lunedì 14 maggio 2007

Minorenne stuprata da un turco

FIRENZE, VIOLENZA SESSUALE NEL Bagno di un pub
Minorenne stuprata da un turco
Studentessa olandese di 17 anni l’ultima vittima dello stillicidio di abusi
Firenze - Ancora un episodio di violenza sessuale: la vittima, questa volta, è una minorenne olandese, in Italia per motivi di turismo. La ragazza ha denunciato ai carabinieri di essere stata stuprata, l’altra notte, in un bagno di un pub, nel centro di Firenze. La giovane ha raccontato di essere stata violentata, intorno alle 23, da un uomo straniero, probabilmente un turco, conosciuto poco prima nel locale. La 17enne è stata medicata all’ospedale di Careggi dove i sanitari l’hanno giudicata guaribile in due giorni.
La studentessa, in Italia con un gruppo di amici, ha raccontato ai militari di aver chiesto ad un uomo, forse un turco, dove si trovasse il bagno all’interno del pub. Dopo aver scambiato qualche parola, lui l’avrebbe seguita dentro la toilette e, una volta entrato, prima avrebbe cercato di baciarla per poi alzarle la gonna e abbassarle gli slip, violentandola. Dopo l’aggressione l’uomo è scappato, facendo perdere le sue tracce. Sotto choc, la ragazza in un primo momento non se l’è sentita di raccontare l’accaduto agli amici: si è confidata con loro solo una volta tornati in albergo. Intorno all’una e mezza della notte scorsa, la ragazza si è quindi presentata all’ospedale fiorentino di Santa Maria Nuova da dove è stata trasferita al reparto di maternità di Careggi. I carabinieri, che stanno indagando sul caso, hanno raccolto la sua testimonianza, ascoltandola più volte. I militari le hanno anche mostrato una serie di foto di pregiudicati, fra le quali la ragazza non ha riconosciuto il volto dell’aggressore. La città di Firenze non è nuova, purtroppo, ad episodi simili. Almeno quattro le vicende analoghe accadute in città in poco più di un mese. Ad essere colpita il 5 maggio scorso un’altra turista, questa volta americana. La giovane, 19 anni, dopo essere stata spintonata da un malvivente fra alcune auto parcheggiate, le ha abbassato i fuseaux e gli slip, cercando di stuprarla. Due settimane prima era toccato ad una 45enne, aggredita e palpeggiata da uno sconosciuto sul pianerottolo di casa. Ma il fenomeno delle violenze sessuali non si ferma a Firenze: ci troviamo ormai a dover fronteggiare una vera e propria emergenza sull’intero territorio. Solo nelle ultime ore a Bologna è stato arrestato un marocchino 34enne, reo di aver violentato, sequestrato e picchiato ferocemente l’ex fidanzata, giudicata guaribile in ben 25 giorni. Come se non bastasse, si è venuti a sapere che l’uomo, tre anni fa, era già stato accusato per lo stesso reato.
Poche ore prima, a Bolzano, un indiano ha tentato di stuprare una donna incinta, entrando in casa sua e approfittando dell’assenza del marito. Quando la vittima si è ribellata alla violenza, lui l’ha picchiata ripetutamente. A Terni invece, ad essere “colpito” è stato un ragazzo, aggredito da un 36enne, dopo avergli chiesto un passaggio alle 5 di mattina. È finito nei giorni scorsi anche l’incubo per una maestra di Brindisi, violentata più volte dall’ex amante che non riusciva ad accettare la fine della loro relazione. Dopo la denuncia della donna, l’uomo è finito ai domiciliari.

Fonte:LaPadania

giovedì 10 maggio 2007

Ha fatto prostituire la figlia di 13 anni per due lunghi anni. Il tutto per pochi spiccioli

Bari.

Ha fatto prostituire la figlia, all'epoca 13enne, sottoponendola ad abusi e violenze inaudite, in cambio di pochi spiccioli. A volte persino per una birra o per alcune bottiglie di liquore. Due anni di questo calvario hanno fatto trovare la forza alla ragazza di ribellarsi e denunciare la triste vicenda ai carabinieri, ai quali un anno fa raccontò la sua storia.

L'uomo ora è stato arrestato al termine delle indagini dai carabinieri del Comando Provinciale di Bari. Con l'aiuto di una psicologa, i militari hanno ascoltato la ragazza, figlia unica, ricostruendo 24 mesi di sofferenze al quale il padre l'aveva costretta. In cambio di pochi soldi, la ragazzina ha subito per mesi sevizie della peggiore specie da parte degli amici del padre, e persino violenze di gruppo. L'uomo è finito in carcere, la figlia ha trovato accoglienza e protezione in una struttura protetta ed indagini sono in corso per individuare i "clienti" ed eventuali altri responsabili.

Ma non si tratta, purtroppo, di un caso isolato. Meno di un mese fa una simile notizia ha choccato la Sicilia. Una madre costringeva da più di due anni la figlioletta a prostituirsi.La donna, insieme a tre uomini, costringeva la bambina, che oggi ha 14 anni, ad avere rapporti sessuali con numerosi uomini dietro il pagamento di 30 euro a prestazione. Era prorpio la madre a gestire gli "incontri" della figlia. Il compenso in denaro, variava dai 15 ai 30 euro, a seconda della durata e
della natura della prestazione.

Fonte: libero.it

domenica 6 maggio 2007

Soldato americano condannato a 110 anni per stupro e omicidio

Ha violentato e ucciso una ragazzina irachena di 14 anni dopo aver sterminato la sua famiglia
BAGHDAD
Un soldato americano, Jesse Spielman, è stato condannato a 110 anni di reclusione per aver violentato e ucciso una ragazzina irachena di 14 anni dopo aver sterminato la sua famiglia. Lo ha annunciato in serata l’ esercito americano. Il crimine fu commesso il 12 marzo 2006 a Mahmudiya, un villaggio circa 30 chilometri a sud di Baghdad. «Il soldato di prima classe Jesse Spielman è stato condannato a 110 anni di carcere, con possibilità di liberazione condizionata, per il suo coinvolgimento, nel marzo 2006, nello stupro di una giovane irachena di 14 anni e l’assassinio di lei e di tre membri della sua famiglia», afferma l’esercito in un comunicato.

Al termine di un processo durato una settimana, la giuria militare aveva ieri riconosciuto Spielman colpevole di aver partecipato alla selvaggia aggressione nel corso della quale diversi militari americani, della prestigiosa 101/a divisione aviotrasportata, avevano ucciso un padre di famiglia, sua moglie e la loro figlia di 6 anni, prima di violentare e uccidere la loro figlia di 14 anni, Abeer Qassim Hamza al Janabi.

Dopo gli stupri e lo sterminio della famiglia, i militari diedero fuoco ai cadaveri con il cherosene, per cercare di occultare il crimine, prima di darsi alla fuga. Per la vicenda - una delle pagine più nere scritte dai soldati americani dall’inizio dell’intervento militare in Iraq, nel marzo 2003 - due militari sono già stati condannati a pesanti pene detentive (90 e 100 anni di reclusione). La posizione più grave è quella del soldato Steven Green, già radiato dall’esercito, che rischia la pena di morte. Fu lui a uccidere materialmente i componenti della famiglia di Mahmudiya.

Fonte: La Stampa.it

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