La cosa veramente importante della lotta delle donne per la parità di genere, del lavoro di contrasto a tutte le forme di umiliazione ed esclusione riservate al nostro genere, è che incrocia solo in un punto ed all'interno di una microstoria, la televisione italiana tra la fine degli anni Novanta e gli anni Duemila, il programma televisivo Striscia la Notizia. Che è solo una delle tante questioni di cui ci occupiamo, di certo non la questione cardine della nostra esistenza e resistenza.
Il nostro diritto ad esistere ed esprimerci è originario e intrinseco, al di sopra di qualsiasi partito politico, corrente filosofica, moda o religione, non aderisce alle politiche di un gruppo editoriale, ed è estraneo ad ogni strategia di marketing.
Non si tratta del lancio di un nuovo prodotto, il prodotto "donna", si tratta della nostra vita, della nostra esistenza, il nostro esserci nel mondo, e non è una partita che si concluderà a seguito di una ridicola interrogazione parlamentare, in difesa di un programma televisivo (ma dove arrivano certi poteri?), che non è né divertente né interessante.
E lo potranno ripetere all'infinito, ma è impossibile scambiare due giovani donne ammiccanti, perennemente al marigne della scena, destinate all'intontimento del telespettatore, per un pezzo di satira.
Anche se a dirlo è una donna, anche se lo dice diecimila volte spammando a destra e manca in blog e siti "monitorati".
Che si metta l'anima in pace il senatore Lannutti dell’Italia dei Valori, che se la mettano in pace tutti: le donne, ed anche molti uomini, continueranno a dire tutto ciò che non vi piace.
Altro su: Femminismo a Sud, Lipperatura, Il corpo delle donne.
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