martedì 23 novembre 2010

Donne come foglie

Ieri sulla rai è stato possibile vedere tre donne, in rappresentanza di molti milioni di altre donne che abitano questo paese e il mondo intero, che parlavano di diritti delle donne e violenza contro le donne, per qualche minuto si è dato spazio alla questione fondamentale della nostra società, quella della discriminazione di genere, la discriminazione sulla quale si modellano tutte le altre.

Femminismo a sud
propone un elenco di vittime di femminicidio, da sottoporre a Roberto Saviano, relativo ai soli ultimi quattro mesi, "sono circa 65 vittime soltanto negli ultimi quattro mesi", un elenco agghiacciante, un vero bollettino di guerra come lo chiama perfettamente il blog omonimo.

Perchè non è possibile che le donne muoiano come foglie che cadono silenziosamente in autunno, e che i loro nomi vengano spazzati via, cacellati, come se non fossero mai esistite.

Una sottolineatura, è prassi ormai consolidata che, quando si ricorda il numero delle vittime di femminicidio, qualcuno cominci a sbandierare le morti bianche, cioè i caduti sul lavoro, morti che si devono all'irresponsabilità ed al menefreghismo dei datori di lavoro, di quanti potrebbero e dovrebbero mettere in sicurezza i cantieri, le piattaforme petrolifere, le miniere, i macchinari nelle fabbriche, fornire i materiali antinfortunistici e non lo fanno, tagliando i costi di impianto sulla sicurezza dei lavoratori. Morti dovute all'interruzione della catena del diritto del lavoro.
Le vittime del femminicidio sono donne assassinate da uomini in cui credevano, da amici, padri, fratelli, certe volte figli, in alcuni casi passati con il delirio di onnipotenza, cioè donne che non dovevano reclamare niente, donne la cui sicurezza dovrebbe essere un fatto naturale, che non dovevano pretendere nessuno scarponcino antiscivolo, nessuna cinghia, no, semplicemente avevano il diritto di nascita di attraversare il mondo sicure che nessuno le avrebbe uccise in quanto donne, il diritto di vivere, diritto negato con violenza per un puro e semplice atto di spraffazione.
Non esistono gerarchie tra le vittime, ma femminicidi e morti bianche sono categorie diverse, anche le donne possono essere vittime del lavoro! proprio per questo non ha senso controbattere alla questione del femminicidio, con l'argomento delle morti bianche, cercando in questo modo di attribuire all'uno e all'altro più o meno valore.

Nella morte non c'è niente di eroico.

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