mercoledì 12 gennaio 2011

Se qualcuno "ruba un bacio" a te?

In realtà la pubblicità diceva: se qualcuno ruba un fiore per te, sotto sotto c'è .. a casa mia qualcuno concludeva sempre con: un ladro.

Quello che segue è un articolo tratto da Leggo.it e condiviso su facebook dal vero gruppo No alla violenza sulle donne sottoforma di nota.
Proprio a commento della nota si è sviluppata una discussione sul fatto riportato, che riassumendo è: una donna ha denunciato un uomo per violenza sessuale dopo che questo, mentre lei gli serviva un caffè, l'ha afferrata per la testa e le ha infilato la lingua in bocca, nell'intento di baciarla. Sconvolta dall'accaduto e per evitare d'incontrare ancora il suo aggressore, la donna si è licenziata dal posto di lavoro.
Dopo tre anni e mezzo l'uomo è stato condannato ad un risarcimento di 2.500 euro e 1 anno e 2 mesi di reclusione.

Il principio è molto semplice: un bacio è un atto sessuato - sessuale. Baciare qualcuno insinuando la propria lingua nella sua bocca, senza aver ricevuto un chiaro segno di consensualità - cioè senza che dall'altra parte ci sia la volontà - è un'aggressione, tenere per la testa questa persona mentre la si aggredisce è una violenza. Questa è certamente una violenza sessuale, non solo lo stupro genitale è violenza sessuale, ma lo sono tutti gli atti sessuali compiuti su qualcuno che non è consenziente o non può esprimere consenso (Legge 15 febbraio 1996 n. 66 Norme contro la violenza sessuale).
E' ovvio che questa violenza sessuale o sessuata non è come uno stupro genitale, infatti la condanna per quest'uomo non è stata di otto anni o più, ma di un anno e due mesi, che a qualcuno sembrano troppi perchè nel sentire comune, anche di molte donne, il fatto che un uomo "ci provi con ogni mezzo", e così viene percepito questo fatto da alcune persone che commentano la nota, è normale, infatti provarci con qualcuno è normale, ma nei fatti se qualcuno mi tenesse per la testa e mi facesse subire un'intromissione della sua lurida lingua nella mia bocca anch'io lo denuncerei, perchè questo non è un romantico "bacio rubato" (definizione giornalistica) è, a tutti gli effetti, una violenza, sembra non essere chiaro che quella donna stava facendo il suo lavoro e un tipo ha deciso che lei, non importa se d'accordo o no, doveva levargli una voglia e l'è zompata addosso. Allo stesso modo in cui ti mettono la mano nel fondoschiena in pullman e ti toccano casualmente il seno al supermercato, tu stai per i fatti tuoi ma loro ti considerano a disposizione per il semplice fatto che sei femmina e te lo devi tenere.
Questa mentalità poi mi viene confermata da un commento successivo in cui un ragazzo dice: "Ma quale mentalità maschilista e misogina. Si tratta solo di dare un peso alle cose. Per questo caso basterebbe solo un semplice SCUSA e un mazzo di rose da parte di lui alla ragazza per ovviare alla questione. Altro che reclusione. RIpeto, io vedo questa faccenda una cosa esagerata".
Un mazzo di rose? Mi ricorda qualcosa.. ah si! il matrimonio riparatore in uso da qualche parte come scusante dopo uno stupro, beh un mazzo di rose sembra un corrispettivo adeguato ad un bacio rubato, come un matrimonio ad uno stupro.
Successivamente il ragazzo dice d'aver fatto "una specie di battuta".. ma per pensare che basti chiedere scusa, significa che non c'è percezione dell'abuso.



RUBÒ UN BACIO ALLA BARISTA: CONDANNATO PER ABUSI
Un bacio rubato è violenza sessuale. Lo ha stabilito il tribunale di Cremona che oggi ha condannato a un anno e otto mesi di reclusione un uomo di 34 anni, che nel giugno di quattro anni fa, in un locale pubblico, afferrò per la testa la barista di 23 anni che gli serviva al banco un caffè e la baciò sulle labbra. Un «bacio alla francese» e non «a stampo», come aveva detto, in fase di denuncia, la vittima, che a causa dello choc subito, qualche mese dopo si era licenziata per non incontrare più il molestatore. Il presidente del collegio Ivano Marco Brigantini, con i giudici Andrea Milesi e Francesco Sora, ha riconosciuto all'imputato, Angjelin M., albanese, l'attenuante della minore gravità del fatto e lo ha inoltre condannato a risarcire danni per 2.500 euro alla vittima che «nel dicembre successivo all'episodio si licenziò per evitare di incontrare quell'uomo al bar. »La mia assistita ancora oggi vive in uno stato di terrore, ha paura e, a livello emozionale, sono ancora in corso sofferenze traumatichè, ha evidenziato l'avvocato di parte civile Stefania Maccalli. Il pm Francesco Messina aveva chiesto per l'imputato un anno e un mese di reclusione. I fatti risalgono al 3 giugno del 2007. Angjelin aveva bevuto troppo quella notte e quando entrò nel bar, il suo stato di alterazione era visibile. Domandò ancora da bere, ma incassò un rifiuto. Optò per un caffè e quando la barista gli mise la tazzina davanti, lui con fare repentino le afferrò il volto con le mani e con la forza la baciò. Intervenne il titolare del locale, strattonando l'aggressore. Nella sentenza ci si è rifatti al precedente, in Veneto, di un uomo che nel tentativo di riconquistare la ex, le strappò un bacio. Nel 2007, la Terza sezione penale della Cassazione confermò la condanna a 1 anno e 1 mese di reclusione. E c'è il caso (accaduto a Genova), di un assistente capo della polizia che strappò il bacio a un collega sull'auto di servizio. Nel 2006, la Cassazione rigettò il ricorso dell'imputato, condannato in via definitiva a 1 anno e 2 mesi di reclusione. In entrambi i casi, i giudici della Terza sezione penale avevano osservato che nella nozione di «atti sessuali si devono includere non solo gli atti che coinvolgono la sfera genitale, bensì tutti quelli che riguardano le zone erogene su persona non consenziente» e che tra gli atti «suscettibili di integrare il delitto di violenza sessuale, va ricompreso anche il mero sfioramento con le labbra sul viso altrui per dare un bacio, allorchè l'atto, per la sua rapidità e insidiosità, sia tale da sovrastare e superare la contraria volontà del soggetto passivo»

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