesposto al pericolo le donne e i bambini. In riferimento a questi ultimi li ha sottoposti ad una punizione che parte dallo scetticismo rispetto ai loro desideri relazionali fino ad arrivare alla punizione vera e propria. Già oggi se un bambino si rifiuta di vedere il padre perchè ha subito violenza o perchè lo riconosce come violento nei confronti di altri membri della famiglia il padre insiste presso i tribunali affinchè quel bambino sia sottratto dal contesto sicuro in cui è amato e protetto. Accade sempre più spesso che i bambini vengano tolti alle madri e assegnati in case famiglia in attesa perchè puniti per il fatto di non volere avere a che fare con i padri.

Nei casi di violenza accade sempre più spesso di leggere tra le cronache dei giornali articoli in cui si racconta di uomini violenti che pretendono di controllare la vita delle loro ex mogli, di vendicarsi su di esse, protetti e legittimati dal preteso rapporto genitoriale oramai brandito come un'arma contro donne e bambini.

La proposta calendarizzata, sommata ad un'altra proposta (della lega) della quale abbiamo già parlato che è comunque simile nei toni e nelle conclusioni, peggiora quello che già rappresenta una prospettiva d'inferno per le donne e i minori.

Obbliga ad acquisire il principio che l'affido condiviso diventi obbligatorio sempre e comunque. Non considera alcuna eccezione. Decide semmai che l'uomo violento deve aver diritto ad accedere alla vita della ex moglie e dei figli nonostante pesino su di lui precedenti, denunce.

La calendarizzazione di questo ddl è stata preceduta da una campagna meschina e vergognosa che mette in discussione i dati delle vittime di violenza sulle donne e sui bambini, che proclama la sempiterna innocenza dell'uomo, marito, padre, anche quando l'evidenza dimostra il contrario.

Il ddl parte dunque dal pregiudizio pesante che tutte le donne mentano a proposito di violenze subite dai mariti e che tutti i bambini mentano a proposito di violenze subite dai padri.

Come abbiamo già scritto: in italia per tutelare la vita di chi è costantemente minacciato dalla mafia o dal racket, per quanto le leggi consentano, non si attende che quella persona sia morta. Basta una minaccia, una intimidazione, una aggressione.

Le donne vengono costantemente minacciate e aggredite. Le donne muoiono di morte annunciata eppure devono ancora contrattare la loro credibilità sul tavolo di un obitorio dove le vittime di femminicidio oramai fredde testimoniano quanto noi diciamo e chiunque abbia buon senso e onestà intellettuale sa bene che è così.

Allo stesso modo i bambini subiscono il gravissimo torto di non essere ascoltati nè creduti. Viene insegnato loro dalle istituzioni che quello che dicono non ha mai valore, che i loro desideri non contano niente, che le loro opinioni sono svendute, barattate, sul tavolo degli interessi di padri che li considerano di loro proprietà. A tal punto che spesso li uccidono prima di togliersi la vita.

Il ddl usa numerosi strumenti di ricatto per riproporre in chiave "moderna" quello che era la sostanza dell'antico "abbandono del tetto coniugale".

Una donna che si separa viene punita. E puniti sono anche i figli di quella separazione.

Si rimette in discussione la questione del mantenimento per i figli che sgrava i padri di una responsabilità che sembrano non voler assolvere.

Anche in questo caso la questione è stata anticipata con una propaganda vergognosa e falsa mirata a screditare l'intero genere femminile a sostegno di padri definiti più in disgrazia in confronto alle loro ex mogli, che vivono in costante precarietà o disoccupazione dovuta alla femminilizzazione della povertà, alle quali restano responsabilità da assumersi, figli da mantenere e carichi da espletare senza che mai ricevano aiuto da nessuno a parte le loro famiglie di origine.

Ancora più grave: i bambini vengono messi sullo stesso piano dell'immobile del quale chi avrà l'affido prevalente (forse la madre) vedrà l'assegnazione. Il legislatore in questo caso diventa una sorta di locatario che pone le modalità di affitto, sorvegliando chi entra e chi esce, giudicando, ponendo un marchio di controllo sul corpo, sulle abitudini e sulla vita privata della donna, decidendo che lei non potrà avere relazioni di nessun tipo, che non potrà portare in quella casa nessun altro, pena la perdita dell'immobile e dell'affido.

Una madre che non vorrà perdere il proprio figlio dovendo rinunciare ad esso per non sottrarlo al luogo nel quale è abituato a crescere sarà così obbligata alla castità per fare felice il suo ex marito.

Una simile intrusione nella vita privata di una donna e madre è anche più grave di quella che vincola la donna a non trasferirsi mai, neanche per motivi di sopravvivenza e di lavoro, per restare sul suolo in cui decide di vivere il suo ex.

E' lui che decide e lei dovrà semplicemente adattarsi.

Gravissimo il punto in cui si dice che nelle aule dei tribunali si introduce la Pas, detta sindrome di alienazione genitoriale, inventata e brandita in america dai movimenti dei padri separati e adottata in italia come strumento di opposizione a qualunque denuncia di violenza da parte di donne e bambini.

Praticamente accade che una donna che ha denunciato il suo ex marito per violenza rischia di perdere l'affido di suo figlio perchè secondo la norma che vorrebbero introdurre questo costituirebbe un motivo di condizionamento del minore, come se il minore non fosse in grado di farsi una sua opinione ogni volta che vede suo padre picchiare la donna che l'ha partorito.

Accade anche che se la donna sostiene il figlio che denuncia di aver subito una violenza da padre anche in questo caso rischia di perdere l'affido del bambino perchè tacciata ancora di condizionamento del minore.

In entrambi i casi il figlio potrebbe essere sottratto al suo nucleo di partenza e affidato a case famiglie come fosse orfano.

In entrambi i casi si mette la donna in condizione di non poter denunciare o sostenere il figlio per non perderlo o per non lasciarlo solo a vivere con chi lo molesta.

Accadeva così, tanto tempo fa, che le madri restavano con i mariti violenti per il bene dei figli. Per sostenerli, per salvarli, per tentare, con la loro presenza, di fungere da deterrente a quella violenza che altrimenti i bambini avrebbero certamente subito in modo maggiore. Le donne diventavano schermo, l'unica forma di difesa frapposta tra una bambino da tutelare e un adulto legittimato dalla legge a fare quello che vuole.

Accadrà di nuovo che le donne saranno obbligate a restare con mariti violenti per non perdere i figli, per fare da sentinelle, per non lasciarli in mano loro. Con tutte le conseguenze che ciò comporta.

Quello che questa proposta di legge fa, così come quello che fa la legge già esistente, è esattamente il contrario di tutto ciò che bisognerebbe fare per aiutare donne e bambini a salvarsi dalla violenza inflitta dall'ex marito e dal padre.

Noi abbiamo tentato di spiegarvi chiaramente e in tutti i modi le implicazioni e le atroci conseguenze che la legge già esistente e le modifiche suggerite porteranno sul piano culturale e pratico nella vita di donne e bambini di questa nazione. Per non parlare di quello che accadrà e che già accade quando le donne sono ancora più ricattabili, straniere, completamente sole, senza paracaduti sociali e familiari a proteggerla e a proteggere i suoi figli.

Tali conseguenze toccheranno le vostre figlie, i vostri figli, le vostre sorelle, le vostre amiche. Vi riguardano in quanto donne, madri, figlie, figli, uomini. Persone che non potranno più essere ciò che vogliono perchè soggette ai "desideri" di questa nuova forma di padre padrone. Le conseguenze toccheranno tutti e tutte, nessuno escluso. Perchè riguardano profondamente ciascuno di noi e ciascuna delle nostre reti familiari, affettive e amicali. Perchè si inseriscono nell'insieme di provvedimenti regressivi e autoritari che riorganizzano la società e lo Stato come luoghi controllati da un unico individuo e ovviamente una tale riorganizzazione non poteva risparmiare l'assetto del primo nucleo sociale riconosciuto, ovvero la "famiglia".

Non ci resta che indicarvi quali sono i senatori e le senatrici che saranno chiamati a discutere della proposta. Vi suggeriamo di scrivere loro una mail, chiarendo perchè, da cittadine italiane, vorreste cose diverse da quelle elencate sopra. Probabilmente non servirà ma ogni volta che deciderete di scrivere per fare valere le vostre ragioni mandate copia della mail anche a noi (all'indirizzo che leggete in alto a destra alla voce contatti) e noi la condivideremo con tutte le donne che fino ad ora ci hanno sollecitato, preoccupatissime, ad occuparci di questo. Ringraziamo molto chiunque abbia divulgato e continuerà a divulgare questi nostri contributi.

I membri della commissione giustizia del senato che - salvo modifiche dell'ultima ora si trovano calendarizzata la discussione del ddl sull'affido condiviso - sono:

Berselli Filippo (Pdl) berselli_f@posta.senato.it

Centaro Roberta (Pdl) centaro_r@posta.senato.it

Maritati Alberto (Pd) maritati_a@posta.senato.it

Carofiglio Gianrico (Pd) carofiglio_g@posta.senato.it

Longo Piero (Pdl) longo_p@posta.senato.it

Allegrini Laura (Pdl) allegrini_l@posta.senato.it

Balboni Alberto (Pdl) balboni_a@posta.senato.it

Benedetti Valentini Domenico (Pdl) benedettivalentini_d@posta.senato.it

Brgaretta Aparo Sebastiano (Misto, Mpa) burgarettaaparo_s@posta.senato.it

Casson Felice (Pd) casson_f@posta.senato.it

Chiurazzi Carlo (Pd) chiurazzi_c@posta.senato.it

D'Alia Giampiero (Udc) dalia_g@posta.senato.it

D'Ambrosio Gerardo (Pd) dambrosio_g@posta.senato.it

Della Monica Silvia (Pd) dellamonica_s@posta.senato.it

Delogu Mariano (Pdl) delogu_m@posta.senato.it

Divina Servio (Lnp) divina_s@posta.senato.it

Finocchiaro Anna (Pd) finocchiaro_a@posta.senato.it

Gallone Maria Alessandra (Pdl) gallone_m@posta.senato.it

Galperti Guido (Pd) galperti_g@posta.senato.it

La Torre Nicola (Pd) latorre_n@posta.senato.it

Li Gotti Luigi (Idv) ligotti_l@posta.senato.it

Mazzatorta Sandro (Lnp) mazzatorta_s@posta.senato.it

Mugnai Franco (Pdl) mugnai_f@posta.senato.it

Quagliarello Gaetano (Pdl) quagliariello_g@posta.senato.it

Valentino Giuseppe (Pdl) valentino_g@posta.senato.it


Tratto da femminismo a sud

Ragazza denuncia stupro, aperte indagini

NAPOLI - Una ragazza di origine campana, di 20 anni, ha denunciato ai carabinieri di essere rimasta vittima di violenza sessuale. La giovane ha raccontato agli inquirenti di esser stata bloccata da un balordo con il viso coperto da una sciarpa. La ragazza ha cercato di reagire ma lo stupratore, di circa 30 anni, le ha bloccato la bocca con una mano per non farla urlare. Sulla vicenda indagano i carabinieri che hanno interrogato a lungo la ragazza per ottenere quanti più dettagli possibili per individuare il responsabile. Al momento gli inquirenti non lasciano trapelare alcuna notizia. Secondo indiscrezione sarebbe già pronto l'identikit del malvivente.

julienews.it

mercoledì 21 aprile 2010

Uccide compagna e tenta suicidio

La tragedia nel Trevigiano, scoperta dal figlio dell’uomo

Ha ucciso la convivente che voleva lasciarlo, poi con la stessa pistola ha tentato di togliersi la vita sparandosi un colpo alla tempia. L’uomo, Francesco Rizzi, 61 anni, commerciante in pensione, e’ ricoverato in gravissime condizioni all’ospedale di Treviso. La vittima e’ Laura Leduc, 50 anni, la sua compagna di origini francesi. La tragedia familiare e’ avvenuta in una casa di Miane (Treviso) e a scoprirla e’ stato il figlio che l’uomo ha avuto da una precedente unione.

Fonte:newnotizie.it

PIU' FACCIAMO GIRARE QUESTA NOTA E PIU' AVREMO LA POSSIBILITA' DI RIUSCIRE A CAPIRE

LEGGETE CON ATTENZIONE QUESTO ANNUNCIO. !!!!!!
" Polizia Postale Official Web Site Fan "

Solo tu puoi aiutarci. Tu che hai il diario della ragazza che dal novembre 2009 non c'è più!!!Condividi
Dom alle 17.43
Ciao. Questa non è una nota ma una lettera. A te sconosciuto o a te sconosciuta che hai avuto la fortuna di conoscere la ragazza di 19 anni che nel novembre 2009 ha deciso di non esser più fra noi.

Una ragazza bellissima dicono tutti, certamente una ragazza bellissima per te. Che sei sua amica o forse della quale sei innamorato. Tu che hai il suo diario.

Sai cosa te l'ha portata via. Sai le violenze che nel 2006 ha subìto. Tu hai preso a scanner le pagine per mandarle alla sua famiglia. Perché si sappia la verità.

Ma questa verità non potremo saperla senza il diario originale. Che hai tu.

Io, noi tutti del gruppo Facebook "L'Indifferenza Uccide", sappiamo che tu non hai colpa di quel che è successo. Che volevi proteggerla. Non è successo. Ma vogliamo dirti che chi 2 volte le ha fatto quel male deve pagare. Dobbiamo aiutare i Carabinieri a scoprire la verità.

Restituisci quel diario alla famiglia, come hai inviato le copie con lo scanner, SERVE TUTTO IL DIARIO ORIGINALE.

Cerco di scrivere in maniera semplice perché forse tu non conosci la lingua italiana. Ma noi desideriamo che tu legga queste parole e apra il tuo cuore alla Verità e alla Giustizia che questa povera ragazza merita.

Se hai paura.... contatta uno degli amministratori di questo gruppo. O affidati a una persona di tua fiducia. Semplicemente spedisci il diario ai Carabinieri o alla famiglia.

Ma consegna questo diario. Il ricordo di lei sarà sempre nel tuo cuore, e forse inizierai a ricordarla sorridente. Ovunque sia. Che Dio ti sia sempre accanto in questa tua scelta.

Grazie

Gruppo L'Indifferenza Uccide!!!!!!


LINK ALLA NOTIZIA CUI SI FA RIFERIMENTO:
http://roma.repubblica.it/cronaca/2010/04/17/news/suicida_dopo_uno_stupro_nel_diario_il_dramma_avevo_il_terrore_di_essere_rimasta_incinta-3422795/

LINK GRUPPO L'INDIFFERENZA UCCIDE:
http://www.facebook.com/#!/group.php?gid=227882499755&ref=ts


Nota per tutti i lettori: Vi preghiamo di far girare questa nota fra tutti i vostri contatti, vi preghiamo di dedicare un minuto avvertendo tutti di fare altrettanto e di continuare per giorni. Se come possibile la persona è iscritta su Facebook (avendo certamente il computer) dobbiamo far in modo che arrivi ai suoi occhi affinché capisca l'importanza di consegnare questo diario.

NO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE

Roma: processo per stupri a Bufalotta e Tor Carbone, Bianchini respinge le accuse

Roma, 19 apr. (Adnkronos) - Ha sostenuto di essere vittima di un complotto e ha respinto ancora una volta le accuse di essere responsabile di tre stupri avvenuti il 5 aprile, il 4 giugno e il 3 luglio dello scorso anno alla Bufalotta e a Tor Carbone, Luca Bianchini, ragioniere, ed ex responsabile di un circolo del Pd. Oggi e' sotto processo per l'accusa di violenza sessuale ed e' stato interrogato dai giudici della settima sezione del Tribunale e dal pubblico ministero Antonella Nespola che contro di lui rappresenta la pubblica accusa.

Fonte:adnkronos.com

Marsala, donna al pronto soccorso: tentato stupro

La ragazza, 30 anni, ha denunciato ai carabinieri di essere stata aggredita in una zona di campagna. La vittima ha avuto la forza di divincolarsi e di mettere in fuga l'uomo. Indagini in corso.

MARSALA. Una donna marsalese di 30 anni ha denunciato ai carabinieri di essere stata vittima di un tentato stupro. Il tentativo di violenza, ha raccontato la vittima, è avvenuto intorno alle 22 davanti alla sua abitazione, in contrada Ventrischi, una zona di campagna a circa otto chilometri a sud dal centro di Marsala. L'aggressore è entrato in azione quando la donna, sposata, che in quel momento era sola in casa , ha aperto l'uscio della sua abitazione per depositare fuori un sacchetto di immondizia. Seppur colta di sorpresa e gettata a terra, la donna ha avuto la forza di divincolarsi e, urlando, ha messo in fuga l'aggressore. Nelle abitazioni vicine pare che nessuno abbia udito le grida d'aiuto della donna, sul cui corpo i medici del Pronto soccorso dell'ospedale di Marsala hanno riscontrato lividi e graffi.

gds.it

Stalking, 39enne trasferito in cella

ACERRA - Aggravamento di pena: uomo aveva evaso i domiciliari ai quali era sottoposto per stalking, va in cella. Ad Acerra i carabinieri della stazione di Pomigliano D’Arco hanno arrestato Pasquale Di Buono, 39enne, residente in via Palermo, in esecuzione di ordine di carcerazione emesso dal Tribunale di Nola, in aggravamento del regime di arresti domiciliari a cui il medesimo era sottoposto per il reato di stalking. Il provvedimento è stato emesso a seguito delle reiterate violazioni, accertate dalla stazione di Pomigliano, degli obblighi imposti dall’autorità giudiziaria a cui lo stesso era sottoposto per il reato di minacce e atti persecutori. L'arrestato è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Napoli-Poggioreale. Per lo stesso reato, a Mariglianella, i carabinieri del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Castello di Cisterna hanno tratto in arresto in flagranza di reato M. R., 37enne. I militari dell’Arma sono intervenuti presso l’abitazione della moglie dell'uomo, a seguito di una sua richiesta d’aiuto per minacce e molestie. I carabinieri giunti sul posto hanno sorpreso il 37enne mentre minacciava di morte la moglie e nel contempo, a seguito di perquisizione personale, lo hanno trovato in possesso di un coltello a serramanico della lunghezza di 10 centimetri, nascosto nella tasca dei pantaloni e successivamente sequestrato. La donna negli ultimi tempi aveva dovuto sopportare dal marito, da cui era di fatto separata, ripetute minacce, ingiurie e violenze di ogni genere che avevano finito col determinare in lei uno stato di prostrazione psicologica tale da costringerla a modificare le sue abitudini di vita e relazionali infatti, la stessa, da quattro mesi era costretta a vivere a casa della madre per sottrarsi alle violenze del marito.
di redazione cronaca 20/04/2010


Fonte: acerrano

lunedì 19 aprile 2010

Milano, arrestato un altro finanziere per gli abusi su prostitute immigrate

L'iinchiesta ha già portato all'arresto di due militari nel mese di giugno 2009 e di altri tre lo scorso marzo


Un altro finanziere, fino a qualche tempo fa in servizio al gruppo Pronto impiego di Milano, è stato arrestato dai suoi colleghi, i militari del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza, con l'accusa di aver abusato di prostitute durante i controlli di routine contro l'immigrazione clandestina.

Sono gli ulteriori sviluppi di un'inchiesta coordinata dai pm Cristina Roveda e Marco Ghezzi e che ha portato già all'arresto di due militari nel mese di giugno 2009 e di altri tre lo scorso marzo per ulteriori episodi di abusi sessuali nei confronti di altre prostitute. I reati contestati nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip Chiara Valori sono violenza sessuale di gruppo, concussione e peculato.

Fonte:repubblica

Violenza donne: Fini, c'e' anche con negazione diritti ed esclusione sociale

Roma, 15 apr. (Adnkronos) - "La violenza sulle donne si manifesta non soltanto attraverso gli abusi sessuali, ma anche attraverso la negazione dei diritti, l'esclusione sociale e professionale. Si tratta di fenomeni dolorosi in cui le donne, in diverse forme, vedono lesa la loro dignita'". Lo ha affermato il presidente della Camera Gianfranco Fini, intervenendo alla premiazione del concorso "Action for women", ospitato sul canale Youtube dell'Assemblea di Montecitorio, per la realizzazione di un filmato sulla violenza contro le donne da parte di registi emergenti, ideato dalla deputata del Pdl Deborah Bergamini, presidente del centro Nord-Sud e membro della delegazione italiana nel Consiglio d'Europa

fonte:adnkronos.com

domenica 18 aprile 2010

Giovane s'impiccò: vittima stupri

Viterbo, spunta diario: caso riaperto

Due stupri, mai denunciati per vergogna o per paura, sarebbero all'origine del suicidio di una 19enne sudamericana trovata impiccata il 27 novembre 2009 in una casa d'accoglienza a Viterbo. A far sorgere il terribile sospetto e a far riaprire le indagini è stato un plico, inviato da un anonimo ai genitori della giovane, contenente un cd con le pagine del diario della ragazza, con i dettagli delle due violenze sessuali.

Il mistero del diario segreto
I genitori conoscevano l'esistenza del diario e, dopo la morte della figlia, lo cercarono a lungo anche con l'aiuto degli uomini della squadra mobile di Viterbo che indagavano sul caso. Ora, cinque mesi dopo, un anonimo l'ha inviato alla famiglia dopo aver riprodotto le pagine con uno scanner.

Gli stupri
La ragazza si tolse la vita in una stanza di una casa d'accoglienza a Viterbo, alla quale si era rivolta dopo una lite con i genitori. Nel diario descrive nei minimi dettagli i due stupri subito nel 2006, il primo a Rignano Flaminio (Roma) e il secondo a Viterbo, all'interno di un bagno pubblico. Proprio da quel periodo erano iniziati i problemi per la diciannovenne, che si era progressivamente chiusa in se stessa, aveva iniziato a litigare con i genitori, aveva rotto con il fidanzato. Inizialmente il movente più plausibile del suicidio era stata ritenuta la fine del fidanzamento. Adesso, spunta una nuova pista.

Due le inchieste
Ora, alla luce del nuovo materiale, la squadra mobile viterbese ha riaperto le indagini per accertare le cause della morte. Mentre una seconda inchiesta della procura della Repubblica di Tivoli, nella cui circoscrizione ricade Rignano Flaminio (dove viveva la vittima con la famiglia prima di trasferirsi a Montefiascone), è stata avviata dopo la denuncia dei genitori. Questa, come spiega l'avvocato Angelo Di Silvio, legale della coppia, si concentra sulla figura del giovane che, secondo quanto riportato nel diario, avrebbe stuprato la figlia in casa sua.

"La calligrafia è la sua"
"Il padre e la madre - dice il legale - non hanno alcun dubbio che la calligrafia del diario appartenga alla loro figlia. Inoltre, ci sono descritti alcuni dettagli che ricordano di aver notato e sui quali chiesero spiegazioni alla ragazza, come il maglione rotto nel caso di Rignano Flaminio, le calze smagliate, i lividi e le macchie di sangue nel caso di Viterbo".

LEGGI IL DIARIO


Fonte: tgcom

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Viterbo: ragazza 19enne suicida, si scopre che fu violentata

domenica 18 aprile 2010

Si suicidò per il peso di due stupri subiti di cui non aveva rivelato niente a nessuno. Cambia fisionomia, dopo il ritrovamento del suo diario, la morte di una diciannovenne italo-argentina avvenuto lo scorso novembre in un convento del viterbese. La giovane, descritta come bellissima dagli amici, venne violentata due volte da un conoscente. La prima nel gennaio del 2006: “In meno di cinque minuti – racconta nel diario – mi sono trovata a casa sua, a Rignano Flaminio, sul letto. Lui mi ha strappato la manica destra del maglione, i jeans e le calze. Ho cercato di difendermi. Ricordo solo il mio malessere”. La seconda, qualche settimana dopo, in un locale pubblico: “Mi sentivo male e mi sono recata in un bagno pubblico di Viterbo. Ho vomitato. Poi è entrato lui ed è successo come la prima volta, ma è stato più brutale e doloroso”. In seguito alle violenze la ragazza litigò, senza rivelare loro niente, con i genitori e il fidanzato. Arrivò a chiedere assistenza a un sacerdote che le procurò ricovero in un convento. Qui, una mattina, fu trovata morta da una suora, impiccata con una sciarpa al tubo della doccia.

Il diario della ragazza suicida: violentata due volte Corriere della Sera, Suicida dopo uno stupro, nel diario il dramma “Avevo il terrore di essere rimasta incinta” La Repubblica, A 19 anni si impiccò: ora si scopre che fu stuprata 2 volte da un conoscente Il Messaggero, Si suicidò a 19 anni. Era stata violentata due volte Libero, Lo stupro dietro il suicidio di una ragazza. Rivelazione Ritrovato il diario della giovane. Racconta la violenza subìta Il Tempo, Si impiccò a 19 anni a Viterbo: era stata violentata due volte Il Giornale, Si suicida dopo lo stupro, trovato il suo diario Leggo, “Ero terrorizzata di essere incinta di quell’essere” TusciaWeb, La ragazza fu violentata nei bagni pubblici TusciaWeb, Suicida dopo stupro, trovato il diario: “Avevo paura di essere rimasta incinta” L’Unione Sarda, Diario spiega un suicidio: la giovane era stata stuprata NewNotizie, Ragazza violentata nei bagni pubblici Corriere2000, Giovane s’impiccò: vittima stupri Tgcom

Fonte:lacronacaitaliana

Bolzano, a 14 anni tenta di violentare donna di 22 anni

A 14 anni tenta di stuprare una ragazza di 22 anni in stazione a Bolzano, ma nessuno si accorge di nulla. Il ragazzino è stato arrestato dalla Polizia ferroviaria, nel capoluogo altoatesino, con l’accusa di violenza sessuale. La donna stava attraversando alle 9 del mattino il tunnel dello scalo ferroviario per andare al binario numero 6.

In quel momento è stata aggredita dal ragazzino che l’ha scaraventata a terra palpeggiandola nelle parti intime. Al momento del gravissimo episodio nel sottopassaggio, non vi erano altre persone. La donna è riuscita a liberarsi dalla presa ed, in forte stato di shock, si è recata negli uffici della Polfer. Gli agenti hanno visionato le riprese delle telecamere di sicurezza, individuando il ragazzino, della stazione e, dopo una serie appostamenti, alle 13, hanno bloccato il ragazzino, che è stato poi condotto poi in un centro di accoglienza per minori a Trento.

Fonte: blitzquotidiano

Banlieue: una marcia per le vittime di stupro

Agli Ulis, un comune del dipartimento dell’Essonne, nella periferia parigina, stamattina c’è stata una marcia silenziosa per denunciare la gravità delle violenze e per incoraggiare le vittime a denunciare gli stupri. La marcia è stata organizzata in seguito a un grave fatto di cronaca. Una ragazzina di 14 anni, accompagnata dalla famiglia, il 31 marzo aveva denunciato di essere stata vittima, a due riprese, di uno stupro di gruppo, il primo avvenuto a dicembre dell’anno scorso, il secondo a marzo. Aveva fatto i nomi dei colpevoli, dei ragazzi del quartiere, di 15-17 anni. Il 3 aprile, cinque di loro sono stati arrestati e messi in carcere preventivo, con l’accusa di essersi resi colpevoli di “stupro collettivo su minorenne di meno di 15 anni”. Ma gli amici degli arrestati se la sono presa con la famiglia della ragazza, che da allora non ha più il coraggio di andare a scuola. Continui squilli al citofono, persone che vengono a bussare alla porta, pesanti minacce di ritorsioni su tutti i membri della famiglia. Fino al giorno in cui, il 4 aprile, dei ragazzi della banda hanno gettato della benzina nell’androne del palazzo dove abita la famiglia e appiccato il fuoco. Altri ragazzi del quartiere sono subito intervenuti per spegnere le fiamme, i pompieri sono arrivati in fretta ed è stato cosi’ evitato un dramma. Due giovani sono stati arrestati. Ma la famiglia non puo’ più vivere agli Ulis. I tre figli, la ragazzina, la sorella di 6 anni e il fratello di 11, sono ospitati da amici in un altro comune, lontano, assieme ai genitori, in attesa che venga trovato loro un altro alloggio popolare. La madre, che è impiegata in un asilo, è in congedo malattia.

Per Sihem Habchi, dell’associazione Ni putes ni soumises, la marcia è utile per denunciare la situazione. “Bisogna parlare – dice – tacere significa incoraggiare il regno della legge del silenzio”. Per il padre della ragazzina, originario del Mali, “quello che ci succede è inammissibile, non ho altre parole”. Spiega: “sono musulmano, per noi è la vergogna e l’umiliazione di tutta la famiglia. Ma era fuori questione non sporgere denuncia. Bisogna impedire che fatti del genere si riproducano. Se altre vittime sono state zitte, adesso ce l’ho con loro. Questi giovani devono essere puniti. Questo non restituirà l’onore a mia figlia, ma deve essere fatta giustizia”.

La sindaca degli Ulis, la socialista Maud Olivier, ha riunito educatori, insegnanti, assistenti sociali e poliziotti per cercare di capire come mai dei fatti del genere continuano a succedere e sono difficilmente denunciati. La sottosegretaria alle aree urbane, Fadela Amara, ha ricevuto la famiglia della ragazzina e promesso, per giugno, una nuova casa popolare lontano dagli Ulis. Nelle discussioni, è tornata in primo piano la questione del poliziotto di quartiere, figura che aveva istituito a suo tempo Lionel Jospin e che poi Sarkozy ha abolito, con l’argomentazione che gli agenti di polizia non sono pagati per fare assitenza sociale o giocare a pallone con i giovani, ma solo per reprimere i crimini. I giovani arrestati, che erano già noti alla polizia per fatti di violenza, avevano abbandonato la scuola e non avevano lavoro. Lo stato di abbandono delle banlieues e della miseria sociale che vi regna continuano ad essere denunciati. Molti sindaci di comuni della periferia difficile si sono dichiarati inquieti, temendo una nuova esplosione, come nel 2005. Ma il governo non risponde. Pur insistendo sul tema della “sicurezza”, di cui Sarkozy ha dichiarato di recente di volersi occupare in prima persona.

di Anna Maria
pubblicato il 17 aprile 2010

Fonte: il manifesto

Perchè sarebbe assurdo rifiutare l'affidamento dei figli ad un accust* di abusi?

Immagina di avere sette anni e di essere figli* di un genitore abusante.

Quando tua madre o tuo padre si accorge che qualcosa non va, dopo aver superato molti dubbi, la paura di sbagliare e distruggere la famiglia, il rigetto verso una scoperta sconvolgente, decide di denunciare e chiedere il divorzio, per sottrarti alla violenza, perchè non può vivere accanto ad un mostro.

Fino a quando un reato non è accertato, una colpa non è attribuita, le persone sono solo sospettate, ma durante le fasi di accertamento dell'abuso, tu che hai sette anni, con chi vuoi stare?

Perchè ci sono due possibilità: vuoi restare con il genitore abusante, perchè è presunto innocente, ma se è colpevole può continuare ad abusare di te, fino ad ucciderti? oppure con il genitore denunciante, che se ha sporto una falsa denuncia subirà successivamente un procedimento, ma se ha ragione ti ha salvato la vita?

sabato 17 aprile 2010

Milano, stuprata ricercatrice S.Raffaele

La donna stava raggiungendo a piedi la propria auto
(ANSA) - MILANO, 16 APR - Ricercatrice dell'ospedale San Raffaele di Milano aggredita e violentata, la scorsa notte, appena dopo essere uscita dalla struttura. La donna stava raggiungendo a piedi la propria auto, quando e' stata afferrata alle spalle e scaraventata in una roggia dallo stupratore. I medici hanno accertato la violenza. L'aggressione sarebbe avvenuta tra le 21 e le 22, ma il buio e il luogo della violenza, una roggia di terra e fango, non hanno facilitato i rilievi della Scientifica dell'Arma.

fonte: ansa

mercoledì 14 aprile 2010

Prostitute nella villetta- foto

ATRIPALDA - Nella nottata appena trascorsa, i carabinieri della stazione di Atripalda hanno fatto irruzione all’interno dell’ennesima casa di prostituzione, questa volta situata all’interno di una villetta a due piani con giardino in una zona periferica ma residenziale di Atripalda. Per arrivare alla scoperta di questa nuova alcova a pagamento, i carabinieri hanno utilizzato la stessa tecnica di sempre. Sono state, infatti, le voci e le lamentele in paese a guidare i militari dell’Arma nella giusta direzione. I carabinieri hanno subito messo in atto alcuni servizi di osservazione e controllo della zona, con personale in borghese e macchine civetta posizionate nei pressi della villetta, che ospitava all’interno ben 6 stanze adibite a camera da letto, anche se solo 3 erano effettivamente utilizzate allo scopo. I militari dell’Arma atripaldese, all’inizio, hanno fermato alcune delle persone che uscivano dal cancello d’ingresso di quella villetta, interrogandoli sul motivo della loro presenza e scoprendo che quanto sospettato dai carabinieri corrispondeva al vero e che all’interno dell’abitazione vi era una vera e propria casa di appuntamenti. Ieri sera a tarda ora è quindi scattato il blitz dei militari che, dopo essere entrati nella villetta, hanno fermato due donne native della Repubblica Colombiana, classe 1968 e 1969, regolari in Italia e residenti rispettivamente a Novara e Terni. Oltre alla presenza delle due donne, come prova dell’effettivo svolgimento del meretricio, i carabinieri hanno rinvenuto la presenza di luci rosse e soffuse, arredamento tipico, denaro contante per oltre 800 euro, sicuro provento dell’attività di prostituzione della singola serata di ieri, preservativi e altro materiale erotico chiaramente attinente all’attività stessa. I successivi accertamenti hanno provato che anche questa volta l’attività di meretricio era stata pubblicizzata via internet e con annunci sui principali giornali della Provincia irpina, con degli espliciti annunci e dei numeri di telefono che sono stati effettivamente trovati in possesso delle donne. Il prezzo pattuito per la prestazione era di circa 100 euro, e in una singola giornata i clienti potevano arrivare anche a una decina. All’esito degli accertamenti, i militari della Stazione di Atripalda hanno appurato che l’appartamento in cui le due donne esercitavano il meretricio era stato affittato dalla proprietaria, una 55enne del posto, ad un’altra donna colombiana, probabilmente domiciliata a Roma ma attualmente non presente su Avellino, che dai controlli ai terminali è risultata già conosciuta per questo genere di attività. Quest’ultima donna, quindi, è stata deferita in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Avellino per il reato previsto dalla famosa legge Merlin, e cioè per aver adibito l’abitazione a casa di prostituzione. Le indagini sono ora volte ad accertare eventuali ulteriori responsabilità della donna colombiana attualmente irreperibile, e di eventuali terze persone che potrebbero aver fatto da intermediario con questa donna colombiana e segnalarle la presenza di questa abitazione libera su Atripalda. In tarda notte, le due donne colombiane sono state rilasciate, dopo essere state proposte per il provvedimento amministrativo del foglio di via obbligatorio, mentre la villetta è stata sottoposta a sequestro, onde far cessare l’attività di meretricio e permettere alla magistratura di addivenire alle proprie conclusioni in ordine alle indagini effettuate dai carabinieri di Atripalda.
di Redazione cronaca 13/04/2010

Fonte:nolano

sabato 10 aprile 2010

Alice, storia di una bimba fantasma

CASALNUOVO - La storia ha dell'incredibile. Una bambina, che oggi ha 7 anni di cui non c'è traccia in alcun comune italiano. Non risulta da nessuna parte. Eppure in questo arco di tempo non le è mancato mai nulla. Insomma, un 'fantasma'. Di lei, Alice (nome di fantasia) si è avuta notizia solo ieri in seguito all'intervento delle forze dell'ordine. La polizia del commissariato di Acerra, infatti, si è recata in un'abitazione nei pressi del rione 219 a Casalnuovo in seguito a uan segnalazione in merito a una bambina. Gli agenti vi giungono insieme ai servizi sociali. Qui trovano una bambina, Alice, per l'appunto, insieme ad altri tre 'figli', un maggiorenne e due minori. Costoro, però non risecono a spiegare la presenza di quella 'sorellina'. La madre è fuori casa. Non era la prima volta, però, che alle forze dell'ordine arrivava la segnalazione per quanto concerne l'anomala vicenda dalla piccola Alice. Finalmente rintracciata la 'madre, veniva interrogata e si scopriva così la vera storia - al momento - sulla bambina. Alice è la figlia di una donna senza fissa dimora, che vagava anni fa nei pressi della stazione ferroviaria di Napoli. La donna che poi ha cresciuto Alice, vedeva quotidianamente quella bambina a cui mancava cibo e una tetto degno di essere chiamato tale. Così le si era affezionato pian piano portandole giocattoli e generi di prima necessità. Così un giorno riceve la proposta dalla madre naturale: "Tienila e crescila tu per il suo bene". E così avvenne. Alice crebbe bene circondata dall'affetto di una famiglia, curata in ogni particolare. Ogni tanto veniva a farle visita sia la madre naturale che il padre, un signore di nazionalità marocchina, il quale però non ha mai riconosciuto la piccola forse - si dice - perchè così imposto dalla madre naturale. Comunque l'uomo nel tempo ha ocntinuato a vedere la figlia portandole anche regali e contribuendo talvolta anche alle spese, come quella per la scuola materna di qualche tempo fa. La madre naturale, invece, ha visto la bimba fino all'età di 3 anni. Dopodichè di lei si è persa ogni traccia. La polizia è riuscita ad identificarla e la sta cercando, denunciandola, anche per abbandono di minore e per inosservanza della scuola dell'obbligo. La mamma adottiva, però, qualche tempo fa è rimasta vedova. Da parte dei vicini c'era sempre stato il sospetto che ci fosse qualcosa di poco chiaro. Ieri la polizia l'ha svelato. Alice è stata affidata a una casa famiglia in attesa che si pronuncino i giudici. Le difficoltà della madre 'adottiva' sono iniziate quando la piccola è entrata in età da scuola. Resta la certezza che la signora che l'ha cresciuta, oggi 50enne, farà di tutto per riprendersi 'sua figlia'. Anche se non sarà facile.
di Achille Talarico 31/03/2010
Fonte:acerrano

venerdì 9 aprile 2010

STUPRA UNA BIMBA DI 3 ANNI: NEI GUAI 13ENNE, CHOC IN GB

Un ragazzino di 14 anni di St Helens, vicino Liverpool, è sotto processo al tribunale di Blackpool per stupro ai danni di una bimba di soli tre anni. Lo scrive il quotidiano britannico Daily Mail, sul suo sito web. Il ragazzo aveva 13 anni all'epoca della violenza. La madre della bambina, al suo ritorno a casa, si ritrovò davanti agli occhi l'orribile scena del teenager che faceva sesso sul pavimento con la figlia. "Questo è un crimine terribile, tremendo", ha detto il giudice del tribunale di Blackpool, dove il giovane è sotto processo.

Fonte: leggo

Yemen, bimba sposa muore tre giorni dopo le nozze

Nel paese è in discussione una legge contro i «matrimoni di scambio»
La tredicenne è deceduta per «lesioni gravissime all'apparato genitale»
Nel paese è in discussione una legge contro i «matrimoni di scambio»


La tredicenne è deceduta per «lesioni gravissime all'apparato genitale»

SANA'A - Una bimba yemenita, data in sposa all'età di tredici anni, è morta ad Hajjah, città a nord di Sana'a, dopo soli tre giorni di matrimonio. Secondo quanto denuncia un'organizzazione yemenita per i diritti umani, citata dal giornale arabo 'al-Quds al-Arabi', dal referto medico si evince che la giovanissima sposa sia deceduta «per lesioni gravissime all'apparato genitale, che hanno portato ad emorragie fatali». Per i medici, Ilham Mahdi Shui al-Asi, è questo il nome della piccola, non era ancora pronta per il matrimonio e la violenza sessuale subita dal marito l'ha portata alla morte.

«UNA MARTIRE» - In una nota diffusa dall'organizzazione umanitaria 'Forum al-Shaqaiq' si legge che «la piccola è morta venerdì scorso dopo essere stata ricoverata all'ospedale al-Thawra, mentre solo il lunedì precedente, il 29 marzo, aveva partecipato alla sua festa di nozze». La giovane Ilham ha subito quello che nei villaggi dello Yemen viene chiamato 'matrimonio di scambio'. La tredicenne è stata data in sposa a un uomo che a sua volta ha dato in sposa la sorella a un uomo della famiglia di Ilham. Per questo l'ente umanitario definisce la piccola «martire dei matrimoni combinati con minorenni, ancora in uso nel paese». Questo episodio potrebbe riaprire di nuovo il dibattito sulla necessità di emanare una legge in Yemen che ponga un limite di età per il matrimonio. La proposta di legge presentata nelle scorse settimane si è arenata nel dibattito in parlamento dopo la serie di manifestazioni organizzate dai gruppi islamici che la considerano contraria alla sharia (fonte Adnkronos).

Violenza sessuale nel Catanzarese, confermata la condanna di un giovane

CATANZARO. La Corte d’appello di Catanzaro ha confermato ieri la condanna a due anni di reclusione inflitta ad Andrea Brescia, giovane di Botricello accusato di violenza sessuale. L’imputato, secondo le contestazioni formulate dalla Procura, il 2 novembre del 2004 era entrato nell’abitazione della vittima, a Botricello, e l’aveva brutalizzata, immobilizzata, terrorizzata. La donna non subì uno stupro vero e proprio per “cause indipendenti dalla volontà dell’imputato”, ma la legge non fa distinzione a seconda che il rapporto sia consumato o meno, e qualifica sempre e comunque come violenza sessuale ogni atto di costrizione che rientri in quella sfera. Così, il 14 febbraio del 2008 il Collegio di primo grado aveva accolto la richiesta del pubblico ministero - che però all’epoca aveva sollecitato una condanna a tre anni e mezzo -, dichiarando l’imputato (difeso dall’avvocato Gregorio Viscomi) colpevole con una pronuncia che, oggi, i giudici di secondo grado hanno ribadito.

http://www.giornaledicalabria.it/index.php?section=news&idNotizia=10233

domenica 4 aprile 2010

Prostituta rapinata e violentata

ACERRA - Con la scusa di un incontro sessuale rapina e violenta una prostituta. Ieri sera una ragazza albanese di 23 anni, I.V., che stava esercitando a Marcianise è stata fatta salire sull'auto da un uomo, che la donna pensava essere un cliente occasionale. Con la scusa del sesso l'ha portata in una stradina di campagna al confine tra Caivano e Marcianise dove l'ha prima rapinata dell0jincasso della giornata (circa 100 euro) e poi violentata. La ragazza, poi, è stata ritrovata in stato di choc dalla polizia di Acerra sulla superstrada Nola-Villa Literno. Portata presso la clinica Villa dei Fiori di Acerra, i sanitari hanno confermato la violenza. Gli agenti della Polstato acerrana e i colleghi casertano stanno cercando l'uomo, ritenuto molto pericoloso.

Fonte: acerrano

venerdì 2 aprile 2010

Stalking, arrestato un 32enne

ROCCARAINOLA - La aggrediva, la picchiava, la seguiva con la macchina. Alcune volte ha tentato di speronarla. La chiamava a telefono lanciandole accuse, minacce, ingiurie. Questo il racconto, reso ai carabinieri, di una ragazza di Roccarainola. Autore delle molestie, il suo ex marito, il 32enne V.S., anch’egli di Rocca. L’uomo è stato arrestato per stalking dai carabinieri della locale stazione, che hanno dato esecuzione all’ordine di custodia cautelare del Tribunale di Nola. Anche i giudici hanno ritenuto V.S. responsabile delle persecuzioni contro la sua ex moglie, e ne hanno disposto l’arresto. I due ex coniugi hanno deciso di dividersi poco tempo fa, e da allora lui avrebbe trasformato la vita della donna in un inferno. I carabinieri hanno accertato che lui avrebbe procurato lesioni alla donna, a seguito di aggressioni avvenute sia a Roccarainola che in altri comuni. L’avrebbe poi sottoposta allo stillicidio delle continue chiamate, nelle quali la minacciava e le rivolgeva parole ingiuriose. Infine, l’avrebbe seguita in auto, cercando persino di speronarla. La donna ha denunciato tutti questi episodio, e il suo ex marito fu già arrestato il 22 ottobre scorso. Ciononostante, e nonostante anche il divieto di dimora a Roccarainola, l’uomo ha continuato a perseguitare la ex. Infine sono scattate di nuovo le manette, ed ora è agli arresti domiciliari.
di Bianca Bianco 31/03/2010
Fonte:nolano

giovedì 1 aprile 2010

Stupra 15enne, per lui niente carcere

La vittima, una studentessa peruviana, fu violentata in un solaio dal branco, dopo una festa


MILANO 01/04/2010 - Avevano cercato di conqui­stare la sua fiducia con la gen­tilezza e mille complimenti. Poi si erano offerti di riaccom­pagnarla a casa. Ma a casa, Flora, nome di fantasia di una studentessa peruviana di 15 anni, non è mai arrivata.
E’ stata rinchiusa in un solaio, picchiata e infine stuprata.
LA CONDANNA
Ieri uno dei suoi aguzzini, Ju­lio Ernesto Maldonado Gon­zalez, un ecuadoregno 24en­ne disoccupato e pregiudica­to per rapina e truffa, è stato condannato a 6 anni e 7 mesi di reclusione dalla quinta se­zione penale del Tribunale di Milano e fine pena verrà espulso dal territorio. Ma per l’autore materiale della vio­lenza, A. V. P. G., studente e incensurato, che all’epoca dei fatti aveva 17 anni, il Tribuna­le per i minorenni ha disposto la messa in prova ai servizi sociali.
In poche parole: niente carce­re.
Il ragazzino non si era mostra­to pentito neppure dopo che gli agenti di polizia del com­missariato Monforte erano ve­nuti a bussare alla sua porta. «In cella potrò tenere il mio piercing? » , era stata la sua unica preoccupazione davan­ti allo stupore degli inquiren­ti.
Il Comune, invece, che nel procedimento si è costituito parte civile, è stato risarcito per 5 mila euro.
NOTTATA DI VIOLENZA
Lo stupro risale alla notte tra il 26 e il 27 marzo dello scorso anno. La ragazzina, 15 anni, studentessa delle scuole superiori, era andata ad una festa organizzata in casa da un ami­co, suo coetaneo, insieme a due compagna di clas­se. Musica, quat­tro chiacchiere, birre e superalco­lici.
Dopo un po’ la ra­gazza aveva deci­so di andarsene e si era allontanata a piedi verso casa.
Per strada aveva incontrato due ragazzi che co­nosceva di vista e che erano alla festa. «Dai, non ti reggi in piedi - le avevano detto - ti portiamo a casa noi». In auto l’avevano invece portata in via Marco D’Agrate 19, dove entrambi abitavano con le fa­miglie, e si erano diretti verso il solaio condominiale. Una volta dentro il 24enne, il più ubriaco dei tre, si era messo davan­ti alla porta im­pedendo alla ra­gazza di uscire, mentre lei cerca­va di respingere le ripetute avan­ces del 17enne. Poi la situazione era degenerata: il minore le aveva calato di forza i jeans e per oltre me zz’ora aveva abusato in ogni modo della ra­gazzina provo­candole gravi lesioni interne. Il giorno dopo, disperata, ave­va raccontato tutto alla madre e sporto denuncia.

Arianna Giunti

Fonte: cronacaqui

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