lunedì 31 gennaio 2011

"Tratta delle bimbe", via al processo E scende in campo l'Antimafia

Due maxi-blitz, 7 arresti. L'accusa: riduzione in schiavitù. I carabinieri si sono trovati di fronte a casi di violenza estrema, le donne erano terrorizzate. Uno degli uomini ha fatto abortire la fidanzata al sesto mese. Lei è salva lui a Regina Coeli
di RORY CAPPELLI

Le drogavano, le caricavano di peso in macchina, le portavano in Italia pagando i funzionari di frontiera, le chiudevano in appartamenti, le violentavano, le picchiavano brutalmente, a volte le usavano come merce per pagare l'affitto, altre volte le rivendevano facendole sparire in quella specie di buco nero in cui ogni anno scompaiono centinaia di donne. Oppure, controllandone ogni mossa attraverso complici prostitute e continue telefonate sui cellulari, le costringevano a vendersi per strada. Un giro particolarmente redditizio: loro, le "ragazze" erano ricercatissime dai clienti che pretendevano rapporti senza protezione e che le volevano sopra ogni altra cosa per la loro età. Poco più che bambine, 14 o 15 anni.

È l'allucinante storia di fronte alla quale si sono trovati i carabinieri fermando alla fine dello scorso maggio una ragazza: non parlava italiano ed era terrorizzata da quello che i suoi aguzzini le avrebbero potuto fare. Negava, urlava, voleva tornare libera: dichiarava di avere 20 anni, di aver liberamente scelto di battere, di voler soltanto essere lasciata in pace. Piano piano, con l'aiuto di psicologhe e assistenti sociali, il quadro che si è delineato ha lasciato gli inquirenti senza parole. Il procuratore della Dda (Direzione distrettuale antimafia) Roberto Staffa ha fatto subito partire le indagini: e dopo un paio di mesi, in due distinte operazioni, ha fatto scattare le manette ai polsi di 7 persone - quattro sono a tutt'oggi latitanti - per tratta di esseri umani, riduzione in schiavitù, induzione alla prostituzione minorile e violenza sessuale. Una storia che vede coinvolti tre italiani (Pasquale Martino, Vincenzo Di Nardi e Italo Vezza), due donne romene (Mariana Mita e Simona Nicolae) e sei romeni (Valerica Draguti, Marian Tapliga, Constantin Viorel Mita, Marian Ovidiu Mita, Constantin Gutue e David Claudiu Pioara). Sono riusciti a fuggire Marian Tapliga e Constantin Gutue, tra i peggiori per crudeltà e "mente criminale", a tutt'oggi latitanti. Gli altri, e tra loro anche due donne, sono detenuti tra il carcere di Regina Coeli e quello di Rebibbia e, dopo l'udienza di questi giorni, il 7 febbraio prossimo Staffa esporrà alla corte le sue conclusioni.

Sempre la Direzione Distrettuale Antimafia (Dda), si sta occupando in questi giorni, attraverso un altro membro del pool, il procuratore aggiunto Maria Monteleone, di un altro allucinante caso di violenza, riduzione in schiavitù e induzione alla prostituzione, che vede coinvolto un altro romeno, Iancu Buzdugan, e una ragazzina romena, Romina, all'epoca dei fatti minorenne e che, seguita dall'avvocato Maria Cristina Cerrato, vive oggi in residenza protetta. Buzdugan esercitava sulla ragazza "poteri corrispondenti a quelli del diritto di proprietà, mantenendola in stato di soggezione continuativa, costringendola a prostituirsi".

L'aveva portata in Italia con la promessa di sposarla. Lei è "in avanzato stato di gravidanza", 22 settimane (sei mesi). Lui la costringe a prendere pillole abortive. La bambina nasce e muore poche ore dopo la nascita. Lui la picchia, la minaccia, la costringe a servirlo "ad eseguire lavori umilianti quali lavargli i piedi". La fa mangiare "solo una volta al giorno". La costringe a prostituirsi: le detta le tariffe e condizioni: deve chiamarlo prima e dopo essersi appartata con i clienti. Alla fine la polizia la libera. E Buzdugan finisce in manette.

http://roma.repubblica.it/cronaca/2011/01/29/news/emergenza_prostituzione-11796989/

martedì 25 gennaio 2011

I cosmetici ispirati al femminicidio

Un'industria cosmetica diffonde prodotti ispirandosi ai femminicidi di Ciudad Juarez, accade a luglio, i prodotti hanno nome come "Juarez", "Ghosttown" (città fantasma), "Sleepwalker" (sonnambula/prostituta) e le modelle dall'aspetto zombico illustreranno la necrofila mossa pubblicitaria.

Ma le donne si truccano per divertimento, per gioco, per piacere, per sembrare più belle.. tutte cose vitali, come si può lontanamente fare quest'associazione assurda e credere che sia una buona mossa di marketing? Non vale neanche più il detto basta che respiri? Vive o morte delle donne si può fare qualsiasi cosa.
Quest'estate però il fatto non ha suscitato grande clamore in realtà, oggi quindi, cercando di calvalcare l'onda d'informazione seguita al femminicidio di Susana Chavez cercano forse di riaccendere la polemica per ottenere una spremutina di attenzione, forse anche in vista del carnevale?

Questo qui il link alla notizia.

Edit
Dei post di luglio di Fas sull'argomento qui e qui

Contro lo stupro correttivo


La trovi sexy?

Nell'immaginario maschile quant'è arrapante una scena lesbo?

In Sudafrica le lesbiche vengono legate, picchiate, torturate e stuprate per ore.

Firma la petizione mondiale per fermare quasta ignobile pratica.


Il teatro di Emma Dante dal palcoscenico ai libri alla fotografia


In occasione delle rappresentazioni al Teatro San Ferdinando

del nuovo spettacolo di Emma Dante, La trilogia degli occhiali dal 25 gennaio al 6 febbraio

verranno presentati libri e pubblicazioni sul teatro della regista palermitana

Partono giovedì 27 gennaio gli appuntamenti e incontri dedicati alla regista palermitana Emma Dante promossi in occasione del debutto nazionale al Teatro San Ferdinando dello spettacolo La trilogia degli occhiali, in scena dal 25 gennaio al 6 febbraio. Appuntamenti che lo Stabile di Napoli ha voluto promuovere – d’intesa con le case editrici e in collaborazione con le librerie coinvolte – per offrire al pubblico una più ampia conoscenza del lavoro artistico e della produzione teatrale di una grande protagonista della scena italiana.

Il programma prevede:

Giovedì 27 gennaio alle 18.30 al Teatro San Ferdinando, la presentazione del volume edito da Infinito, Il teatro di Emma Dante, fotografie di Giuseppe Distefano, testi di Emma Dante e Rodolfo Di Giammarco.
L’incontro è condotto da Stefano De Stefano.

Martedì 1 febbraio alle 17.00 al Teatro San Ferdinando, la presentazione del libro edito da Liguori, Anticorpi a cura di Luisa Cavaliere. Intervengono Rosella Postorino, Emma Giammattei, Adriana Maestro. L’incontro è condotto da Marina Rippa.

Venerdì 4 febbraio alle 18.00 alla Fnac di via Luca Giordano, la presentazione del volume edito da Rizzoli de La trilogia degli occhiali.

Sabato 5 febbraio alle 17.30 alla Libreria delle Donne evaluna in piazza Bellini, la presentazione del libro Intervista a Emma Dante di Titti De Simone, Navarra Editore.

A tutti gli appuntamenti, oltre a quella degli autori, è prevista la presenza della regista e della compagnia.

teatro stabile di napoli

teatro san ferdinando
piazza eduardo de filippo 20 napoli

biglietteria: 081.291878

mail: info@teatrostabilenapoli.it - www.teatrostabilenapoli.it

orario spettacoli: feriali ore 21.00; mercoledì e domenica ore 18.00; lunedì riposo.

Fonte: comunicato stampa
Immagine: operadisc.com

lunedì 24 gennaio 2011

Prostituta uccisa nel parmense: omicida è un cliente abituale

E’ morta a 20 anni, picchiata con brutalità e forse strangolata. Il suo cadavere, quello di una prostituta romena, è stato abbandonato nella campagna attorno a Borghetto di Noceto, nel Parmense. Un corpo coperto di ecchimosi in un canale vicino a un boschetto. L’ha visto nel primo pomeriggio un abitante della zona e ha subito avvertito i carabinieri di Noceto.

L’uomo che l’ha uccisa, secondo le prime indagini, è un cinquantenne di Parola di Fontanellato, altro paese della zona, che nel tardo pomeriggio è stato portato in Questura, fermato dalla Squadra mobile e interrogato dal pubblico ministero Roberta Licci. A dare l’allarme sulla scomparsa della ragazza era stata, sempre a fine mattina, una sua collega che non l’aveva vista tornare dopo essere alita sull’ultima auto ieri notte.

Sulla base delle informazioni della giovane e dopo il ritrovamento del cadavere, la polizia è andata a prendere il presunto assassino che vive con la madre. A quanto si è saputo, l’uomo era un cliente abituale della romena e anche questo è stato riferito dall’amica della vittima, permettendo alla Squadra mobile indagini-lampo. L’uomo ha fatto prima parziali ammissioni e poi ha condotto gli investigatori nel luogo in cui è stato trovato il cadavere, avallando di fatto le accuse.

Sul cadavere, da un primo esame, non ci sono segni di arma da fuoco o da taglio, e dunque a causare la morte potrebbe essere stata la violenza dei colpi, oppure uno strangolamento cui fanno pensare i lividi riscontrati sul collo. Il motivo dell’omicidio potrebbe essere stato un diverbio sulla prestazione sessuale o, secondo altre voci, la pretesa dell’uomo di avere con quella ragazza, tanto piu’ giovane di lui, un rapporto stabile.

24 gennaio 2011 | 22:51

http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/prostituta-uccisa-nel-parmense-omicida-e-cliente-abituale-723451/

mercoledì 12 gennaio 2011

I propositi degli uomini disertori del patriarcato

Questi che seguono sono i buoni propositi formulati dai disertori del patriarcato, uomini, nella mailinglist di femminismo a sud, c'è stata una bellissima discussione ed elaborazione che ha coinvolto più persone e dalla quale sono venuti fuori questi buoni propositi per il 2011

...

1. Per troppo tempo, molti di noi hanno trascurato la salute fisica, mentale e spirituale. Prendiamoci cura di noi stessi, senza demandare la responsabilità della nostra cura ad altre/i.

2. Prendiamoci la responsabilità di mantenere e preservare le nostre relazioni sociali. Inviare biglietti di auguri, acquistare i regali per i nipoti, ricordare i compleanni, o anche solo organizzare cene per stare in compagnia, sono attività che ci mantengono vivi ed in relazione con altre/i. Smettiamola di lasciare ad altre/i la gestione della nostra rete sociale! Ricordiamo in prima persona a chi ci sta vicino che teniamo alle loro parole e alla loro presenza.

3. Ascoltiamo le donne, senza interrompere, senza smentire immediatamente, senza criticare o deridere solo perché sono donne. Ascoltare, comprendere, rispondere in modo pertinente sull’argomento e non in base al genere dell’interlocutrice/ore. E tenendo la bocca chiusa abbastanza a lungo, potremmo imparare qualcosa!

4. Facciamo attenzione, nelle nostre attività e/o discussioni, a quanto diamo peso alle opinioni, alla parola ed alla presenza di altre soggettività. La mancata partecipazione di donne, trans e persone di diverse provenienze e/o vissuti ci vincola al paradigma patriarcale, eteronormativo (*) e razzista.

5. Impariamo anche i gesti e le attività che lasciamo fare sempre e solo alle donne. Fare il bucato in modo corretto, ad esempio. Tu ed io sappiamo come fare il bucato. E’ facile quanto cambiare l’olio tenendo in mano una birra, riparare lo scarico, o agganciare un nuovo televisore al plasma. E’ l’ora di smettere di fingere d’essere ignoranti. Capiremo molto di più di noi stessi e guadagneremo strumenti e possibilità di comprensione reciproca.

6. Eliminiamo le parole misogine e sessiste dal nostro vocabolario – e dal nostro dialogo interiore pure. Quando una donna fa qualcosa che non ci piace, non la chiamiamo “troia” – nemmeno nella nostra testa! E’ un’atteggiamento mentale stupido e funzionale alla violenza. Evitiamo la complicità silenziosa con altri esprimendo chiaramente dissenso quando ascoltiamo linguaggi e/o assistiamo ad atteggiamenti misogini e omo/transfobici.

7. Dobbiamo sempre essere forniti di profilattico e metterlo prima che lei sia costretta a chiedercelo. Basta indossarlo. E’ un atto di rispetto e responsabilità che dobbiamo a noi stessi e a chiunque faccia sesso con noi.

8. Evitiamo qualsiasi attività sessuale che oggettivizza, sfrutta, ferisce o umilia le donne. Evitiamola, anche perché è umiliante e degradante anche per noi,

9. Scegliamo di avere rapporti sessuali esclusivamente con persone che siamo certi siano consapevoli e consenzienti. Ciò significa che non siano ubriache, confuse, o impaurite. Che non siano state manipolate o la situazione non sia frutto di un atto di bullismo, molestia e/o pressione psicologica o abuso di potere.

10. Risolviamo eventuali conflitti in modo non violento, senza abusi, senza ritorsioni o vendette e senza coinvolgere chi non c’entra – soprattutto se si tratta delle figlie e dei figli.

11. Troviamo un altro uomo da amare, in qualunque modo. Amico, padre, collega: proviamo a sentire, anche per scherzo, anche in una battuta, il rumore della parola “amore” detta a un altro uomo. Facciamola uscire fuori e vediamo che effetto fa. Mettiamoci alla prova, in questa come in altre situazioni.

12. Lavoriamo per eliminare la nostra omofobia e/o transofobia. L’eteronormatività (*) distrugge la nostra connessione con tutti gli altri esseri umani. E ci impedisce di amare. Dobbiamo essere in grado di amarci profondamente. Come uomini siamo capaci di dare e ricevere tanto amore – e non solo dalle donne. Informiamoci, leggiamo, parliamo, conosciamo altre esperienze. Ne guadagneremo sicuramente in qualcosa.

13. Informiamoci sul femminismo. Ci sono tante storie e correnti femministe quanti movimenti letterari e avanguardie artistiche. E’ una storia enormemente complessa sulla quale è doveroso saperne di più, soprattutto perché interessa noi, che eravamo siamo e saremo lì, insieme a chi ha una sua storia che pochi conoscono. Di nuovo e ancora: conosceremo in tal modo molto di più anche noi stessi.

—>>>(*): Per eteronormato, eteronormativo, eteronorma si intendono tutte quelle regole/norme comportamentali/psicologiche/linguistiche etc che si basano sull’idea che l’unica sessualità possibile e/o obbligatoria sia quella etero.

Fonte: Femminismo a sud

Se qualcuno "ruba un bacio" a te?

In realtà la pubblicità diceva: se qualcuno ruba un fiore per te, sotto sotto c'è .. a casa mia qualcuno concludeva sempre con: un ladro.

Quello che segue è un articolo tratto da Leggo.it e condiviso su facebook dal vero gruppo No alla violenza sulle donne sottoforma di nota.
Proprio a commento della nota si è sviluppata una discussione sul fatto riportato, che riassumendo è: una donna ha denunciato un uomo per violenza sessuale dopo che questo, mentre lei gli serviva un caffè, l'ha afferrata per la testa e le ha infilato la lingua in bocca, nell'intento di baciarla. Sconvolta dall'accaduto e per evitare d'incontrare ancora il suo aggressore, la donna si è licenziata dal posto di lavoro.
Dopo tre anni e mezzo l'uomo è stato condannato ad un risarcimento di 2.500 euro e 1 anno e 2 mesi di reclusione.

Il principio è molto semplice: un bacio è un atto sessuato - sessuale. Baciare qualcuno insinuando la propria lingua nella sua bocca, senza aver ricevuto un chiaro segno di consensualità - cioè senza che dall'altra parte ci sia la volontà - è un'aggressione, tenere per la testa questa persona mentre la si aggredisce è una violenza. Questa è certamente una violenza sessuale, non solo lo stupro genitale è violenza sessuale, ma lo sono tutti gli atti sessuali compiuti su qualcuno che non è consenziente o non può esprimere consenso (Legge 15 febbraio 1996 n. 66 Norme contro la violenza sessuale).
E' ovvio che questa violenza sessuale o sessuata non è come uno stupro genitale, infatti la condanna per quest'uomo non è stata di otto anni o più, ma di un anno e due mesi, che a qualcuno sembrano troppi perchè nel sentire comune, anche di molte donne, il fatto che un uomo "ci provi con ogni mezzo", e così viene percepito questo fatto da alcune persone che commentano la nota, è normale, infatti provarci con qualcuno è normale, ma nei fatti se qualcuno mi tenesse per la testa e mi facesse subire un'intromissione della sua lurida lingua nella mia bocca anch'io lo denuncerei, perchè questo non è un romantico "bacio rubato" (definizione giornalistica) è, a tutti gli effetti, una violenza, sembra non essere chiaro che quella donna stava facendo il suo lavoro e un tipo ha deciso che lei, non importa se d'accordo o no, doveva levargli una voglia e l'è zompata addosso. Allo stesso modo in cui ti mettono la mano nel fondoschiena in pullman e ti toccano casualmente il seno al supermercato, tu stai per i fatti tuoi ma loro ti considerano a disposizione per il semplice fatto che sei femmina e te lo devi tenere.
Questa mentalità poi mi viene confermata da un commento successivo in cui un ragazzo dice: "Ma quale mentalità maschilista e misogina. Si tratta solo di dare un peso alle cose. Per questo caso basterebbe solo un semplice SCUSA e un mazzo di rose da parte di lui alla ragazza per ovviare alla questione. Altro che reclusione. RIpeto, io vedo questa faccenda una cosa esagerata".
Un mazzo di rose? Mi ricorda qualcosa.. ah si! il matrimonio riparatore in uso da qualche parte come scusante dopo uno stupro, beh un mazzo di rose sembra un corrispettivo adeguato ad un bacio rubato, come un matrimonio ad uno stupro.
Successivamente il ragazzo dice d'aver fatto "una specie di battuta".. ma per pensare che basti chiedere scusa, significa che non c'è percezione dell'abuso.



RUBÒ UN BACIO ALLA BARISTA: CONDANNATO PER ABUSI
Un bacio rubato è violenza sessuale. Lo ha stabilito il tribunale di Cremona che oggi ha condannato a un anno e otto mesi di reclusione un uomo di 34 anni, che nel giugno di quattro anni fa, in un locale pubblico, afferrò per la testa la barista di 23 anni che gli serviva al banco un caffè e la baciò sulle labbra. Un «bacio alla francese» e non «a stampo», come aveva detto, in fase di denuncia, la vittima, che a causa dello choc subito, qualche mese dopo si era licenziata per non incontrare più il molestatore. Il presidente del collegio Ivano Marco Brigantini, con i giudici Andrea Milesi e Francesco Sora, ha riconosciuto all'imputato, Angjelin M., albanese, l'attenuante della minore gravità del fatto e lo ha inoltre condannato a risarcire danni per 2.500 euro alla vittima che «nel dicembre successivo all'episodio si licenziò per evitare di incontrare quell'uomo al bar. »La mia assistita ancora oggi vive in uno stato di terrore, ha paura e, a livello emozionale, sono ancora in corso sofferenze traumatichè, ha evidenziato l'avvocato di parte civile Stefania Maccalli. Il pm Francesco Messina aveva chiesto per l'imputato un anno e un mese di reclusione. I fatti risalgono al 3 giugno del 2007. Angjelin aveva bevuto troppo quella notte e quando entrò nel bar, il suo stato di alterazione era visibile. Domandò ancora da bere, ma incassò un rifiuto. Optò per un caffè e quando la barista gli mise la tazzina davanti, lui con fare repentino le afferrò il volto con le mani e con la forza la baciò. Intervenne il titolare del locale, strattonando l'aggressore. Nella sentenza ci si è rifatti al precedente, in Veneto, di un uomo che nel tentativo di riconquistare la ex, le strappò un bacio. Nel 2007, la Terza sezione penale della Cassazione confermò la condanna a 1 anno e 1 mese di reclusione. E c'è il caso (accaduto a Genova), di un assistente capo della polizia che strappò il bacio a un collega sull'auto di servizio. Nel 2006, la Cassazione rigettò il ricorso dell'imputato, condannato in via definitiva a 1 anno e 2 mesi di reclusione. In entrambi i casi, i giudici della Terza sezione penale avevano osservato che nella nozione di «atti sessuali si devono includere non solo gli atti che coinvolgono la sfera genitale, bensì tutti quelli che riguardano le zone erogene su persona non consenziente» e che tra gli atti «suscettibili di integrare il delitto di violenza sessuale, va ricompreso anche il mero sfioramento con le labbra sul viso altrui per dare un bacio, allorchè l'atto, per la sua rapidità e insidiosità, sia tale da sovrastare e superare la contraria volontà del soggetto passivo»

"Mamma era una vittima Papà la picchiava"

Parla Maria Pina Trabona, la figlia a cui Carlo Trabona ha telefonato per confidarle di aver fatto una strage. "Mi disse che era caduta dalle scale ma era chiaro che quell'occhio nero se l'era fatto in un'altra maniera". L'escalation delle aggressioni domestiche fu lunga e sempre più violenta

"Una volta ho visto mia mamma con un occhio nero e mi sono preoccupata. Le ho chiesto se fosse stato papà ma lei ha negato. Mi ha detto no, papà è bravo. Sono caduta dalle scale". Parla Maria Pina Trabona, la figlia a cui Carlo Trabona ha telefonato per confidarle di aver fatto una strage: "Ho fatto quello che dovevo fare da tanto tempo. Ho ucciso la mamma perché mi tradiva". Aveva già sparato sette colpi quando telefonò alla figlia Carlo Trabona, e non solo contro la moglie Antonina Scinta. Aveva ucciso il presunto rivale in amore, Loreto Cavarretta, vicino di casa, e suo fratello Angelo. L'ultimo colpo, l'ottavo, Carlo l'ha tenuto per sé: un colpo alla tempia destra.

I maltrattamenti alla moglie non sono stati isolati. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, l'escalation delle aggressioni domestiche fu lunga e sempre più violenta.

Questa mattina le due figlie del muratore omicida, Maria Pina e Caterina, sono andate a parlare con il pubblico ministero Vittorio Ranieri Miniati per chiedere quando sarà liberato l'appartamento di via Piacenza sigillato ieri dagli agenti dopo la strage.

Il magistrato ha dato l'incarico al medico legale Marco Canepa per l'autopsia sui quattro corpi che sarà effettuata domani e non oggi come era stato detto in precedenza.

Intanto gli agenti della squadra mobile hanno identificato il proprietario della pistola con cui Trabona ha sparato ieri mattina, un revolver calibro 38 rubato nel 1979 e ricomparso improvvisamente ieri mattina.

Fonte: http://genova.repubblica.it/cronaca/2011/01/10/news/mamma_era_una_vittima_pap_la_picchiava-11046510/

lunedì 10 gennaio 2011

Pedopornonecrofilia

In queste foto io ci vedo solo morte.Tristezza, sono come i bambini con gli occhi a bottone di Coraline, sottratti alla vita, dall’altra parte dello specchio – con la madre cattiva Carine Roitfeld, direttrice uscente di Vogue Paris. Non c’è dubbio che si tratti di pedopornogra...fia, ne ha l’odore, il colore e il sapore. E’ pedopornonecrofilia. Sono come le immagini dei bordelli tailandesi.
Credo che un’azione legale collettiva da parte delle associazioni di genitori sarebbe opportuna.


Che nessuno vada più in giro a raccontare che sta lottando contro la pedofilia.

Se ne parla qui e qui

Educazione sessuale

L'educazione sessuale e all'affettività è l'unico modo per prevenire le gravidanze precoci e limitare la trasmissione delle malatie veneree, è anche l'unico modo per istruire sulle relazioni, spiegare ai ragazzi e alle ragazze come funzionano i loro corpi, che non esiste una gerarchia, che il rispetto è l'unica via praticabile per una sessualità sana, dove per sana si vuole intendere una sessualità che metta i soggetti in grado di essere realmente soggetti e non oggetti dell'altrui piacere.
Chiunque ostacoli l'informazione sessuale e affettiva diretta a bambini e adolescenti, che niente ha a che vedere né con i giornalini porno né con il kamasutra, paventando il crollo dell'universo, è in malafede.

Guarda L'albero della vita.

domenica 9 gennaio 2011

Fare il punto


Fare il punto è lo spazio di approfondimento che l’UDI dedica periodicamente ad un tema contingente che ci riguarda. L’intento è quello di fornire a noi tutte uno strumento duttile e facile come il blog per confrontarci, scambiarci punti di vista, lasciare il proprio contributo affinché venga ripreso e rilanciato.
Con Fare il punto l’UDI ribadisce la sua attenzione e disponibilità a quante cercano un luogo da abitare con idee, parole, azioni.
Fonte: Fare il punto

sabato 8 gennaio 2011

Un uomo spara a Tucson ferita deputata del Congresso

I difensori della vita sparano sulle donne

TUCSON (ARIZONA) - Una deputata del Congresso americano, Gabrielle Giffords, 40 anni, è stata ferita da colpi d'arma da fuoco in Arizona. La donna stava partecipando a un'iniziativa pubblica in una strada di Tucson, in Arizona, davanti a un esercizio commerciale, quando uno sconosciuto ha cominciato a sparare all'impazzata. La parlamentare è stata raggiunta da un colpo alla testa sparato a bruciapelo, ma ci sarebbero anche altre dodici persone ferite nella sparatoria, fra cui alcuni membri dello staff della deputata. L'uomo sarebbe stato arrestato.

Non è ancora possibile stabilire l'entità delle ferite riportate dalla deputata ma alcuni membri del partito democratico, al quale la appartiene, parlano di condizioni "abbastanza serie". Un testimone, un uomo che lavora in un negozio vicino al luogo della sparatoria, ha detto di aver udito fra i 15 e i 20 colpi.

Gabrielle Giffords è conosciuta per le sue posizioni pro aborto e contro il commercio delle armi. Eletta per la prima volta nel 2006, ha fatto parte del comitato per lo Spazio e l'Aeronautica e lavora nel comitato per la Scienza e la Tecnologia. E' sposata con Mark Kelly, militare e astronauta.

(08 gennaio 2011)
Fonte: http://www.repubblica.it/esteri/2011/01/08/news/spari_tucson-10990096/?ref=HREA-1


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Tucson, uomo spara e fa una strage deputata in fin di vita, morte 5 persone
Sparatoria nella città dell'Arizona, un uomo ha colpito alla testa la parlamentare democratica Gabrielle Giffords, 40 anni, che stava parlando a un'iniziativa pubblica. Altre cinque persone rimaste sul terreno, 19 i feriti. Il killer è stato arrestato, ha 22 anni. Obama: "Tragedia incommentabile"

Tucson, uomo spara e fa una strage deputata in fin di vita, morte 5 persone Gabrielle Giffords

TUCSON (ARIZONA) - L'America piomba di nuovo nel terrore. Questa volta l'attacco arriva da dentro. Ed è una strage. E' di 5 morti e 19 feriti il bilancio di una sparatoria avvenuta a Tucson, Arizona. Era in corso un'iniziativa pubblica della deputata democratica Gabrielle Giffords 1. La parlamentare, 40 anni è stata ferita in modo grave alla testa da uno dei proiettili sparati da un uomo che, in mezzo alla folla, ha imbracciato un'arma automatica e ha fatto fuoco all'impazzata. Fra le vittime anche un giudice federale e una bambina di 9 anni. Il sospetto killer è stato arrestato: si tratta di Jared Loughner, 22 anni. Anche lui ferito: a fermarlo sembra sia stato un colpo sparato da un agente o da qualcuno fra i presenti. La polizia ha fermato 11 persone sospette. Barack Obama: "Tragedia incommentabile". I medici che hanno operato la Giffords: "Siamo ottimisti".

FOTO: Gabrielle Giffords 2 / MAPPA: il luogo della strage 3

VIDEO: Giffords 4 / Le interviste 5

AUDIO Dal nostro inviato Angelo Aquaro 6

La tragedia. "Il Your Corner sta per iniziare. Per favore, smettete di comunicarmi le vostre idee o mandate i vostri twit più tardi": così Gabrielle Giffords aveva scritto su Twitter, poco prima di recarsi davanti al supermercato Safeway di Tucson per incontrare gli elettori al "Congress on Your Corner". E' lì che, mentre stava parlando con una coppia, uno sconosciuto ha prima gridato frasi sconnesse e poi ha cominciato a sparare all'impazzata, ma non a caso, vista la precisione con cui ha raggiunto la parlamentare alla tempia. L'ha colpita in maniera così grave, e a distanza ravvicinata - un metro, sembra - che, in un primo momento, si era diffusa la notizia del suo decesso, poi smentita dai sanitari dello University Medical Center: lì è stata ricoverata e sottoposta a un intervento chirurgico d'urgenza. Un uomo che lavora in un negozio vicino al luogo della sparatoria ha detto di aver udito fra i 15 e i 20 colpi.

Le vittime. Cinque i morti, diciannove i feriti. Fra questi vi sarebbero anche alcuni membri dello staff della deputata. Secondo alcuni media americani, fra le vittime ci sarebbe anche una bambina di nove anni. Le condizioni di alcuni feriti, ricoverati, sarebbero giudicate molto gravi.

L'arma. La pistola usata dal killer è una Glock 9 mm, austriaca. Un'arma molto sosfisticata e costosa, realizzata in ceramica per risultare invisibile ai metal detector. E' stata recuperata dalla polizia sul luogo della strage.

Il giudice Roll. Sul terreno è rimasto anche il giudice federale John Roll, già vittima di minacce dopo che nel 2009 aveva presieduto un processo che vedeva contrapposti alcuni immigrati irregolari e un allevatore dell'Arizona. Dopo quel processo, Roll aveva ricevuto numerosi avvertimenti di morte tanto da essere messo - lui, e sua moglie - sotto la protezione dell'U.S. Marshal Service, il "braccio armato" della Corte federale americana che si occupa di proteggere gli ufficiali di Corte, i tribunali e i ministeri.

Obama: "Una tragedia incommentabile". "E' una tragedia incommentabile": così il presidente Obama ha reagito all'accaduto, parlando di un atto "insensato e terribile che non deve avere posto in una società libera. Chiedo a tutti gli americani di unirsi a me e Michelle nel tenere nelle nostre preghiere la deputata Giffords, le vittime di questa tragedia e le loro famiglie". Il nuovo speaker della Camera Usa John Boehner, eletto un paio di giorni fa 7, si è detto "inorridito": "L'attacco contro uno di noi è contro tutti noi. E' un giorno molto triste per gli Stati Uniti, attacchi e minacce contro pubblici funzionari non possono esistere nostra società". Un "terribile atto di violenza e una tragedia nazionale", gli ha fatto eco il capo della minoranza democratica alla Camera, Nancy Pelosi. Alla luce di quanto accaduto, la polizia del Congresso ha lanciato un allarme per la sicurezza dei parlamentari: "Consigliamo a membri e staff di prendere ragionevoli misure di precauzione.

Gabrielle, nella lista nera di Sarah Palin. Conosciuta per il suo impegno a favore dell'aborto, quando il Congresso approvò la riforma sanitaria la Giffords votò anche a favore della ricerca sulle cellule staminali embrionali e contro i sussidi alle compagnie petrolifere - è una convinta sostenitrice delle e e per questo è entrata nella "black list" di Sarah Palin: l'ex governatore dell'Alaska, ed ex candidata alla vicepresidenza Usa, aveva stilato un elenco di avversari da sconfiggere politicamente "per la loro responsabilità nel disastro" rappresentato, appunto, dal voto con cui il Congresso aveva approvato la riforma sanitaria. Gabrielle Giffords è sposata con l'astronauta Mark Kelly, veterano dello Shuttle. Dal matrimonio, avvenuto nel novembre del 2007, sono nati due figli.

(08 gennaio 2011)

Fonte: http://www.repubblica.it/esteri/2011/01/08/news/spari_tucson-10990096/?ref=HREA-1

venerdì 7 gennaio 2011

Post-porno

Da Femminismo a sud

“C’è vita al di là del mondo normalizzato” – Beatriz Preciado

Nella storia della lotta delle donne per la liberazione sessuale alcune problematiche hanno sempre provocato difficoltà di analisi e grandi imbarazzi. Tra queste la più controversa è indubbiamente quella sulla pornografia.

L’industria pornografica contemporanea, caratterizzata da una produzione seriale e una distribuzione su larga scala, nasce negli anni ’50 negli Stati Uniti. Nel 1953 Hugh Hefner lancia una rivista nuova, dedicata agli uomini. Nel primo numero di questa rivista compare la foto a colori di una giovane donna seminuda destinata a diventare una diva erotica del XX secolo. La ragazza è Marilyn Monroe, la rivista Playboy.

In piena guerra fredda Playboy, trasformandosi nella rivista maggiormente distribuita negli Stati Uniti (alla fine degli anni ’60 era arrivata ad avere un pubblico maschile di più di sei milioni di lettori), apportò un contributo eccezionale al cambiamento del panorama culturale e dell’immaginario sessuale maschile. Nascono con Playboy nuovi miti erotici: la ragazza della porta accanto, la coniglietta, la cameriera, la segretaria… Lo sguardo dell’uomo si insinua in una artificiosa intimità per spiare le vite surreali di donne giovanissime, chirurgicamente rimodellate e apparentemente prive di una ricerca del piacere non funzionale a quello maschile. I corpi nudi che vengono mostrati sono frutto di una ricercata architettura di genere, i canoni estetici rappresentano l’esasperazione di ciò che è considerato “femminile”: il risultato è un paradosso. Il mondo dell’immaginario pornografico è popolato di superfemmine che svolgono azioni quotidiane, come passare l’aspirapolvere o battere a macchina, e che con espressione di sorpresa e accondiscendenza soddisfano le voglie del maschio di turno.

playboy mmE’ proprio questo immaginario sessuale, che ha popolato le fantasie degli uomini per decenni, ad aver contribuito alla costruzione di un modello sociale fortemente etero normativo, ossia di imposizione della eterosessualità come norma, dove la divisione tra il maschile e il femminile era stabilita e rappresentata da corpi esasperatamente sessualizzati e da ruoli ben definiti.

Inoltre, la pornografia era, e prevalentemente rimane, un prodotto di uomini per gli uomini. La ricerca del piacere, che non sia quella del maschio, non è immaginata, tagliata fuori da ogni narrazione e rappresentazione. Sebbene l’industria pornografica si sia con gli anni allargata, cercando di aprirsi a nuovi me rcati, come al pubblico omosessuale, il punto di vista che prevale è sempre quello dell’uomo. E con uomo intendo quello che è stato definito il grado zero di normalità nella società eteropatriarcale capitalista: il maschio bianco occidentale eterosessuale di classe media. Con queste premesse è comprensibile la critica mossa da molte femministe all’industria pornografica, accusata quindi di commercializzare i corpi delle donne, svilirne la sessualità e creare stereotipi e modelli lontani dalle persone reali con ripercussioni violente sulle loro vite. Meno comprensibili sono alcune scelte politiche di alcuni gruppi femministi che, soprattutto negli Stati Uniti degli anni ’80, hanno mosso una guerra alla pornografia in quanto tale.

L’oscenità della pornografia sta nel collocare al centro ciò che è considerato intimo e privato. La sessualità è infatti considerata un fatto personale. L’industria pornografica rompe questo tabù, non con l’intento di liberare la sessualità degli individui ma imponendogli un modello e arruolando un esercito di maschi addestrati a “marciare a tempo”. Il meccanismo funziona così bene che non è un caso che televisione e pubblicità ci bombardano di corpi e ammiccamenti a sfondo sessuale. L’allusione viene recepita perfettamente da sensibilità sovra stimolate e sovra eccitate. In questo panorama a dir poco inquietante, nascono nuovi progetti e nuove forme di lotta. Se la sessualità è un fatto personale allora, come ha teorizzato Kate Millet, è anche una questione politica. E altrettanto è la sua rappresentazione. Dal rifiuto alla pornografia mosso dal femminismo degli anni ’70-’80, si stanno aprendo nuovi orizzonti nella lotta alla normalizzazione sessuale agita dall’industria pornografica. Nasce il postporno nelle sue molteplici forme e pratiche. Tra le anticipatrici di questo movimento c’è indubbiamente Annie Sprinkle, che da attrice porno diventa regista e performer con l’intento di smascherare il maschilismo della pornografia fino ad allora realizzata. A lei si deve l’inizio del Do it Yourself postporno. Iniziano a circolare lavori realizzati da donne per un pubblico femminile, si girano i primi “porno per donne”, e i video porno femministi come la più attuale raccolta di cortometraggi “Dirty Diaries” della svedese Mia Engberg o i film della regista Erika Lust. Progetti ancora legati al circuito commerciale ma che inseriscono comunque elementi di rottura all’interno dell’industria pornografica. Nascono laboratori di postporno creati da gruppi e collettivi queer o femministi, completamente autogestiti, dove alla riflessione teorica si affianca la pratica di produzione e sperimentazione di nuove forme di desiderio.

Il postporno non vuole togliere la rappresentazione della sessualità dalla scena pubblica, quindi dal piano politico, ma vuole intervenire per sovvertire e dare voce all’immaginario di tutti quei soggetti esclusi, marginalizzati, umiliati dalla pornografia maschilista funzionale al mercato e alla riproduzione della divisione binaria dei generi. Il postporno si rivolge alle persone e le sprona a smettere di subire i modelli sessuali imposti e diventare le proprie personali pornostar. La sua azione non è semplicemente dare voce (e gemiti) a chi non si considera il pubblico della pornografia mainstream, ma quella di inventare nuove forme condivise, collettive, visibili, aperte. Il postporno è il copyleft della sessualità che supera le barriere imposte dalla rappresentazione pornografica dominante e il consumo sessuale normalizzato. Il suo obiettivo è modificare la sensibilità e la produzione ormonale attraverso un movimento politico che costruisca in maniera liberata e partecipata ciò che è considerato privato e vergognoso. Perché ci piace? Perché scardina le dinamiche di genere, è insubordinazione, divertimento e desiderio. È la nostra rivoluzione sessuale.

lafra

Per approfondire l’argomento utilissima questa raccolta di link, bibliografia e video realizzata da Slavina.


Fonte: Femminismo a sud

Foto: google

giovedì 6 gennaio 2011

Haiti, allarme per le violenze sessuali Amnesty: "Stupri all'ordine del giorno"

Il rapporto dell'organizzazione umanitaria sugli abusi subiti dalle donne nelle tendopoli. "I casi sono quotidiani, la polizia non riesce a fare nulla contro le bande armate". La testimonianza di 50 vittime: "Viviamo nella paura, non c'è pace per noi"
di PASQUALE NOTARGIACOMO

ROMA - Violenze ormai quotidiane. Come le denunce che si susseguono con poca speranza di trovare i colpevoli. Non c'è pace per le donne di Haiti. A un anno di distanza dal terremoto che provocò 230mila morti e 300mila feriti, oltre un milione di persone vive ancora in condizioni precarie nelle tendopoli allestite nella capitale Port-au-Prince e nel sud dell'isola caraibica. L'epidemia di colera ancora in corso (con un bilancio vicino alle 3500 vittime) ha complicato ulteriormente una situazione già drammatica. L'emergenza però non finisce qui. La nuova piaga di Haiti ha i volti e le voci delle tante donne che nelle tendopoli hanno subito o rischiano di subire quotidianamente stupri e violenze sessuali. Le ha raccolte Amnesty International 1, in un rapporto pubblicato oggi. Sono loro stesse, le vittime degli abusi a raccontare le modalità e le circostanze delle aggressioni subite. Senza omettere dettagli che sicuramente vorrebbero dimenticare.

Violenze quotidiane. Secondo i dati del rapporto, nei primi 150 giorni successivi al terremoto furono segnalati oltre 250 casi di stupro. Un anno dopo, quasi ogni giorno l'ufficio di un gruppo locale di sostegno alle donne riceve persone che intendono denunciare una violenza. Ad aggredirle gruppi di uomini armati che si aggirano nei campi dopo il tramonto. Una situazione sempre più grave, come testimonia Gerardo Ducos, ricercatore di Amnesty International ad Haiti. "Le donne, che già
devono fare dolorosamente i conti per aver perso i loro cari, le case e i beni nel terremoto", spiega Ducos, "aggiungono a tutto questo l'ulteriore trauma di vivere sotto la costante minaccia di violenza sessuale".

Polizia impotente. Già prima di gennaio 2010, la diffusione degli abusi di questo tipo nell'isola era ampia, ma le condizioni determinate dal terremoto hanno aggravato la situazione. La fragile assistenza delle autorità è stata compromessa dalla distruzione di stazioni di polizia e tribunali. Mentre nelle tendopoli, le forze dell'ordine sono pressoché impotenti. La mancanza di sicurezza e di controlli fuori e dentro i campi, si legge nel rapporto, costituisce un fattore determinante per l'aumento delle aggressioni a sfondo sessuale. La risposta delle forze dell'ordine ai casi di stupro è giudicata inadeguata: molte sopravvissute hanno dichiarato di essersi sentire ripetere che la polizia non poteva fare niente. "Il già fragile sistema che garantiva il rispetto della legge e dell'ordine pubblico", racconta Ducos, è completamente collassato dopo il terremoto. Non c'è alcuna sicurezza per le donne e le ragazze nei campi: si sentono abbandonate e in balia degli attacchi. Le bande armate fanno ciò che vogliono, sapendo che sarà ben difficile fare i conti con la giustizia".

Parlano le vittime. Ciononostante oltre 50 sopravvissute hanno scelto di collaborare con Amnesty International, condividendo con l'organizzazione la loro esperienza. Come si legge nelle testimonianze, nulla riesce ad impietosire i loro aggressori. Machou ad esempio ha solo 14 anni, vive in una tendopoli a Carrefour Feuillles, a sud ovest di Port-au-Prince. E' stata stuprata a marzo, mentre usava un bagno: "Un ragazzo che mi aveva pedinato ha aperto la porta. Mi ha immobilizzata con le mani e ha fatto quello che voleva fare... Mi ha preso a pugni. Non sono andata alla polizia perché non conoscevo quel ragazzo, sarebbe stato inutile. Da allora mi sento sempre triste e temo che possa accadere ancora". Neanche la presenza dei due figli piccoli ha fermato gli stupratori di Suzie, che viveva in una tendopoli con i suoi bambini e un'amica, dopo aver perso nel terremoto i genitori, i fratelli e il marito. E' stata aggredita all'una di notte dell'8 maggio. Lei e l'amica sono state bendate e stuprate di fronte ai bambini da una banda di uomini che era entrata nel campo: "Dopo che hanno finito, non riuscivo a fare niente, non avevo la forza per nessuna reazione. Sarei dovuta andare all'ospedale, ma io non ci sono andata perché non avevo soldi. Non so neanche dove sia un luogo che si occupa di chi ha subìto violenza".

Incertezza costante. La paura e l'insicurezza sono sensazioni costanti della vita nelle tendopoli. "Nel nostro campo non possiamo mai vivere in pace", racconta Dina, un'altra delle sopravvissute, "c'è sempre il coprifuoco. Abbiamo paura. Possiamo essere violentate in qualsiasi momento". "La notte non possiamo riposare", spiega Guerline che nel terremoto ha perso il marito, "Banditi e stupratori non dormono mai. Mia sorella di 13 anni è stata violentata e quella stessa notte sono stata stuprata anche io. Non so dove andare, non ho nessun posto dove stare al sicuro". Un sentimento comune a tutte. Come documenta il lavoro delle due organizzazioni civili che si occupano delle vittime delle violenze (KOFAVIV 2 e FAVILEK 3). Il loro network è l'unico sostegno per le donne che vivono nei campi, con la polizia e le autorità impotenti. Una missione che purtroppo non sembra destinata a esaurirsi in tempi brevi. Con il ballottaggio per le presidenziali rinviato, notizia di ieri, a febbraio, e il colera che continua a mietere vittime, il futuro di Haiti è sempre più incerto.

(06 gennaio 2011)

Fonte: http://www.repubblica.it/solidarieta/emergenza/2011/01/06/news/rapporto_amnesty_su_haiti-10894353/?ref=HREC2-8

Litigio in strada?


Io direi: fortuna che ci sono i paparazzi!
Sembra strano vero? e pure, senza voler entrare nella dinamica di una coppia che, anche se famosa, non si conosce, questa foto di gossip sembra dire tante cose.


Questo è il link alla puntata di La vita in diretta in cui, a partire da questa fotografia, si giustifica la violenza sulle donne (oltre a fare tante altre cose pessime).

Fonte foto yahoo.

Violenza sessuale: minore aggredita da uomo nel vicentino

Caso denunciato a Carabinieri, bloccata mentre era in bicicletta


(ANSA) - VICENZA, 6 GEN - Una diciassettenne ha denunciato ai carabinieri di Vicenza di essere stata aggredita da uno sconosciuto che, dopo averla immobilizzata, ha tentato di violentarla.

La giovane, residente nel basso vicentino, ha riferito che mentre percorreva una via di un paese vicentino in sella a una bicicletta, e' stata avvicinata da uno sconosciuto travisato con cappuccio e sciarpa che l'ha aggredita. L'uomo e' poi fuggito davanti alla reazione della giovane. (ANSA).

Fonte: http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/veneto/2011/01/06/visualizza_new.html_1643876689.html

Stati Uniti, stuprata con un serpente vivo

Stuprata con un serpente vivo. E’ successo ad una donna del Wisconsin, negli Stati Uniti. Due uomini sono stati per questo arrestati con l’accusa di violenza sessuale.

La donna, 32 anni, era ad una festa in casa a Eau Claire, in Wisconsin. Un uomo, Damonta Jones, secondo il racconto della giovane, l’avrebbe invitata nella stanza da letto con la scusa di mostrarle le foto dei suoi bambini. Ma appena entrata nella camera sarebbe stata colpita alla testa e gettata a terra.

Secondo l’accusa, Jones poi l’avrebbe tenuta per terra mentre un secondo uomo, John Bullock, la stuprava. Dopo i due uomini l’avrebbe violentata anche con un serpente vivo.

La polizia del Wisconsin ha fatto sapere che nel momento in cui commetteva il reato Jones era già sotto il monitoraggio della polizia, e indossava un braccialetto con segnale GPS per due precedenti stupri.

Fonte: http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-mondo/usa-stupro-serpente-vivo-violenza-660718/

Uccide la figlia perché disabile: “Era un fardello troppo pesante”

L’episodio è accaduto in Francia: sotto accusa un padre: la bambina aveva numerosi handicap

Lo racconta Le Monde: un padre di famiglia è stato incriminato e incarcerato, mercoledì scorso, dopo la morte per soffocamento della figlia disabile di sei anni, avvenuta due giorni prima nella loro casa a Boulancourt, Seine-et-Marne. L’uomo è stato sottoposto a custodia cautelare, secondo la richiesta del Pm, con l’imputazione di omicidio di un minore sotto i 15 anni.

“UN FARDELLO TROPPO PESANTE” - Durante l’interrogatorio l’uomo ha ammesso di aver strangolato la sua unica figlia, che soffriva di “disabilità multiple” , tra cui quella dell’uso delle parole e una disabilità motoria che la costringeva a vivere su una sedia a rotelle. L’uomo ha detto agli investigatori che prendersi cura di lei era diventato “un onere troppo pesante” . Secondo una fonte vicina alle indagini, il padre, la cui moglie è depressa, ha anche riconosciuto che “cic stava già pensando” . La ragazza aveva “genitori affettuosi”, secondo la stessa fonte, e frequentava un istituto speciale per giovani disabili. I motivi precisi che lo ha portato al gestonon sono stati divulgati.


Fonte: http://www.giornalettismo.com/archives/108472/uccide-la-figlia-perche-disabile-era-un-fardello-troppo-pesante/

Sunshine Award

Con mia grande e imbarazzata sorpresa questo blog ha ricevuto un premio, il Sunshine Award, grazie a Mark!
Il gioco prevede che io scelga 12 blog da premiare, solo che io sono incapace di scegliere e soprattutto non vorrei disturbare persone molto impegnate a ricambiare con post e legamenti di catene.. così faccio che adesso scrivo una lista di dodici blog che ritengo meritevoli di attenzione (con giudizio praticamente da fan) e chi passa di qui ci clicca su e da' un'occhiatina, ma le proprietarie ed i proprietari di questi blog sono dispensati, se non vogliono, dal continuare la catena, dal seguire le regole del gioco che adesso però per obbligo e correttezza vi incollo qui:

Quando si riceve questo premio si deve...
  1. Ringraziare coloro che ci hanno premiato.
  2. Scrivere un post per il premio.
  3. Passarlo a 12 blog che riteniamo meritevoli.
  4. Inserire il link di ciascuno dei blog che abbiamo scelto.
  5. Dirlo ai premiati.


Occhei, questi sono dodici blog più uno che mi piacciono assai (in un mare magnum molto magnum con tutta la gelateria di gusti bloggheschi che mi piacciono assai) - li ho scelti in tema col tema di questo blog, sono in ordine casuale:

1) Vita da streghe;
2) Ladyradiolina;
3) Un'altra donna;
4) Donne della realtà;
5) Il corpo delle donne;
6) Un altro genere dei comunicazione;
7) Il sessismo nei linguaggi;
8) Femminismo a sud;
9) No alla violenza sulle donne;
10) Femminicidio;
11) Marginalia;
12) Diario di una femminista;
+ 1) Diritto all'epidurale.

La maggior parte di questi blog non ha assolutamente bisogno di pubblicità, ma ho voluto fare questa lista, che voglio definire "rosa" - cosa che fa giustamente storcere il naso a qualcun*, ma io mi chiedo costantemente se è giusto censurare un colore solo perchè ce l'hanno affibbiato dalla nascita e se rifiutarlo a priori non rappresenti comunque una forzatura - escludendo alcuni blog in tema che leggo ma di penna maschile, perchè così chi capita su questo post ha una piccola sitografia femminista, a voce femminile, che ritengo preziosissima. Facciamo rete!
Elena il tuo blog che è appena nato è come un augurio, vorrei leggere tanti blog di ragazze e giovani donne come noi (ma io mica tanto giovane) che si interrogano sul loro posto nel mondo e sul mondo. Come pure Consumabili.
Adesso dovrei andare a dire a queste persone che ho attribuito loro un premio, ma non lo posso fare, perchè sarò pure femminista, ma resto una persona timida!

Grazie Mark per questa occasione ^_^

lunedì 3 gennaio 2011

SEQUESTRATA DOPO IL VEGLIONE E STUPRATA TUTTA LA NOTTE


Buon Anno Nuovo

(AGI) - Frosinone, 2 gen. - Una notte da incubo quella vissuta da una 34enne di origine ucraina residente a San Giuseppe Vesuviano in provincia di Napoli, che mentre faceva ritorno da una festa e' stata sequestrata e violentata da due uomini che l'hanno poi abbandonata nell'autogrill di Castrocielo in provincia di Frosinone. L'incubo della poveretta ha avuto inizio poco dopo le due della scorsa notte, quando di ritorno da una festa a San Giuseppe Vesuviano, e' stata prelevata con forza da due uomini che per ore l'hanno sottoposta ad ogni sorta di abuso sessuale. Solo questa mattina, poco prima delle 7, la ragazza e' stata abbandonata nei pressi dell'area di servizio Casilina Est lungo la corsia nord dell'A1 dove e' stata soccorsa da alcuni passanti. Trasportata d'urgenza in ospedale a Cassino, e' stato accertato lo stupro. Sulla vicenda indagano ora gli agenti della sottosezione A1 di Cassino e il magistrato della procura della Repubblica. La vittima e' stata anche rapinata della borsetta contenente tutti i suoi effetti personali.

Fonte: http://www.agi.it/cronaca/notizie/201101021522-cro-rt10042-sequestrata_dopo_il_veglione_e_stuprata_tutta_la_notte



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