lunedì 29 ottobre 2012

Contro l'AIDS con la testa e con il cuore

Un cuore per LILA
Fare sesso ci piace, fare l'amore è bello, l'intimità ci dà gioia, ma può trasformarsi in un incubo se non usiamo PRIMA la testa. Restare in salute è fondamentale per continuare a godere pienamente della vita!

Come si resta in salute?

Usando i preservativi.

A oggi sono l'unico mezzo che abbiamo per avere rapporti sessuali protetti, sia dalle malattie che dalle gravidanze (non l'unico per le gravidanze, ma forse il migliore).

Non vi fate convicere ad avere rapporti senza preservativi, perché passare il resto della propria vita ammalati/ammalate è una merda.

Nello spot che passa in tv Chiara racconta  la sua storia, è una storia vera e già da studentessa ne parlò facendosi chiamare Sofia, per non essere scoperta dai propri genitori.

Non c'è solo l'AIDS, ci sono anche altre malattie che si trasmettono con i rapporti sessuali.
Per rapporto sessuale si intendono tutti i contatti genitali - cioè quelli in cui entrano in contatto il pene e la vagina, o due peni o due vagine , e pure pene-ano - e pure tutti i contatti oro-genitali - cioè pene-bocca, vagina-bocca, ano-bocca.

Dice LILA: "Un terzo circa delle nuove infezioni da Hiv che si registrano ogni anno in Italia riguarda le donne. Delle dodici persone, una ogni due ore, che diventano sieropositive ogni giorno (la stima nazionale è di oltre 4mila nuove infezioni l'anno) quattro sono donne. Le donne non si informano, non sono informate, credono che l'Hiv non le riguardi. Perciò la Lila ha pensato al Progetto Donna e a questa campagna sms solidale. Storie come quella Chiara, raccontata nel nostro spot, non ci devono sorprendere."

Questa è la campagna che LILA sta facendo rivolta, in questo momento, in altri anche per gli uomini, alle donne: http://www.lila.it/it/ si chiama “Un Cuore per LILA“, la Lega Italiana Lotta contro l’Aids dura fino al 3 novembre. Raccoglie fondi per il Progetto “DONNA – Prevenzione al femminile”.

Ma se una donna non ci riflette su, può essere benissimo un uomo a farlo.

Non conta niente che non siano gli uomini a restare incinti quando non si usano i preservativi, maschi e femmine si ammalano allo stesso modo. La natura, Dio o la Dea, chi volete voi, ci ha fatto perfettamente uguali.

Usare i preservativi è un gesto di rispetto verso voi stessi e voi stesse, poi anche d'amore.

Non vedo campagne sui preservativi in televisione. Nessun adolescente viene informato o informata su come evitare di ammalarsi (e restare incinta).

Fatevi furbe e fatevi furbi usate i preservativi
.

domenica 28 ottobre 2012

Il problema non sono le tette

Tette, seni, mammelle, zinne, zizze, menne o come le chiamate voi? Non sono loro il problema dello spot della campagna Por Amor a Las Tetas di Lowe Porta, che invita gli uomini a suggerire alle compagne di fare prevenzione per il cancro al seno, attraverso periodiche mammografie.
Le sise o poppe sono parte del nostro corpo (raramente il cancro alla mammella colpisce pure il genere maschile). Noi ci abbiamo fatto la campagna una tetta per la vita per esempio, ed esiste pure un gruppo di discussione nato dal workshop desiderio, sessualità, politica del Feminist Blog Camp di Livorno che si chiama tettapower.
Lo spot non è sessista perché fa vedere i seni, il taglio esclusivo su quella parte del corpo non è pornografico, in fondo è una campagna sul cancro al seno e, anche se non racconta di tutte le tette del mondo, ma solo di un tipo, tondo, alto e sodo, il seno non è fuori luogo. Quello spot è sessista per la frase “Si tanto nos gustan, deberiamos cuidarlas” che tradotto all’italiano sarebbe “Se tanto ci piacciono, dovremmo prendercene cura”.
La domanda quindi è: se non piacciono agli uomini allora non si curano? Col cancro si può morire, senza un seno si sopravvive, certo si sta male, è traumatico, ma tra perdere un seno e morire?
Se l’intento era quello di spingere chi ci ama (ma solo gli uomini amano le donne?) a sensibilizzarci, paradossalmente la campagna potrebbe suggerire che se rischi di perdere un seno, quindi di non piacere, è meglio morire! E’ quella la parte sbagliata, non le tette. E’ uno spot calibrato sul sessismo dei sessisti.
Il motivo per cui tutti sembrano essere concentrati sui seni a me appare molto chiaro: questo è un paese sessuofobico, è facile che l’ago si sposti sul moralismo, reale o solo di facciata (molto furbo e sensazionalistico), se non lo fosse, invece di guardare al dito si sarebbe vista la luna.

Da fas


mercoledì 24 ottobre 2012

Sproloquiare sulle gravidanza dopo uno stupro: gaffe o strategia?


Se durante l’estate il senatore repubblicano Todd Akin aveva elaborato la sua teoria sullo ‘stupro legittimo’, secondo la quale: se resti incinta dopo uno stupro, non è vero stupro, perché se lo fosse, il tuo apparato riproduttivo si ‘chiuderebbe’ impedendo il concepimento – fatti un giro in una zona di guerra e poi ne riparliamo.
Adesso è un altro senatore del Tea Party, Richard Mourdock, a suggerire che una gravidanza dopo lo stupro è “volere di dio”. In pratica c’è un dio ‘fluido seminale’ che ha bisogno di torturare le donne per farle restare incinte. Torturare però non è il termine adatto, dato che se resti incinta non c’è stupro, ed è quella che si chiama la quadratura del cerchio.
Lo stupro non esiste e l’aborto non è concesso.
Oops – poi dicono – non intendevamo questo!
Inorridiamo ovviamente di fronte a queste dichiarazioni degne del@ più becer@ misogin@ e di Justin Bieber*, ma, dopo di ciò, ragioniamo. A me sorge il dubbio che non si tratti di cervelli completamente bacati, intendo quelli dei senatori. No, dato che manca veramente poco alle elezioni, l’occasione può servire al candidato repubblicano Mitt Romney (contrario all’aborto eccetto nei casi di stupro o incesto) per farsi bello con una parte di elettorato femminile, prendendo le distanze dal visionario Mourdock, e dall’altra di strizzare l’occhio all’ultimo momento, all’ultimo dei fanatici indeciso sul voto.
Insomma a me sembrerebbe una strategia che dà un colpo al cerchio e uno alla botte, e che, pur di riaccendere il dibattito sulla questione aborto e racimolare consensi, sacrifica senza remore teste e reputazioni.
D’altra parte stupro e aborto vengono utilizzati per orientare l’elettorato anche qui in Italia, il primo reclamando campagne securitarie e razziste, il secondo guerreggiando sulla nostra salute e coscienza, senza lasciare intentata nessuna strada, nemmeno quella della violazione della privacy (con le ispezioni negli ospedali e pubblicazione di nome e cognome delle protagoniste di aborti legalissimi, spacciati per illegali) o quella degli interventi speciali, per pratiche già consolidate, come il seppellimento dei feti nei cimiteri su richiesta delle famiglie.
 *Dichiarazione rilasciata a Rolling Stone: “Non credo nell’aborto”. Anche nel caso di stupro? “Uhm, penso che sia molto triste, ma tutto capita per una ragione. Non sono mai stato in questa posizione quindi non posso giudicare” (qui).
La Danae di Klimt è un felice suggerimento di Feminoska!

Da fas

mercoledì 10 ottobre 2012

Abortire tra gli obiettori presentazione alla libreria Treves di Napoli


L'11 ottobre 2012 alle 18,00 presso la Libreria Treves Piazza di piazza del Plebiscito, 12
verrà presentato il libro ABORTIRE TRA GLI OBIETTORI di Laura Fiore, ed. Tempesta.

Dal sito della casa editrice:
"Un tema difficile quello dell’aborto, un tema che coinvolge le coscienze delle persone. Una scelta, checché ne dicano gli oppositori, che coinvolge e sconvolge profondamente ogni singola donna “costretta” a questa scelta. Sì, costretta: per motivi economici, di salute di lei o del bambino, per una violenza subita oppure non è pronta in quel momento a essere genitore, a dare tutto quello di cui un figlio ha bisogno... Un percorso così difficile, tormentato e doloroso che la donna percorrendolo necessita e ha diritto solamente a essere aiutata, accudita, sostenuta, consolata e curata. Le convinzioni personali devono restare fuori per quello che sono, personali appunto. Come dice il Ginecologo e membro del Comitato Nazionale per la Bioetica Carlo Flamigni, in un’intervista “non si può costringere un medico a praticare aborti (se il suo credo non lo permette), ma costringerlo a cambiare mestiere sì, nessuno troverebbe normale che ci fosse un Testimone di Geova a fare trasfusioni...”
Laura Fiore 

nata a Napoli il 19 marzo 1969, dove vive . Studi artistici, di professione pittrice decoratrice (per non dire casalinga disoccupata seppur impegnata nel volontariato per le donne, ma non solo). Moglie da dieci anni e madre da otto, mancata madre della secondogenita da quasi quattro. Politicamente a sinistra, femminista, religiosamente agnostica e assolutamente anticlericale nelle proprie scelte personali (matrimonio civile, niente Prima Comunione né per se né per sua figlia, esonerata dalla religione cattolica a scuola fin da quella dell’infanzia).   "

Lo presentano

Elena Coccia
Vice Presidente del Consiglio Comunale di Napoli

Giuseppina Tommasielli
Assessora alle pari opportunità

Elisabetta Wurburger
Associazione 31 Ottobre

Rosanna Flacco
Ass. Exit-Italia

Modera
Giancarlo Nobile Coordinatore della Consulta napoletana per la laicità delle
Istituzioni

Sarà presente l’autrice

Componenti della Consulta napoletana per la laicità delle Istituzioni
Comitato Piero Gobetti, Cellula Coscioni Napoli, Comitato Provinciale Arcigay Antinoo, Ass. Radicali Napoli ‘Ernesto Rossi’, Ass. Exit Italia sez. Campania, Ass. Libera Uscita Napoli, Associazione Rosso Democratico, Ass. 31 Ottobre per una scuola laica e pluralista, Giuristi Democratici di Napoli.

CONSULTA NAPOLETANA PER LA LAICITA' DELLE ISTITUZIONI
Via Belsito, 41 89123 Napoli napolilaica@gmail.com

Il 18 ottobre all'Aquila - ci riguarda tutte!

CI RIGUARDA TUTTE
Il 12 febbraio 2012, in una discoteca di Pizzoli (L’Aquila), una giovane donna di 20 anni è stata stuprata e ridotta in fin di vita.
Accusato di questa aggressione e tentato omicidio è Francesco Tuccia, un militare in servizio all’Aquila per l’operazione  “Aquila sicura” partita dopo il terremoto.
La ragazza è stata ridotta in fin di vita e le sono state procurate lesioni gravissime e permanenti.
Il 18 ottobre all’Aquila si terrà la prima udienza del processo.
Quel giorno GIOVEDI’ 18 OTTOBRE alle ore 08.30 noi tutte saremo lì sotto il Tribunale de L’Aquila  a dire che:
CI RIGUARDA TUTTE
l’efferatezza e la viltà degli uomini che in una notte di febbraio hanno massacrato il corpo e la vita di una donna lasciata sul selciato a morire.
CI RIGUARDA TUTTE
il massacro del corpo e dei desideri di ogni donna, di ogni età condizione e luogo, che viene disprezzata, usata, maltrattata, percossa, uccisa, stuprata.
CI RIGUARDA TUTTE
l’uso che si fa dei nostri corpi in nome di una sicurezza che non ci tutela ma, anzi, ci usa per emettere leggi razziste e repressive.
Non ci stancheremo mai di dire che la violenza di certi uomini sulle donne non dipende dalla nazionalità/cultura/religione, né dalla classe sociale di appartenenza.
CI RIGUARDA TUTTE
perché non vogliamo più doverci difendere da padri, fidanzati, amici, vicini di casa, datori di lavoro, fratelli, zii, medici, maestri, militari….
Saremo lì in tante ad affermare la voglia e il diritto di autodeterminare le nostre vite.
GIOVEDI’ 18 OTTOBRE
presidio di donne
Ore 8:30 Tribunale de L’Aquila
Via dell’Industria snc, Nucleo Industriale di Bazzano
ss17
Centro Antiviolenza per le Donne – L’Aquila e Martedì Autogestito da Femministe e Lesbiche di Roma
Martedì Autogestito da Femministe e Lesbiche
tutti i martedì dalle 17.oo alle 23.oo su Radio Onda Rossa (87.9 fm)
via FAS 

giovedì 4 ottobre 2012

#Save194 e #Apply194 al II Feminist Blog Camp


ManInfesti del Mpv a Livorno

Il workshop ‘Save194 e Apply194’ di venerdì 28, è stato più un’assemblea autogestita che un ‘seminario’ frontale, questo sviluppo ha favorito decisamente lo scambio di esperienze tra collettivi e singole, provenienti da diverse regioni d’Italia, ed è servito a tutt* per chiarire, definitivamente, che l’attacco alla legge 194 è totale, ed è portato avanti attraverso l’introduzione dei Movimenti per la vita (di chi?) nelle strutture di cura della salute femminile, attraverso strumenti quali leggi e regolamenti speciali. Un attacco nazionale declinato a livello locale attraverso approcci più o meno ‘morbidi’, che generano comunque in tutti i luoghi il risultato di bloccare l’accesso all’intervento di i.v.g., sia attraverso l’assenza di medici e personale che operino praticamente sia attraverso lunghe liste di attesa, con grave danno per la salute delle donne e delle famiglie, per le quali l’aborto è sempre una necessità.
Ricordando a tutt* che la salute non è da intendersi unicamente con l’assenza di una malattia, ma con il benessere complessivo della persona, registriamo che il benessere complessivo della donna non è evidentemente preoccupazione del Servizio Sanitario Nazionale, che non lo è certamente di quelle associazioni e persone che hanno come loro unica finalità impedire nell’immediato l’aborto, attraverso pratiche dissuasorie, terroristiche e violente, che non lo è certamente di nessuna parte politica.
Il ricorso all’aborto clandestino, che in alcune realtà, come quella campana, non è mai cessato del tutto, nel prossimo futuro diverrà anche per le donne italiane, come lo è già per molte donne immigrate, una scelta obbligata.
L’aborto non è l’unico punto problematico, come hanno riferito altre compagne e come ben sappiamo, il primo problema per le donne, di tutte le età, che attraversano e abitano il territorio italiano è l’accesso alla contraccezione di emergenza: pillola del giorno dopo e pillola dei cinque giorni dopo. Entrambe criminalizzate e oggetto di costante disinformazione, da parte di quegli stessi soggetti che impediscono l’accesso all’intervento di i.v.g., adducendo pretestuose obiezioni ideologiche.
Attraverso diverse testimonianze siamo venute a conoscenza del fatto che il prezzo della contraccezione di emergenza può variare dall’assoluta gratuicità ai trentaquattro euro, escluso il pagamento del tiket, il cui costo varia ulteriormente da regione a regione.
La disinformazione sulla contraccezione, anche non di emergenza, è favorita dalla difficoltà, se non dall’impossibilità, di realizzare corsi di educazione alla salute sessuale, che veicolino informazioni chiare e precise su come evitare gravidanze indesiderate e come evitare di contrarre malattie sessualmente trasmissibili e no.
Il quadro complessivo è quello di un blocco totale finalizzato al respingimento di ogni autonomia riproduttiva e di ogni libertà sessuale delle donne italiane e non italiane, agendo una violenza di genere, di razza e di classe.
Il progetto di una rete che operi a livello nazionale, già in parte testata durante la campagna Save194 e Apply194, favorite dal monitoraggio del progetto Obiezione respinta, rete che informi e contrasti in modo diffuso le politiche fasciste di cui siamo oggetto, sembra essere per tutte la strada migliore da percorrere. Tenendo presente che ogni territorio è diverso, ma che la lotta è comune.

Da fas

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