venerdì 14 novembre 2008

Molestie tra allievi prof in tribunale

Saranno processati per violenza sessuale
MONICA CERAVOLO
PALERMO
Gli insegnanti di una scuola media di Palermo sono accusati di violenza sessuale per non avere impedito che un'alunna venisse palpeggiata da un compagno. I 4 professori della Lambruschini, istituto di una zona popolare della città, sono stati rinviati a giudizio perché ritenuti colpevoli di omissione: hanno consentito, col loro silenzio, che il reato si consumasse. Nulla, invece, viene contestato all'autore delle molestie che nel 2006, epoca dei fatti, aveva 12 anni e non poteva essere incriminato.

Le violenze si sono consumate tra le classi e i corridoi della scuola frequentata dalla tredicenne e dal suo persecutore, un ragazzino di prima media. Per mesi l'adolescente è stata avvicinata e palpeggiata dal compagno in un crescendo di approcci culminati nella simulazione di un atto sessuale dentro il bagno delle ragazze, dove il dodicenne aveva seguito la compagna. L'accusa nei confronti degli insegnanti è stata formulata dal pm Maurizio Agnello, su richiesta del gip che ha imposto l'imputazione coatta. Il pm, infatti, in un primo momento aveva chiesto l'archiviazione.

La vicenda inizia quando la ragazzina ritorna a casa con una nota sul diario, scritta da un professore all'indirizzo dei genitori: «Alla luce di quanto accaduto oggi, ossia i numerosi tentativi di palpeggiamento cui sua figlia è fatta oggetto, suggerirei di controllare l'abbigliamento. A tale proposito esiste una direttiva ben precisa della preside a cui occorre attenersi». La nota è scritta nello stesso giorno in cui la tredicenne viene molestata in bagno e, per risposta, prende a pugni il compagno. Invece di prendere provvedimenti nei confronti del molestatore, è la vittima a essere richiamata.

Il padre, sconvolto dal contenuto della nota, risponde con una querela. Altro paradosso: la preside e un'insegnante controquerelano l’uomo che finisce indagato per calunnia e diffamazione.

Il fascicolo arriva così, una prima volta, in procura sul tavolo del pm Agnello, che spedisce le carte al tribunale per minorenni per verificare le accuse di molestie. Il tribunale liquida la faccenda specificando che il presunto autore degli atti sessuali ha meno di 14 anni e quindi non è imputabile. Ma il caso non si chiude lì. Il gip Pasqua Seminara, alla quale è affidato il giudizio, chiede di approfondire il caso. Viene fissato l'incidente probatorio nel corso del quale sono sentiti numerosi alunni della Lambruschini. Gli episodi di molestie sono confermati dalle compagne. Il diario della ragazzina è pieno di descrizioni e commenti sugli episodi.

Emerge una situazione, all'interno della scuola, contraddistinta da gravi problemi disciplinari: gli alunni, anche durante le ore di lezione, vanno e vengono dalle classi, entrano nelle aule di altri compagni, s’infilano nei bagni e girano per i corridoi. I docenti confermano.

Il pm chiede nuovamente l'archiviazione del caso. Nelle 16 pagine che accompagnano la richiesta sottolinea la mancanza di dolo da parte dei docenti, inconsapevoli delle molestie. Il gip impone il rinvio a giudizio per i 4 insegnanti, quelli indicati come i più «distratti», coloro che – stando alle testimonianze dell'incidente probatorio – non avrebbero fatto granché per imporre l'ordine nelle classi, lasciando spazio all'anarchia. Nei loro confronti un'accusa pesante: violenza sessuale in forma di omissione. Il pm ha annunciato che riformulerà la richiesta di archiviazione. Il padre della vittima, prosciolto dalla calunnia, sarà parte civile.

LaStampa

domenica 9 novembre 2008

Orrore in una "clinica" nigeriana Scoperta la "fabbrica dei bambini"

In una clinica per maternità ragazze schiave e violentate
costrette a portare avanti la gravidanza e cedere il nenonato

ENUGU (Nigeria) - Nati per essere venduti. In Nigeria è stata scoperta una "fabbrica di bambini". Per tutti era una clinica per maternità, in realtà quello che si faceva all'interno, soprattutto di notte, era organizzare un traffico di neonati strappati al madri costrette con la forza alla gravidanza e messi sul mercato.

Questo ha scoperto la polizia quando ha fatto irruzione nell'edificio di due piani di Enugu, nell'est del Paese. Quando gli agenti sono entrati hanno liberato una ventina di donne. Stando alla ricostruzione fornita dalle organizzazioni umanitarie di quella che è stata definita la più vasta operazione di polizia contro una rete di trafficanti di bambini, il medico responsabile della clinica di attirava giovani donne che portavano avanti gravidanze non volute, proponendo loro di aiutarle ad abortire.

Le adolescenti venivano invece rinchiuse fino al giorno del parto, quindi costrette a separarsi dal proprio bambino in cambio di circa 20 mila naira (135 euro).
I bambini veniva poi venduti, generalmente a nigeriani, per una cifra che oscilla tra i 300 e i 450 mila Naira (2.000-3.000 euro).

"Appena entrata, mi hanno fatto un'iniezione e sono svenuta - ha raccontato alla France Presse una delle donne liberate - quando ho ripreso conoscenza, mi sono resa conto che era stata violentata". La ragazza, 18 anni, è stata quindi rinchiusa con le altre donne. Il medico l'ha violentata di nuovo il giorno dopo, una settimana prima dell'intervento della polizia. Secondo la polizia, il medico "invitava" anche altri uomini "per ingravidare le ragazze".

Secondo le organizzazioni locali che si battono contro il traffico di essere umani, le fabbriche di bambini non sono rare in Nigeria, il paese che conta il più alto numero di abitanti del continente africano, 140 milioni. E anche se non esistono dati precisi sul numero di neonati destinati ogni anno alla vendita, gli attivisti sostengono che si tratta di un'attività molto diffusa, gestita da organizzazioni molto strutturate. "Pensiamo siano più grandi di quanto sappiamo", dice Ijeoma Okoronkwo, direttore regionale dell'agenzia nazionale per il bando del traffico di esseri umani. Secondo l'Unicef, sono almeno dieci i bambini che vengono venduti ogni giorno in Nigeria per usarli come manodopera, per farli prostituire o semplicemente per la cultura della sterilità come maledizione che ancora permea molti strati della popolazione del Paese.

Le strutture simili alla clinica di Enugu scoperte finora nel paese sono almeno una decina. "Tutto questo esiste da tempo, ma noi ne siamo al corrente solo dal dicembre 2006, quando un'ong ha lanciato l'allarme e ci ha segnalato che i bambini venivano venduti e che vi erano coinvolti gli ospedali", ha aggiunto.

In alcuni casi, giovani donne molto povere ricorrono di propria volontà a questa pratica per avere denaro. Nella clinica di Enugu, "abbiamo trovato quattro donne che erano lì da tre anni, per fare figli", ha detto il responsabile locale per la sicurezza, Desmond Agu.

Fonte: repubblica.it

Labaro, tenta stupro nel parco i passanti reagiscono: arrestato

Repubblica — 04 novembre 2008 pagina 1 sezione: ROMA
Ha tentato di stuprare una ragazza cecoslovacca di 25 anni nel parco "Collidoro" di Labaro. Una scena selvaggia, sotto gli occhi di numerosi passanti. Il maniaco, un russo di 25 anni, completamente ubriaco, è stato arrestato dagli agenti del commissariato Flaminio. La giovane donna, accompagnata in ospedale, ne avrà per 22 giorni. «Abbiamo sentito urlare e ci siamo avvicinate - raccontano due giovani testimoni - c' era una ragazza col viso segnato dalle percosse che cercava di difendersi da un uomo. Lui la picchiava selvaggiamente e un amico della vittima, anche lui straniero, tentava di mettersi in mezzo ma è stato picchiato a sua volta. Qualche macchina si è fermata, i conducenti sono scesi e si sono scagliati sull' uomo mentre chiamavamo il 113. Poi, dopo una ventina di minuti, è arrivata una volante e quell' uomo è stato arrestato». - MASSIMO LUGLI

Fonte: repubblica.it

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