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sabato 27 agosto 2011

Pretty baby 3 - Barely legal

Immagine tratta da un sito Barely Legal
Barely legal è la dicitura sotto la quale si nascondono spesso pedofili e pederasti. Significa "legale quanto basta" e nei siti porno, sia soft porno che hardcore, sotto quest'etichetta, unitamente a quella teen, circolano foto e filmati di ragazze appena diciottenni con codini, treccine e gonnellini scozzesi, peluche e oggetti da teenager. Corpi acerbi e faccine innocenti, ragazzine coinvolte in situazioni pubbliche o private, in cui c'è un uomo, spesso maturo, che si fa sedurre o che seduce la ninfetta. Materiale che non può essere fermato, perché sulla carta quelle ragazze risultano essere maggiorenni, anche se sembrano tredicenni.
Rappresentano però un immaginario coltivato come un prezioso giardino, nemmeno troppo segreto.
Perché, infatti, la macchina dell'immaginario pedopornografico e pedofilo lavora meglio e più velocemente di quanto ci si aspetti e le tredicenni, le undicenni, le decenni, fino ad arrivare alle bimbe più piccole, vengono coinvolte in campagne pubblicitarie che di legale non sembrano avere più niente, ma essendo promosse da potenti case di moda e riviste patinate, passano indisturbate sotto gli occhi di tutti. Fotografare una bambina di nove anni piegata in avanti, sorridente e ammiccante o mollemente adagiata in costume da bagno, è pedopornografia. E questo non accade in un remoto angolo del cosiddetto Terzo mondo.
Nonostante le civilissime leggi europee, le carte per i diritti dell'infanzia, le campagne contro il turismo sessuale, niente è cambiato da quando Eva Ionesco compariva nuda su Playboy a undici anni.
Immagine tratta da una campagna pubblicitaria
di biancheria per bambine, commercializzata in Italia da Coin
Negli ultimi giorni Comunicazione di genere e Femminismo a sud hanno pubblicato dei post sullo sfruttamento delle bambine nella moda, quello sfruttamento che contribuisce al mantenimento e al potenziamento dell'immaginario pedofilo. Purtroppo però non c'è affatto un "allarme sfruttamento delle bambine" nessuno è allarmato.
Alcuni blog ne parlano, mentre i giornali se ne disinteressano, esattamente come si disinteressano dei femminicidi.

Una bimba che ammicca da una foto pubblicitaria con un reggiseno imbottito viene educata a essere una preda docile per uomini adulti. E' una bambina violata nel suo diritto a essere bambina e basta.
E' una bambina colonizzata.
Cosa potrà mai pensare se non "Esisto perché sono sexy", anche a dieci anni, quanto si sentirà in obbligo di piacere agli altri prima che a se stessa.
Quale necessità ha una bambina di indossare un reggiseno imbottito?


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giovedì 30 giugno 2011

Pretty baby 2

Da un sito di gossip si possono imparare delle cose, per esempio su come ci si serve del pettegolezzo per orientare il pubblico, di come si costruisce un personaggio dal nulla. Cose risapute, tutto sommato. Di certo non manca il materiale sulla rappresentazione di genere, se gli uomini si dividono in "stalloni" e "checche", alle donne si riservano impietosi post sulla cellulite, il viso struccato, il peso che sale e scende, la faccia rifatta, la classifica dei culi, il paragone tra due che indossano lo stesso vestito. Scopabili e non scopabili. Ci sono anche i bei servizi fotografici, realizzati da importanti riviste di moda. Per esempio questa nelle foto qui sotto è  Elle Fanning in un bel servizio in stile anni '70. Non sono foto vecchie, no, sono foto di adesso, di pochi giorni fa e lei non è del '70, nemmeno dell' '80 Elle Fanning non ha nemmeno 20 anni, che dico, nemmeno 15, no, lei ha tredici anni.

E' la sorella minore della più famosa Dakota Fanning attrice diciassettenne. Quella che ha piantata tra le gambe, come se fosse un puntatore rosa e fiorato, è una bottiglia di profumo che dice "annusa qui". 

Bella la foto col profumo tra le gambe vero? Io me lo chiedo ancora se sia giusto trattare una bambina da donna adulta. Un altro genere di comunicazione commenta giustamente con sollievo la fine della serie Little miss America, e pure quella è solo una piccola parte, probabilmente la fase preparatoria,  di un sistema molto più vasto, di vero e proprio sfruttamento sessuale dell'immagine di bambine e adolescenti.
Perchè poi si può arrivare ad una illustre sconosciuta che diventata famosa perchè a 16 anni sposa un attore cinquantunenne.
Il suo video “musicale”, tranne che per la fotografia, potrebbe essere stato realizzato tranquillamente in una qualsiasi provincia del mondo trash che ci circonda. Dove ci si maschera da adulte per soddisfare le aspettative degli adulti.
Se a 5 anni devi sembrare una bambola senza età, a tredici una ragazza di venti anni, a sedici e diciassette una donna di trenta, è ovvio che a trenta ti sentirai vecchia e ti trasformerai in una donna di silicone e botulino, gonfia e inespressiva.Ogni società ha i suoi riti, in ogni società si modifica il corpo per rappresentare un ideale, ma questo che ideale è?

huffingtonpost.com

Foto da gossipblog.

martedì 3 maggio 2011

Pretty Baby



Oggi pomeriggio sfogliavo una rivista mentre ero in una comoda sala d'attesa.
Era un numero di "Grazia" al quale mancava la copertina e alcune pagine all'interno, lo sfoglio e leggiucchio, ci trovo la pubblicità di un altro "Grazia", dedicato alla moda per bambini, "Grazia Junior", la cosa mi fa trillare già un campanello ma vado avanti. Dopo poche pagine, per la seconda volta, viene pubblicizzata la versione "Junior" della rivista, questa volta mi soffermo sul viso della bimba in copertina, sembra triste, pallida sotto il fard rosa, una bambola di porcellana o plastica di altissima qualità, con un brutto cappello di paglia messo di sbieco. Fragile e sognante, melanconica. Penso che si tratta di una foto "morta", come quasi tutte le foto di bambini in posa per la moda. Bambini letargici. Adesso, nella testa, ho un immagine che non mi piace in più, giro pagina.
Ecco un servizio di moda, protagonista è una modella che in molte foto appare pallida e quasi confusa, una bambola sì, con addosso dei veli, esile, con una femminilità appena accennata, una bambina fragile e sognante, melanconica.
Praticamente la stessa idea di prima, sono immagini che ad uno sguardo poco attento si confondono, addirittura sono entrambe ricce.
Le foto col cellulare non rendono bene l'effetto di voltare pagina e trovare la bambina triste a seno nudo, con le labbra socchiuse in attesa.
Poche idee, pochi modi di rappresentare le donne, applicabili a tutte le età. Almeno l'accortenza di collocare distanti l'una dall'altra l'immagine di una bambina e quella di una modella che le somiglia, di un servizio che ne potenzia la distorsione.
Ma i servizi fotografici con bambini, essendo quelli bambini, non dovrebbero esprimere qualcosa di diverso dai servizi con gli adulti? Ovviamente ho visto solo la copertina di quella rivista.
Ma io sulle riviste vorrei vedere, nel caso, bambine e donne, non bambole, all'occorrenza invecchiate o svecchiate.



Anche Pedopornonecrofilia.

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