Tette, seni, mammelle, zinne, zizze, menne o come le chiamate voi? Non sono loro il problema dello spot della campagna Por Amor a Las Tetas
di Lowe Porta, che invita gli uomini a suggerire alle compagne di fare
prevenzione per il cancro al seno, attraverso periodiche mammografie.
Le sise o poppe sono parte del nostro
corpo (raramente il cancro alla mammella colpisce pure il genere
maschile). Noi ci abbiamo fatto la campagna una tetta per la vita per esempio, ed esiste pure un gruppo di discussione nato dal workshop desiderio, sessualità, politica del Feminist Blog Camp di Livorno che si chiama tettapower.
Lo spot non è sessista perché fa vedere i
seni, il taglio esclusivo su quella parte del corpo non è pornografico,
in fondo è una campagna sul cancro al seno e, anche se non racconta di
tutte le tette del mondo, ma solo di un tipo, tondo, alto e sodo, il
seno non è fuori luogo. Quello spot è sessista per la frase “Si tanto
nos gustan, deberiamos cuidarlas” che tradotto all’italiano sarebbe “Se
tanto ci piacciono, dovremmo prendercene cura”.
La domanda quindi è: se non piacciono agli uomini allora non si curano? Col cancro si può morire, senza un seno si sopravvive, certo si sta male, è traumatico, ma tra perdere un seno e morire?
Se l’intento era quello di spingere chi ci ama (ma solo gli uomini amano le donne?) a sensibilizzarci, paradossalmente la campagna potrebbe suggerire che se rischi di perdere un seno, quindi di non piacere, è meglio morire! E’ quella la parte sbagliata, non le tette. E’ uno spot calibrato sul sessismo dei sessisti.
Il motivo per cui tutti sembrano essere concentrati sui seni a me appare molto chiaro: questo è un paese sessuofobico, è facile che l’ago si sposti sul moralismo, reale o solo di facciata (molto furbo e sensazionalistico), se non lo fosse, invece di guardare al dito si sarebbe vista la luna.
La domanda quindi è: se non piacciono agli uomini allora non si curano? Col cancro si può morire, senza un seno si sopravvive, certo si sta male, è traumatico, ma tra perdere un seno e morire?
Se l’intento era quello di spingere chi ci ama (ma solo gli uomini amano le donne?) a sensibilizzarci, paradossalmente la campagna potrebbe suggerire che se rischi di perdere un seno, quindi di non piacere, è meglio morire! E’ quella la parte sbagliata, non le tette. E’ uno spot calibrato sul sessismo dei sessisti.
Il motivo per cui tutti sembrano essere concentrati sui seni a me appare molto chiaro: questo è un paese sessuofobico, è facile che l’ago si sposti sul moralismo, reale o solo di facciata (molto furbo e sensazionalistico), se non lo fosse, invece di guardare al dito si sarebbe vista la luna.
Da fas
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