Oggi pomeriggio sfogliavo una rivista mentre ero in una comoda sala d'attesa.
Era un numero di "Grazia" al quale mancava la copertina e alcune pagine all'interno, lo sfoglio e leggiucchio, ci trovo la pubblicità di un altro "Grazia", dedicato alla moda per bambini, "Grazia Junior", la cosa mi fa trillare già un campanello ma vado avanti. Dopo poche pagine, per la seconda volta, viene pubblicizzata la versione "Junior" della rivista, questa volta mi soffermo sul viso della bimba in copertina, sembra triste, pallida sotto il fard rosa, una bambola di porcellana o plastica di altissima qualità, con un brutto cappello di paglia messo di sbieco. Fragile e sognante, melanconica. Penso che si tratta di una foto "morta", come quasi tutte le foto di bambini in posa per la moda. Bambini letargici. Adesso, nella testa, ho un immagine che non mi piace in più, giro pagina.
Ecco un servizio di moda, protagonista è una modella che in molte foto appare pallida e quasi confusa, una bambola sì, con addosso dei veli, esile, con una femminilità appena accennata, una bambina fragile e sognante, melanconica.
Praticamente la stessa idea di prima, sono immagini che ad uno sguardo poco attento si confondono, addirittura sono entrambe ricce.
Le foto col cellulare non rendono bene l'effetto di voltare pagina e trovare la bambina triste a seno nudo, con le labbra socchiuse in attesa.
Poche idee, pochi modi di rappresentare le donne, applicabili a tutte le età. Almeno l'accortenza di collocare distanti l'una dall'altra l'immagine di una bambina e quella di una modella che le somiglia, di un servizio che ne potenzia la distorsione.
Ma i servizi fotografici con bambini, essendo quelli bambini, non dovrebbero esprimere qualcosa di diverso dai servizi con gli adulti? Ovviamente ho visto solo la copertina di quella rivista.
Ma io sulle riviste vorrei vedere, nel caso, bambine e donne, non bambole, all'occorrenza invecchiate o svecchiate.
Anche Pedopornonecrofilia.
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