Casa Fiorinda è finanziata dal Comune di Napoli grazie ad un bando della Presidenza del Consiglio e attraverso un POR. Il progetto si concludeva a maggio, ma per portare a termine percorsi intrapresi con le donne che stavamo seguendo, il Comune di Napoli ha stanziato 40 mila euro per 4 mesi in attesa di un nuovo avviso pubblico per la gestione della casa, che però ad oggi non è ancora uscito. Il 18 ottobre scade la proroga ma poiché i tempi tecnici per espletare l'avviso pubblico sono lenti il rischio, divenuto certezza, è che la casa resti chiusa per mesi, lasciando per strada le nostre ospiti ovvero 4 donne con figli, 2 napoletane, 1 napoletana di origine rumena, e una donna centro americana incinta. Inoltre le 15 donne "ospiti esterne" che seguiamo come centro antiviolenza nel percorso per uscire dalla spirale della violenza sarebbero abbandonate a se stesse. La volontà politica a mantenere in vita Fiorinda c'è tutta ma ci si sta muovendo con estremo ritardo. La soluzione è che il Comune sostenga il progetto nelle more della lavorazione dell'avviso pubblico.
Casa Fiorinda è l'unica casa per donne maltrattate nel Comune di Napoli e accoglie le donne vittime di violenza sole o con figli che chiedono ascolto, protezione e accoglienza e che da noi trovano operatrici e professioniste che le assistono legalmente nelle separazioni e nella denuncia per maltrattamento, e da un punto di vista psicologico. Abbiamo 6 posti (n.d.r. tanti quanti ne prevede il regolamento regionale). È evidente che abbiamo tante richieste di posti letto inevase: spesso inviamo le donne che necessitano un posto letto in provincia di Caserta dove ci sono 3 case per donne maltrattate. Casa Fiorinda ha inoltre il valore aggiunto di essere un bene sottratto alla camorra e restituito alla società.
I primi 3 mesi sono quelli più delicati, le donne vivono sensi di colpa, ripensamenti proprio perché hanno interiorizzato lo stereotipo del dominio e del possesso maschile. Spesso subiscono le pressioni dei parenti che consigliano "Resisti, per il bene dei figli", mentre è un dato di fatto che i bambini che crescono in contesti violenti sono le prime vittime e rischiano di apprendere un modello relazionale sbagliato e di diventare adulti violenti o sofferenti.
Nonostante vissuti violenti le donne, una volta passati i lividi talvolta tornano dal marito e ricadono nella ruota della violenza: all'inizio il compagno chiede scusa, fa qualche regalo, poi dopo un po' ritorna la violenza, un po' forte, episodio dopo episodio, in un crescendo che può arrivare alla morte. Ecco noi cerchiamo di rompere questo meccanismo e di spiegare alle donne che un solo episodio di violenza è già troppo e che dopo non si può che peggiorare. Per fortuna esistono anche tanti uomini e tante associazioni maschili che lavorano per un processo di emancipazione che deve riguardare sia uomini che donne.