lunedì 13 ottobre 2014

Casa Fiorinda sta chiudendo

A Napoli c'è una sola casa per donne vittime di violenza. Sta chiudendo

Fonte NapoliCittàSociale

La coordinatrice Tania Castellaccio ci racconta il paradosso di Casa Fiorinda

E' l'unica casa che accoglie donne vittime di violenza con o senza figli a Napoli e sta per chiudere. Fiorinda, casa di accoglienza e centro antiviolenza per donne maltrattate,nasce nel 2011, su volontà del Comune di Napoli, dedicata a Fiorinda Marino, una delle tante donne morte per mano dei loro partner. Ci racconta questa storia paradossale Tania Castellaccio, coordinatrice del progetto gestito dalle cooperative sociali Dedalus ed Eva in rete con il Centro Antiviolenza del Comune di Napoli gestito da Arci Donna.
Ogni 2 giorni muore una donna per violenza da parte di un uomo, almeno 1 donna su 3 ha subito violenza nell'arco della sua vita. Nel 2013 in Italia sono state uccise dai loro partner 134 donne. Partiamo dalla fine. Perché il Governo non si occupa delle donne e perché sta chiudendo Casa Fiorinda?
Il Governo ha stanziato con il decreto sul femminicidio 17 milioni che dovrebbero passare per la Regione e o poi per gli enti locali, ma ci vuole tempo...
Casa Fiorinda è finanziata dal Comune di Napoli grazie ad un bando della Presidenza del Consiglio e attraverso un POR. Il progetto si concludeva a maggio, ma per portare a termine percorsi intrapresi con le donne che stavamo seguendo, il Comune di Napoli ha stanziato  40 mila euro per 4 mesi in attesa di un nuovo avviso pubblico per la gestione della casa, che però ad oggi non è ancora uscito. Il 18 ottobre scade la proroga ma poiché i tempi tecnici per espletare l'avviso pubblico sono lenti il rischio, divenuto certezza, è che la casa resti chiusa per mesi, lasciando per strada le nostre ospiti ovvero 4 donne con figli, 2 napoletane, 1 napoletana di origine rumena, e una donna centro americana incinta. Inoltre le 15 donne "ospiti esterne" che seguiamo come centro antiviolenza nel percorso per uscire dalla spirale della violenza sarebbero abbandonate a se stesse.  La volontà politica a mantenere in vita Fiorinda c'è tutta ma ci si sta muovendo con estremo ritardo. La soluzione è che il Comune sostenga il progetto nelle more della lavorazione dell'avviso pubblico.
Qual è l'unicità di Casa Fiorinda?
Casa Fiorinda è l'unica casa per donne maltrattate nel Comune di Napoli e accoglie le donne vittime di violenza sole o con figli che chiedono ascolto, protezione e accoglienza e che da noi trovano operatrici e professioniste che le assistono legalmente nelle separazioni e nella denuncia per maltrattamento, e da un punto di vista psicologico. Abbiamo 6 posti (n.d.r. tanti quanti ne prevede il regolamento regionale). È evidente che abbiamo tante richieste di posti letto inevase: spesso inviamo le donne che necessitano un posto letto in provincia di Caserta dove ci sono 3 case per donne maltrattate. Casa Fiorinda ha inoltre il valore aggiunto di essere un bene sottratto alla camorra e restituito alla società. 
Ci sono però delle case famiglia per donne con figli sul territorio del Comune. Qual è la differenza?
Una casa di accoglienza per donne vittime di violenza è diversa da una casa famiglia perché accoglie donne con difficoltà socio-economiche e con bambini perciò viene sostenuta grazie alle rette pagate dal Comune per i minori (n.d.r. circa 93 euro al giorno per il bambino e 40 euro se c'è la madre che lo accompagna), ma se la donna è sola non è previsto alcun sostegno, mentre casa Fiorinda accoglie anche donne sole. Il Comune di Napoli  sta individuando una strategia per poter sostenere e collocare anche le donne sole, ma c'è bisogno di tempo.
Noi oltre al sostegno psicologico e legale, forniamo un orientamento al mercato del lavoro poiché l'occupazione può garantire  autonomia ed emancipazione.
Come arrivano da voi le donne?
Soprattutto grazie all'indirizzo dell'Arci Donna che gestisce il Centro Antiviolenza del Comune di Napoli che ha sede nel palazzetto Urban; tramite il numero verde 1522 che noi gestiamo tutti i pomeriggi dalle 15.00 fino alle 22.00. Inoltre ci inviano le donne le forze dell'ordine che sono sempre più preparate nell'accogliere in modo adeguato e professionale le donne vittime di maltrattamenti, gli sportelli antiviolenza del pronto soccorso del San Paolo e del Loreto Mare e le assistenti sociali.
Chi sono le donne ha accolto in questi anni?
Dal 2011 ad oggi abbiamo accolto circa 200 persone, di cui 100 hanno chiesto protezione perché scappavano da maltrattamenti e violenza domestica. Nove su 10 erano napoletane.  La casistica ci ha confermato che la violenza sulle donne non ha confini spaziali o culturali, ma è trasversale. In molti casi si trattava di donne provenienti da contesti economici e sociali medio-alti e in più di un caso il partner violento era un poliziotto.
Come si realizza la fuoriuscita da un vissuto violento?
Quando hai subito per anni violenza psicologica, umiliazioni e vessazioni, uscire dalla violenza è sempre difficile. È necessario molto tempo per trovare un'autonomia e reinserirsi socialmente poiché spesso è stato impedito alle donne di lavorare o è stato loro controllato lo stipendio.
I primi 3 mesi sono quelli più delicati, le donne vivono sensi di colpa, ripensamenti proprio perché hanno interiorizzato lo stereotipo del dominio e del possesso maschile. Spesso subiscono le pressioni dei parenti che consigliano "Resisti, per il bene dei figli", mentre è un dato di fatto che i bambini che crescono in contesti violenti sono le prime vittime e rischiano di apprendere un modello relazionale sbagliato e di diventare adulti violenti o sofferenti.
Nonostante vissuti violenti le donne, una volta passati i lividi talvolta tornano dal marito e ricadono nella ruota della violenza: all'inizio il compagno chiede scusa, fa qualche regalo, poi dopo un po' ritorna la violenza, un po' forte, episodio dopo episodio, in un crescendo che può arrivare alla morte. Ecco noi cerchiamo di rompere questo meccanismo e di spiegare alle donne che un solo episodio di violenza è già troppo e che dopo non si può che peggiorare. Per fortuna esistono anche tanti uomini e tante associazioni maschili che lavorano per un processo di emancipazione che deve riguardare sia uomini che donne.
Ma ci sono anche dei casi positivi...
Certo, una volta superati i primi mesi e iniziato il percorso di reinserimento socio-lavorativo la maggior parte delle donne seguite riesce ad affrancarsi dalla violenza.  Solo nell'ultimo anno abbiamo attribuito 16 borse lavoro con aziende sia napoletane che casertane.AdG


giovedì 9 ottobre 2014

Sentinelle for dummies. Una guida, per chi avesse qualche dubbio su di loro

Da Intersezioni

Domenica mattina, come molte altre persone, ho contestato la manifestazione delle Sentinelle in piedi, presenti in varie piazze delle città italiane. Ero con le compagne e i compagni mentre una dozzina di persone, dall’altra parte di uno schieramento a quadrilatero di poliziotti in tenuta antisommossa, se ne stava in piedi, in silenzio con un libro aperto, alcuni lo tenevano al contrario, a vegliare nel nome della “morale”.

Le Sentinelle in piedi protette dalla polizia in tenuta antisommossa.
Le Sentinelle in piedi protette dalla polizia in tenuta antisommossa.

Questa che segue è una guida alle Sentinelle, per chi avesse qualche dubbio su di loro.
Le Sentinelle in piedi si ispirano apertamente ai Veilleurs Debout francesi, in italiano Vigilanti in piedi, un movimento contrario ai matrimoni tra persone dello stesso sesso, e di quel movimento copiano modalità e finalità, oltre che definizioni. Si definiscono infatti “una resistenza di cittadini che vigila su quanto accade nella società e sulle azioni di chi legifera denunciando ogni occasione in cui si cerca di distruggere l’uomo e la civiltà”, dicono “vegliamo per la libertà d’espressione e per la tutela della famiglia naturale fondata sull’unione tra uomo e donna”, cito dal loro sito, si dichiarano apartitici e aconfessionali.
Riporto le loro parole perché le parole sono importanti. Ma partiamo da uno degli elementi finali. Secondo questo articolo
Il 25 ottobre 2013 il marchio “Sentinelle in Piedi®” è stato depositato presso l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi dal sig. Rivadossi Emanuele, che ha eletto domicilio presso la società Jacobacci & Partners S.p.A. di Torino. Presso quello studio di consulenza presta opera in qualità di “partner” Massimo Introvigne, reggente nazionale vicario di Alleanza Cattolica.
La notizia viene confermata anche dal sito riscossacristiana.it e dunque, nonostante a parole si definiscano aconfessionali, nei fatti quello delle sentinelle è un movimento esclusivamente cattolico (Alleanza cattolica è questo) e, dalla fine di ottobre, è anche un marchio registrato, un brand.
Che le Sentinelle abbiano saputo utilizzare i media a loro vantaggio, come fanno normalmente i marchi commerciali, ce ne siamo accort@ tutt@. Il mercato al quale si rivolgono sono i conservatori più retrivi e i sessuofobi più spaventati.
Lo stesso articolo riporta anche i tentativi di appropiazione da parte di Forza Nuova, che ha formato un proprio gruppo di sentinelle, ed è presente con i suoi esponenti a tutte le manifestazioni di “veglia”. Benché vi sia all’interno del movimento cattolico una parte che cerca di respingere i neofascisti.
Come riporta questo articolo
[Vi sono state delle] critiche per impedito ai loro militanti di partecipare con libri come “Omofollia” (che definiscono «appositamente redatto con carattere divulgativo al fine di contribuire alla buona battaglia contro l’ideologia omosessualista») o la rivista “Ordine Futuro”, parlando di «una vera e propria censura, volta ad impedire la visibilità di Forza Nuova all’interno dell’iniziativa».
Possiamo così affermare che quello delle sentinelle è un brand, una marca commerciale, che sa sfruttare al meglio i mezzi di comunicazione; che fa riferimento alla religione cattolica e si trova nell’area di interesse della destra neofascista.
La presenza di alcuni musulmani durante le “veglie”, così come di sedicenti di sinistra, è spiegabile con la comunanza di intenti, intenti che andremo ora a considerare.
La parola sentinella è importante, perché “sentinella” appartiene al lessico militare e posiziona queste persone e le loro intenzioni all’interno di un campo semantico preciso, quello della guerra. Sentinella infatti significa “Soldato armato posto di guardia a luoghi, mezzi, persone”. Autonominatesi o nominate da chi le ha create, soldati e soldatesse, armati di silenzio, vegliano per una guerra, una guerra contro chi? a loro dire contro chi “cerca di distruggere l’uomo e la civiltà”, intendendo con queste parole un’idea precisa di uomo e di civiltà, concidenti con una morale cattolica e neofascista.
Dicono che sono lì “per tutelare la libertà di espressione”. Ma la libertà di espressione è già tutelata nel nostro ordinamento, si ferma solo davanti a fatti ritenuti comunemente pericolosi o ingiuriosi.
Sostengono di essere “a difesa della libertà di espressione messa in discussione dal ddl Scalfarotto”.
Scopriamo cosa dice la proposta di legge Scalfarotto
La proposta di legge Scalfarotto riguarda l’omofobia e la transfobia. Vado a leggere il testo base della proposta e ci trovo, in prima battuta, i concetti di orientamento sessuale e identità di genere, così come sono definiti anche dai manuali di psichiatria, nulla di nuovo.
All’articolo tre si parla di estendere le norme che tutelano le persone da qualsiasi atto discriminatorio, basato sulla nazionalità, l’etnia e la razza, ossia la Legge Reale Mancino del 13 ottobre 1975, n. 654, a qualsiasi atto basato sull’identità di genere e l’orientamento sessuale. Collegandosi, di fatto, a un concetto già presente nella nostra Costituzione all’articolo 3 che tratta dell’uguaglianza di tutti i cittadini.
A questo punto bisogna leggere la legge Reale Mancino, in vigore dal ’75, e le sue estensioni, per cercare di capire dove si minacci impunemente la libertà di espressione delle persone, perché se B estende A, allora bisogna guardare dove è guasta A. In realtà questa legge, come si legge all’articolo 3 della stessa, punisce
chi diffonde in qualsiasi modo idee fondate sulla superiorita'
o sull'odio razziale
  e
chi incita in qualsiasi modo alla discriminazione, o incita a
commettere  o  commette  atti  di  violenza  o  di  provocazione alla
violenza,  nei confronti di persone perche' appartenenti ad un gruppo
nazionale, etnico o razziale.
  E'  vietata  ogni  organizzazione  o associazione avente tra i suoi
scopi  di  incitare  all'odio  o  alla  discriminazione razziale.
Quindi, a meno che non si consideri “libertà di espressione” discriminare le persone per il colore della loro pelle o la nazionalità o l’etnia, oppure costituire un’organizzazione che abbia tra i suoi scopi quello di incitare alla violenza contro persone di etnia o nazionalità o razza diversa dalla propria – ad esempio il Ku Klux Klan – e quindi, per estensione con la proposta di legge Scalfarotto, che inciti alla violenza contro una persona che abbia un’identità di genere o un orientamento sessuale diverso dal proprio; a meno che non si ritenga “libertà di espressione” diffondere idee fondate sulla superiorità e sull’odio di genere, non si capisce in quale modo si limiti la libertà di espressione delle persone (che nel nostro ordinamento non coincide affatto con la libertà di ingiuria) o si cerchi di “distruggere l’uomo e la civiltà” in senso universale.
Ovviamente di ogni cosa si può fare un uso strumentale, come l’uso strumentale che l’etnia maggioritaria può eventualmente fare di una legge contro la discriminazione etnica e razziale nei confronti di una minoranza. Per fare un esempio, l’uso che gli xenofobi fanno del concetto di discriminazione di fronte alle lecite richieste di uguaglianza sociale da parte delle minoranze etniche, e la conseguente accusa di “razzismo al contrario”, pratica e concetto completamente scollegato dalla realtà, come abbiamo imparato anche da questo scritto,  accusa mossa a chiunque faccia richiesta di giustizia sociale. Ogni cosa può essere strumentalizzata, sta alla giurisprudenza correggere le strumentalizzazioni di una legge e alla società civile contenere le spinte manipolatorie.
D’altra parte, quella stessa legge, ha avuto diverse estensioni e nella versione del 25 giugno del 1993 essa tutela anche dalle discriminazioni su base religiosa. Ossia all’articolo 3 la stessa dice
E'  vietata  ogni  organizzazione,  associazione,  movimento  o
gruppo avente tra i propri scopi l'incitamento alla discriminazione o
alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.
Non posso, dunque, incitare all’odio contro i cattolici o i musulmani o gli ebrei o qualsiasi credente di qualsiasi religione, perché questo significherebbe mettere in perico la vita delle persone per quelle che sono le loro legittime credenze. Si configurerebbe un reato grave.
Attenzione però, incitare all’odio non significa dire che una determinata organizzazione religiosa evade le tasse, se questo è dimostrabile. Se una tale dichiarazione non è dimostrabile si potrebbe configurare un reato di diffamazione. Appunto la legge tutelerebbe quella istituzione religiosa e le persone che ne fanno parte.
Un uso strumentale del concetto espresso da questa legge è il richiamo alla cattofobia ogni volta che si considera un insegnamento della catechesi niente affatto universale. Un esempio banale, possiamo dire che l’astinenza sessuale rappresenta un valore per la religione cattolica, ma non lo è affatto per tutte le persone. Quindi non si può riscontrare un attacco al cattolicesimo nell’educazione a una sessualità consapevole, la quale non esclude l’astinenza come libera scelta.
Non bisogna dimenticare che l’odio razziale e l’odio religioso, come quello di genere e di classe, sono dei veri e propri ostacoli all’accesso delle persone alle risorse economiche e sociali, come la scuola e il lavoro. Discriminare qualcuno non significa solo non accettare che un nero, un ebreo, un rom, una persona di ceto sociale basso o una donna svolgano un determinato mestiere, ma anche continuare a sostenere, attraverso le strutture socio culturali, la loro inferiorità intrinseca, cioè la loro inferiorità dovuta alla loro natura (i neri sono ritardati perché a loro manca un gene, le donne non ragionano correttamente a causa del ciclo). E questo vale anche per le persone che hanno un orientamento sessuale non corrispondente a quello eterosessuale, ossia le persone omosessuali e bisessuali (esistono anche le persone asessuali), così come chi ha un’identità di genere che non corrisponde a quella comunemente definita come cisgender (qui, qui), ossia una persona che non riconosce come proprio il ruolo di genere che gli o le è stato attribuito alla nascita, cioé le persone transessuali.
Consideriamo a questo punto gli altri due elementi che le Sentinelle in piedi dicono di difendere, quelli mutuati direttamente dai Vigilanti francesi, il matrimonio e  la famiglia naturale.
Mi è capitato di sentir dire in uno dei video che riprendono le dichiarazioni delle Sentinelle, che la famiglia naturale è quella che si rispecchia in Adamo ed Eva. Bisognerà ricordare, anche ai credenti cristiani, che l’Antico Testamento, e quindi il libro della Genesi, ha un contenuto mitico e allegorico, che Adamo ed Eva non sono mai esistiti, non hanno vissuto centinaia di anni e non hanno generato figli che, presumibilmente, si sono uniti tra di loro per generare l’umanità tutta.
Il mito di Adamo ed Eva racconta di una società patriarcale in cui le donne sono destinare all’accudimento dei figli e gli uomini al lavoro, una società in cui, forse, i concetti di violenza famigliare e incesto non esistevano e vigeva una diversa sensibilità, scritti che determinano e rispecchiano in questo modo una separazione netta dei ruoli di genere a partire dalla differenza sessuale (intesa come differenza morfologica degli organi sessuali che genererebbe anche differenze ontologiche).
Cioè, l’osservazione della riproduzione sessuata è all’origine di una struttura sociale arcaica che, a partire da un certo momento, si è diffusa in alcune zone del pianeta. Grazie all’etnografia sappiamo che non tutte le società considerano la differenza sessuale un elemento fondante per la divisione dei ruoli, sappiamo che l’accudimento dei figli può avvenire all’interno di un nucleo ristretto ed esclusivo, come all’interno di una comunità più vasta, che le persone di sesso femminile e quelle di sesso maschile o intersessuali possono svolgere le più varie attività per il sostentamento della propria comunità, da quelle manuali a quelle intellettuali e spirituali.
Senza dilungarci troppo, la famiglia naturale, così come è intesa dalle Sentinelle, non è altro che una tipologia di famiglia, tra le altre e che si affianca a esse.
Bisogna specificare, ed è molto importante, che il richiamo costituzionale alla “famiglia naturale”, art.29 della Costituzione italiana, non ha il suo fondamento in questa visione confessionale, anzi, tutt’altro. La famiglia naturale come la intende la Costituzione, è quella razionale, ossia quella che si da nella realtà, al di là di qualsiasi ideologia che cerchi di condizionare il vivere in comune delle persone. Infatti, il concetto di famiglia condiviso dalla collettività non corrisponde già a quello di presunta “famiglia naturale” come è intesa dalle Sentinelle, per di più fondata sul matrimonio che è una istituzione storicamente determinata, un artificialia. Esiste una tipologia, tra le altre, di famiglia che si riscontra frequentemente nella nostra società, ma che si rimodella costantemente a seconda degli eventi.
Se davvero una famiglia fosse esclusivamente fondata sull’unione di una donna e un uomo, ogni vedovo e ogni vedova si troverebbero nella condizione di doversi immediatamente risposare, pena il non essere più una famiglia, nemmeno alla presenza di numerosi figli, fratelli, cugini, nonni.
Non è unicamente una famiglia quella composta da persone unite dal contratto di matrimonio. Ad esempio io, Serbilla, vivo con persone mie consanguinee, ma non sono sposata con loro, e pure siamo una famiglia, nel nostro sentimento e per la legge.
Non esiste nemmeno la necessità di essere consanguinei per poter definire il proprio nucleo associativo con la parola famiglia, basta che delle persone abbiano un legame affettivo e si trovino a condividere un progetto di vita in comune.

Il Padrino: l'album di famiglia.
Il Padrino: l’album di famiglia.

La rigidità dell’idea di famiglia naturale fondata sul matrimonio eterosessuale, proposta dalle Sentinelle, si scontra costantemente con la realtà degli stessi suoi sostenitori, dato che ad accedere al divorzio non sono certamente solo gli atei o gli acattolici.
Nessuno vieta a queste persone di vivere secondo la loro idea di famiglia naturale, sarebbe una discriminazione.
L’approvazione del matrimonio tra persone dello stesso sesso non comporta alcun pregiudizio per la pratica del matrimonio in sé, anzi, la rafforza e avvalora come legame significativo.
Nessuno, poi, vieterà alle persone eterosessuali di sposarsi, dato che si tratta di una estensione del diritto a persone precedentemente escluse per via di una discriminazione su base sessuale;  semplicemente potranno farlo anche le persone dello stesso sesso, quelle che decideranno di contrarre il contratto di matrimonio e di ufficializzare la loro unione di fronte alla collettività.
Una nota per quelli che temono di vedere matrimoni interspecie. Il matrimonio è un contratto che può essere stipulato esclusivamente sulla base della consensualità, infatti durante le dichiarazioni si chiede un “sì” nel pieno della propria volontà.
Per quanto una persona e un cane possano sentire di essere una famiglia, per il legame affettivo che li lega, non potranno mai contrarre matrimonio, perché il cane non può acconsentire con esplicitezza, di fronte alla legge, a contrarre matrimonio.
Il passo successivo è ovviamente l’omogenitorialità. Le Sentinelle affermano che un bambino debba essere cresciuto da una madre e un padre, continuando a fare affidamento a quell’idea di famiglia naturale che parte da Adamo ed Eva.
Nella realtà quotidiana ci troviamo continuamente davanti a famiglie composte nel più vario modo, in cui i bambini crescono sani e felici, grazie alla soddisfazione delle loro necessità affettive, educative e di sostentamento. Voi potreste garantire, mano sul fuoco, che esclusivamente i bambini che hanno un padre e una madre sono felici?
Volete vedere come sono le famiglie omoparentali? Nel sito delle famiglie arcobaleno  di storie ce ne sono diverse, un punto di riferimento è anche AGEDO.
Vi riporto il comunicato stampa diramato dall’ordine degli psicologi a seguito delle dichiarazioni della ministra Lorenzin sulla famiglia omogenitoriale:
“Non è certamente la doppia genitorialità a garantire uno sviluppo equilibrato e sereno dei bambini, ma la qualità delle relazioni affettive.” Da tempo infatti ‐ spiega Giardina ‐ la letteratura scientifica e le ricerche in quest’ambito sono concordi nell’affermare che
il sano ed armonioso sviluppo dei bambini e delle bambine, all’interno delle famiglie omogenitoriali, non risulta in alcun modo pregiudicato o compromesso.
La valutazione delle capacità genitoriali stesse sono determinate senza pregiudizi rispetto all’orientamento sessuale ed affettivo.
Ritengo pertanto ‐ conclude il presidente ‐ che bisogna garantire la tutela dei diritti delle famiglie omogenitoriali al pari di quelle etero ‐ composte senza discriminazioni
e condizionamenti ideologici”.
Bastano cinque pubblicità in cui due donne o due uomini fanno colazione coni propri figli in una bella casa con giardino e la società comincia a cambiare idea. Perché le narrazioni sono importanti, infatti anche la campagna mediatica delle Sentinelle si regge su alcune narrazioni, che poi non corrispondono alla realtà dei loro intenti.
Vedete, la realtà è che “Negli ultimi quindici anni sono stati documentati comportamenti omosessuali che vanno dai giochi sessuali a comportamenti genitoriali in coppie omosessuali in circa 1.500 specie“, è quindi molto molto difficile continuare a considerare “innaturale” la famiglia omogenitoriale e la stessa omosessualità. A dire la verità, anche il cambio di sesso è diffuso nella natura naturale.
Veniamo quindi allo svelamento dei presupposti, cioé all’acqua calda – ma questa è una guida alle Sentinelle for dummies.
La cancellazione della legge Reale Mancino di cui ho scritto poco più sopra, quella che identifica e punisce i crimini di odio, e la cancellazione della legge Scelba, che vieta la ricostituzione di un partito fascista, fanno parte del programma politico di Forza Nuova.
E’ ovvio quindi che essi cerchino di sfruttare a loro vantaggio il brand Sentinelle in piedi.
Questa non è una guida al fascismo for dummies e do per scontato che sappiate perché è così importante essere antifascisti.
 A dispetto delle dichiarazioni di intenti di alcuni rappresentanti del brand (amore, libertà, rispetto e giustizia), le reali finalità di queste persone sono la discriminazione e l’oppressione di una parte dell’umanità. La loro si configura come una resistenza alla tutela della libertà affettiva degli esseri umani. La libertà di parola che essi vogliono difendere coincide con la libertà di igiuria e di istigazione all’odio, entrambe sanzionate dalle leggi e contrarie alla Costituzione. Le loro manifestazioni, benché si svolgano in modo silenzioso e composto, sono atti intimidatori verso la società civile e i legislatori che intendono adeguare alla realtà della collettività l’ordinamento giuridico.

Tolta la maschera della Sentinella, un partecipante dà gratuita dimostrazione del proprio concetto di libertà di parola. Immagine tratta da Google.
Tolta la maschera della Sentinella, un partecipante da gratuita dimostrazione del proprio concetto di libertà di parola.
Immagine tratta da Google.

A questo punto bisogna domandarsi perché noi, domenica mattina, siamo stat@ respint@ dalla polizia, e loro che affermano concetti contrari alla Costituzione e alle leggi italiane, e rappresentano un pericolo per la società, erano protett@.
Perché noi dobbiamo subire minacce fisiche, come è evidente da alcuni video in cui uno dei rappresentanti delle Sentinelle a Napoli, ci minaccia con una spranga, e loro vengono scortati.

Leoni Gay. Quando il re della foresta se la fa con un altro re della stessa foresta.
Leoni Gay. Quando il re della foresta se la fa con un altro re della stessa foresta o della foresta vicina. Scopri di più qui.

Mentre ero in strada mi è tornato in mente un epitaffio di Kipling che lessi al liceo, riguardava la Grande Guerra, diceva così:
Faithless the watch that I kept: now I have none to keep.
I was slain because I slept: now I am slain I sleep.
Let no man reproach me again; whatever watch is unkept—
I sleep because I am slain. They slew me because I slept.*
In questo scritto, intitolato Sleepy Sentinel, la sentinella parla di sé stessa e racconta di essere stata uccisa perché dormiva durante la guardia, adesso che è morta dorme e nessuno può più rimproverarla per una guardia non fatta. Alcuni suppongono che sia morta ammazzata dal fuoco nemico, i tedeschi, perché sonnecchiava in trincea, in realtà la sentinella è stata ammazzata dal proprio esercito, per aver disobbedito agli ordini ed essersi addormentata in servizio, punizione prevista dallo Stato maggiore inglese.
La poesia di Kipling è molto ironica e l’associazione con la sua figura non è casuale, anche se le Sentinelle non hanno certamente il carisma della poesia. La fede di Kipling nel colonialismo, l’idea che l’Inghilterra avesse il diritto di impossessarsi del mondo in ragione della propria superiorità razziale, la presunzione del ruolo educativo e morale del colonizzatore, si ritrovano perfettamente nella violenza delle Sentinelle e di chi le supporta.
Se qualcuno ha ancora dei dubbi può esprimerli nei commenti.
P.S.
Solidarietà a MadonnaLiberaProfessionista, io sto con te.

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