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venerdì 16 dicembre 2011

"Padri separati uniti contro le donne: boom di falsi siti, è allarme". La denuncia

Fonte: affaritaliani
Venerdì, 16 dicembre 2011 - 12:06:54

Gentile redazione,
faccio seguito all'articolo "Padri separati/Tre milioni sotto la soglia della povertà" (http://affaritaliani.libero.it/cronache/padri-separati111211.html?refresh_ce).
La pur buona pellicola televisiva di Rai Uno sulla vicenda del "padre separato" non vi induca nell'errore: Caritas ospita prevalentemente "genitori separati dai figli" tra gli extracomunitari o i comunitari soli in Italia per lavoro, quelli di fatto che si sottraggono al racket dell'impiego delle manovalanze in nero, ridotti in stato di povertà. I poveri "padri" sono così effettivamente separati dalle famiglie dai molti chilometri, che li separano fisicamente dal proprio paese di origine. Gli italiani hanno una incidenza minima, a Roma sono praticamente sconosciuti, mentre a Milano ce ne solo 5 o 6 in tutto tra i documentati che frequentino le "mense della carità".
Ciò è confermato inoltre dal dato fornito dalla ricerca Istat di recentissima pubblicazione, dedicata alle "condizioni di vita delle persone separate, divorziate e coniugate dopo un divorzio", che rileva come siano le donne a subire una involuzione economica personale e familiare dalla fine di un matrimonio. Altresì dal vostro articolo è scomparso completamente il contenuto del rapporto Eurispes 2011 sulla "condizione dell'Infanzia e dell'Adolescenza", cioè i figli, ad integrale favore di questi padri "certamente adulti" e interessati.

La mistificazione del dato della Caritas è manifattura di un pool di associazioni e di spregiudicati studi legali, interessati ad un obiettivo differenziato solo dall'oggetto statutario molto diverso da quello apparente e che non ha nulla di sociale. Le associazioni dei cd "padri separati" chiedono benefici per se stessi, gli avvocati mirano all'introduzione di una "mediaconciliazione familiare" obbligatoria che, come l'altra ormai in vigore, avrebbe come effetto immediato di far crescere a dismisura i costi di una separazione o di un divorzio per l'introduzione di altre professionalità da retribuire.  

L'intero comparto associativo, invece, è coautore della campagna per l'introduzione della "sindrome di alienazione genitoriale", la P.A.S. (Parental Alienation Syndrome), con il ddl 957 - gemello "cattivo" del ddl 2454 citato dal vostro articolo - per la modifica della L. 54/2006 sull'affidamento condiviso, che ha la presunzione di inserire l'accertamento obbligatorio dell'esistenza di una presunta malattia psichiatrica, per altro priva di alcun avallo medico dalla comunità scientifica internazionale e non inclusa nel DMS IV (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, la cd bibbia della psichiatria) direttamente nel nostro ordinamento giudiziario.

E' utile ribadire che l'introduzione di un pregiudizio a carattere medico psichiatrico nel nostro ordinamento giudiziario subirebbe un primissimo stop in Aula con la pregiudiziale di costituzionalità, ma anche qualora fosse votata con la fiducia o a colpi di maggioranza perirebbe miseramente di fronte alla Suprema Corte Costituzionale alla prima occasione. La presunta malattia, infatti, è tale fornire uno strumento paramedico giudiziario per definire "alienato" il minore e quindi renderne inefficace la "deposizione in Tribunale". L'effetto dell'introduzione di una presunta malattia nel nostro ordinamento imporrebbe una riduzione immediata del Diritto del Minore, alla stregua di dichiarare inabili alla testimonianza tutti coloro affetti dalla sindrome di Down di ogni ordine e grado (e ve ne sono anche di laureati).

Non è un caso che la PAS sia stata usata con una distruttiva efficacia nei Tribunali americani solo per casi di violenza o abuso di minore nelle dispute di affidamento tra i genitori. Richard Gardner autore della teoria, psichiatra forense tossicodipendente ammalatosi di distrofia simpatica riflessa e morto suicida autoinferendosi numerose coltellate al petto e al collo con una mannaia da macellaio, ebbe dalla esperimentazione solo giudiziaria anche il ritorno di alcuni suicidi tra le vittime strappate al genitore protettivo e collocate dal giudice presso il genitore violento o abusante. Fortunatamente molti dei casi trattati da Gardner furono rivisitati durante lo scandalo e sanate situazioni di inenarrabile violenza ai danni di bambini e bambine. Coloro che negli states sono stati bambini vittime di Gardner oggi sono divenuti associazioni, che combattono strenuamente l'applicazione giudiziaria della teoria criminogena ai casi di pedofilia o di violenza familiare.

Allego le bozze del Rapporto Caritas pubblicato nel 2011 e i link per rivedere l'Indagine Istat sulle "nuove povertà" che conclama la povertà delle "Donne" giovani e con figli, nonché le relazioni redatte ai fini dell'Audizione presso la Commissione Giustizia al Senato sui due ddl scritte dall'Avv. Girolamo Andrea Coffari, presidente del Movimento per l'Infanzia, e dal Dott. Andrea Mazzeo, psichiatra e dirigente medico della Asl di Lecce.

Concludo con il ribadire mestamente che in tempi di grave crisi, quale quello verso il quale si avvia il Paese, la partecipazione mediatica ad una campagna che apre ufficialmente le ostilità tra i "generi" maschile e femminile può, a livello sociale, produrre gravi danni per la popolazione. Istat infatti rileva che il 75% dei genitori maschi non è in regola con il pagamento dell'assegno vitalizio per i figli e, considerando l'ampiezza del dato nazionale prodotto da Istat, è bene sospettare che si celi ben altro oltre alla povertà. Sussiste inoltre il rischio che da questa impietosa campagna nasca inoltre una nuova "affittopoli" di partito.
Pagine come questa che vi mostro sono esclusivo appannaggio mediatico delle organizzazioni descritte sopra e non rappresentano certo l'immagine di una Italia onesta e impegnata a risollevarsi dalla crisi, informo inoltre che i contenuti diffusi dalla pagina sono riprodotti da ben oltre 500 pagine facebook di poco differenti  e un centinaio di siti web commissionati dalle Associazioni e dagli studi legali ad una società di marketing e web hosting fiorentina, la Geobox.IT Srl, il cui titolare è sotto processo il Tribunale di Firenze per gravi maltrattamenti familiari (il reato è stato determinato per effetto di una sentenza della Suprema Corte di Cassazione, a disposizione se occorre).

Inoltre, cosa gravissima fin in violazione della legge e contro la deontologia professionale di avvocati e medici cui è vietata la pubblicità, tutti i professionisti legati al circuito sono di fatto "pubblicizzati" da queste pagine e con ricca esposizione di indirizzi e altri recapiti.


Loredana Morandi, presidente associazione Argon - Rete di artisti contro le guerre, e responsabile della comunicazione del Movimento per l'Infanzia


I link dell’associazione Argon - Rete di artisti contro le guerre

I link del Movimento per l'Infanzia

Il blog per i comunicati alla stampa:

venerdì 20 maggio 2011

Aggredisce con la mannaia moglie e figlia di sei anni

Scene di terrore nell'appartamento a Staglieno. La donna e la bambina liberate da una pattuglia della polizia. Arrestato per maltrattamenti in famiglia il marito

Come Jack Nicholson in "Shining". Da padre e compagno di vita, si trasforma in un potenziale carnefice in preda ad una furia sconsiderata provocata dalle allucinazioni. Con un'ascia sfonda la porta della camera in cui la moglie e la figlioletta si sono barricate. "Ti faccio a pezzi", "Ti uccido". L'attore, che nel film di Stanley Kubrick interpreta il ruolo di Jack Torrance, scrittore fallito, alcolizzato, che accetta un lavoro come guardiano in un enorme hotel in Colorado, nelle scene finali si perde nel labirinto di siepi dei giardini e muore assiderato. In questa storia, il protagonista viene bloccato dalla polizia con un intervento finale al cardiopalma: due agenti liberano gli ostaggi, pistole in pugno fanno irruzione nell'appartamento del terrore di salita alla chiesa di Staglieno e lo disarmano.

E' accaduto lunedì poco prima di mezzanotte. L’uomo, disoccupato, aveva già picchiato la donna, mentre la piccola, di sei anni, piangeva e urlava disperatamente. Ma non soddisfatto, spinto da una crisi di nervi, ha afferrato una mannaia e una pistola inseguendo madre e figlia per la casa. La donna è riuscita a prendere la figlioletta e a chiudersi in una stanza, cercando aiuto attraverso la finestra. Un vicino di casa ha dato l’allarme: gli agenti, hanno indossato giubbotti anti-proiettili e protezioni. Sono arrivati mentre l’uomo stava cercando di entrare nella stanza dove si trovavano le due vittime.

I poliziotti sono riusciti a metterle in salvo tagliando una recinzione e facendole facendole passare dalla finestra. A quel punto sono entrati in casa e mentre un agente distraeva l'uomo, l'altro lo ha bloccato afferrandolo alle spalle. Sul tavolo della cucina hanno trovato gocce di un calmante e un trittico di medicinali. L’uomo, di 54 anni, già noto alle forze dell’ordine, è stato arrestato per detenzione di arma con matricola abrasa e maltrattamenti in famiglia. E’ stato inoltre denunciato per lesioni e minacce gravi nei confronti della convivente.

Fonte: http://genova.repubblica.it/cronaca/2011/05/17/news/il_fatto-16395147/

Sant’Angelo, aggredisce la moglie con un’ascia: un 63enne arrestato per tentato omicidio

(3 marzo 2011)
Insegue la moglie in strada impugnando un’ascia e la colpisce più volte alla testa con il manico, mentre lei fugge con il volto coperto di sangue e urla disperata per chiedere aiuto. Una scena drammatica, avvenuta ieri mattina a Sant’Angelo in via Cortese, fra l’ospedale Delmati e il campo sportivo. Alla fine la donna, di 26 anni e originaria del Burkina Faso, è finita in ospedale, mentre l’uomo, italiano di 63 anni, è scappato fino in via San Martino e lì è stato arrestato dai carabinieri e portato in cella con l’accusa di tentato omicidio.

Cosa abbia fatto scattare il raptus di follia non è ancora chiaro. I due, marito e moglie con una figlia di cinque anni, ieri mattina erano in casa, una villa bifamiliare in via Cortese. A un certo punto, poco prima delle 11, è scoppiata una lite, non certo la prima nell’ultimo periodo, e il tono della voce fra i due si è alzato sempre di più. Fatto sta che alla fine l’uomo, G.C. le sue iniziali, ha impugnato un’accetta, utilizzata in genere per i lavori di giardinaggio, e ha cercato di colpire la donna. Questa all’inizio ha cercato di difendersi e ha morso il marito alle braccia; poi, praticamente mezza nuda perché stava per entrare in doccia, è corsa all’esterno, nonostante il freddo e la neve, per sfuggire alla sua furia. I due urlavano e correvano e hanno attirato l’attenzione di alcune persone. Due giardinieri, in particolare, che si trovavano nel giardino della villa accanto per dei lavori, hanno visto tutto, allibiti e spaventati.

La donna è stata colpita più volte alla testa con il manico dell’arma. Prima in casa, dove è stato trovato parecchio sangue, poi fuori. È stata soccorsa dai sanitari del “118” e portata con l’ambulanza all’ospedale di Lodi: all’inizio le sue condizioni sembravano gravi, tali almeno da giustificare l’accusa di tentato omicidio; ma poi, dopo le visite mediche e gli accertamenti, è stata giudicata fuori pericolo e addirittura guaribile con 15 giorni di prognosi.

Nel frattempo qualcuno ha chiamato anche i carabinieri e sul posto sono intervenute le pattuglie della stazione locale, raggiunge anche dalla polizia locale. L’uomo, dopo l’aggressione, si era già allontanato a piedi, non è chiaro se con o senza l’arma, ma è stato rintracciato intorno alle 11.30 in via San Martino dai militari e portato in caserma. Aveva dei lividi alle braccia e segni di morsi, ma non è stato necessario medicarlo in ospedale.

Nonostante la prognosi di pochi giorni per la 26enne, i militari hanno deciso di procedere comunque con l’arresto, soprattutto per la dinamica brutale dell’aggressione, per la presenza dell’arma e per la fuga. Questa mattina l’uomo sarà processato per direttissima in tribunale: è probabile che la pesante accusa di tentato omicidio, alla luce delle condizioni della donna, venga ridimensionata dal giudice.

Anche il sindaco Domenico Crespi è stato informato di quanto accaduto. «Conosco bene queste persone, dispiace molto per quello che è successo, sia per loro che per la bambina - sono le sue parole -. Gli accertamenti sono in corso e quindi in questo momento è meglio astenersi da ogni commento».

Fonte: http://www.ilcittadino.it/p/notizie/cronaca_centro_lodigiano/2011/03/03/AB7morH-arrestato_tentato_aggredisce_omicidio.html

lunedì 16 maggio 2011

Tiene sospesa nel vuoto dal 13° piano la fidanzata e poi la violenta: arrestato

ROMA - Una ragazza di 25 anni è stata tenuta sospesa nel vuoto dal 13esimo piano dal fidanzato ubriaco che voleva spaventarla. L'uomo l'ha poi segregata, denudata, umiliata e violentata per oltre un giorno. L.M., 39 anni romano, è stato fermato per sequestro di persona, violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia.

È stato solo dopo l'ennesimo episodio di violenza che la donna ha finalmente trovato la forza di denunciare il suo aguzzino. Ricoverata e dimessa con alcuni giorni di prognosi al Policlinico Umberto I, ieri sera la giovane si è presentata negli uffici del commissariato San Basilio, diretto da Adriano Lauro, dove ha raccontato la sua storia. Da circa 8 mesi aveva intrapreso una relazione sentimentale con L.M. 39enne romano, e fin dalle fasi iniziali del rapporto, l'uomo si era manifestato violento.

Ogni volta che la donna aveva provato a lasciarlo, lui l'aveva convinta a tornare sui suoi passi dichiarandosi vittima a sua volta, di una situazione familiare complicata. Ormai piegata agli atteggiamenti violenti di L.M., la donna con il passare del tempo è diventata sempre più incapace di ribellarsi, tenuta soggiogata con minacce di morte. L'uomo infatti, le aveva impedito anche di lavorare per evitare che lei potesse coltivare qualsiasi relazione sociale.

L'altro ieri la giovane ha provato ad andarsene dalla casa di via Palmiro Togliatti, in precedenza occupata abusivamente, portandosi via anche tutti i suoi effetti personali, chiedendo ospitalità a un'amica. Con lei è andata in un bar nella zona di Tor Cervara, ma improvvisamente è arrivato anche L.M. che ha cominciato ad aggredire verbalmente la giovane, intimandole di far ritorno a casa insieme a lui.

La situazione sembrava poi essersi calmata e la donna ha chiamato un taxi per andare via. All'arrivo dell'auto, improvvisamente L.M. ha aggredito il tassista, cacciandolo e costringendolo a rinunciare alla corsa. Obbligata a tornare a casa insieme a lui, la 25enne da quella sera è stata costretta a subire una serie interminabili di violenze psichiche, fisiche e sessuali.

Privata del telefono cellulare è stata sequestrata, denudata e umiliata, tenuta sospesa nel vuoto fuori dalla finestra di casa, al 13esimo piano. Durante queste fasi, nel tentativo di difendersi, la giovane ha riportato numerose lesioni e contusioni in varie parti del corpo. La donna è stata costretta subire per oltre un giorno le violenze dell'uomo che dopo molte ore ha finalmente acconsentito a lasciarla andare.

Tornata a casa sua e aiutata dalla stessa amica che l'aveva ospitata in precedenza, a causa di continui malori, la donna ha deciso di presentarsi prima al pronto soccorso dell'Umberto I, dove è stata medicata e dimessa e, successivamente, alla polizia per denunciare le violenze.

L'uomo è stato rintracciato all'interno dell'abitazione della giovane, dove era tornato nel tentativo di convincere la donna a riappacificarsi con lui. Alla vista della polizia, L.M. ubriaco, ha aggredito gli agenti, nel tentativo di scappare, ma è stato bloccato e accompagnato in commissariato dove è stato sottoposto a fermo per sequestro di persona, violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia.

Sabato 14 Maggio 2011 - 16:58 Ultimo aggiornamento: Domenica 15 Maggio - 15:26

Fonte: http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=149214

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