martedì 9 settembre 2014

Il rispetto delle regole viene prima dell'integrità fisica e morale delle persone

Henriette Browne l'oiseau hors de la cage
Settembre è il mese in cui le bambine e i bambini tornano a scuola, dal nido al liceo. Riempiono le classi, cominciano nuovi quaderni, iniziano progetti di decorazione delle aule nuovi di zecca. Cartelloni con il ciclo delle stagioni, i mestieri, i pianeti e, di solito, anche con le regole della classe.
Quando andavo a scuola io non c'era questa abitudine, ma ho fatto caso che tutte le classi hanno questo cartellone oggi. Lo scrivono bambine e bambini assieme a maestre e maestri.
Le regole spesso coniugano insegnamenti della buona educazione con quelli del vivere civile, da non si mangia con la bocca aperta a non si prendono a calci i compagni, oppure ispirano solidarietà, bisogna condividere la merendina con chi non ce l'ha - non manca il controllo sul corpo, si va in bagno solo durante la pausa.
La funzione è quella di insegnare la democrazia, dicono, infatti ci sono le discussioni, le regole vengono votate, c'è anche l'organizzazione gerarchica, la maestra poi il/la capolcasse, il/la capofila, il/la chiudifila.
In tutto questo la maestra, da sola, fa da giudice, da poliziotta, da guardiana, da educatrice, da direttrice, da zia e mamma, da insegnante.
Soprattutto, la maestra fa in modo che le regole che la classe si è data vengano rispettate da tutte e tutti.
Non so se siete mai entrati in una classe III o V con 20 bambini/e che passano numerose ore della giornata dentro i banchetti, bambini piccoli o no, ma pieni di energia, curiosi, a volte stanchi, a volte un po' svogliati, insomma bambini. Bambini e bambine che spesso sfidano il limite, ai/lle quali viene insegnata la disciplina a colpi di divisioni e verbi da coniugare (anche per tre ore di fila).
A volte questi bambini sono davvero difficili da gestire, a volte la disciplina non riesce a entrargli nelle ossa, si alzano tutt@ contemporaneamente, si lanciano cose, dicono qualche atrocità, a volte si picchiano, a volte sputano, a volte escono dalla classe e corrono nei corridoi.
E' quello il momento in cui anche le maestre, probabilmente, sono più stanche.
La scuola ti porta via energie fisiche e morali, alcuni dicono che si tratta di una missione, ma fai il missionario in territorio di guerra.
Allora alcune, perché questi piccoli e piccole cittadin@ della scuola rispettino le leggi democratiche che si sono dati, danno uno spintone lì, l'altra trascina per un braccio qui. Si urla molto, con tono perentorio, dicendo cose come "asino", "stupido", "cretina". A volte, impaurite dall'euforia della classe, in quei momenti di confusione in cui volano quaderni e sedioline, sono costrette a dare un calcio, uno schiaffo, a tirare i capelli urlando più forte ancora.
Capita che questi momenti finiscano su un video, capita che quel video venga diffuso.
La prossima volta che uno di questi video in cui le maestre cercano solo e unicamente di far rispettare le regole della classe, regole stabilite democraticamente, verrà diffuso, mi aspetto che chi ha stostenuto l'opinione per cui è giusto che si spari su un ragazzo, Davide, che non si ferma all'alt, che chi ha sparato
stava facendo onestamente il proprio lavoro, cioé un carabiniere addestrato che dovrebbe conoscere le leggi (l'art. 192 del CdS non prevede la pena di morte), mi aspetto che, queste persone, abbiano la decenza di essere coerenti.
Evitate di scrivere status indignati, evitate di chiedere la forca per la maestra. Siate coerenti con le vostre posizioni.
Le maestre che prendono a calci i bambini fanno solo il loro lavoro.
Il rispetto delle regole viene prima dell'integrità fisica e morale delle persone.
Lo avete detto voi in questi giorni.

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