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domenica 22 dicembre 2013

Consigli per gli educatori, beh anche per le educatrici

Come vuoi che le cose cambino? Ho pensato quando sono arrivata alla pagina x del libro che sto leggendo. Si tratta di un libro che suggerisce una serie di attività ludiche che dovrebbero tenere impegnate le ragazzine e i ragazzini. Non è importante il titolo o l'autore, è un libro per educatori, anche per educatrici.  Il gioco è quello del palleggio. La scheda ne spiega lo svolgimento, le possibili varianti e poi, alla fine, mi suggerisce, con estrema naturalezza, di escludere le bambine da questo gioco, perché non adatto alle loro caratteristiche fisiche. Certo, lo fa attraverso un altro giro di parole, dice che i maschi 'lo preferiscono', aggiunge che lo preferiscono 'perché più indicato alle loro caratteristiche fisiche'. E pure le caratteristiche fisiche nell'infanzia non sono affatto accentuate in relazione al sesso, ma dipendono dal diverso sviluppo degli individui. Possiamo avere maschi alti e bassi, grossi e mingherlini, così femmine alte e robuste, basse e magroline, ecc. L'idea di fondo è chiaramente sessista. I maschi palleggiano, le femmine stanno fuori a fare il tifo, probabilmente. Forse l'aria stranita della bambina nell'illustrazione è dovuta proprio a quella pallonata che sembra avere avuto in testa, una pallonata che l'ha stordita. Perché se stai in disparte sempre, poi, non sai come pararle. Aggiunge che questo gioco 'favorisce l'aggregazione tra elementi che non si conoscono'. Un consiglio, allora, lo do io: quale migliore occasione per far giocare assieme maschi e femmine?

martedì 30 luglio 2013

Nessuno sa di noi – Simona Sparaco

Da Intersezioni

Nessuno sa di noi
, scritto da Simona Sparaco e candidato al Premio Strega 2013, racconta il dolore di una gravidanza attesa, ma destinata a interrompersi prematuramente.
I personaggi principali del romanzo sono Luce, una giornalista free lance che sembra non aver mai preso realmente in mano la propria vita, Pietro, suo compagno benestante e paziente, al quale lei si affida completamente, e  Lorenzo, figlio desiderato, immaginato, sentito, che la coppia è costretta a seppellire prematuramente. Personaggi che agiscono in funzione del vero protagonista: l’aborto tardivo e il suo significato per chi lo vive dall’interno. Sullo sfondo un mondo opaco, sordo ai bisogni delle persone, feroce.
Siamo tutte qui.
Ognuna con il proprio trofeo, più o meno in evidenza, e la cartella clinica sottobraccio. Tutte ordinatamente sedute, come a scuola per un richiamo dal preside. Qualcuna sfoglia una rivista, con l’espressione vaga e compiaciuta di chi sa che la passerà liscia. Qualcun’altra, invece, se ne sta a testa bassa, con le mani serrate in un intreccio nervoso. Come se dietro quella porta color pastello ci fosse davvero la minaccia di un’espulsione.
Siamo tutte madri nell’attesa di un’ecografia.
Nessuno sa di noi
pag. 7
Displasia scheletrica. Due parole che insieme suonano così infauste. Le digito in un motore di ricerca e non per scrivere un articolo sulla malasanità, ma per la vita di mio figlio.
Nessuno sa di noi
pag. 35
«Non posso suggerirvi un’interruzione di gravidanza» prosegue il dottor Piazza, incrociando le braccia, in un gesto di chiusura definitiva. «Anche se le condizioni del feto potrebbero rivelarsi incompatibili con la vita. In Italia è consentita solo fino alla ventitreesima settimana, non oltre.»
«Che significa?» domanda ancora Pietro, e mi stringe forte la mano.
«Se rientrassimo nei limiti di legge, potrei proporvi di anticipare il parto. Alla ventitreesima settimana e in queste condizioni, il feto non ce la farebbe. Stiamo parlando di un aborto conosciuto come terapeutico o eugenetico. Ma nel vostro caso siamo ben oltre i termini consentiti.»
Parla ancora al plurale. Questa volta di sopravvivenza, di leggi e limiti. Il pronome è sbagliato, però, non c’è un noi in questa stanza. O forse sì; noi siamo io e Lorenzo.
«Mi faccia capire» lo esorta Pietro. E’ pallido, deglutisce a fatica, si muove nervoso sulla sedia, non come la madre, che mantiene la testa alta e la schiena dritta. «Queste malattie così gravi e incompatibili con la vita si possono scoprire solo quando si è arrivati così avanti con la gravidanza che non si può più interrompere?»
«Per interruzione, in questo paese, si intende la possibilità di anticipare il parto. Il limite è stabilito in base all’autonomia del feto rispetto al ventre materno. Un feto di ventitré, anche di ventiquattro settimane, non sopravvive al di fuori dell’utero e può essere quindi abortito.»
Il dottore ci guarda, forse in attesa di una reazione. Ma siamo tutti e tre ammutoliti. «A dire la verità» riprende, come se si sentisse in dovere di precisare «ci sono stati casi in cui feti abortiti sono spravvissuti ugualmente, perché le tecniche di assistenza neonatale progrediscono di anno in anno, e per legge un medico ha il dovere di metterle in pratica qualora ce ne fosse bisogno. Un feto abortito che sopravvive è però un feto con una grave patologia a cui si aggiunge una serie di problematiche legate al fatto che è nato pretermine, per dirvela in parole chiare. Ed è per questo che a livello parlamentare si sta pensando di abbassare ulteriormente il limite consentito a ventidue settimane.»
Sono travolta da flash di bambini microscopici e malati costretti al sacrificio crudele di venire al mondo, solo per esalare il loro primo e ultimo respiro. O che riescono a sopravvivere al parto, e crescono, isolati, malnutriti, dentro un’incubatrice, nient’altro che un ventre di plastica, asettico e rigido, che li accoglie invece di ripudiarli.
«Noi siamo alla ventinovesima settimana» riassume Pietro, stringendo la mia mano ancora più forte. «Abbiamo davanti ancora due mesi abbondanti. Ma lei mi sta dicendo che mio figlio potrebbe non farcela, oppure, da quello che so, andare incontro a una vita breve, dolorosa, con dei ritardi cerebrali, o peggio, un quoziente intellettivo al di sopra della norma?»
«Lo so.»
«E allora?» lo incalza Pietro. Ha gli occhi fissi sul dottore. Il panico si sta trasformando in rabbia e in sfida. Mi lascia andare la mano. Sento la sua presa salda venire meno un dito alla volta. Il bottone del pulsante che s’allenta, l’emicrania che mi spacca in due la scatola cranica. Impazzisco. Mi spengo.
«E allora» ripete il dottor Piazza inarcando le sopracciglia «sarà fatta la volontà di Dio.»
Nessuno sa di noi
pag. 54-55
Numerose sono le critiche piovute su questo libro a causa dello stile non particolarmente brillante, con personaggi abbozzati o troppo stereotipati che agiscono meccanicamente. E pure, spostandoci dal piano della pura critica letteraria a quello del solo contenuto, Nessuno sa di noi, colpisce perché si fa carico di una tematica tabu, l’aborto in fase avanzata, senza sconti emotivi, mettendoci di fronte ai dubbi e al dolore di una donna, e di una coppia, in fin dei conti fortunata rispetto alla media, perché potrà permettersi un viaggio in Inghilterra, dove sarà possibile interrompere la gravidanza oltre il termine stabilito dalla legge italiana, e avrà la possibilità di giungere, in fine, a un nuovo equilibrio di coppia e personale. In questo senso Nessuno sa di noi offre un servizio che si rende ormai urgente, inderogabile, alla nostra società, che stigmatizza e oscura il ricorso all’aborto: parlare di interruzione di gravidanza senza pregiudizi, mettendo in un angolo tutti i “se” e i “ma” con i quali si riempiono la bocca i moralisti con la vita degli altri, i ‘coscienziosi’ detrattori del diritto alla scelta. Non dà risposte, mette in campo la libertà di scelta, in un contesto, quello italiano, in cui da anni il dibattito sull’aborto è inquinato a causa di interessi politici, inciviltà e derive inquisitorie. Ma amore, coscienza e rispetto, possono esprimersi attraverso modalità inaspettate, al di sopra delle tifoserie del ‘pro’ e del ‘contro’.
E’ così che Nessuno sa di noi si trasforma in romanzo commovente e necessario.
Nessuno sa di noi
Simona Sparaco
Isbn 9788809778047
Giunti, 2013
pag. 256
€ 12,00

giovedì 22 novembre 2012

'C'è chi dice no, dalla leva all'aborto' a Bologna

Giovedì 29 novembre 2012 ore 18.30  

Questo libro parla di libertà. Libertà desiderata, ottenuta al prezzo della sua stessa negazione. Libertà violate nell’intimo delle nostre vite. Questo libro parla di coscienza. E di obiezione di coscienza. Parla di coloro che disobbedendo alla guerra hanno ottenuto il servizio civile. Parla di coloro che, invece, dell’obiezione di coscienza ne fanno un uso ipocrita e ingiusto, rendendola strumento per vietare le altrui libertà. Parla dei medici che si rifiutano di eseguire le interruzioni volontarie di gr
avidanza, non garantendo un servizio che per legge, la 194, dovrebbe essere sempre alla portata di ogni donna.
Questo libro parla di donne e uomini, e delle storie dei loro corpi. Per ricordare che dietro l’obiezione di coscienza ci sono cose ben più importanti, come i nostri diritti alla salute e all’autodeterminazione.

In Italia, complici il movimento per la vita e la morale cattolica dominante, le percentuali di ginecologi obiettori negli ospedali pubblici sono in pericoloso aumento. In alcune regioni, Puglia Campania Lazio Veneto, sfiorano punte dell’80\90%.
Eppure il punto della legge 194 non è diffondere la cultura della vita, ma garantire a noi tutte salute e libera a scelta a fronte di una decisione impegnativa, ma sempre personale, come la riproduzione.
Oggi le nostre libertà vanno difese dall’arroganza di chi crede di avere una morale valida per tutt@. Per questo vogliamo il movimento per la vita fuori dai consultori e gli obiettori fuori dagli ospedali pubblici.

Sarà presente l’autrice Chiara Lalli.

Chiara Lalli è autrice di “Libertà procreativa”, “Dilemmi della bioetica” , “Buoni genitori. Storie di mamme e di papà gay” e “C’è chi dice no. Dalla leva all’aborto. Come cambia l’obiezione di coscienza”.
Fonte: facebook

giovedì 5 aprile 2012

Obiezione di coscienza nella legge 194


UDISALUTE Napoli
Presenta 
Immagine in linea 1
Obiezione di coscienza nella legge 194
Sala Santa Maria la Nova della Provincia di Napoli
Ore 17 del 16 Aprile 2012
Modera ed introduce Simona Ricciardelli (udisalute-comitato 194)
Ne parlano 
L’autrice del Libro Chiara Lalli e Filomena Gallo
(segretaria associazione Luca Coscioni)
Intervengono
·        Prof. Giovanni Persico ( Direttore generaleAOU Federico II di Napoli)
·        Dott. Riccardo Bonafiglia (ospedale Civile di Caserta)

·         Il dibattito sarà sostenuto dalle testimonianze dal territorio sulla severa riduzione dei servizi deputati all’applicazione della legge con i contributi dell’ Assessore alle pari opportunità del Comune di Napoli, le consigliere Provinciali, le Consigliere Comunali, le donne dei Consultori e le associazioni in lotta per l’applicazione della legge.

venerdì 24 febbraio 2012

La vera natura delle anatre

Un segnalazione.
In questo post intitolato Duck test, Lorenzo Gasparini fa una puntuale decostruzione del libro "Dentro e fuori CasaPound" scritto da Di Nunzio e Toscano spiegando, per chi non l'avesse ancora capito, cosa è un movimento fascista e come lo si riconosce.

lunedì 26 settembre 2011

PORNOTOPIA di BEATRIZ PRECIADO

Fandango Libri presenta Beatriz Preciado autrice di PORNOTOPIA, Playboy: architettura e sessualità
in Italia dal 28 SETTEMBRE al 2 OTTOBRE



Beatriz Preciado sarà in Italia dal 28 settembre al 2 ottobre
Per richieste d’interviste si prega di contattare l’Ufficio Stampa FandangoLibri :
manuela.cavallari@fandango.it
francesca.comandini@fandango.it
giulia.santaroni@fandango.it

Roma, Mercoledì 28 settembre
Presentazione di “Pornotopia” alle ore 19 al Fandango Incontro
Via dei Prefetti, 22
Intervengono Beatriz Preciado e Elena Stancanelli

Ferrara, Venerdì 30 settembre
Beatriz Preciado sarà ospite del Festival Internazionale di Ferrara
ore 11 Cortile del Castello
Radio3Mondo intervista Beatriz Preciado
Intervengono Yulia Latynina e Sarah el Sirgany
Conduce Anna Maria Giordano

Ferrara, Sabato 1 ottobre
17.30 Teatro Comunale
DONNE. Il ritorno delle bambole
Incontro con Beatriz Preciado, Michela Marzano, Natasha Walter e Loredana
Lipperini


****

“In Pornotopia, Preciado analizza i processi di spettacolarizzazione delprivato attraverso le case del piacere create da Hugh Hefner. Un libro duro, intenso dove si consuma molta Dexedrina: “È curioso che il farmaco più usato da un uomo che praticamente vive in un letto, sia una pasticca per non
dormire.” El Pais

“La sessualità è come le lingue. Tutti possiamo impararne diverse.” Beatriz Preciado


È noto ormai che nel bel mezzo della Guerra Fredda, il giovane Hugh Hefnercreò quella che sarebbe presto diventata la più importante rivista per adulti del mondo, Playboy. Ciò che la maggior parte del pubblico ignora
invece sono i dettagli del suo lavoro pioneristico come creatore delle “casedi piacere”. Playboy non è stata solo una rivista piena di donne seminude,ma un impressionante progetto comunicativo e architettonico, il cui
principale scopo era quello di offrire una valida alternativa al tradizionale nucleo famigliare americano. Playboy fornì uno strumento per mettere insieme la nuova generazione votata alla finanza e al profitto, con il piacere. Questa è forse l’essenza di Playboy. “Se vuoi cambiare un uomo, cambia la sua casa.” Beatriz Preciado ci guida nel mondo di Playboy, una Disneyland per adulti, fatta di magioni, ville, letti girevoli, caverne tropicali, videocamere di sorveglianza, piscine, ispirata dalle rivoluzionarie utopie sessuali del marchese De Sade e di Ledoux, che funziona come la prima serie di bordelli multimediali nella storia: una moderna pornotopia installata nella cultura di massa contemporanea attraverso la sua ostentata e sfarzosa architettura. Il mondo di Playboy è un esempio perfetto dei cambiamenti che occorsero durante la Guerra Fredda, quando i mezzi di comunicazione di massa cominciarono a occuparsi sempre più spesso di sesso e droghe e dove l’architettura si prestava alla rappresentazione dell’identità maschile.

Il libro finalista del premio Anagrama Miglior Saggio dell’anno 2010

Beatriz Preciado (Burgos, 1970), dottore in filosofia e teoria dell’architettura a Princeton, vive a cavallo tra l’università Parigi VII e il Macba di Barcellona, dove insegna Storia politica del corpo e teoria “Queer”.
Finalista del premio Miglior Saggio dell’anno di Anagrama con Pornotopia, ha scritto anche Manifesto contra- sessuale (Il Dito e La Luna, 2002) e Testo Yonqui (2008).


“Playboy è molto più che una rivista di carta e donne nude. Fra gli anni Cinquanta e Sessanta, ha provveduto a creare un insieme di ambienti che attraverso un’incomparabile diffusione mediatica hanno contribuito a
incarnare una nuova utopia erotica popolare. La rivista ha inventato e reso popolare “l’Attico di Playboy”, la “Cucina senza cucina” e il celebre “letto rotante” che vedranno luce durante la costruzione della Mansion Playboy nel 1959, “un Palazzo dell’Amore di 32 appartamenti”, che servirà d’ispirazione per il primo reality show della storia della televisione (!) grazie a un sistema di videosorveglianza interna. Così Hefner definisce in modo molto naturale il suo progetto: “Volevo una casa da sogno. Un luogo dove fosse stato possibile lavorare e divertirsi allo stesso tempo, senza i problemi e i conflitti del mondo esterno. Un ambiente che un uomo possa controllare completamente. Lì sarebbe stato possibile trasformare la notte in giorno, guardare un film a mezzanotte e chiedere che servano la cena a mezzogiorno, partecipare a una riunione di lavoro nel bel mezzo della notte e prendere appuntamenti romantici nel pomeriggio. Sarebbe stato un rifugio e un santuario… Mentre il resto del mondo continuava a essere fuori dal mio controllo, nella Mansion Playboy tutto sarebbe stato perfetto. Questo era il mio piano. Sono cresciuto in un ambiente oppressivo e conformista, e quindi
ho cercato di creare un mio proprio universo, dove mi sarei sentito libero di vivere e amare in un modo che la maggior parte della gente non si sogna nemmeno”.

Collana: Documenti
Traduzione: Elena Rafanelli
Numero di pagine: 240
Prezzo: € 16,50
Isbn: 9788860441843
Data di pubblicazione: 3 Marzo 2011

UFFICIO STAMPA FANDANGO LIBRI

giovedì 16 giugno 2011

Sul matriarcato

22 giugno ’11 ore 19 – Sala Conferenze della Libreria EVALUNA – Piazza Bellini – Napoli Con Francesca Rosati Freeman BENVENUTI NEL PAESE DELLE DONNE
Matriarcato è un’organizzazione sociale: un modo di stare insieme e di provvedere gli uni agli altri.
È anche una parola che nella cultura degli stati “moderni” evoca un passato di cui si sa poco e si vuole saper poco. È una parola controversa, alla quale viene spesso dato un alone minaccioso, sgradevole. Parola controversa anche nell’interpretazione accademica, e soprattutto è così nella vulgata, come succede in qualsiasi materia ridotta a stereotipo.
Gruppi di studio e studiose singole offrono approfondimenti e una rappresentazione organica dei saperi intorno al matriarcato, che permettono di farne materia viva ed elemento di sollecitazione nell’orizzonte politico in divenire.
 “ ancora oggi nel mondo esistono popolazioni indigene in Asia, Africa, nelle Americhe e in Oceania che adottano culture tradizionali con schemi matriarcali. Nessuna di queste società è una mera inversione del patriarcato in cui le donne governano: sono invece società in cui tutti i generi sono uguali e la maggioranza di esse sono completamente egualitarie” (Heide Goettner-Abendroth)
 Alcune di noi,  avvicinando le popolazioni ad organizzazione matriarcale, diventano le reporter   dell’economia non violenta del dono e l’autorità orizzontale fondata sul rispetto, ma più immediatamente con la loro divulgazione ci donano a loro volta un infinito patrimonio di spunti per un’elaborazione dell’autostima “collettiva”. Di questo oggi c’è un enorme bisogno: proprio nel momento in cui il femminismo si ridiscute nel resto del movimento.
  Ritrovarsi e confrontarsi intorno al matriarcato è prendersi un momento per saperne di più anche su noi donne e uomini immersi in una realtà culturale che confonde sempre l’alternativa col “contrario”, chiusa al sapere dolce.
L’UDI di Napoli, la Libreria delle donne EVALUNA, col patrocinio del Comune di Napoli, aprono un ciclo di eventi sul Matriarcato dall’incontro con Francesca Rosati Freeman l’autrice del libro “Benvenuti nel paese delle donne” incentrato sul popolo di Moso, la meno sconosciuta realtà contemporanea ad organizzazione matriarcale.

martedì 12 ottobre 2010

Donne Assassinate di Ruben De Luca

Il noto criminologo ci rivela nel suo ultimo saggio come e perché si uccidono le donne in Italia


Esce in questi giorni, edito dalla Newton & Compton, il saggio Donne Assassinate - Dall’omicidio seriale allo stupro di gruppo, storia e fenomenologia della guerra condotta dal genere maschile contro "l’altra metà del cielo" del criminologo Ruben De Luca.

Il libro ci rivela come il fenomeno della violenza sulle donne sia in continua crescita, sfociando sempre più spesso in omicidio. Accanto al termine “omicidio” si stanno perciò sempre più accostando quelli di “femminicidio” o “ginocidio” per indicare l’assassinio di una donna da parte di un uomo quando essa viene uccisa proprio perché appartenente al genere femminile. Non vittima causale, dunque, ma “scelta” in virtù del suo essere donna.

Vittime di feroci predatori, perversi serial killer o, in moltissimi casi, dei loro stessi mariti o fidanzati, le donne sono da sempre oggetto di una spietata carneficina. Il silenzio, la paura, il terrore, la fragilità hanno fatto di loro le schiave e le martiri di una delle guerre più ingiuste e meno combattute dell’umanità. Da Marco Mariolini, "il cacciatore di anoressiche", a Angelo Izzo, "il mostro del Circeo", da Gianfranco Stevanin "il mostro di Terrazzo" a Guido Zingerle, la "Belva del Brennero", l’analisi di Ruben De Luca si addentra nelle menti criminali degli uomini che odiano, violentano e uccidono le donne, affrontando i nodi più spinosi di storie troppo spesso rimaste drammaticamente irrisolte. Alla ricerca di un barlume di verità e di senso, Donne assassinate affronta anche i casi lasciati in sospeso dalla giustizia per scoprire, attraverso le tragiche vicende di ragazze come Simonetta Cesaroni o, più recentemente, Chiara Poggi, un’altra agghiacciante realtà: l’impunità dell’assassino. Ecco, allora, “la decapitata di Castelgandolfo”, “il delitto dell’Olgiata”, “l’omicidio dell’Università Cattolica”: racconti di morte che l’autore indaga utilizzando, insieme agli strumenti della ricerca storica, le risorse della moderna criminologia. (dalla quarta di copertina)

Sul sito della casa editrice è possibile scaricare un lungo estratto.

L'Autore: Ruben De Luca, Psicologo Criminologo, Direttore del GORISC (Gruppo Osservatorio di Ricerca, Intervento e Studio sul Crimine), Università di Roma “La Sapienza”. Autore di circa 100 pubblicazioni di criminologia, è considerato uno dei massimi esperti europei di omicidio seriale. Nel 2001, ha creato ESKIDAB, la Banca Dati Europea dei Serial Killer, un archivio costantemente aggiornato che contiene le schede personali di tutti gli assassini seriali identificati e attivi sul territorio europeo. Tra le sue ultime pubblicazioni ricordiamo sempre per la Newton & Compton Serial killer con Vincenzo Maria Mastronardi e Sette Sataniche con Mastronardi e Moreno Fiori, di cui è prevista a breve la prossima edizione. Per la Magi Edizioni ha pubblicato Omicida e artista: le due facce del serial killer.


Donne assassinate
Ruben De Luca
Newton & Compton 2009
Collana Controcorrente
Pag. 464 - 12,90€
Codice ISBN: 978-88-541-1272-8
Acquista il volume Donne assassinate su iBS.it




Via:noviolenzasulledonne.blogspot.com

martedì 5 ottobre 2010

‘E se la felicità non fosse in quell’amore, dove l’abbiamo sempre cercata?’

Il corpo non sbaglia di Lidia Castellani: un romanzo-denuncia sulla violenza alle donne.

E' una mattina come tante, ma da oggi niente sarà più come prima. Emma è stata uccisa dal marito, "entrava in una stanza era come se andasse via la luce". La sua morte, un caso di cronaca quasi banale nella sua agghiacciante frequenza, sconvolge le donne del condominio. C'è Lara, che si tormenta per non essere mai andata oltre il saluto sulle scale e la promessa di vedersi per un caffè e c'è Elisa, che proprio la mattina del delitto scopre per caso il marito a letto con un'altra. Una storia senza importanza, assicura lui, ma Elisa si tormenta, oscillando pericolosamente tra il tarlo devastante del sospetto e il bisogno di credere all'uomo che ama. Come uscirne? Perché le donne insistono a picchiare contro il proprio dolore come mosche contro un vetro chiuso? Domande a cui le protagoniste riusciranno a dare risposta in un romanzo attualissimo e di grande impatto, che scava nel dolore con lo sguardo ottimista di chi considera sempre possibile un riscatto dall'infelicità.

Formato: Brossura
Pagine: 284
Lingua: Italiano
Editore: Salani
Anno di pubblicazione 2010
Codice EAN: 9788862562294

Fonte: bol.it

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