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lunedì 26 gennaio 2009

Belladonna

Molestia stupro e violenza non sono attestazioni di stima.
Sex Peacekeeping. Sex Peacekeeping. Sex Peacekeeping. La bella donna dove Amor si mostra*.Molestia stupro e violenza non sono attestazioni di stima.Molestia stupro e violenza non sono attestazioni di stima.Molestia stupro e violenza non sono attestazioni di stima.Molestia stupro e violenza non sono attestazioni di stima.Molestia stupro e violenza non sono attestazioni di stima.Molestia stupro e violenza non sono attestazioni di stima.Molestia stupro e violenza non sono attestazioni di stima.Molestia stupro e violenza non sono attestazioni di stima.Molestia stupro e violenza non sono attestazioni di stima.Molestia stupro e violenza non sono attestazioni di stima.Molestia stupro e violenza non sono attestazioni di stima.Molestia stupro e violenza non sono attestazioni di stima.Molestia stupro e violenza non sono attestazioni di stima.Molestia stupro e violenza non sono attestazioni di stima.Molestia stupro e violenza non sono attestazioni di stima.Molestia stupro e violenza non sono attestazioni di stima.Molestia stupro e violenza non sono attestazioni di stima.Molestia stupro e violenza non sono attestazioni di stima.Molestia stupro e violenza non sono attestazioni di stima.Molestia stupro e violenza non sono attestazioni di stima.La bella donna dove Amor si mostra*Molestia stupro e violenza non sono attestazioni di stima.Molestia stupro e violenza non sono attestazioni di stima.Molestia stupro e violenza non sono attestazioni di stima.Molestia stupro e violenza non sono attestazioni di stima.L'irrefrenabile voglia del maschio. 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*La bella donna dove Amor si mostra.
Guido Cavalcanti.

venerdì 15 febbraio 2008

Il grande dolore di Silvana "Ma non potevo fare altro"

Parla la 39enne che ha abortito: il bimbo era morto poche ore prima dell´intervento
"Il grande dolore di Silvana "Ma non potevo fare altro"

I dubbi, gli esami, l´interrogatorio
di G.D.B.
«Sarebbe stato il mio primo figlio. Lo volevo a tutti i costi, Ma come si fa a sospettare che sarei ricorsa all´aborto per disfarmene? Sapesse il dolore che ho provato quando ho saputo che il bimbo non sarebbe stato normale».

Silvana, napoletana, vive ad Arzano con la mamma, è una donna mingherlina alta poco più di un metro e 60. Sta per lasciare la stanza del Policlinico dove è stata ricoverata. E dove, l´altroieri, è stata sottoposta a un incessante interrogatorio da cui non si è ancora ripresa. «Assurdo, ero appena rientrata dalla sala operatoria», sibila scuotendo la testa.

Silvana, chi le ha detto che il bimbo aveva una grave malattia?
«Per sicurezza, vista l´età, 39 anni, mi sono sottoposta ad amniocentesi alla sedicesima settimana nell´ospedale di Frattamaggiore. Era il 18 gennaio e la diagnosi me l´hanno data il 31. Sul foglio c´era scritto "Sindrome di Klinefelter". Parole incomprensibili per me. Poi mi hanno spiegato».

Cosa le hanno detto?

«Che si trattava di una malattia che comporta ritardo mentale, problemi al cuore, diabete e l´assenza di alcuni ormoni».

Per questo ha deciso di abortire?
«Certo. E che altro avrei potuto fare? Non ho avuto il benché minimo dubbio, è stata una decisione istantanea. Mai avrei messo al mondo, da sola tra l´altro visto che non sono sposata, un bimbo che poi avrebbe sofferto per il resto della vita. E non mi si venga a parlare di egoismo, la mia è stata una scelta che va nella direzione opposta».

Quando è arrivata al Policlinico?
«Il 31 gennaio, la prima volta, per fare tutte le indagini preliminari, dai prelievi di sangue all´elettrocardiogramma, compresa la visita dallo psichiatra».

E che le ha detto?
«Che la mia salute psichica sarebbe stata a rischio se non abortivo. E venerdì scorso mi sono ricoverata nel reparto di Ostetricia dove avevo conosciuto il dottor Leone. A lui avevo portato il referto e poi manifestato la volontà di abortire. La decisione è stata mia. Nessuno è intervenuto in questo senso. Il giorno prima ero stata anche al Cardarelli per sottopormi a consulenza genetica, me lo avevano chiesto gli specialisti del Policlinico per spiegarmi meglio la situazione del bimbo e della sua patologia. Intanto ero entrata nella 21esima settimana».

Quindi in tempo.
«Sì, mi avevano detto che si poteva fare entro la 23esima settimana. Per tre giorni mi hanno dato dei farmaci per stimolare le contrazioni dell´utero. Ma lunedì alle 11 il medico mi ha rifatto l´ecografia e si è accorto che il feto era morto».

Quindi?
«Ho continuato con la terapia e finalmente alle 6 e mezza di sera ho abortito. Poi mi hanno portato in sala operatoria e, con l´anestesia, mi hanno ripulito l´utero».

Poi, di nuovo in camera.
«Sì, e dentro c´era la poliziotta pronta a interrogarmi. Io non capivo cosa stava succedendo, ero ancora sotto l´effetto della narcosi».

Cosa voleva sapere da lei?
«Sono stata massacrata, un terzo grado: come era successo, perché avevo abortito, chi era il padre. Addirittura se avevo pagato».

Pagato chi?
«Sospettavano che avessi dato soldi ai medici per abortire. Insistevano. E poi sono passati anche a Veronica, la compagna di stanza ricoverata per gravidanza a rischio. Mi sono trovata in una situazione assurda appena fuori dalla sala operatoria».

Sporgerà denuncia?
«Ci sto pensando, visto il trattamento che la polizia mi ha riservato, avendo già affrontato un trauma terribile che mi fa ancora soffrire».

(13 febbraio 2008)

fonte: repubblica.it

mercoledì 13 febbraio 2008

Aborto, blitz della polizia nella clinica ostetrica

"Nessuna violazione della 194"

Una donna abortisce un feto malformato nato morto e dopo venti minuti arrivano gli agenti in corsia. Pazienti e personale interrogati, sequestrata la cartella clinica. L'Unione delle donne denuncia il clima da caccia alle streghe e annuncia una manifestazione di piazza
Blitz della polizia al Nuovo Policlinico. Sette uomini in divisa si sono presentati ieri pomeriggio nella Clinica Ostetrica per indagare su un´interruzione di gravidanza effettuata su una 39 enne che aveva in grembo un feto malformato. Il sospetto delle forze dell´ordine, dicono i medici, sarebbe nato da una denuncia anonima secondo cui la donna avrebbe ottenuto un aborto fuori legge per disfarsi del neonato.

A svelare che si trattava di un equivoco è stato Francesco Leone, responsabile del Servizio Ivg arrivato in clinica proprio durante il blitz. «Abbiamo praticato l´interruzione di gravidanza terapeutica nel secondo trimestre», ha spiegato lo specialista, «quindi nei termini di legge. D´altronde il feto era affetto da una grave malattia congenita». «L´espulsione del feto», ha raccontato Leone, «è avvenuta alle 18 e gli agenti sono arrivati dopo 20 minuti». E in reparto è successo il finimondo.

Tre uomini hanno raggiunto la corsia dove era ricoverata la donna. L'hanno interrogata chiedendole i particolari della gravidanza, poi sono passati alla degente che le stava vicino, e anche lei è stata interrogata. Intanto altri due agenti hanno chiesto notizie a un´infermiera del reparto e altri quattro hanno voluto sapere dagli specialisti i particolari tecnici. «Mi è sembrato - ha detto Leone - un atto spropositato, neanche fosse stato un blitz anticamorra».

Gli agenti hanno acquisito la cartella clinica su autorizzazione del pm. E oggi è arrivata la dura condanna dell'Udi, l'Unione delle donne in Italia. La storica associazione ha preso posizione su quanto avvenuto al Policlinico dell'Università Federico II. "Si trattava - hanno dichiarato le portavoci - di un aborto terapeutico alla quarta settimana, regolarmente effettuato nel rispetto della legge 194 e della salute della donna che ha subito l'intervento e che ha espulso, peraltro, un feto morto". Stando alla lettura che danno dell'episodio, i medici, di fronte ad un inedito agire della forza pubblica, hanno tutelato la donna, ma non hanno potuto evitare il sequestro del materiale abortivo e della fotocopia della cartella (anonima) della paziente. Gli agenti, sempre secondo quanto riferisce l'Udi, hanno poi intimidito la vicina di letto della donna, esortandola a testimoniare in quel momento altrimenti sarebbe stata chiamata a farlo davanti ad un giudice.

L'Udi denuncia "il clima che sta montando contro le donne, nel nostro paese e nel caso specifico in Campania, che genera procedure ai limiti della legittimità, ma soprattutto contrarie ad ogni buon senso" e dà appuntamento a tutte le donne napoletane per giovedì prossimo, in piazza Vanvitelli, alle ore 17. "La nostra mobilitazione - affermano - partirà da Napoli e diventerà vigilanza e presidio permanente in ogni piazza d'Italia. Autodenciamoci tutte per aver deciso nella nostra vita".

(12 febbraio 2008)

Fonte: repubblica.it

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