domenica 31 ottobre 2010

Halloween?

Stanotte è la notte delle streghe per la tradizione anglosassone, i morti ritornano a camminare sulla terra, anche nella tradizione cristiana si ricordano i defunti, quale occasione migliore per ricordare quei 9 milioni e passa di streghe messe al rogo dall'Inquisizione? donne - e qualche uomo - guaritrici, esperte di piante e cucina, erboriste antelitteram, ma il più delle volte solo ed unicamente vittime della maldicenza, dell'interesse economico della chiesa cattolica, che provvedeva a sottrarre i beni all'accusata nel momento dell'arresto, perchè tanto, dall'accusa di stregoneria, non si tornava indietro.
Stuprate, variamente torturate, bruciate vive, le streghe sono tornate negli anni Settanta autonominandosi, autodeterminandosi.

Piccola bibliografia stregonesca:

Streghe di carta
Streghe del passato
Caccia alle streghe Inquisizione

More about Accusa: stregoneria! Otto casi per l'inquisitore......

L'ultima preghiera

(Carmen Consoli - si fa strega)



A rogo strega eretica

e le tue ceneri si disperderanno con vento

a rogo strega isterica

e le tue mani non dissemineranno mai più cattiva sorte

che la tua voce si ammutolisca per sempre

Credo di non sopportare questo lamento straziante

adesso le fiamme asciugano le tue lacrime

e il tuo sguardo non si poserà più sui nostri bambini innocenti

hai il tempo per l'ultima maledizione

o per l'ultima preghiera

tra migliaia di scongiuri

Credo di non sopportare questo lamento straziante

e le tue mani non dissemineranno mai più cattiva sorte

e le tue mani non dissemineranno mai più cattiva sorte

e le tue mani non dissemineranno mai più cattiva sorte

Ballata delle donne

(di Edoardo Sanguineti)


Quando ci penso, che il tempo è passato,

le vecchie madri che ci hanno portato,

poi le ragazze, che furono amore,

e poi le mogli e le figlie e le nuore,

femmina penso, se penso una gioia:

pensarci il maschio, ci penso la noia.

Quando ci penso, che il tempo è venuto,

la partigiana che qui ha combattuto,

quella colpita, ferita una volta,

e quella morta, che abbiamo sepolta,

femmina penso, se penso la pace:

pensarci il maschio, pensare non piace.

Quando ci penso, che il tempo ritorna,

che arriva il giorno che il giorno raggiorna,

penso che è culla una pancia di donna,

e casa è pancia che tiene una gonna,

e pancia è cassa, che viene al finire,

che arriva il giorno che si va a dormire.

Perché la donna non è cielo, è terra

carne di terra che non vuole guerra:

è questa terra, che io fui seminato,

vita ho vissuto che dentro ho piantato,

qui cerco il caldo che il cuore ci sente,

la lunga notte che divento niente.

Femmina penso, se penso l'umano

la mia compagna, ti prendo per mano.

Il dito e la luna

Una ha 17 anni e l'altro ha 74 anni.
Una non ha altro che se stessa e l'altro ha prestigio, potere e soldi.
Una prende (e dà) e l'altro dà (e prende).
Non fermarti al dito, guarda la luna.

Forti con i deboli: Dagospia e le foto “zoccoleggianti” di Ruby

di Ferma Restando
Per presentare una galleria di sue immagini, il sito di gossip berlusconiano non trova di meglio che usare un termine del genere per descrivere qualche immagine raccattata sul web di Karima El Marough
Forti con i deboli, deboli con i forti. Come sempre, Dagospia si dimostra di un’eleganza tipica dell’animale da cortile: tra gli strilli di prima pagina del popolarissimo sito di gossip berlusconiano compare un immaginifico: “Nuova e Zoccolissima galleria di immagini della marocchina di Hard Core” (che fantastico gioco di parole, nevvero?). Ora, si potrebbe benissimo affondare il coltello nella piaga dell’ormai a corto di fantasia sito di chiacchiericcio silviesco e altra varia umanità facendo notare che quegli scatti sono già stati pubblicati tutti sul web. La prima è uscita su Repubblica e ha fatto il giro del web, altre sono tutte dei giorni scorsi. Una è stata pubblicata da Libero (nemmeno la fatica di smanettare con Photoshop per togliere i segni, eh?), altre erano facilmente reperibili su Google Immagini, una su un sito di gossip poco noto, e forse di nuove, su una trentina ce n’erano due.

“ZOCCOLISSIMA GALLERIA” - Ma invece di parlare di queste piccolezze, forse si potrebbe invece dire chiaro e tondo che usare il termine ‘zoccolissima galleria’ per parlare di foto di una minorenne che in questa storia non è certamente vittima, ma è chiaro pure che non è carnefice. E che è stata soltanto molto sfortunata, nella vita, visto che, a quanto si racconta, ha incontrato adulti che da lei pretendevano l’impossibile (che sposasse, pare, un tizio anziano che nemmeno conosceva – almeno a quanto si dice), ma anche signori ancora più attempati che, quando hanno sentito la sua storia, si sono limitati a regalarle settemila euro e tirarle fuori dai guai, in maniera, a quanto pare, piuttosto zozzetta e zoccoleggiante – questa sì. Adulti che non sono il massimo della presentabilità sociale, e fin qui può anche trattarsi di cattive compagnie. Ma anche (cit.) persone che ricoprono alte cariche istituzionali e gli hanno dimostrato che in questo paese si può anche vivere fregandosene delle regole, se hai un amico ai piani alti. Ti accusano di furto, anche ponendo il caso che non sia vero? Tu chiama o fai chiamare Papi, e lui ti leverà dai guai.

NO, PER DIRE – In tutto ciò, siccome non siamo più nel Medioevo, Dagospia farebbe bene a rendersi conto che Karima El Marough, in arte Ruby Rubacuori, è una ragazza sfortunata che nella vita si è soltanto incontrata con uomini piuttosto zoccoleggianti – loro sì. Se si fa due foto ammiccanti, fa quello che fanno centinaia di altre ragazze che non ti sogneresti mai di chiamare ‘zoccole’, anche perché sono le figlie o le nipoti di un sacco di quelli che leggono Dagospia. Non per sembrare moralisti, ma parlare di galleria di immagini “zoccoleggianti” per una ragazzina marocchina che oggi si è infilata in un gioco più grande di lei, soprattutto perché ha pensato bene di immischiarsi nella sua vita un Silvio Berlusconi invece che una qualsiasi persona normale – e ce ne sono, in questo paese. Che non le avrebbe magari regalato settemila o chissà quanti altri euro, magari, ma forse l’avrebbe indirizzata verso un’assistenza sociale di fiducia per farle avere qualcuno che la seguisse – magari anche a un prete, visto che Berlusconi ne frequenta tanti. No, Silvio le dice “in caso di urgenza, questo è il numero”, e quando la telefonata arriva gli spara una balla su una parentela illustre, invece di dire “seguo il caso perché conosco la ragazza, vi raccomando di indirizzarla bene perché so che è una brava ragazza, buon lavoro”. Come avrebbe detto qualsiasi presidente del Consiglio normale.

CHI E’ LA ZOCCOLA? - Al netto quindi del fatto che la notizia – e quindi il motivo per pubblicare immagini del genere, come hanno fatto del resto tutti i giornali on line – si potrebbe anche ricordare che c’è un giornale di destra italiana – Libero - che ha parlato anche di “ladra”, pubblicando l’intervista a una persona che la accusa. Tanto per far capire l’eleganza. Al netto di tutto ciò, chi è più zoccola? O meglio: chi è che dà più di sé un’immagine “zoccoleggiante” in questa storia? Bisogna essere ciechi, stronzi e con una mentalità medievale per rispondere: la galleria di immagini di Ruby.

( una foto delle figlie del premier per un servizio di Vanity Fair: non hanno molti anni più di Ruby, per dire)

Fonte:www.giornalettismo.com

Bella Ciao Femminista



Versione II qui

Video narrazione a cura di di http://bollettino-di-guerra.noblogs.org.
Il video (incluso la voce) è rilasciato con licenza Creative Commons 2.5 (http://creativecommons.org/licenses/by-­nc-nd/2.5/it/).
La Bella Ciao Femminista è di Lilia.
La voce è di Marilena.

mercoledì 27 ottobre 2010

Regolamenti di cunt

Cu tutt' e problem ca tenimm ccà, mò se metten a mmsurà e suttanin r'e femmen', sti quatt sciem! ma iat a zappà a terr, curnut!*




*Esempio di repertorio dialettale.

lunedì 25 ottobre 2010

Donne in minigonna davanti al municipio

Manifestazione di protesta contro l'ordinanza del sindaco Pdl Luigi Bobbio che vieta gli abiti troppo succinti: "E' un maschilista, venite tutte"
di STELLA CERVASIO

La “Prima giornata stabiese della minigonna” sarà oggi, e il clou è previsto per le 16, con un sitin davanti al Comune. Tutte le abitanti di Castellammare di Stabia, e non solo, sono invitate a presentarsi in abiti “assai succinti” per protestare contro il nuovo regolamento di polizia urbana, voluto dal sindaco del Pdl Luigi Bobbio, oggi all’esame del consiglio comunale. «La città ha bisogno di un decoro — scrivono in una nota le donne del centrosinistra stabiese — che non può essere misurato con il centimetro sui vestiti delle donne>.


Hanno aderito il consigliere regionale Angela Cortese, la presidente Commissione pari opportunità della Regione Fiorella Girace, la vicepresidente della stessa commissione in Provincia Ilaria Perrelli, la parlamentare Maria Fortuna Incostante, Antonella Cammardella già consigliere regionale. Lo slogan: “Adesso multateci tutte”.

http://napoli.repubblica.it/cronaca/2010/10/24/news/donne_in_minigonna_davanti_al_municipio-8401614/

"Io, assalita dai volontari per la vita mentre andavo in clinica a abortire"

La testimonianza di Maria: "Non fateli entrare in ospedale. C'era anche un uomo in camice che mi ha dato dell'assassina: è stato uno choc".
"Penso tutti i giorni al bimbo mai nato, ma serve più rispetto verso chi fa una simile scelta"
di SARA STRIPPOLI

"Io, assalita dai volontari per la vita mentre andavo in clinica a abortire"

"Ho abortito con la Ru486. A fine agosto sono andata al Sant'Anna per il controllo. Sul marciapiede di via Ventimiglia mi ha avvicinato una donna che stava volantinando per il Movimento per la vita e ha cominciato a dirmi se sapevo cosa succedeva in quel posto, quale luogo orrendo fosse, un abortificio. Ero lì per un controllo e non ero tranquilla, non avevo certo voglia di stare a sentire, le ho detto che ero in ospedale proprio per un aborto, che per una donna non era certo una scelta facile, che mi lasciasse in pace.

Ovviamente non sapeva che avevo già abortito, mi ha detto che potevano aiutarmi, sostenermi. L'uomo in camice bianco, un infermiere?, che stava dietro di lei e stava distribuendo volantini ha sentito quello che stavo dicendo e ha cominciato ad urlare che eravamo delle assassine, che le donne che abortiscono commettono un omicidio, sono malate di mente. Ho alzato la voce anch'io, gli ho detto che prima di ogni altra considerazione, da uomo non poteva capire cosa poteva provare una donna. Lui ha alzato la voce ancora di più, ha detto che avrei potuto partorire e poi far adottare mio figlio. Ero inorridita, ho tagliato corto e sono entrata. Quando sono uscita ha ricominciato. Un'esperienza sgradevolissima, che non dimenticherò". Parla Maria, 34 anni, impiegata. Ha deciso di raccontare questa storia perché, dice "leggo sui giornali dell'intenzione della Regione di portare in ospedale persone che vogliono convincerti che stai commettendo un omicidio. Sono allibita dall'idea che un uomo come quello, che peraltro portava il camice e diceva di avere tutte le competenze per poter parlare, possa essere uno di quelli che una ragazzina potrebbe trovarsi davanti, magari scambiato per una figura istituzionale. Uno choc".

In quella giornata di agosto in cui è andata al Sant'Anna per quel controllo, Maria ha chiesto ai medici che lavorano nel reparto Ivg, interruzioni di gravidanza, se sapevano cosa accadeva fuori: "Mi hanno confermato che spesso erano lì fuori a volantinare, che cercavano di non mettersi proprio davanti all'ingresso. Poi ho parlato con altre donne che stavano aspettando come me. Una aveva il volantino in mano, un'altra mi diceva che aveva abortito ma era consapevole di aver commesso un peccato. Ho provato una sensazione di angoscia, sono convinta che ogni donna in quelle condizioni scelga e sappia perfettamente che qualsiasi sia la decisione pagherà un prezzo".

Maria non nega di svegliarsi ogni mattina riflettendo su quel bambino che poteva nascere: "Ma non me la sono sentita, sarei stata da sola, non mi sentivo abbastanza forte. Credo però fermamente nella libertà di scelta, tutti gli aiuti possibili e nessun lavaggio del cervello di ispirazione religiosa". L'accoglienza nei consultori è stata ottima, racconta ancora "ho incontrato persone fantastiche con cui ho potuto anche parlare, che mi hanno spiegato in modo molto chiaro tutti gli effetti. Fra l'altro io ho problemi di salute che rappresentavano un rischio nel caso di aborto chirurgico. Per me la Ru486 era l'unica soluzione sicura".

Dopo questa esperienza Maria dice di essersi convinta che semmai è necessaria ancora maggiore attenzione nei confronti delle donne che abortiscono, che lo facciano con la pillola o con la chirurgia: "Credo che non si debba risparmiare sul personale, che semmai ci sarebbe bisogno di un'assistente sociale o di una psicologa, qualcuno che oltre agli aspetti sanitari chiariti molto bene dai medici, possa anche spiegare quali sono i possibili percorsi per una donna madre, gli eventuali sostegni istituzionali, gli aiuti concreti". Anche in ospedale si potrebbe offrire di più: un po' di personale in più per evitare l'eccessiva fretta, locali più adeguati, possibilmente lontani dai reparti dove i bambini nascono: "Penso che sia questa la strada, non certo la presenza inquietante di chi prima di offrirti il suo aiuto prova a convincerti, fra l'altro spesso in malo modo, che stai commettendo un peccato e non una scelta, comunque dolorosa, per la tua vita".

(25 ottobre 2010)

Fonte: http://torino.repubblica.it/cronaca/2010/10/25/news/io_assalita_dai_volontari_per_la_vita_mentre_andavo_in_clinica_a_abortire-8403975/

sabato 23 ottobre 2010

Libertà di scelta nella trasmissione del cognome ai figli

Nella dilangante pratica della manipolazione delle informazioni, del revisionismo storico, della malafede e della strumentalizzazione, vi segnalo le vere pagine e veri gruppi femministi, contro la violenza sulle donne e a favore della parità dei diritti in facebook.


Gruppo: Libertà di scelta nella trasmissione del cognome ai figli

In Italia i figli possono prendere solo il cognome paterno; questa è una discriminazione nei confronti delle donne.
Il gruppo ha lo scopo di promuovere una nuova normativa in tema di trasmissione del cognome ai figli che consenta ai genitori di scegliere liberamente se trasmettere il cognome paterno piuttosto che quello materno, o il doppio cognome. Questo è quanto proponiamo alle donne e agli uomini che vogliano contribuire al superamento del patriarcato.
Invita i tuoi amici ad aderire: vogliamo essere tantissimi e portare la nostra voce in parlamento!!!

Blog: http://nuke.cognomematerno.it/

sabato 16 ottobre 2010

Pescara, ripreso perché fa la pipì per strada manda ragazza in ospedale con una testata

Aveva rimproverato il suo aggressore perché faceva la pipì in strada. La violenza in pieno centro della città. L’uomo agli arresti, la vittima in ospedale


di Simona De Leonardis
PESCARA. Sbattuta in terra con una testata, presa a calci e pugni solo per aver dato del maleducato a un uomo che faceva pipì per strada. Non è Roma e non è Milano, ma è ancora la stessa violenza a riempire le cronache. Questa volta dal centro di Pescara. Lui è stato arrestato. La vittima è una ragazza di 22 anni, T.C., pescarese. Abita in centro e mercoledì sera, intorno alle 21,20 è quasi sotto casa quando in piazza Sacro Cuore, sempre più spesso meta di bivacchi e liti tra ubriachi, nota un uomo che sta orinando nei giardinetti. Stizzita, lo invita a ricomporsi.

Lui, Arsenio Ciampoli, pescarese di 46 anni che solo lo scorso maggio era stato arrestato per la tentata rapina a un supermercato, la insulta pesantemente. Lei replica dandogli del maleducato. E non lo avesse mai fatto. Perché come una furia, come ricostruito dai carabinieri del nucleo Radiomobile guidati dal tenente Salvatore Invidia, Ciampoli si avventa sulla ragazza e con una testata in pieno volto la manda a terra. La giovane è sotto shock, inerme, ma questo non basta a fermare l'aggressore che invece seguita a picchiare la ragazza con calci e pugni. E lei sviene
Ancora violenza gratuita, ancora per futili motivi che, come già successo in quest'ultima settimana, poteva finire malissimo se un passante non avesse avuto la sensibilità e la prontezza di chiamare i carabinieri. «Le aggressioni al tassista e all'infermiera avvenuti a Milano e a Roma», dichiara il giorno dopo il maggiore Pasquale Del Gaudio, «hanno evidentemente sensibilizzato i cittadini visto che già dal primo diverbio tra i due, un passante si è allarmato e ha chiesto l'intervento di una nostra pattuglia». È un anziano, uno dei pochi a passeggiare a quell'ora di mercoledì lungo il corso. Il residente sente gli insulti dell'uomo e si avvicina proprio mentre questo si sta avventando sulla giovane. Prova a bloccarlo, ma non ce la fa. Chiama il 112. I carabinieri arrivano subito, ma stentano a bloccare Ciampoli che si scaglia anche contro i militari, ferendone lievemente uno.

A prestare le prime cure alla ragazza sono i dipendenti dell'albergo di piazza Sacro Cuore, dove la giovane viene trasportata in attesa dell'ambulanza del 118. È stravolta, sconvolta, sotto shock. Trasportata in ospedale, la 22enne viene visitata, ma non riporta particolari ferite. Le ferite, quelle vere, sono dentro, sono quelle che, come raccontano i carabinieri, le provocano un forte stato di ansia mentre i fotogrammi di quei terribili momenti le continuano a girare nella testa. Lei che dice «maleducato» e poi di colpo quella furia, prima di svenire.

Arsenio Ciampoli finisce in carcere per violenza e resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali e atti contrari alla pubblica decenza. Più o meno i reati contestatigli lo scorso 17 maggio (tentata rapina, resistenza, lesioni aggravate, daneggiamento e porto ingiustificato di coltello di genere proibito), quando con un coltello da campeggio provò a rapinare il Tigre di via Cesare Battisti. La rapina fallì, lui venne preso, ma mentre lo portavano in caserma, con una testata, ancora con una testata, mandò in frantumi il parabrezza dell'auto dei carabinieri. Per i fatti di mercoledì, Ciampoli ieri mattina ha ottenuto i termini a difesa, ma in attesa del processo resta in carcere. Custodia cautelare.

http://ilcentro.gelocal.it/chieti/cronaca/2010/10/15/news/pescara-ripreso-perche-fa-la-pipi-per-strada-manda-ragazza-in-ospedale-con-una-testata-2527550

venerdì 15 ottobre 2010

Donne Pensanti

Nella dilangante pratica della manipolazione delle informazioni, del revisionismo storico, della malafede e della strumentalizzazione, vi segnalo le vere pagine e veri gruppi femministi, contro la violenza sulle donne e a favore della parità dei diritti in facebook.


Gruppo: Donne pensanti




Siamo persone che non accettano più in silenzio quello che sta succedendo nel nostro Paese nei confronti delle donne: siamo contro lo sdoganamento del ruolo “merceologico” della donna e crediamo che debba cambiare l’approccio culturale degli uomini e delle donne.

Esistono modelli diversi da quelli che vengono promossi e patrocinati oggi in Italia. Di donne ma anche di uomini.

E vogliamo far sentire la voce dei tanti che si sentono sviliti dal velinismo, il tetteculismo e l’etica del “prodotto finale”. Uomini e donne. (visualizza meno contenuto)
Siamo persone che non accettano più in silenzio quello che sta succedendo nel nostro Paese nei confronti delle donne: siamo contro lo sdoganamento del ruolo “merceologico” della donna e crediamo che debba cambiare l’approccio culturale degli uomini e delle donne.

Esistono modelli diversi da quelli che vengono promossi e patrocinati oggi in Italia. Di donne ma anche di uomini.

E vogliamo far sentire la voce dei tanti che si sentono sviliti dal velinismo, il tetteculismo e l’etica del “prodotto finale”. Uomini e donne.

giovedì 14 ottobre 2010

Pugno nel metrò, donna di nuovo in coma I medici: "Ora è in serio pericolo di vita"

Le condizioni di salute dell'infermiera colpita venerdì scorso e ricoverata al policlinico Casilino sono peggiorate a causa di una lesione evidenziata dagli ultimi esami. La famiglia della vittima: "Troppo comodo chiedere scusa adesso"

Si sono aggravate le condizioni di Maricica Hahaianu, l'infermiera 32enne aggredita venerdì scorso alla stazione Anagnina. A quanto si apprende da fonti sanitarie, la donna è rientrata in coma e sarebbe ora in pericolo di vita. Le condizioni sarebbero peggiorate a causa di una lesione tronco encefalica che dai precedenti esami non era emersa. L'infermiera, dopo essere stata ricoverata d'urgenza venerdì al policlinico Casilino e sottoposta a intervento neurochirurgico, si era svegliata dal coma farmacologico martedì pomeriggio, ma non ha mai ripreso conoscenza. Oggi il "drastico peggioramento", riferito da Cesira Piscioneri, portavoce del Policlinico Casilino di Roma dove la donna è stata ricoverata.

"Le condizioni cliniche della signora Maricica Hahaianu ricoverata presso il reparto di Anestesia e rianimazione - si legge nel dettaglio del bollettino medico delle 17.30 - si sono improvvisamente aggravate. La risonanza magnetica di controllo, eseguita nel pomeriggio, ha evidenziato un incremento dell'edema cerebrale e una estesa lesione del tronco encefalico, evoluti in modo drammatico rispetto ai precedenti controlli. Le condizioni della paziente sono da considerarsi di estrema gravità".

Alessio Burtone, il 20enne agli arresti domiciliari con l'accusa di lesioni, ha scritto una lettera per chiedere perdono. "Chiedo umilmente scusa alla signora Hahaianu Maricica - si legge nel testo indirizzata alla donna - per il gesto violento che le ha provocato questa grave situazione. Da quando l'ho saputo dal carcere non riesco più a dormire. Non mi interessa di quello che mi accadrà perché mi assumerò le mie responsabilità ma ciò che più mi interessa oggi è che la signora possa riprendersi. Prego ogni giorno perché lei possa ristabilirsi e porterò sicuramente un rimorso per tutta la vita".

Ma per la famiglia della vittima, è "troppo facile, troppo comodo chiedere scusa adesso. Di queste scuse possiamo solo prenderne atto". Lo fa sapere l'avvocato della donna, Alessandro Di Giovanni, puntualizzando che "al momento al marito della donna non è giunta alcuna lettera di scuse". "Guardando il video - spiega il penalista - appare chiaro che il giovane sferri un colpo mancino al volto, con una tecnica quasi da boxeur. La donna, colpita al mento, ha perso subito i sensi ed è crollata a terra a corpo morto".

La Procura di Roma ha fatto ricorso al tribunale del riesame per chiedere l'emissione della custodia cautelare in carcere per Burtone. Già in sede di convalida dell'arresto avvenuto venerdì il pm Antonio Calaresu si era opposto alla richiesta di arresti domiciliari per Burtone. Il gip, comunque, aveva deciso di concedere al giovane la misura più attenuata. In base a quanto si apprende la decisione della procura sarebbe maturata anche alla luce del video in cui si vedono le fasi dell'aggressione alla donna.

Per quanto riguarda il precedente di Burtone (una lite scoppiata in strada nell'aprile scorso), il procedimento è stato trasmesso da diverse settimane dal tribunale all'ufficio del giudice di pace. Il reato ipotizzato nel fascicolo, che inizialmente era quello di lesioni, è stato derubricato in percosse. "E' una vicenda che non può esser considerata un precedente, un qualcosa che indichi il normale comportamento del mio assistito - ha spiegato il difensore, l'avvocato Fabrizio Gallo - domani prenderò visione di quell'indagine e avrò modo di capire cosa è successo".


IL VIDEO LA FOTOSEQUENZA LE FOTO

(14 ottobre 2010)

http://roma.repubblica.it/cronaca/2010/10/14/news/pugno_metro-8056918/

Donnerosse di Chiara Pasqualotto


Chiara Pasqualotto

Sono ritratti di donne su sfondo rosso. La serie e’ un progetto aperto che cresce lentamente con l’aggiunta progressiva di nuovi lavori. Questa prima mostra di Chiara Pasqualotto comprende 9 opere eseguite tra il 2009 e il 2010.

Donne di profilo, di eta’ diverse, sconosciute prese da foto. La loro espressivita’ e’ decontestualizzata, sta tutta nella corporeita’ del volto di ciascuna.

Lo sfondo rosso e’ simbolico, viene lavorato in varianti diverse, cola sulla carta come sangue, o disegna motivi vegetali. Il rosso ha vari significati, e’ la violenza, di genere, fisica e psicologica che le donne subiscono quotidianamente, la violenza domestica, i femminicidi. E’ dolore e sofferenza e ferite ma e’ anche sangue mestruale, sangue del parto, di chi da’ la vita. Il rosso e’ anche la forza, la passione individuale e collettiva con cui le donne affrontano l’esistenza, e’ la lotta e la resistenza continua per riuscire ad andare avanti. Rossa e’ l’energia che si prende e si da’ alle altre, e la forza della rivoluzione che le donne fanno insieme.

Chiara Pasqualotto http://chiarapasqualotto.blogspot.com/

Fonte: http://www.womenews.net/spip3/spip.php?article7062

Donna mori' per rottura milza, ai domiciliari marito manescoDonna mori' per rottura milza, ai domiciliari marito manesco

E' accaduto a San Nicandro Garganico, lei non aveva mai denunciato nulla
14 ottobre, 13:38


FOGGIA - Ha colpito la moglie con calci e pugni, schiaffi e spintoni, fino a ucciderla: e' morta cosi' - secondo i carabinieri del comando provinciale di Foggia, che hanno condotto le indagini e arrestato l'uomo - la casalinga di San Nicandro Garganico, Anna De Pilla, 41 anni.

Il marito - e' stato accertato - il 5 giugno scorso le ha spappolato la milza in uno dei tanti episodi di violenza. L'uomo, Leonardo Di Sipio, di 42 anni, bracciante agricolo, e' ora accusato di omicidio preterintenzionale ed e' stato posto ai domiciliari. Secondo quanto e' stato accertato nel corso delle indagini, il rapporto tra i due andava avanti da anni in maniera violenta, e lei non aveva mai denunciato nulla per paura di ulteriori ritorsioni.


http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2010/10/14/visualizza_new.html_1732684586.html?ref=nf

mercoledì 13 ottobre 2010

Sassari, medico fiscale violentava pazienti: arrestato dai Carabinieri

Uultimo aggiornamento: 12 ottobre, ore 19:23
Al professionista vengono contestati 13 episodi, compiuti tra maggio 2009 e settembre 2010, e sono frutto di altrettante denunce da parte di donne comprese tra i 27 ed i 45 anni.
Sassari, 12 ott. - (Adnkronos) - I carabinieri di Sennori (Ss) hanno arrestato per violenza sessuale aggravata un medico sassarese, K.H., 53 anni, che svolge visite fiscali per conto dell'Inps. Nell'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari del Gip di Sassari, vengono contestati al professionista 13 episodi, compiuti tra il maggio 2009 e settembre 2010 e sono frutto di altrettante denunce da parte di donne comprese tra i 27 ed i 45 anni.
In base a quanto accertato dai carabinieri di Sennori, il medico agiva sempre con le stesse modalita': durante la visita fiscale in casa, proponeva alla paziente di effettuare un massaggio, si poneva quindi alle sue spalle e strofinava le parti intime sul corpo della donna. In alcuni casi le vittime hanno reagito energicamente, altre volte hanno ceduto, magari per la soggezione nei confronti del medico ispettore, accusando successivamente seri problemi di natura psicologica.

I carabinieri hanno avviato l'indagine nello scorso settembre, raccogliendo la denuncia di una delle vittime, che aveva deciso di riferire tutto agli investigatori dopo che il medico si era ripresentato a casa sua, qualche giorno dopo aver effettuato la visita fiscale, provocando nella donna un grave shock psicofisico. I militari, partendo da quell'episodio, hanno rintracciato ed interrogato altre donne che erano state sottoposte a visita fiscale dal dottor K. ed hanno verificato che il comportamento non era episodico ma seriale.

http://www.adnkronos.com/IGN/Regioni/Sardegna/Sassari-medico-fiscale-violentava-pazienti-arrestato-dai-Carabinieri_311095614085.html

Novate Milanese, tenta di uccidere il marito albanese: dopo tre giorni si costituisce

Ultimo aggiornamento: 13 ottobre, ore 12:24
Milano - (Adnkronos) - Esasperata dalle continue violenze dell'uomo, spesso ubriaco, consumate anche davanti alla figlia di 8 anni, dopo l'ennesimo litigio gli ha preso la pistola e ha fatto fuoco più volte
Esasperata dalle continue violenze subite dal marito, P.E. albanese di 37 anni, prende la pistola e gli spara colpendolo alla spalla sinistra, alla scapola sinistra, alla coscia sinistra e alla zona lombare, riducendolo in fin di vita. Il fatto e' accaduto sabato sera a Novate Milanese (Milano) e oggi D.V. italiana di 33 anni, si e' costituita. La donna, secondo quanto e' emerso dalle indagini, era esasperata dalle continue violenze del marito, spesso ubriaco, consumate il piu' delle volte davanti alla figlia di 8 anni. Il litigio di sabato sera faceva scattare il raptus: presa la pistola del marito gli sparava alle spalle, prima in casa e poi nella tromba delle scale, mentre l'uomo tentava una disperata fuga. La donna si trova ora in stato di fermo nel carcere di San Vittore.

http://www.adnkronos.com/IGN/Regioni/Lombardia/Novate-Milanese-tenta-di-uccidere-il-marito-albanese-dopo-tre-giorni-si-costituisce_311099221382.html

Accusato maltrattamenti, non potra' avvicinarsi a ex moglie

E' arrivato a minacciarla di morte davanti ai figli minorenni

(ANSA) - PRATO, 12 OTT - Accusato di maltrattamenti in famiglia un uomo di 46 anni, residente nel Pratese, non potra' ora avvicinarsi all'abitazione e al luogo dove lavora l'ex moglie ne' avere con lei contatti telefonici. E' quanto prevede una misura cautelare disposta dal gip di Prato, disposta dopo indagini della sezione di pg della polizia municipale presso la procura pratese. Secondo quanto spiegato dalla stessa pg, l'uomo e' accusato di avere per anni maltrattato la donna arrivando a minacciarla di morte, anche davanti ai figli minorenni.(ANSA).

http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/toscana/2010/10/12/visualizza_new.html_1733519670.html

Aggredisce coppia e violenta ragazza, arrestato romeno

Abusi compiuti in pineta Catanzaro sotto la minaccia di un'arma

(ANSA) - CATANZARO, 13 OTT - Ha minacciato con una pistola una giovane coppia che si era appartata in un luogo isolato alla periferia di Catanzaro e poi ha violentato la ragazza.

Autore dell'aggressione un romeno di 31 anni, Ion Ihorghe Ciceu, che e' stato rintracciato e arrestato poche ore dopo dalla squadra mobile catanzarese. L'uomo, nella tarda serata di ieri, ha aggredito la coppia che si era appartata nella pineta di Giovino. Quindi ha violentato la ragazza, di 20 anni, minacciandola di morte con una pistola a salve ed impedendo al fidanzato, di 30 anni, di intervenire. (ANSA).

http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/calabria/2010/10/13/visualizza_new.html_1733487052.html

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Stupro a Giovino, la ricostruzione della vicenda. Il video della conferenza stampa in Questura

Mercoledì, 13 Ottobre 2010 12.03
Il mostro questa volta ha 31 anni e si chiama Ciceu Ion Gheorghe (in foto), di nazionalità rumena, a Catanzaro dal 2009 con visto turistico rilasciato da Bari. Ha agito con efferata violenza in piena notte nella pineta di Giovino. Dopo le 23 una telefonata al 113 ha allertato gli uomini del commissariato di Catanzaro lido, guidati da Giacomo Cimarrusti e quelli della sezione Squadra Mobile guidati da Rodolfo Ruperti. Una violenza consumata e ua rapina. Questo hanno denunciato i due giovani ancora in preda al panico e visibilmente traumattizzati. Il rumeno si sarebbe avvicinato alla loro auto mentre i due, giovanissimi ma maggiorenni, erano appartati. Prima la minaccia, con una pistola solo dopo rivelatasi a salve, poi lo scippo delle chiavi dell'auto e del cellulare del ragazzo e infine il gesto più brutale. La violenza consumata su di lei all'esteno dell'auto, mentre il ragazzo veniva tenuto in qualche modo segregato con atti di terrore. Un quarto d'ora, quindici minuti interminabili e quando l'uomo aveva portato a termine il suo disegno criminale, ha trovato la forza ancora di derubare il giovane portandogli via tre banconote da 20 euro.

Tempestivo l'intervento delle forze dell'ordine dopo la chiamata al 113. Le ricerche si sono concentrate nella zona, fino ad arrivare alla roulotte dove il rumeno risiede, nella stessa area in cui svolge il lavoro di guardiano notturno per un chiosco. I riscontri investigativi hanno dato immediatamente conferma, agli uomini della polizia, di essere davanti alla persona giusta e alla fine anche se a mezze frasi, è arrivata la conferma dell'odioso gesto compiuto dallo stesso autore.

Una notte da incubo per i due ragazzi che hanno avuto comunque la prontezza di denunciare l'accaduto e permettere agli uomini della Polizia di Stato di consegnare alla giustizia un delinquente. Le indagini sono state conordinate dal pm di turno Cianfarini.
Clicca QUI per vedere il video della conferenza stampa in Questura seguita all'arresto dello stupratore


http://www.catanzaroinforma.it/pgn/news.asp?M1=1&news=24791

Per ore stuprano giovane: tre arresti a Palazzo San Gervasio

I Carabinieri fermano i romeni che avevano sequestrato la 20enne
13 ottobre, 13:01
(ANSA) - POTENZA, 13 OTT - Per ore hanno stuprato una giovane 20enne: a Palazzo San Gervasio (Potenza) i Carabinieri hanno arrestato tre romeni, di eta' compresa tra i 19 e i 25 anni.

Nel pomeriggio dello scorso 11 ottobre, la giovane e' stata avvicinata da uno dei tre giovani, che conosceva solo di vista: poco dopo gli altri due l'hanno bloccata e portata con la forza nella casa del piu' giovane del gruppo, dove e' stata violentata e picchiata per ore, fino all'una di notte, quando e' riuscita a fuggire. (ANSA).


http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/basilicata/2010/10/13/visualizza_new.html_1733458162.html

Ogni morte di donna mi diminuisce perché io partecipo dell’umanità.

Come vi sembra se, nel famosissimo frammento poetico di John Donne, alla parola uomo sostituiamo la parola donna?

“Nessuna donna è un’isola, intera per se stessa. Ogni donna è un pezzo del continente, una parte della terra. Se una zolla viene portata dall'onda del mare, la Terra ne è diminuita, come se un promontorio fosse stato al suo posto, o una magione amica, o la tua stessa casa. Ogni morte di donna mi diminuisce perché io partecipo dell’umanità. E così non mandare mai a chiedere per chi suona la campana: essa suona per te.”

martedì 12 ottobre 2010

Appello Dalle Donne Calabresi in Rete

"Tenuto conto che, il 30 settembre 2010, in Calabria sono scaduti i tempi di emanazione del bando relativo all’applicazione della legge regionale 20 di agosto 2007 (Disposizioni per la promozione ed il sostegno dei centri di antiviolenza e delle case di accoglienza per donne in difficoltà), le Donne Calabresi in Rete il 9 di ottobre alla fine della riunione, convocata alla Casa della Cultura di Cosenza per l’emergenza ed il sostegno del Centro antiviolenza Roberta Lanzino e più in generale per la programmazione e lo sviluppo delle politiche di genere per la Regione Calabria, hanno deciso come primo punto all’ordine del giorno di indirizzare mail e fax all’attenzione del Presidente della Giunta :

“ Alla cortese attenzione Del Presidente della Regione Calabria, alla sua Giunta,ai Consiglieri tutti, e alla Presidente CRPO

Come cittadina/o calabrese/italian* chiedo:

- che sia al più presto applicata la Legge regionale n. 20 del 21 agosto 2007 a sostegno dei centri antiviolenza, (nonostante la mancata emissione del relativo bando annuale, il cui limite è fissato nella legge al 30 settembre: un’omissione grave che chiama direttamente in causa le istituzioni, uniche responsabili a riguardo).

- che sia altresì convocato un tavolo interistituzionale di confronto e dibattito con Le Donne Calabresi in Rete, riunitesi in pubblica assemblea presso la Casa della Cultura a Cosenza, lo scorso 9 Ottobre sul tema della violenza di genere.

Attendo un riscontro alla presente e invio cordiali saluti.

nome cognome ”

Presidente Giunta Regionale: Via Sensales, 20 88100-Catanzaro , Fax: 0961- 702322, giuseppe.scopelliti@consrc.it

Vice Presidente: Via Massara, 2 88100-Catanzaro,fax: 0961-779790 e-mail: antonella.stasi@regcal.it

Consiglio regionale della Calabria: Cia Cardinale Portanova, 89123 RC, e-mail consiglioregionale@consrc.it , fax0965/880406

Presidente CRPO: Giovanna Cusumano e-mail crpo@consrc.it, fax 0965.880290

CHIEDIAMO A TUTT* I/LE CITTADIN* DI INVIARE FAX O EMAIL ALLE ISTITUZIONI REGIONALI!!!!
PER LE/GLI ISCRITTE/I AD ASSOCIAZIONI, E’ PREFERIBILE SPECIFICARE ANCHE L’APPARTENENZA.

Il sostegno di tutte e tutti è molto importante.

http://suddegenere.wordpress.com/2010/10/11/un-incontro-storico-lavevamo-detto-e-labbiamo-fatto/

http://suddegenere.wordpress.com/2010/10/11/fax-di-sollecito-per-sostegno-centri-antiviolenza/"

Vergine romena messa in vendita per 30 mila euro: riesce a salvarsi

Varese - La ragazza, 19 anni, è stata portata in Italia da connazionali con un inganno
Vergine romena messa in vendita per 30 mila euro: riesce a salvarsi
Sequestrata da cinque persone in un appartamento, è riuscita a chiamare i carabinieri che l'hanno liberata

Varese - La ragazza, 19 anni, è stata portata in Italia da connazionali con un inganno

Sequestrata da cinque persone in un appartamento, è riuscita a chiamare i carabinieri che l'hanno liberata

VARESE - Una vergine venduta al mercato del sesso vale anche di più, per questo le avevano raccontato che l'avrebbero offerta al miglior acquirente con un annuncio su Internet, al prezzo di 30mila euro; che l'avrebbero fatta visitare da un medico che certificasse l'illibatezza, e ne avrebbero pubblicizzato il profilo con foto provocanti. Di certo, le hanno scattato delle immagini, truccata e in abiti succinti, mentre la tenevano sequestrata in una casa di Golasecca, vicino Gallarate. Il resto è invece da accertare e sta tutto nelle dichiarazioni che la ragazza romena ha fornito ai carabinieri.
La giovane di 19 anni è stata liberata da un blitz scattato ieri mattina, in risposta a una disperata chiamata: «Via Roma, aiuto, donna, Romania» sono le poche cose in uno stentato italiano che la giovane è riuscita a dire, approfittando di un'ora d'aria che le era stata concessa, e durante la quale aveva memorizzato il numero civico e il nome del paese. I carabinieri hanno suonato e la 19enne, in lacrime, si è divincolata e si è gettata tra la braccia del maresciallo. In quella casa, dove è stata anche stata tenuta legata, la guardavano a vista tre albanesi e due romeni; c'erano anche due donne, che si prostituivano e che volevano indurla a fare lo stesso mestiere.

In quell'appartamento c'era finita perché in Romania una donna le aveva promesso aiuto per emigrare, spiegando che i figli gestivano un ristorante a Milano. In pochi giorni, a settembre si era trovata su un furgone diretta in Italia, insieme al falso pizzaiolo e alla sorella di lui. Una volta giunta a Golasecca le avevano detto la verità: «Non c'è nessun ristorante, devi fare la prostituita, ci devi ripagare il viaggio». I proventi sarebbero stati divisi tra i cinque aguzzini, ma i tentativi per instradarla alla prostituzione sono stati maldestri. Una prima volta era stata portata a casa di un 65enne ma l'incontro non si era consumato perché la ragazza aveva pianto e aveva urlato fino a farlo scappare. I cinque sono stati arrestati: sono accusati di sequestro di persona, induzione alla prostituzione e riduzione in schiavitù.

Roberto Rotondo

12 ottobre 2010

Fonte: http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/10_ottobre_12/varese-verginita-vendita-internet-romena-1703932844686.shtml

Sud chiama nord: vogliamo manifestare a Milano contro la violenza sulle donne

Fonte: FEMMINISMO A SUD

Brutti venti spirano da nord. La maggior parte delle donne uccise da uomini, mariti/padri/fidanzati/figli/fratelli/ex, è stata ammazzata nel nord italia.

Siamo convinte che dal nord arrivi un rigurgito di autoritarismo che colpisce e discrimina tutte le fasce deboli. Dal nord arriva una cultura che legittima l’egoismo, la guerra tra poveri, la guerra tra sessi, l’intolleranza, l’omofobia, la lesbofobia, la transfobia, la repressione contro ogni forma di dissenso.

Dal nord arriva il rigurgito del sessismo più violento, per bocca di quotidiani che non lesinano campagne sgradevoli contro le donne, di politici che non risparmiano alle donne nessun insulto, di opinionisti che considerano le donne addirittura una razza nemica, di movimenti neomaschilisti che fanno guerra alle donne, giustificano uomini violenti, diffondono cultura di violenza per mantenere e ripristinare privilegi per la categoria.

Dal nord arrivano culture conservatrici e reazionarie che evocano un periodo vissuto al tempo di Mussolini durante il quale le donne dovevano solo fare figli, piacere, obbedire, essere fedeli alla patria, al marito e a dio.

Dal nord arrivano le proposte più gravi che minano il diritto di famiglia, la libertà di scelta delle donne che nel frattempo continuano ad essere però usate a scopo di intrattenimento e in pose sessiste per promuovere ogni genere di prodotto.

Dal nord arrivano gli atti più concreti che stanno smantellando uno ad uno ogni diritto acquisito per le donne, ogni struttura di riferimento, non ultimi i consultori e i centri antiviolenza.

Noi del sud abbiamo già vissuto numerose colonizzazioni culturali e non possiamo subire anche questa senza almeno provare a resistere sullo stesso terreno.

Perciò proponiamo una manifestazione contro la violenza maschile sulle donne, che si esprime in ogni forma, sia essa fisica, psicologica, istituzionale, economica, per la fine di novembre da svolgersi a Milano.

Le donne, femministe e lesbiche del sud vogliono prendere il traghetto, percorrere il “continente” e arrivare da “terrone” nella città simbolo dei contesti più culturalmente arretrati d’Italia. Vogliamo venire a dare forza alle sorelle, tante, e ai fratelli, tanti, che lì combattono e sono quotidianamente oggetto di repressione, se parlano, manifestano, fanno volantinaggio, gestiscono un sito internet, vivono.

Diteci se ci volete. Noi siamo pronte a partire. Chi è pront@ a partire con noi segua lo spezzone/striscione delle donne, femministe e lesbiche antisessiste, antirazziste, antifasciste.

Chi ha voglia di discutere della proposta di manifestazione può iscriversi alla mailing list, seguire questo blog o il blog che può essere prevalentemente dedicato alla manifestazione, a partire dalla campagna “Un lenzuolo contro la violenza sulle donne” che alcune sorelle diffondono anche su una pagina facebook.

Sud chiama Nord. Ci siete?

Prepariamo i sacchi a pelo?

Per il freddo polare, basteranno cappotto, guanti e sciarpa o ci vestiamo a strati?

Fonte: FEMMINISMO A SUD

Esce dal coma la donna colpita in metro

Il diverbio scattato mentre erano in fila per fare il biglietto
Esce dal coma la donna colpita in metro

ultimo aggiornamento: 12 ottobre, ore 18:54
Roma - (Adnkronos/Ign) - Maricica Hahaianu, operata d'urgenza, resta comunque in gravi condizioni. E' rimasta a terra tra l'indifferenza dei viaggiatori alla stazione Anagnina (VIDEO). I militari della stazione Cinecittà hanno rintracciato e arrestato l'aggressore, un diciannovenne italiano. Il legale: "L'ha colpita per paura". Alemanno: "Denuncio chi non l'ha soccorsa".,Omicidio in metro a Roma, 16 anni a Doina Matei: la Cassazione conferma la pena


http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/Roma-pugno-dopo-lite-in-metro-in-coma_311093230372.html

Minaccia di morte la ex moglie con due martelli, arrestato

Operaio 36enne bloccato a Casalgrande dai carabinieri

(ANSA) - REGGIO EMILIA, 2 OTT - Un operaio di 36 anni di Scandiano, ieri a Casalgrande (Reggio E.) ha sfondato con due martelli la porta della casa della ex moglie di 33 anni.

Poi, brandendo martelli e una chiave inglese, si e' avventato contro la donna. L'uomo era stato allontanato dal domicilio domestico con un provvedimento del giudice dopo la separazione dalla moglie. Ai carabinieri che lo hanno bloccato, ha detto che non gli interessava essere arrestato perche', una volta uscito dal carcere, avrebbe comunque ammazzato la ex moglie. (ANSA).

http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/emiliaromagna/2010/10/12/visualizza_new.html_1733579059.html

VIOLENZA SESSUALE : GLI STEREOTIPI

Da una nota di Azione Aiuto Donne

Molti sono gli stereotipi relativi alla violenza sessuale: riportiamo e confutiamo quelli più comuni.


"Una donna non può essere violentata contro la sua volontà."
Questo stereotipo rimanda al grado di resistenza fisica opposta dalla vittima come prova della veridicità del fatto. L'effetto congiunto della minaccia e del dolore spesso annulla ogni resistenza. Può succedere anche che la donna perda i sensi.

"Tutti sanno che quando una donna dice di "no" probabilmente vuol dire di "sì"."
Lo stupro provoca solo paura e gli effetti legati al trauma sono, per molto tempo, devastanti per l'equilibrio psico-fisico. Nessuna donna vuole essere stuprata, si tratta di un'esperienza terrificante, dolorosa in cui una donna viene privata del controllo su di sé e sul proprio corpo.

"Le donne serie non vengono violentate ."
Questo stereotipo sposta la responsabilità dallo stupratore alla donna.
Gli uomini ricorrono a varie scuse pur di screditare la loro vittima. Le vittime non vengono scelte per il loro aspetto o per il loro modo di agire o per la loro età. E comunque il comportamento e il modo di vestirsi di una donna non dà il diritto ad un uomo di violentarla.


"Lo stupratore é sempre un malato, un mostro, uno sconosciuto."
Questo stereotipo sposta l'attenzione dell'opinione pubblica dalle reali caratteristiche della violenza.
Violenze sessuali e maltrattamenti si verificano in tutti i contesti sociali e gli aggressori sono spesso conoscenti delle vittime.


"Una donna che denuncia uno stupro dopo molto tempo non é attendibile."
Succede spesso che le donne riescano a denunciare il fatto solo quando sono trascorsi alcuni anni.
CHE COSA E' !

Ogni atto compiuto contro la nostra volontà è violenza
Non é sufficiente l'assenza di resistenza da parte di una donna perché un atto sessuale sia accettabile, occorre il desiderio da parte della donna, tutte le volte che questo manca allora
quell'atto rapporto va considerato una violenza.

Erroneamente si pensa che lo stupro sia un impulso sessuale irresistibile causato da un comportamento della vittima, o dalla sua avvenenza, o da un comportamento imprudente. Lo stupro non nasce da un desiderio erotico ma affonda le sue radici nella volontà di annientamento fisico e psicologico della vittima. Non a caso le donne vittime di stupro hanno paragonato l'esperienza dello stupro ad un'esperienza di morte. Essere private del diritto al proprio corpo e' una esperienza sconvolgente e devastante che compromette l'equilibrio psicologico della vittima.

la libertà di disporre del proprio corpo è un fondamentale diritto di uomini e donne il diritto alla sessualità è un diritto soggettivo assoluto, riconosciuto nella nostra Costituzione tra i diritti inviolabili della persona.

La legge N.66 "Norme contro la violenza sessuale":
· identifica il reato di violenza sessuale come delitto contro la persona
· compie reato di violenza sessuale "chiunque, con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità, costringe taluno a compiere o subire atti sessuali".


LE FORME
Non solo lo stupro e' violenza sessuale, tante sono le forme ...

"Mutilazioni genitali femminili"
Per Mutilazioni Genitali Femminili si intendono una serie di pratiche, che mirano ad alterare la conformazione degli organi genitali esterni non per finalità terapeutiche ma per controllare il piacere e il corpo delle donne. Ogni definitiva e irreversibile rimozione di un organo sano è una mutilazione. In situazioni di normalità infatti, non vi è assolutamente alcuna ragione medica, morale, o estetica, per sopprimere alcune o tutte le parti che compongono gli organi genitali femminili esterni. Sulla base di una quantità limitata di dati dispon ibili si è stimato che, a livello mondiale, tra i 100 e i 132 milioni di ragazze e donne abbiano subito mutilazioni genitali. Ogni anno, si calcola che circa altri 2 milioni di ragazze subiranno una qualche forma di mutilazione dei genitali. In base alle conoscenze attuali, le mutilazioni dei genitali femminili vengono praticate in 28 paesi africani, in alcuni paesi dell'Asia occidentale e in alcune comunità minoritarie di altri paesi asiatici. Sono stati inoltre riscontrati casi di MGF all'interno di alcune comunità di immigrati in Europa, nord America, Australia e Nuova Zelanda.
"Tratta delle donne a scopi sessuali" Sebbene non esista una definizione universalmente accettata della tratta di persone, questo fenomeno può essere definito come il reclutamento, il trasporto, l'acquisto, la vendita, l'alloggio o il ricevimento di persone, tramite minacce o l'uso di violenza, il sequestro, la frode, l'inganno o la coercizione (compreso l'abuso di potere), o tramite la contrazione di un debito capestro, allo scopo di costringere o continuare a costringere la persona oggetto di traffico a svolgere pratiche di lavoro forzato o in condizione di schiavitù, a prescindere dal pagamento del debito e in una comunità diversa da quella in cui viveva al momento della contrazione del debito. Le vittime di questa moderna forma di schiavitù sono prevalentemente donne, le quali vengono destinate soprattutto all'industria del sesso, compresa la prostituzione forzata. Solitamente si tratta di donne provenienti da paesi poveri o in via di sviluppo che, attraverso la violenza o l'inganno (magari con la falsa promessa di un lavoro), vengono sottratte dai loro luoghi d'origine per poi essere vendute come schiave nei paesi occidentali. Spesso la compra-vendita di donne a scopi sessuali viene organizzata dalla criminalità organizzata locale, mentre i maggiori fruitori della tratta sono gli uomini dei paesi occidentali che pagano per avere prestazioni sessuali da parte di donne e bambine. Nel caso di questa forma di violenza sessuale esiste una forte correlazione tra discriminazione sessuale e discriminazione razziale, spesso poco discussa. In altre parole, il traffico di donne e bambine è stato accompagnato spesso da atteggiamenti razzisti, frequentemente indirizzati contro le donne appartenenti ad alcuni gruppi razziali ed etnici (per esempio donne immigrate e indigene). Ciò significa che l'ideologia razzista alimenta la tendenza alla "mercificazi one" della sessualità femminile.

"Molestie sessuali"
La molestia si puo suddividere in:
Molestia verbale: apprezzamenti verbali o umilianti non graditi e non sollecitati dalle donne aventi come oggetto la sessualità o il corpo femminile.

Molestia relazionale: richieste di rapporti sessuali, implicite o esplicite, non gradite ne sollecitate dalla donna.

Molestia visiva: messaggi offensivi, foto pornografiche, lasciati in prossimità di oggetti di propnetà della donna, dello spogliatoio o delle toilette femminili.

Molestia fisica: contatti intenzionali con il corpo femminile.

Offerte esplicite o implicite di promessa di carriera o di agevolazioni o privilegi sul posto di lavoro in cambio di prestazioni sessuali.

Intimidazioni, minacce, ricatti subiti dalla doima per aver respinto comportamenti maschili finalizzati al rapporto sessuale.


"Stupro di gruppo"
Lo stupro collettivo é il frutto di precise progettualità, pensate e meditate per infliggere volutamente alla vittima un grado di umiliazione elevato. Il gruppo diventa il palcoscenico e il luogo di misurazione della forza e della potenza individuali, nonché l' occasione nella quale il singolo può agire la propria distruttività protetto dall'aninomato.

"Stupro di guerra"
L'aumento della forza del gruppo insieme al desiderio di annientare il corpo femminile, considerato un divertimento sessuale, raggiunge il suo apice nell'utilizzo dello stupro come "arma" durante la guerra. Lo stupro di guerra é il mezzo per umiliare e demoralizzare il nemico attraverso la distruzione e la denigrazione delle donne del suo stesso gruppo.
LE CONSEGUENZE
Le conseguenze della violenza sessuale sono traumatiche. Non esistono tempi e modi di superamento del trauma validi per tutte come non esistono reazioni uguali per tutte alla violenza subita.


Psicologiche Sul piano psicologico l'autocolpevolizzazione, compromissione dell' equilibrio emotivo-relazionale, stato confusionale, forte bisogno di razionalizzazione, annientamento e angoscia, apatia, rabbia, di sturbi alimentari, disturbi da stress post traumatico, comportamenti autolesionisti.


Fisiche Sul piano fisico disturbi ginecologici, ferite, dolore cronico della pelvi, disturbo infiammatorio della pelvi, gravidanza indesiderata, malattie sessualmente trasmesse compreso l'HIV, aborto spontaneo.
Le idee più diffuse sullo stupro, presenti sia nella cultura popolare che scientifica, hanno determinato gravi conseguenze per la vittima che viene spesso considerata responsabile della violenza subita. Tale processo, definito vittimizzazione secondaria, ha origine da un atteggiamento giudicante nei confronti della donna che può sfociare in mancanza di sostegno, condanna ed emarginazione.
Nonostante l'atrocità e le conseguenze proprie di queste esperienze molte donne sono riuscite a riprendersi la loro vita e a riprogettare il loro futuro, spesso insieme e attraverso altre donne.

Fonte: http://www.facebook.com/note.php?note_id=124954950883778&id=100000892904834

Contro la misoginia e il razzismo

QUESTA SERA ORE 18.30/19.00 TUTTE A ROMA METRO ANAGNINA DOVE UN ITALIANO HA UCCISO UNA DONNA ROMENA PER UN DIVERBIO A PUGNI, LASCIANDOLA QUASI MORIRE DAVANTI A TUTTI!!!

Si prega di portare video o fotocamere.

Che cosa inaudita dire porco a qualcuno che ti offende!

Poco prima di essere colpita dal suo pugno in faccia, lei fa per andarsene, ma lui le sputa addosso, allora lei tenta di dargli uno schiaffo, perchè se qualcuno ti sputa addosso e ti ingiuria reagire è più che giusto e normale, ma lui per affermare la superiorità della sua posizione di maschio bianco italiano adotta come contromisura un pugno in faccia. Tutto questo si vede benissimo dal video, il video mostra qualcosa che non può essere fraintesa, un video, questo: http://www.youreporter.it/video_Lite_alla_fermata_Anagnina_donna_in_coma_per_un_pugno_1 è una prova chiara e inconfondibile, e pure Repubblica decide di dare spazio al misogino razzista di turno: "La donna se l'è cercata. L'ha chiamato anche porco" che cosa inaudita dire porco a qualcuno che ti offende!

L'articolo di repubblica:


Infermiera in coma per un pugno
la lite per un biglietto del metrò

Ai domiciliari un 20enne con dei precedenti per lesioni. Gravi le condizioni della donna, cittadina romena di 32 anni, operata e ricoverata al policlinico Casilino. L'aggressione nella stazione della metropolitana Anagnina, dove la vittima è rimasta a terra

ROMA - Una banale lite per un biglietto nella stazione della metropolitana, lui le dà un pugno in faccia e lei, infermiera professionale di 32 anni, finisce in coma. Dopo essere rimasta a terra, tra il via vai dei passeggeri in transito alla fermata Anagnina. L'autore dell'aggressione, un 20enne romano con dei precendenti per lesioni, è stato arrestato. Bloccato da un uomo che ha assistito alla scena e lo ha avvicinato mentre cercava di allontanarsi, è stato rincorso da altri due viaggiatori. Dopo il disinteresse iniziale, un intervento provvidenziale che ha permesso di individuare e arrestare il responsabile, ora ai domiciliari. L'aggressione ricorda quella del 2007 a Termini, dove il 26 aprile la studentessa Vanessa Russo, 23 anni, venne ferita mortalmente all'occhio sinistro con un ombrello da Doina Matei, condannata a 16 anni. L'ultimo, gravissimo episodio ha profondamente indignato il sindaco Gianni Alemanno in traferta istituzionale in Cina ("Denuncerò chi non ha soccorso" 1), mentre per il Pd locale ormai dilaga la violenza: "Là città è incattivita, Roma sta cadendo in un pozzo senza fondo'".

GUARDA IL VIDEO 2

Il pugno al volto - Il tutto è accaduto all'interno della stazione metropolitana Anagnina, venerdì pomeriggio. Il ragazzo e la donna si trovavano in fila per fare il biglietto, quando tra i due è nato un diverbio. In un secondo momento, quando la cosa sembrava finita, la lite si è riaccesa mentre i due si erano allontanati dallo sportello. Dalle parole il 20enne è passato ai fatti colpendo violentemente con un pugno la donna, che è caduta all'indietro priva di sensi. E' rimasta a terra, tra il via vai dei passanti che percorrevano i corridoi della stazione. Nel frattempo un signore bloccava il ragazzo che si stava allontanado, mentre quel corpo steso per terra cominciava ad attirare l'attenzione di chi si spostava sulla banchina della metro.

Le condizioni della donna
- La vittima è stata soccorsa e trasportata d'urgenza presso il policlinico ''Casilino'', dove è stata operata per le gravissime lesioni riportate al cranio. Sottoposta a un intervento neurochirurgico per un ematoma cerebrale, è ancora mantenuta in coma farmacologico. Le sue condizioni sembrano migliorare: stamattina i medici l'hanno staccata dai tubi, anche se non è ancora fuori pericolo di vita. Si trova nel reparto di rianimazione e i sanitari temono, purtroppo, conseguenze permanenti. L'infermiera 32enne si trova in Italia insieme al marito e al fratello, in ospedale per assisterla durante gli orari di visita consentiti.

Il video choc - Una scena agghiacciante, di violenza inaudita, quella ripresa dalle telecamere della stazione. L'atrio con il giardinetto che custodisce un vecchio vagone della ferrovia Roma-Pantano, semivuoto. Pochi i passanti e tra questi un giovane, non alto ma robusto. Una donna gli si avvicina, lo ferma e gli dice qualcosa. Il ragazzo fa per darle una testata, le sputa sembra dalle immagini. La donna reagisce con uno schiaffo. E' a quel punto che il 20enne si scaglia contro di lei: il pugno sferrato con violenza sul volto, lei che cade all'indietro priva di sensi battendo la testa al suolo. Solo dopo alcuni minuti si forma un capannello attorno al corpo.

LA FOTOSEQUENZA 3

L'autore del gesto - I carabinieri della stazione di Cinecittà, con i militari del 6° reggimento del Genio pionieri impegnati nell'operazione ''strade sicure'', dopo avere raccolto le testimonianze dei presenti, hanno rintracciato e arrestato l'aggressore. Alessio Burtone, questo il suo nome, è stato portato nel carcere romano di Regina Coeli e ora si trova agli arresti domiciliari. Si tratta di un ragazzo con dei precedenti sempre per lesioni. "Quando è stato fermato - racconta il capitano Domenico Albanese, comandante della Compagnia dei Roma Casilina - sembrava non rendersi conto della gravità del suo gesto. Era sconvolto. Ma non direi che si possa definire un giovane violento, nonostante la precedente denuncia nei suoi confronti".

AUDIO - Il racconto del capitano dei Carabinieri della Casilina 4

L'avvocato del giovane - "Il ragazzo non è pregiudicato, è un lavoratore e una persona perbene. Non era assolutamente sotto l'effetto di droghe, ha solo avuto paura. Il gip, su mia richiesta, ha deciso di concedergli gli arresti domiciliari". Così l'avvocato Fabrizio Gallo, legale di Alessio Burtone. "Nel video si vede chiaramente che era la donna a inseguire il ragazzo - ha raccontato il difensore - Alessio mi ha detto che lei gli avrebbe rivolto parole offensive e lo avrebbe provocato dicendogli 'Te la faccio pagare' e 'Ti faccio cadere quando arriva la metro'. A quel punto l'ha colpita". "Quando ieri in carcere, prima che gli concedessero i domiciliari - ha aggiunto Gallo - ho detto ad Alessio che la donna era in coma, ha avuto un momento di sconforto. Non pensava di aver fatto una cosa tanto grave. Aveva paura che fosse armata. Anche i genitori del ragazzo sono delle brave persone e sono costernati per l'accaduto. Farò un'istanza al pm per la riammissione in libertà".

Il testimoni - "Ero dietro di loro quando sono usciti dal bar. Il ragazzo camminava davanti e la donna lo seguiva, insultandolo e poi prendendolo a calci e pugni. Il giovane si è girato dicendo 'Ma falla finita' e con una mano l'ha colpita involontariamente. Lei è caduta a terra come un sacco di patate". A parlare è un commerciante che lavora all'interno della stazione della metro Anagnina e, raccontando di aver assistito all'episodio di venerdì, difende l'aggressore. "In 60 anni non avevo mai visto una scena del genere - ha aggiunto - una donna che picchia in quel modo un uomo. La donna se l'è cercata. L'ha chiamato anche porco". Il dipendente Atac che per primo ha soccorso la donna, ha descritto così la scena: "Ho sentito un tonfo e sono uscito dall'ufficio. La donna era sdraiata per terra, poco distante c'era un uomo che, tenendo un giovane per un braccio, chiedeva aiuto. Ho temuto che potesse morire e sono andato a chiamare soccorsi. Non capivo cosa stava succedendo - ha aggiunto - il ragazzo ripeteva che era stato importunato. All'inizio quando sono uscito non c'era nessuno accanto alla donna, sono stato tra i primi a vederla. Poi carabinieri e vigili hanno allontanato le persone per consentire i soccorsi".

VIDEO - La testimonianza dell'edicolante 5

Le reazioni - Incredulità e rabbia per quanto accaduto. Il sindaco Alemanno, da Pechino, si è detto pronto a denunciare chi non è intervenuto. "Non è accettabile - ha fatto sapere - che in una città come Roma avvengano cose del genere e, tanto più, non è possibile che ci sia una tale indifferenza". Ugualmente il Codacons, che ha depositato una denuncia contro ignoti alla procura della Repubblica di Roma chiedendo ai magistrati "di individuare i soggetti ripresi nel video dell'aggressione, i quali non hanno prestato alcun soccorso alla donna malmenata". E se per Renata Polverini si tratta di un fatto anche "culturale" su cui bisogna intervenire, il Pd di Roma ha insistito sulla "violenza ormai dilagante". "La città è incattivita - ha dichiarato Marco Miccoli, coordinatore locale dei democratici - in preda a pulsioni egoistiche che mai avevano avuto cittadinanza nella capitale" (LEGGI 6)

http://www.repubblica.it/cronaca/2010/10/12/news/donna_roma-7965528/?ref=HREA-1

UOMINI CHE UCCIDONO LE DONNE

di Robert Fisk (Internazionale, 8/14 ottobre 2010)

E’ una tragedia, un orrore, un crimine contro l'umanità. I particolari degli omicidi - donne decapitate, bruciate vive, lapidate, pugnalate, folgorate, strangolate e seppellite vive per lavare l’"onore di famiglia” - sono terrificanti. Le ultime statistiche mondiali pubblicate dall’ONU nel 2007 parlano di circa 5.000 morti all'anno,ma in Medio Oriente e sudest asiatico molte associazioni di donne sospettano che le vittime siano almeno quattro volte di più.
La maggior parte delle vittime sono giovani, molti sono gli adolescenti, eliminati nell'ambito di un vile tradizione che risale a centinaia di anni ma che ora si estende su metà del globo.

L’ Independent ha condotto un’indagine durata 10 mesi in Giordania, Pakistan, Egitto, Gaza e Cisgiordania per raccontare questi crimini, che riguardano soprattutto donne giovanissime,spesso adolescenti. Tra le vittime ci sono anche degli uomini e, sebbene i giornalisti la descrivano come un’usanza prevalentemente musulmana, i delitti d’onore avvengono anche nelle comunità cristiana e indù

Il concetto di onore (ird in arabo) – l’onore della famiglia e della comunità – va al di là della religione e trascende la pietà umana. Le volontarie che lavorano nelle organizzazione per i diritti umani, ad Amnesty International, nelle associazioni delle donne e negli archivi dei mezzi d’informazione, ci dicono che la strage delle innocenti accusate di aver disonorato la famiglia si aggrava ogni anno che passa.

I delitti d’onore sono frequenti soprattutto tra i curdi d’Iraq, tra i palestinesi della Giordania, in Pakistan e in Turchia. Forse però questa sproporzione dipende dal fatto che in alcuni paesi la stampa è più libera di denunciare e compensa la segretezza che circonda gli stessi delitti in Egitto, dove il governo nega che esistano, e in altri paesi del Golfo e del Medio Oriente. Da molto tempo i delitti d’onore sono aumentati anche in Occidente: in Gran Bretagna, in Belgio, in Russia, in Canada. In molti paesi del Medio Oriente, le autorità sono complici di questi crimini e riducono o addirittura annullano le condanne degli assassini se le donne fanno parte della famiglia, oppure classificano gli omicidi come suicidi per evitare i processi.

E’ difficile mantenere la calma di fronte all’elenco sterminato dei delitti d’onore. Come si deve reagire davanti ad un uomo che violenta e poi, siccome è rimasta incinta, la uccide per salvare l’onore della famiglia, come è successo in Egitto?

Medine Mehmi, una ragazza turca della provincia di Adiyaman, a febbraio è stata sepolta viva sotto un pollaio dal padre e dal nonno perché “aveva amici maschi”. Aisha Ibrahim Duhulow aveva 13 anni nel 2008 quando, dopo essere stata accusata di adulterio, è stata trascinata in una buca scavata nel terreno, sepolta fino al collo e lapidata da 50 uomini. Il suo crimine? Essere stata violentata da tre uomini.

A Daharki, in Pakistan, una ragazza è stata uccisa dai familiari mentre partoriva il suo secondo figlio. Prima di essere massacrata con un’ascia, le hanno tagliato il naso, le orecchie e le labbra. Il primo bambino, ancora piccolo, è stato trovato morto tra i suoi vestiti. La testa del neonato spuntava appena, mentre il torso era ancora nell’utero. I tre cadaveri erano in stato avanzato di decomposizione. Alcune donne volevano seppellirli, ma un religioso musulmano si è rifiutato di pronunciare una preghiera per loro perché trattandosi di una “donna maledetta e dei suoi figli illegittimi” sarebbe stato un atto empio.

Nell’agosto del 2008, in Belucistan, cinque donne sono state sepolte vive per aver commesso reati contro l’onore delle famiglie. Hamida, Rahima e Fauzia erano adolescenti. Degli uomini le hanno picchiate, le hanno sparato e le hanno gettate ancora vive in una fossa dove le hanno coperte di terra e di pietre. Altre due donne, di 45 e 38 anni, hanno fatto la stessa fine per aver protestato. Le più giovani erano colpevoli di aver voluto sposare uomini non scelti dalle loro famiglie. Un parlamentare pakistano, Israrullah Zehri, ha dichiarato in aula che quegli omicidi facevano parte “di una tradizione secolare che bisogna continuare a difendere”.

Nel dicembre del 2003, a Multan, ancora in Pakistan, una ragazza di 23 anni, Afsheen, è stata assassinata dal padre perché, dopo un infelice matrimonio combinato, era fuggita con un altro uomo, Hassan. Afsheen veniva da una famiglia istruita di avvocati e ingegneri. “Le ho messo dei sonniferi nel tè e poi l’ho strangolata nel dupatta (una lunga sciarpa che fa parte del costume tradizionale delle pachistane)” ha confessato il padre alla polizia. “L’onore è l’unica cosa che conta per un uomo. Era la mia figlia preferita. Sento ancora le sue grida e avrei voglia di tagliarmi le mani e farla finita”. I parenti avevano trovato Afsheen a Rawalpindi in compagnia di Hassan e le avevano promesso che se fosse tornata a casa non le avrebbero fatto nulla. Mentivano.

Leggi tutto l'articolo (2Mb, .pdf)

Da http://www.zeroviolenzadonne.it/index.php?option=com_content&view=article&id=10184:uomini-che-uccidono-le-donne&catid=198&Itemid=0

Donne Assassinate di Ruben De Luca

Il noto criminologo ci rivela nel suo ultimo saggio come e perché si uccidono le donne in Italia


Esce in questi giorni, edito dalla Newton & Compton, il saggio Donne Assassinate - Dall’omicidio seriale allo stupro di gruppo, storia e fenomenologia della guerra condotta dal genere maschile contro "l’altra metà del cielo" del criminologo Ruben De Luca.

Il libro ci rivela come il fenomeno della violenza sulle donne sia in continua crescita, sfociando sempre più spesso in omicidio. Accanto al termine “omicidio” si stanno perciò sempre più accostando quelli di “femminicidio” o “ginocidio” per indicare l’assassinio di una donna da parte di un uomo quando essa viene uccisa proprio perché appartenente al genere femminile. Non vittima causale, dunque, ma “scelta” in virtù del suo essere donna.

Vittime di feroci predatori, perversi serial killer o, in moltissimi casi, dei loro stessi mariti o fidanzati, le donne sono da sempre oggetto di una spietata carneficina. Il silenzio, la paura, il terrore, la fragilità hanno fatto di loro le schiave e le martiri di una delle guerre più ingiuste e meno combattute dell’umanità. Da Marco Mariolini, "il cacciatore di anoressiche", a Angelo Izzo, "il mostro del Circeo", da Gianfranco Stevanin "il mostro di Terrazzo" a Guido Zingerle, la "Belva del Brennero", l’analisi di Ruben De Luca si addentra nelle menti criminali degli uomini che odiano, violentano e uccidono le donne, affrontando i nodi più spinosi di storie troppo spesso rimaste drammaticamente irrisolte. Alla ricerca di un barlume di verità e di senso, Donne assassinate affronta anche i casi lasciati in sospeso dalla giustizia per scoprire, attraverso le tragiche vicende di ragazze come Simonetta Cesaroni o, più recentemente, Chiara Poggi, un’altra agghiacciante realtà: l’impunità dell’assassino. Ecco, allora, “la decapitata di Castelgandolfo”, “il delitto dell’Olgiata”, “l’omicidio dell’Università Cattolica”: racconti di morte che l’autore indaga utilizzando, insieme agli strumenti della ricerca storica, le risorse della moderna criminologia. (dalla quarta di copertina)

Sul sito della casa editrice è possibile scaricare un lungo estratto.

L'Autore: Ruben De Luca, Psicologo Criminologo, Direttore del GORISC (Gruppo Osservatorio di Ricerca, Intervento e Studio sul Crimine), Università di Roma “La Sapienza”. Autore di circa 100 pubblicazioni di criminologia, è considerato uno dei massimi esperti europei di omicidio seriale. Nel 2001, ha creato ESKIDAB, la Banca Dati Europea dei Serial Killer, un archivio costantemente aggiornato che contiene le schede personali di tutti gli assassini seriali identificati e attivi sul territorio europeo. Tra le sue ultime pubblicazioni ricordiamo sempre per la Newton & Compton Serial killer con Vincenzo Maria Mastronardi e Sette Sataniche con Mastronardi e Moreno Fiori, di cui è prevista a breve la prossima edizione. Per la Magi Edizioni ha pubblicato Omicida e artista: le due facce del serial killer.


Donne assassinate
Ruben De Luca
Newton & Compton 2009
Collana Controcorrente
Pag. 464 - 12,90€
Codice ISBN: 978-88-541-1272-8
Acquista il volume Donne assassinate su iBS.it




Via:noviolenzasulledonne.blogspot.com

Violenta figliastra per 9 anni,arrestato

A Valderice, la ragazza oggi ha 15 anni

(ANSA) - PALERMO, 12 OTT - Per nove anni ha violentato la figliastra, i Carabinieri hanno arrestato un uomo a Valderice nel Trapanese. La ragazza ha oggi 15 anni. L'identita' dell'indagato non e' stata resa nota per tutelare la minore.

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2010/10/12/visualizza_new.html_1733632905.html

lunedì 11 ottobre 2010

Vita Da Streghe - il gruppo

Nella dilangante pratica della manipolazione delle informazioni, del revisionismo storico, della malafede e della strumentalizzazione, vi segnalo le vere pagine e veri gruppi femministi, contro la violenza sulle donne e a favore della parità dei diritti in facebook.


Gruppo: Vita Da Streghe - il gruppo



Storie, informazioni e notizie per le donne (ma anche gli uomini!) stanche di sopportare.

Questo gruppo nasce dall'esperienza di "Vita da Streghe": un blog nato per le donne e per tutti coloro che subiscono discriminazioni e violenze più o meno sottili a causa di pregiudizi nei loro confronti.

La Rete può permetterci di aggregare le nostre esperienze e sensibilizzare, insieme, la gente che ancora, più o meno velatamente, ci discrimina.

Questo blog e questo gruppo sono aperti al contributo di tutti. Se vuoi condividere la tua storia o hai informazioni, video e segnalazioni che vuoi far conoscere, scrivimi.

Sito Web:http://vitadastreghe.blogspot.com

Vademecum per ragazze che subiscono violenze



Da LadyFikaSicula Femminismo a sud

1 – Nessuno ha il diritto di mettervi le mani addosso se voi non lo volete. Uno dei diritti fondamentali che avete è quello di poter scegliere sempre quando, come e con chi vivere la vostra vita sessuale. Il sesso deve essere consensuale. Se voi dite di NO e l’altro continua a molestarvi è un abuso. Non lasciatevi ingannare da equivoci e fraintendimenti dietro i quali molestatori e stupratori si nascondono per manipolarvi e poter fare di voi quello che vogliono.

2 – Nessun adulto, parente, padre, zio, fratello, nonno, può chiedervi di “giocare” con lui a fare sesso. Il sesso è una cosa gioiosa, bella, da vivere con spontaneità e pulizia e non in una situazione di squallore e abuso che vi farà inevitabilmente stare male.

3 – Se un adulto vi tocca, molesta o abusa di voi vi sentirete sporche, i vostri abusatori vorranno farvi sentire in colpa, vi diranno che siete voi ad aver provocato, giustificheranno il loro abuso. Se un adulto vi tocca, molesta o abusa di voi dovete immediatamente denunciare e MAI pensare che sia stata colpa vostra.

4 – Se ad abusare di voi o a molestarvi è il vostro insegnante parlatene con i vostri genitori, amici, parenti. Se non trovate ascolto presso queste persone recatevi in un centro antiviolenza, chiamate i numeri disponibili che vi indirizzeranno nei luoghi più vicini. Rivolgetevi comunque senza ombra di dubbio a persone adulte delle quali vi fidate ciecamente o che sentite comprensive rispetto a questi problemi.

5 – Se ad abusare di voi o a molestarvi è vostro padre, zio, fratello, parente, rivolgetevi ad una insegnante, un centro antiviolenza, comunque a persone adulte al di fuori dai contesti familiari. Potrete rivolgervi ad altri membri della famiglia solo se li riterrete davvero preoccupati per il vostro benessere più che della stabilità e della reputazione della famiglia.

6 – La violenza maschile si trova innanzitutto nella famiglia. Non si tratta soltanto di abusi sessuali ma anche di mille altre forme di violenze di tipo fisico o psicologico. Avete il diritto di ribellarvi e denunciare qualunque sopruso, violenza e prevaricazione da voi subita.

7 – Non lasciate che altri dettino norme sulla vostra vita: non ci sono mai modi di vestire, comportarsi, camminare, per evitare un abuso. Non dipende da voi. Semplicemente accade che voi rappresentiate l’oggetto del desiderio per qualcuno e questo qualcuno più spesso è tra le mura della vostra casa, tra le vostre amicizie, a scuola, tra i conoscenti o comunque in ambienti che frequentate quotidianamente e che erroneamente percepite come luoghi più “sicuri” di altri che non conoscete.

8 – La violenza si annida tra persone di tutte le culture, le nazionalità e le religioni. Non c’è mai una distinzione. Non dipende dal colore della pelle. Non dipende dalla lingua parlata. La violenza maschile si trova più spesso in famiglia, tra le persone che conoscete e si serve di omertà e complicità per continuare ad esistere.

9 – Troverete certamente difficoltà nel denunciare ed essere credute quando direte di essere state abusate da ragazzi o uomini italiani. In special modo quando parlerete di persone della vostra famiglia comunemente giudicate “rispettabili” o parlerete di altri uomini che ricoprono ruoli sociali di prestigio. La violenza maschile è più protetta e tollerata in famiglia e tra soggetti di estrazione sociale ricca, benestante, o più comunemente italiana. Tuttavia dovrete comunque rompere il muro del silenzio e fidarvi di una o più persone che porteranno avanti, assieme a voi, questa battaglia in vostra difesa.

10 – Costruite una serie di relazioni sociali tra coetanee. Realizzate patti di amicizia e solidarietà. Parlate tra voi degli abusi subiti. Costruite una rete attiva che possa diventare il vostro rifugio nel caso in cui ne avrete bisogno. Incontratevi, parlate, confidatevi, non custodite segreti e rompete il silenzio almeno tra voi esponendo tutto ciò che non vi sembra normale perché normale non è. Realizzate sorellanze perché la sorellanza è quella che vi salverà la vita quando ne avrete bisogno.


In caso di violenza fidatevi SOLO di questi riferimenti:

Centri antiviolenza italiani: http://www.centriantiviolenza.eu/
Antiviolenza donna: http://www.antiviolenzadonna.it/
Telefono azzurro: http://www.azzurro.it/


Se chiamate il numero 1522,vi risponderà la Rete Nazionale Antiviolenza; se chiamate il numero 118, vi risponderà la centrale operativa di primo soccorso a voi più vicina (l'ambulanza); se chiamate il numero 113, vi risponderà la polizia; se chiamate il numero 112, vi risponderanno i carabinieri.


Fonte: Femminismo a sud

La legge è uguale per tutti

La domanda è: perchè un marocchino si becca 6 anni per tentato stupro, mentre un prete che abusò di una quindicenne continua a dire messa e un ragazzo della Napoli bene è praticamente libero di fare quello che gli pare dopo aver stuprato una ragazza francese?

domenica 10 ottobre 2010

Cestista denunciato per stupro

10/10/2010 - E' David Moss della Mens Sana basket di Siena. Lo accusa una hostess della Lufthansa. Tutto e' accaduto dopo una serata in un locale di Firenze. Ma lui nega: 'era consenziente'

Lei lo accusa di violenza sessuale, lui, attraverso il suo avvocato, nega e spiega che si', sono stati insieme, ma non l'ha costretta. Lei e' una hostess della Lufthansa, lui David Moss, ventisettenne cestista americano, da quest'estate in forza alla Mens Sana basket di Siena, squadra pluricampione d'Italia. Ora indaga la polizia: si cercano riscontri per una vicenda che, si rileva, e' da verificare. Tutto accade nella notte tra lunedi' e martedi' scorsi a Firenze. Ma il prologo e' su un volo che riporta in Italia la squadra di basket, dopo una trasferta in Polonia. E' in aereo che i due si incontrano e scambiano alcune battute, anche se le versioni sono diverse su chi dei due abbia cercato l'altro. Nel racconto della hostess lui la invita a trascorrere la serata in un locale a Firenze, lei dice di no. Poi pero insieme ad alcuni colleghi la donna andra' in quel locale, nel centro storico di Firenze, da dove piu' tardi uscira' insieme al giocatore - su insistenza di lui avrebbe spiegato -, raggiungendo un'auto parcheggiata li' vicino. Ed e' in macchina che Moss, sempre secondo il racconto della hostess, l'avrebbe violentata. Riuscita poi ad uscire dall'auto - cosa fallita in precedenza -, la donna, non senza difficolta', non essendo di Firenze, sarebbe tornata all'albergo dove alloggiavano anche i suoi colleghi e avrebbe loro confidato quanto accaduto. Dopo la visita in ospedale - le sono state riscontrate escoriazioni nelle parti intime giudicate guaribili in cinque giorni - sul finire della mattina del 5 ottobre e' andata alla polizia a fare denuncia: il caso e' seguito dalla squadra mobile fiorentina, coordinata dalla procura del capoluogo toscano. Gia' eseguita una perquisizione nella casa a Siena del giocatore mentre la sua auto e' stata sequestrata. La storia, raccontata da Moss, cambia, sostanzialmente, riguardo a cio che e' avvenuto nella macchina: nessuna violenza, la donna era consenziente. In una nota la Mens Sana basket - dopo aver spiegato di seguire con grande attenzione l'evolversi della vicenda in attesa di ulteriori sviluppi -, afferma di essere stata tempestivamente informata, al momento della formalizzazione della denuncia dallo stesso giocatore che ha manifestato la propria sorpresa per la situazione venutasi a creare. Per questo motivo e anche per il fatto che le versioni rilasciate dalle due parti sono fortemente discordanti la societa' prende atto della posizione del proprio tesserato.(ANSA)

Fonte: http://www.toscanatv.com/leggi_news?idnews=NL113316

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HOSTESS DENUNCIA PER STUPRO IL CESTISTA MOSS

Lei lo accusa di violenza sessuale, lui, attraverso il suo avvocato, nega e spiega che sì, sono stati insieme, ma non l'ha costretta. Lei è una hostess della Lufthansa, lui David Moss, ventisettenne cestista americano, da quest'estate in forza alla Mens Sana basket di Siena, squadra pluricampione d'Italia. Ora indaga la polizia: si cercano riscontri per una vicenda che, si rileva, è da verificare. Tutto accade nella notte tra lunedì e martedì scorsi a Firenze. Ma il prologo è su un volo che riporta in Italia la squadra di basket, dopo una trasferta in Polonia. È in aereo che i due si incontrano e scambiano alcune battute, anche se le versioni sono diverse su chi dei due abbia cercato l'altro. Nel racconto della hostess lui la invita a trascorrere la serata in un locale a Firenze, lei dice di no. Poi però insieme ad alcuni colleghi la donna andrà in quel locale, nel centro storico di Firenze, da dove più tardi uscirà insieme al giocatore - su insistenza di lui avrebbe spiegato -, raggiungendo un'auto parcheggiata lì vicino. Ed è in macchina che Moss, sempre secondo il racconto della hostess, l'avrebbe violentata.

Riuscita poi ad uscire dall'auto - cosa fallita in precedenza -, la donna, non senza difficoltà non essendo di Firenze, sarebbe tornata all'albergo dove alloggiavano anche i suoi colleghi e avrebbe loro confidato quanto accaduto. Dopo la visita in ospedale - le sono state riscontrate escoriazioni nelle parti intime giudicate guaribili in cinque giorni - sul finire della mattina del 5 ottobre è andata alla polizia a fare denuncia: il caso è seguito dalla squadra mobile fiorentina, coordinata dalla procura del capoluogo toscano. Già eseguita una perquisizione nella casa a Siena del giocatore mentre la sua auto è stata sequestrata. La storia, raccontata da Moss, cambia, sostanzialmente, riguardo a ciò che è avvenuto nella macchina: nessuna violenza, la donna era consenziente. In una nota la Mens Sana basket - dopo aver spiegato di «seguire con grande attenzione l'evolversi della vicenda in attesa di ulteriori sviluppi» -, afferma di essere stata «tempestivamente informata, al momento della formalizzazione della denuncia» dallo stesso giocatore «che ha manifestato la propria sorpresa per la situazione venutasi a creare. Per questo motivo e anche per il fatto che le versioni rilasciate dalle due parti sono fortemente discordanti la società prende atto della posizione del proprio tesserato».

Fonte: http://www.leggonline.it/articolo.php?id=84156

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Siena, ala americana David Moss accusato di stupro a Firenze

Oggi Mps-Virtus per la Supercoppa, con scandalo. Il giocatore della Montepaschi, 27 anni, denunciato per violenza sessuale da una hostess della Lufthansa
di ALESSANDRO DI MARIA
Siena, ala americana David Moss accusato di stupro a Firenze

David Moss
ROMA - Un'accusa di stupro, come Bryant. Ogni giocatore di basket vorrebbe essere accostato al divino Kobe, ma questa volta David Moss, ala piccola americana della Montepaschi Siena di 27 anni, ne avrebbe fatto volentieri a meno. Storia di una serata iniziata come tante, ma che poi ha avuto un epilogo che lascia dubbi e sospetti. E soprattutto una ragazza, hostess della Lufthansa, finita all'ospedale di Careggi di Firenze per una presunta violenza sessuale. I due si sono conosciuti sul volo Monaco-Firenze che lunedì scorso ha riportato la squadra in Italia di ritorno da una trasferta in Polonia. Due chiacchiere, uno scambio di battute e l'invito del giocatore a trascorrere la serata insieme. La hostess rifiuta.

I due la sera però si incontrano in un noto locale del centro. Qualche altra parola, forse un paio di cocktail, poi Moss chiede alla ragazza di accompagnarlo in auto, dove si sarebbe consumata la violenza. Fino a questo punto, le due versioni combaciano. Da qui in avanti c'è invece totale discordanza. La hostess racconta di essere salita sul sedile posteriore con il giocatore, che lui si è subito spogliato, ha chiuso le portiere e l'ha costretta ad avere un rapporto sessuale. Infine la corsa in ospedale, dove il medico le ha riscontrato escoriazioni alle parti intime (prognosi di 5 giorni) e ha segnalato il caso alla polizia.

La squadra mobile ha così perquisito la casa del giocatore e gli ha sequestrato l'auto, alla ricerca di particolari che possano ricostruire l'accaduto. Moss, che è
stato denunciato, dice che la ragazza era consenziente: "Non è vero, era stata propria lei ad avvicinarlo prima sull'aereo e poi nel locale si era ripetuta con atteggiamenti che non lasciavano dubbi" ha affermato il legale del giocatore. La Montepaschi prende atto di quanto accaduto: "La società segue con attenzione l'evolversi della vicenda in attesa di ulteriori sviluppi. Ed è stata tempestivamente informata, al momento della formalizzazione della denuncia, dallo stesso giocatore che ha manifestato la propria sorpresa per la situazione venutasi a creare".

Tutto questo alla vigilia della Supercoppa italiana che oggi (ore 18.15, diretta Sky Sport2) apre la stagione dei canestri con la sfida proprio tra Montepaschi Siena e Virtus Bologna. Passato e presente di David Moss. In attesa di capire quale sarà il suo futuro. (10 ottobre 2010)

Fonte: http://www.repubblica.it/sport/2010/10/10/news/siena_moss-7914272/

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