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domenica 13 ottobre 2013

RU846, storie di ordinaria follia!

Da Intersezioni

Volentieri condividiamo il resoconto fatto da Guerriera (grazie!) sulla sua esperienza in merito all’accesso alla RU846, sperando che la tenacia con la quale è riuscita a tenere testa ad una situazione allucinante possa infondere coraggio e determinazione a tutte quelle donne che dovessero trovarsi nella stessa situazione… ecco perché è più che mai necessario continuare a lottare! Buona lettura!
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RU846, storie (sur)reali!
Sono nel mondo arabo, ho appena scoperto di essere incinta. Cazzo, potevo fare più attenzione… nel senso, avevo un dubbio prima di partire ma mi sono detta: “Ok, sarà lo stress pre-partenza.. eppoi, ti pare che capita proprio a me e proprio in questo momento?”
Sono dall’altra parte del mondo, ma non facciamoci prendere dal panico. Faccio le analisi, confermato il risultato positivo del test. Mentre cerco di prenotare un volo il più presto possibile, inizio a spulciare i siti sull’argomento e ad avvisare le mie amiche a Roma e Bologna… perché l’obiettivo è uno: RU846!
Panico! Sui siti le informazioni sono tantissime e diversissime. Ognun* pare la pensi a proprio modo. Le informazioni raccolte dalle amiche confermano il delirio di info che non coincidono e si contraddicono.
Contatto Vita di donna, associazione di supporto alle donne, di Roma, sono super disponibili: le ricontatto appena atterrata.
08/10
Devo recarmi al San Camillo alle 6,30 del mattino, all’ambulatorio apposito per la questione, in un sottoscala del reparto di ginecologia. Prendo il treno da Termini per stazione Trastevere, ma sono stanca e super confusa. Sbaglio treno e mi ritrovo a Zagarolo, merda! Arrivo al San Camillo alle 10. Parlo con una infermiera ed una ginecologa, niente da fare, devo tornare il giorno successivo alle 6,30, così da fare l’ecografia e vedere se sono ancora in tempo. Ma non mi fido molto! Il San Camillo è uno dei pochi ospedali a dare la pillola (dubbio rimane su Ostia, dove al telefono sono stati veramente poco disponibili… quando si sono degnati di rispondere, ossia dopo 3 giorni di tentativi). La ginecologa mi dice che comunque prima del 16 non può inserirmi… stiamo parlando della RU846 per la quale il massimo previsto dalla legge è 49 giorni dopo il primo giorno dell’ultimo ciclo, o di un parrucchiere super alla moda? P.s. (non fidatevi di questo conteggio.. 49 giorni dal primo giorno di ultimo ciclo nel caso di ciclo super regolare… la gestazione può infatti cominciare dopo… per cui fate un’ecografia, potete scoprire di essere ancora in tempo nonostante i vostri calcoli sfavorevoli). Chiamo l’ospedale Maggiore di Bologna… al massimo, se dall’ecografia risulterò essere ancora in tempo, prendo il primo treno e me ne vado al Nord. Da Bologna mi avvertono che è necessario il Certificato legale per l’interruzione volontaria (che invece non è necessario a Roma) rilasciato o dal medico di famiglia (il mio è obiettore… ovviamente… strascichi d’infanzia!) o dai consultori familiari. Chiamo il consultorio di Garbatella, domani mattina, dopo l’ecografia al San Camillo, volo da loro per il certificato.
09/10
Arrivo al San Camillo alle 6h30. Scopro che l’ambulatorio apre alle 8. Fanno andare prima le ragazze perché così appena aprono consegnano le carte per chi è lì per la prima volta; se sei assente in questa distribuzione che avviene dalle 8 alle 8h15… sei fuori! Ok, metodo di merda, ma è comunque un metodo. Ma l’ambulatorio è chiuso per davvero… nel senso che siamo 7 ragazze, fuori, sotto la pioggia ad aspettare l’apertura delle porte di vetro oltre le quali si vede già tutta la gente all’interno. E mi sembriamo ree, lì in attesa di estirpare una colpa. Aprono le porte e mi infilo in questa catena di montaggio… stanza 1 consegna primo foglio, stanza 2 consegna altri documenti, stanza per ecografia e la tipa che grida: “Sei fuori!”
Ok, adesso sono in una partita di baseball.
“Scusi, cazzo vuol dire che sono fuori?”
“Che non ce la fai a prendere la pillola”
“Ok, lei però si limiti a dirmi se potenzialmente sarei in tempo”
“Ma le ho detto che non ce la fa, qui abbiamo le liste d’attesa, la infilo nella prassi del chirurgico”
“Senta, mi dia la diagnosi delle settimane di gestazione, che provo altrove”
“Lei è a 6 settimane + 1 giorno, avrebbe 6 giorni ancora, ma qui non è possibile e non pensi di poter trovare una struttura che le riservi un trattamento migliore”
“Mi dia l’ecografia e stia zitta”
“Non si può, è un documento privato”
“La MIA ecografia è un SUO documento privato?”
Finisco nella prassi di “quella che se ne vuole andare” come gridava quella deficiente di infermiera per il corridoio alle sue colleghe. Non tutte sono così idiote, ad alcune spiego le mie intenzioni, capiscono, mi appoggiano e mi fotocopiano in segreto l’ecografia con le settimane di gestazione.
Secondo step: consultorio della Garbatella per il certificato legale e poi Bologna.
“Mi spiace, non c’è la ginecologa oggi”
“Ma come, avevo chiamato ieri, avevo detto per cosa dovevo passare…” Vabbè, si fanno perdonare in fretta… sono due angeli e mi aiutano tantissimo. Le loro informazioni sono completamente scorrette; il San Camillo stesso ha fatto circolare un documento in cui il limite previsto per la RU846 è di 5 settimane + 5 giorni; sto 10 minuti a spiegare alle infermiere che non è così. Chiamano il San Camillo per conferma. Ovviamente, ho ragione io! Chiamano ogni consultorio di Roma per sapere se c’è un ginecologo o una ginecologa disponibili… Nessuno… in tutta Roma, pare che i ginecolog* siano tutt* in aggiornamento/conferenza/vacanza/cazzo ne so! E non solo non ci sono ginecolog* disponibili, ma ovviamente ogni infermiera ha diverse indicazioni sulle procedure per cui ogni volta è un combattere per far valere la nostra versione e non la loro! Trovata una… che a quanto dicono le infermiere è anche la coordinatrice di tutto il settore ginecologico di Roma: ‘sta beneamata sostiene che il certificato fatto a Roma non abbia valore in Emilia Romagna… e meno male che sei la responsabile di ‘sta cippa, ignorante!
[comunque, prima di arrivare al consultorio della Garbatella, da casa, ho chiamato io stessa vari altri consultori; a Roma funziona che in base a dove abiti ti devi rivolgere al consultorio della tua circoscrizione, per cui avevo una serie di indirizzi falsi, (domicilio) da dare in base al consultorio che chiamavo… cacchio me ne frega!... annotazione: uno dei peggiori che ho trovato è il consultorio spenser, della circoscrizione della Prenestina: loro risposta “Possiamo farti venire non prima del 17 per farti parlare con l'assistenza sociale e il 18 con la ginecologa”… e il 19 con quello stronzo di tuo fratello!!! ]
Quando non ci credevo più neanche io, troviamo la dott. Maiocchetti. Fantastica… dice di correre da lei. Si tratta del consultorio di Via Silone 100, 3 ponte (metro Laurentina, bus 776); ho un’ora e mezza di tempo prima che chiuda. CORRO! Arrivo, compilo le carte, mi firma il certificato segnando la postilla urgenza… e non “La invitiamo a pensarci 7 giorni” ; scambiamo due chiacchiere… ci lamentiamo entrambe di questo trattamento riservato alle donne, è uno schifo… nella Asl non sono autorizzate a dare la RU846 ma possono fare l’ IGV chirurgico… incredibile! Dobbiamo lottare, dice lei, sì cara dottora, dobbiamo lottare!
[altro post: all’ospedale di Sant’Andrea, sono stata 15 minuti a spiegare la differenza alla tipa con cui ho parlato tra una 'pillola del giorno dopo' che si dà al Pronto soccorso in codice bianco e la RU846!!!]
L’infermiere della Garbatella aveva anche richiamato l’ospedale di Bologna, per avere conferma del fatto che se fossi stata presente il giorno dopo, mi avrebbe subito inserito nella pratica dell’IVG farmacologica. Dicono di sì, ma che devo assolutamente essere alle 8 del mattino al centro d’analisi in Via Marconi 35 e poi da lì sarei stata trasferita al Maggiore.
Prendo il primo treno… merda quanto costa! Arrivo a Bologna la sera… sono stanchissima!
10/10
Ospedale Maggiore, dai sono al Nord, saranno stereotipi, ma mi sento già più al sicuro. Arrivo a via Marconi… il numero 35 non esiste! Chiamo l’ospedale.
“Senta, io non ho segnato il suo nome, ma lei ieri con chi ha parlato? Perché è al Marconi, che c’entra?”
“Ma come con chi ho parlato? Voi avete il telefono in mezzo alla strada e chiunque passa può rispondere scusi?”
“Io qui sono la responsabile e le dico che non deve far nulla di quello che ‘non so chi’ le ha detto di fare. Ora la segno, venga qui all’ospedale alle 10h30”
Ok, sono in ospedale… aspetto… aspetto… la ginecologa non c’è… le infermiere non la trovano. Ne cercano un’altra… una certa Adelaide. Dopo 4 ore d’attesa, mi fa entrare mi fa un’altra ecografia. 6+4. Ma come 6+4… ieri era 6+1!
“Lo so, ma ogni macchinario ha la sua sensibilità e dato che devo essere io a firmare l’autorizzazione io faccio riferimento ai miei macchinari”
“La sensibilità dei macchinari?? La mia vita è nella mani della sensibilità di un macchinario? Senta, io sono venuta apposta da Roma perché mi era stato garantito che ce l’avrei fatta qui”
“Se fosse stata a 6+1 ce l’avrebbe fatta ma oggi non si può fare, giovedì non le facciamo (????) e poi c’è il week-end (??????) e quindi salta a lunedì e lei non è più in tempo. Vada a prendere l’appuntamento per il chirurgico”
Inizio a sospettare che prendano soldi per ogni chirurgico che fanno! Nel frattempo sento ridere le infermiere di me e del mio esser venuta da Roma. Che faccio, entro e spacco tutto? No, non ti preoccupare, ci penserà il karma, tu continua per la tua strada! Mi prenoto l’appuntamento per il chirurgico, non si sa mai. Nel frattempo però, qualche giorno prima, avevo chiamato Lamezia (unico ospedale della Calabria a fornire il servizio), mi avevano risposto di richiamare oggi. La dottoressa sembra super gentile, mi dice di correre lì, non c’è alcun problema. Vabbè, tutte così hanno detto, poi qualcosa succede sempre. Prenoto un aereo, tanto sono così stanca e poco fiduciosa che male che va, e male andrà, torno a Cosenza, a casa mia a far finta per qualche giorno che sia stato solo un incubo. Arrivo a Lamezia a mezzanotte, vado in albergo, la mattina dopo sono in ospedale.
Finisco subito nel sistema della RU846 senza accorgermene (Fantastica dottora Ermio!)… analisi, nuova ecografia, ordinato ricovero e mi ritrovo con la pillola in mano.
Conclusioni:
1. Il primo che mi dice che gli ospedali funzionano meglio al nord che al sud, lo meno!
2. Dicono che i vari impedimenti siano finalizzati a far riflettere la donna su quello che sta per fare… ma a me è capitato tutto il contrario. Non ho avuto un attimo di pausa e sono arrivata a prendere ‘ste pillole, come l’acqua di un fiume arriva alla foce del mare… senza alcuna consapevolezza. Ma la consapevolezza è tempo e del tempo, noi donne siamo state private!
Qui, in ospedale a Lamezia, ci sono statue di Madonne dappertutto, c’è la cappella… penso non sia proprio legale tutto ciò. Sono circondata da donne incinta ma l’unico mio pensiero è che sono stanca… davvero stanca!
Alcuni consigli per finire : non delegate! Per quanto le vostre amiche e i vostri amici vi vogliano bene, non avranno mai la cura che avrete voi nel raccogliere le info. Ed in più, la colpa non sarà loro, ma di questo mare di informazioni contrastanti sull’argomento (non hanno le idee chiare quelle che lavorano nel campo, figuriamoci le vostre amiche). In mille vi diranno frasi inutili del tipo : “Ma perché non sei andata a Firenze, ma perché non sei andata al Sant’Orsola?” Non date retta… ogni scelta che prendete è un rischio che può costarvi caro, per cui le possibilità sembrano infinite (ed in realtà sono veramente limitate). Fidatevi delle info che voi stesse avete recepito e ovviamente del vostro istinto! Non date retta soprattutto a chi vi dice le solite frasi del cavolo “Dovevi fare attenzione” oppure “Ma scusa, non hai usato precauzioni?” sono persone che forse si accorgeranno di quanto fuori luogo fossero in quel momento, ma voi non avete tempo da perdere, avete cose più importanti a cui pensare!
Non vi arrendete al primo o alla prima che vi dice che non siete in tempo. La legge è 49 giorni (nel senso che entro il 49esimo bisogna prendere la prima pillola), tentate tentate tentate!
Per chi vi ostacolerà non v’è differenza tra il chirurgico e il farmacologico… tanto il corpo è vostro, che gli frega a loro! Invece il vostro corpo è importante e va trattato con riguardo! Penso a chi ha un lavoro o a chi non ha i soldi per affrontare gli spostamenti che ho dovuto affrontare io! Penso a chi non ha la forza d’animo per combattere sola contro questo sistema… o a chi semplicemente avrebbe bisogno di tempo e pace per prendere questa decisione.
Penso a tutte voi e la mia rabbia diviene infinita!

sabato 19 gennaio 2013

Soffrire di meno è un diritto: Ru486

La verità è che ogni donna deve essere libera di scegliere.




Sulla pillola abortiva RU486 ti raccontano troppe bugie. Apri gli occhi! Un video e una campagna informativa e controinformativa delle Donne di Torino per l'autodeterminazione. Perché ogni donna deve poter scegliere liberamente.

giovedì 27 maggio 2010

Napoli: sospesa prenotazione Ivg al Vico Equense

"Nell’ospedale di Vico Equense viene, in questi giorni, sospesa la prenotazione degli interventi di IVG, a causa della mancanza del personale che effettua le anestesie.

Nel clima creato dalle “necessità” del rientro sul debito sanitario, incomprensibilmente, le regioni ancora temporeggiano sull’introduzione della pillola RU486, che costituisce un’occasione di alleggerimento delle strutture ospedaliere. Nel caso di Vico Equense, che per altro ha fatto la richiesta di poter offrire questa soluzione alle utenti, sarebbe un evidente contributo alla riduzione delle spese di anestesia.

La nostra domanda è principalmente al Ministero ed ai nuovi governi locali regionali, tra i quali molti, immediatamente dopo la chiusura delle urne, hanno impugnato come una bandiera la “questione” pillola, la cui commercializzazione era stata appena approvata.

La nostra domanda è: a quando le linee guida per la regolamentazione del farmaco già introdotto dall’AIFA?

Sul debito della Campania e sulla mancata corresponsione dei finanziamenti statali, di fronte al poderoso rientro già attuato, abbiamo le nostre convinzioni, ma gli effetti che vediamo non sono opinabili.

Di fronte ad una legge dello stato che va applicata, l’argomento del debito viene usato per scoraggiare l’accesso al diritto sancito da quella legge stessa .

I reparti di IVG sono vessati, non a caso, perché il disvalore e la colpevolizzazione “sociale” delle utenti viene indotto anche con l’argomento dei costi.

Ma se è questo il servizio che lo Stato vuol rendere alle cittadine, a fronte di un suo preciso obbligo, diciamo che c’è un mezzo per ridurre costi e al contempo rispondere all’art. 15 della legge 194 (che prevede l’aggiornamento delle tecniche, e la ricerca di mezzi sempre meno invasivi).

La legge Italiana sull’interruzione di gravidanza non prevede il ricorso al privato ed anzi lo punisce, la sua applicazione è una responsabilità precisa delle Istituzioni, eppure da più di vent’anni si fa ostruzionismo, si inducono difficoltà inventate, si discute di convinzioni morali già sconfitte da un referendum.

Tutto questo con un insopportabile intento, portato avanti con costi anche economici: trasformare una facoltà in una vergogna, riportare “le colpevoli” ad essere merce di un affare clandestino."

Comitato 194, Udi di Napoli
Napoli 25/05/10"

Fonte: femminismo a sud

mercoledì 23 gennaio 2008

Due metodi abortivi a confronto

Mifegyne (RU 486)|Metodo farmacologico per l'interruzione precoce di gravidanza

L'Unione svizzera per decriminalizzare l'aborto (USPDA) www.svss-uspda.ch cosi' spiega il funzionamento della RU486 rispetto al piu' tradizionale metodo dell'aspirazione.
Dal 22 ottobre 1999 la Mifegyne e' autorizzata in Svizzera. Poco a poco diventa accessibile negli ospedali e presso certi studi medici.

Come procedere
IMPORTANTE: se non e' sicura se e' rimasta incinta, faccia rapidamente un test di gravidanza. Se il test e' positivo e ha l'intenzione di interrompere la gravidanza, si rivolga immediatamente ad un medico oppure ad un centro di pianificazione familiare.
Se ha deciso di interrompere la gravidanza, puo' decidere a quale metodo ricorrere.
I due metodi per effettuare l’interruzione della gravidanza:

Metodo chirurgico (per aspirazione)

L’aspirazione puo' generalmente essere effettuata entro le 14 settimane a partire dal primo giorno dell’ultima mestruazione. L’intervento viene eseguito in ospedale o presso uno studio medico, sia come ambulante (dopo poche ore si puo' tornare a casa) sia come degente (restando anche di notte). A volte, per facilitare l'intervento, il collo dell’utero viene rilassato con un farmaco (prostaglandina), da prendersi o il giorno precedente o il giorno stesso dell’intervento.

L’intervento operatorio avviene sotto narcosi (anestesia generale) oppure sotto anestesia locale. Il collo dell’utero viene dilatato cautamente con dilatatori metallici fino ad un diametro da 6 a 12 mm. Viene in seguito inserita una fine canula per l’aspirazione che rimuove i tessuti embrionali dalla cavita' uterina. L’operazione dura circa 20 minuti. Il rientro a domicilio avviene tra le 2 a 8 ore seguenti l'intervento oppure il giorno dopo (cio' dipende dal luogo dove e' stato effettuato l’intervento).
Generalmente, una visita di controllo viene effettuata nelle due settimane seguenti l’intervento.

Metodo farmacologico (Mifegyne con prostaglandina)

In Svizzera, questo metodo puo' essere prescritto entro la 7a settimana a partire dal primo giorno dell’ultima mestruazione. L’interruzione viene effettuata ambulatoriamente, sia in clinica sia in uno studio medico, con due farmaci: la Mifegyne (conosciuta anche con il nome di RU 486) e una prostaglandina. La Mifegyne blocca gli effetti dell’ormone progesterone interrompendo lo sviluppo della gravidanza. La prostaglandina induce contrazioni uterine e provoca l’espulsione dei tessuti embrionali.

In presenza di personale medico, la donna assume tre compresse di Mifegyne. Poco dopo puo' rientrare a casa. Due giorni dopo, due compresse di prostaglandina sono anch'esse prese nello studio medico o in clinica. La donna rimane in osservazione per alcune ore. Per circa due terzi delle donne l’espulsione dei tessuti embrionali avviene in questo periodo, per alcune avviene piu' tardi a casa. A questo stadio molto precoce, l’embrione misura tra i 2 e gli 8 mm, a seconda della durata della gravidanza.
Circa due settimane dopo la presa della prostaglandina viene effettuata una visita di controllo.
Si noti che la procedura puo' essere leggermente differente da quella descritta a seconda del luogo dove e' praticato l'intervento.

Effetti secondari:
Dolori

Metodo chirurgico
L’intervento viene effettuato in anestesia locale o sotto narcosi. A volte ci possono essere dei dolori dopo l’intervento oppure brevemente durante l'intervento stesso in caso di anestesia locale. Se del caso, le verranno somministrati degli antidolorifici.

Metodo farmacologico
Solitamente vi sono dei crampi addominali leggermente piu' dolorosi di quelli mestruali, che cessano rapidamente. A volte questi dolori possono essere piu' forti o perdurare. Se del caso, le verranno somministrati degli antidolorifici.

Perdite di sangue
Metodo chirurgico
Solitamente le perdite di sangue dopo l’intervento sono meno abbondanti di una mestruazione normale e durano 4 a 5 giorni.

Metodo farmacologico
Solitamente dopo l’espulsione vi sono perdite di sangue un po' piu' abbondanti di una mestruazione normale. Durano circa 9 giorni, in alcuni casi anche piu' a lungo.

Nausea/Diarrea

Metodo chirurgico
La narcosi puo' provocare nausea.

Metodo farmacologico
La prostaglandina puo' provocare nausea ed una leggera diarrea.
Rischi e complicazioni
I rischi sono piccoli per entrambi i metodi. Le complicazioni gravi occorrono in meno dell’uno per cento dei casi. Raramente si manifestano ulteriori problemi di salute. L'intervento non aumenta il rischio di non piu' poter avere bambini ulterioramente. I problemi psichici non sono piu' frequenti con il metodo farmacologico che non quello chirurgico.

Complicazioni possibili:

Metodo chirurgico
- Traumi o ferite al collo dell’utero e/o alla parete uterina.
- Infezioni.
- Forti perdite di sangue.
- Eliminazione incompleta dei tessuti embrionali con conseguente necessita' di una seconda aspirazione.
- Coaguli vascolari (trombosi)

Metodo farmacologico
Forti perdite di sangue o espulsione incompleta, con conseguente necessita' di una aspirazione per eliminare i resti dei tessuti embrionali rimasti nella cavita' uterina.
- Insuccesso del metodo e continuazione della gravidanza. In questo caso e' necessaria un'ulteriore aspirazione (intervento chirurgico).

Confronto dei due metodi
Entrambi i metodi sono efficaci e sicuri. In rari casi il medico deve sconsigliare l'uno o l'altro per ragioni legate alla salute della donna coinvolta.
Esistono pero' delle differenze riguardanti il periodo entro il quale la donna si deve decidere e anche riguardanti la percezione dei due metodi. E' importante tenere conto di queste differenze.
L'interruzione farmacologica si offre per le donne che sono giunte rapidamente alla chiara decisione di interrompere la gravidanza. Le donne che si decidono piu' tardi o hanno bisogno di un tempo di riflessione piu' esteso, devono ricorrere all’intervento chirurgico.
Le differenze piu' importanti nella percezione dell’intervento:

Metodo chirurgico
- Operazione, eventualmente sotto narcosi.
- Il momento dell’intervento e' pianificato e ben determinato. L'operazione dura poco tempo.
- Di regola l’intervento non viene effettuato prima della 7a settimana.
- Si ha piu' tempo a disposizione per prendere una decisione.
- Se effettuato sotto narcosi, l’intervento non e' vissuto coscientemente.
- Di solito le perdite di sangue dopo l’operazione sono poco abbondanti e di breve durata.
- Dolori prolungati sono rari.

Metodo farmacologico
- In oltre 95% dei casi un ulteriore intervento chirurgico non e' necessario. Non c'e' bisogno di narcosi.
- Il procedimento e' di tre giorni.
- L’interruzione puo' essere praticata molto precocemente, il che e' sovente percepito come un sollievo psichico.
- L'espulsione e' vissuta coscientemente.
- Molte donne ritengono che il metodo farmacologico e' piu' naturale.
- Maggiore responsabilita' personale.
- Perdite di sangue piu' prolungate.
- Dolori addominali che durano piu' o meno a lungo.

Novembre 1999
Redatto in collaborazione con la dott.ssa Judit Pók, ginecologo a Zurigo da Lucia Ritter e Kurt Pfister. COSAN Sarl, Volketswil/ Zurigo

Fonte: ADUC

I costi della Ru486

Alla domanda, non retorica, possiamo far rispondere, a titolo di esempio, la Regione Toscana (infatti il prezzo e' interASL): il prezzo omnicomprensivo, rappresentante il valore complessivo di intervento e degenza, e' di 800 euro (non c'è un dettaglio delle voci, almeno nel servizio pubblico). Quando una signora residente a Firenze utilizza l'Azienda Careggi (il maggiore ospedale della citta') per l'IVG, l'Azienda Sanitaria Firenze corrisponde all'Azienda Careggi questa cifra, più le spese di bollo.
Proviamo a vedere i costi degli altri Paesi europei: in Belgio il prezzo della confezione Mifegyne della Exelgyn (tre compresse da 200mg) e' di circa 70 euro, lo stesso in Spagna.
Se andiamo in una clinica statunitense per un'interruzione di gravidanza (visite, test ed esami compresi) si spende una cifra che puo' oscillare tra i 200 e i 350 dollari.
Non possiamo certo stabilire in anticipo i costi della RU486, ma, trattandosi di intervento ambulatoriale, dobbiamo detrarre quelli della degenza di almeno 1 giorno e della sala operatoria.
Giriamo queste informazioni alla Corte dei Conti, per valutare se non ravveda nell'introduzione della RU486 un metodo meno dispendioso per il Sistema Sanitario Nazionale, da suggerire al Ministero della Salute.

Fonte: ADUC

martedì 22 gennaio 2008

Storia della Ru486

Il 19 aprile 1982 il professore Etienne-Emile Baulieu presenta all'Accademia delle scienze i risultati clinici di una nuova sostanza anti-progesterone: il mifepristone, messo a punto due anni prima da una equipe di chimici e endocrinologi del laboratorio francese Roussel-Uclaf. Codificata come RU 38486, diventera' l'RU486. Sperimentata nell'ospedale universitario di Ginevra, l'anti-ormone permette di abortire a sette donne tra le sei e le otto settimane di gravidanza. Nel 1983, la Roussel-Uclaf firma un accordo con l'Organizzazione mondiale della sanita' (Oms). Un anno dopo, un accordo dello stesso tipo viene firmato con Population Council, un'organizzazione non governativa americana. Iniziano le prime sperimentazioni cliniche. Il nuovo prodotto da buoni risultati nell'indurre aborti precoci. Il 23 settembre 1988 la Roussel-Uclaf ottiene l'autorizzazione per la Francia a immettere sul mercato l'RU486 per le interruzioni volontarie di gravidanza prima del quarantanovesimo giorno di amenorrea. Ma il 26 ottobre 1988 il gruppo Roussel-Uclaf ha deciso di sospendere fino a nuovo ordine la distribuzione in Francia e all'estero della pillola abortiva. Pierre Joly, vicepresidente della Roussel-Uclaf, riferisce al ministro francese alla Sanita' le pressioni esterne cui la ditta e' sottoposta e le reticenze sempre piu' esplicite dell'azionista principale, i laboratori tedeschi Hoechst. "Poiche' in Francia l'aborto e' legale, e' bene che venga praticato nelle migliori condizioni possibili" cosi' replica il ministero, poiche' la questione coinvolge la sanita' pubblica, e ingiunge al laboratorio Roussel-Uclaf di riprendere la distribuzione dell'RU486. Nel 1991 e' autorizzata in Gran Bretagna e un anno dopo in Svezia, piu' recentemente in Svizzera. La Roussel-Uclaf rifiuta di commercializzarla in Cina, con il pretesto che le condizioni sanitarie non sarebbero sufficienti. Pechino decide allora di copiare la molecola. Cosi', oggi due milioni di donne cinesi abortiscono ogni anno con un "doppione" del prodotto. Il presidente del gruppo della Hoechst, Wolfgang Hilger, fervente cattolico, dichiara che l'RU486 e' contrario alla sua etica e a quella della sua societa'.

La polemica risveglia un passato che la ditta tedesca vorrebbe dimenticare. IG Farben, la conglomerata di cui Hoechst faceva parte, durante la seconda guerra mondiale non ha forse prodotto lo Zyclon B, il gas utilizzato nei campi di sterminio? Il 16 maggio 1994, i diritti dell'RU486 sono "graziosamente" ceduti sul territorio Usa a una Organizzazione non Governativa, la Population Council.

Nel dicembre 1996, Hoechst lancia una Opa su Roussel-Uclaf. Tre mesi dopo il gruppo Roussel-Uclaf non esiste piu' e si parla ormai del gruppo Hoechst-Marion-Roussel. L'8 aprile 1997, una settimana dopo che i militanti anti-abortisti avevano proclamato il boicottaggio di un nuovo medicinale antiallergico commercializzato dal gruppo, la Hoechst-Marion-Roussel annuncia la cessione senza contropartite dei diritti della molecola di mifepristone e dei suoi derivati per tutto il mondo -a eccezione degli Stati Uniti- a Edouard Sakiz, ex dirigente della Roussel-Uclaf, allora in pensione. Nessuna ditta farmaceutica accetta il prodotto. Medico endocrinologo, Edouard Sakiz e' un fervente partigiano dell'RU486 che ha sostenuto durante i suoi trentuno anni di carriera presso la Roussel-Uclaf. Gia' nel 1958 era stato ferito dal rifiuto del suo predecessore nell'azienda di sviluppare la ricerca sulla pillola contraccettiva. Scrive: "La concezione etica di un solo uomo ha privato il gruppo di un grande mercato e di una famamondiale". Dal giorno stesso in cui i diritti vengono trasferiti, la Roussel-Uclaf blocca la produzione dell'RU486. Un mese dopo, il dottor Sakiz crea la sua societa', Exelgyn, con un capitale personale di 75 milioni di lire. Nell'aprile 1999 la casa farmaceutica Exelgyn avvia le procedure per le autorizzazioni di immissione sul mercato europeo della pillola RU486.

Oltre che negli Stati Uniti e in Svizzera in Europa e' distribuita i Gran Bretagna, Svezia, Spagna, Olanda, Germania, Austria, Danimarca, Finlandia e Belgio. I Paesi che hanno chiesto l'autorizzazione sono Norvegia, Lussemburgo e Grecia. In Italia, Irlanda e Portogallo il prodotto non e' mai stato registrato.

La polemica risveglia un passato che la ditta tedesca vorrebbe dimenticare. IG Farben, la conglomerata di cui Hoechst faceva parte, durante la seconda guerra mondiale non ha forse prodotto lo Zyclon B, il gas utilizzato nei campi di sterminio? Il 16 maggio 1994, i diritti dell'RU486 sono "graziosamente" ceduti sul territorio Usa a una Organizzazione non Governativa, la Population Council.
Nel dicembre 1996, Hoechst lancia una Opa su Roussel-Uclaf. Tre mesi dopo il gruppo Roussel-Uclaf non esiste piu' e si parla ormai del gruppo Hoechst-Marion-Roussel. L'8 aprile 1997, una settimana dopo che i militanti anti-abortisti avevano proclamato il boicottaggio di un nuovo medicinale antiallergico commercializzato dal gruppo, la Hoechst-Marion-Roussel annuncia la cessione senza contropartite dei diritti della molecola di mifepristone e dei suoi derivati per tutto il mondo -a eccezione degli Stati Uniti- a Edouard Sakiz, ex dirigente della Roussel-Uclaf, allora in pensione. Nessuna ditta farmaceutica accetta il prodotto. Medico endocrinologo, Edouard Sakiz e' un fervente partigiano dell'RU486 che ha sostenuto durante i suoi trentuno anni di carriera presso la Roussel-Uclaf. Gia' nel 1958 era stato ferito dal rifiuto del suo predecessore nell'azienda di sviluppare la ricerca sulla pillola contraccettiva. Scrive: "La concezione etica di un solo uomo ha privato il gruppo di un grande mercato e di una fama mondiale". Dal giorno stesso in cui i diritti vengono trasferiti, la Roussel-Uclaf blocca la produzione dell'RU486. Un mese dopo, il dottor Sakiz crea la sua societa', Exelgyn, con un capitale personale di 75 milioni di lire. Nell'aprile 1999 la casa farmaceutica Exelgyn avvia le procedure per le autorizzazioni di immissione sul mercato europeo della pillola RU486.
Oltre che negli Stati Uniti e in Svizzera in Europa e' distribuita i Gran Bretagna, Svezia, Spagna, Olanda, Germania, Austria, Danimarca, Finlandia e Belgio. I Paesi che hanno chiesto l'autorizzazione sono Norvegia, Lussemburgo e Grecia. In Italia, Irlanda e Portogallo il prodotto non e' mai stato registrato.

Fonte: ADUC

PILLOLA ABORTIVA RU486. ECCO COME E PERCHE' SARA' PRESTO COMMERCIALIZZATA IN ITALIA. ATTENZIONE ALLA DISINFORMAZIONE IDEOLOGICA

Firenze, 21 Giugno 2007. Su Avvenire di oggi, l'editorialista Eugenia Roccella spiega che quanto deciso dall'Emea e dalla Commissione Europea sulla pillola abortiva Ru486 e' "assolutamente nulla". Inoltre, alla notizia che abbiamo diffuso ieri sulla decisione della Commissione Europea, sono giunte puntualmente non-smentite da "fonti" piu' o meno identificate dell'Emea (agenzia europea del farmaco) e dell'Aifa (agenzia italiana del farmaco) che hanno creato un po' di confusione.
Per questo e' bene fare un po' di chiarezza sul significato di cio' che sta accadendo:
1. Il motivo per il quale la casa produttrice del farmaco, Exelgyn, non ha ancora fatto richiesta di commercializzazione in Italia ha poco a che fare con obiezioni scientifiche o di opinione pubblica. A scoraggiare la richiesta e' stato il clima politico, fortemente condizionato dalle istanze delle gerarchie vaticane. Istanze che chiaramente hanno condizionano e condizionano anche quelle forze politiche che all'epoca sostenevano (ed hanno poi smesso di sostenere) l'allora ministro della Salute Umberto Veronesi, favorevole all'introduzione della Ru486.
2. La Ru486 e' commercializzata in 21 Paesi dell'Unione Europea. Dubitiamo che "l'opinione pubblica" di questi 21 Paesi sia meno informata e meno critica di quella italiana (semmai e' maggiormente informata, visto che in quei Paesi sono centinaia di migliaia le donne, ancora in vita, che hanno fatto uso della Ru486). Piuttosto e' meno soggetta al bombardamento di informazioni politico-religiose mascherate da scienza. Per i suddetti motivi, l'Exelgyn ha deciso di sottoporre il proprio prodotto alle considerazioni scientifiche dell'agenzia europea del farmaco (Emea): una eventuale richiesta di commercializzazione in Italia sara' cosi' rafforzata dal parere di un autorevole organo scientifico europeo.
3. L'Exelgyn ci ha confermato che la richiesta di mutuo riconoscimento sara' presentata a settembre/ottobre all'Aifa. Le smentite odierne di questa agenzia, che ribadisce di non aver ricevuto richieste, sono ovvie, quindi inutili e –probabilmente- strumentali a creare un clima di non-credibilita' di come si stanno invece svolgendo i fatti e di quali sono le procedure. Un contributo alla disinformazione ideologica.
4. L'Emea, nel valutare i dosaggi oggetto della procedura europea di arbitrato, ha riconosciuto il prodotto "efficace e sicuro". Se cosi' non fosse, l'Emea non avrebbe approvato ALCUN DOSAGGIO. In sostanza l'Emea, ed ora la Commissione Europea (come gia' l'Organizzazione mondiale della Sanita' e la Food and Drug Administration degli Usa), hanno stabilito che la Ru486 e' "sicura ed efficace".
5. Quando la procedura di mutuo riconoscimento sara' presentata in Italia, il ministero della Salute non potra' che farla propria. Non farlo significa attivare automaticamente la procedura europea centralizzata: quindi nuovo vaglio dell'Emea, il cui parere -difficilmente opposto da quello appena espresso- sara' vincolante per TUTTI I PAESI DELL'UNIONE. Non solo. Il ministero italiano della Salute, se a quel punto vorra' opporsi, dovra' mandare i propri esperti-scienziati (presumibilmente non gli opinionisti dell'organo di stampa della Conferenza episcopale italiana) a convincere gli esperti-scienziati di altri 21 Paesi europei e dell'Emea che hanno autorizzato un farmaco pericoloso. Si coprirebbero di ridicolo, rovinando la propria reputazione di scienziati e la credibilita' dell'Italia in ambito medico-scientifico? Molto probabile.
Per tutto questo, e' evidente che l'arbitrato europeo appena conclusosi favorevolmente per la Ru486, costituisce la tappa fondamentale intrapresa in vista della procedura di mutuo riconoscimento che sara' attivata in Italia a settembre-ottobre. Tutt'altro che "assolutamente niente".

Pietro Yates Moretti, consigliere Aduc

Fonte: ADUC

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