giovedì 23 dicembre 2010

Nella fiction rai i gay sono freddini

Finalmente un bacetto se lo sono dati, veloce veloce, a stampo quasi come un errore: "ahò scusa me sò sbajato". Sto parlando di Claudio Santamaria e Thierry Neuvic che interpretano una coppia gay nella fiction rai "Le cose che restano".
Il pregio di questi personaggi è di non incarnare nessuno degli stereotipi che spessissimo stanno appiccicati sui gay, sono gay senza gheismi*.
Il timore di vedersi censurare la miniserie, che va in prima serata, ha probabilmente spinto gli autori ed il regista a contenersi molto, provocando però in chi guarda la sensazione che gli omosessuali siano più vicini ad un'affettività casta e pura che fisica e reale, perchè mentre Antonia Liskova si lascia andare ad un amplesso adulterino in una specie di gliptoteca, solo stasera, alla terza puntata, la coppia omosessuale si tiene per mano sul letto (!) e si scambia il fuggevole succitato bacetto (comunque per strada e questo è a favore).
Forse di questi tempi chiedo troppo, già è tanto che questa coppia abbia anche una figlia, cioè Thierry Neuvic si ritrova a dover badare alla figlia di cui non si è mai occupato prima, che ha avuto per caso da una tossicodipendente con la quale ha fatto sesso anni prima da ubriaco, con loro c'è Sheba, irachena, giunta in italia per trovare la figlia, finita in un giro di prostituzione, e in attesa del permesso di soggiorno.
Forse chiedo troppo anche perchè in questa fiction il muratore di colore ha competenze che il giovane laureato che sta in cantiere non ha, e senza soggezione lo corregge al momento giusto, essendo il laureato un sottoposto. Ed ha fatto un certo effetto vedere rappresentata quella che dovrebbe essere la normalità. Ed anche Sheba, la donna irachena, ha un lavoro di competenza, fa l'infermiera.
Questo post sembra non centrare nulla con i temi del blog, effettivamente il collegamento non è diretto, ma c'è perchè donne, gay e immigrati si ritrovano spesso a subire pari violenze, anche solo narrative.
Alla fine il mio giudizio su "Le cose che restano" è positivo, la prossima settimana c'è l'ultima puntata, anche se non racconta chissà che storia e strizza l'occhio ad un famoso prodotto nordamericano che mette in campo simili tematiche, ma la racconta bene e in modo moderno, nonostante i gay freddini (ma su rai uno).

*Per dire: non lavorano nella moda, non fanno i parrucchieri o gli infermieri, non citano film strappalacrime e non sembrano esaltarsi per gli abiti di chiffon.

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