Visualizzazione post con etichetta divorzio. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta divorzio. Mostra tutti i post

martedì 12 giugno 2012

#ddl957: Comunicato Stampa su affido condiviso e Pas


COMUNICATO STAMPA
Genitori e figli: quale futuro per i diritti fondamentali delle donne e dei figli minorenni che hanno subito violenza

Oggi alla Commissione Giustizia del Senato è prevista la discussione sui DDL n. 957(PDL-UDC), DDL n. 2800 (IDV). Queste proposte contengono gravissime violazioni dei diritti fondamentali delle donne vittime di violenza e dei figli minorenni vittime di violenza diretta o assistita, in contrasto con quanto raccomandato dall’ONU in materia alle Istituzioni italiane rispetto alla legge sull’affido condiviso n.54/2006.
Tali disegni di legge rendono obbligatorio il ricorso alla mediazione familiare anche in casi di padri/mariti o partner violenti, a discapito delle madri e dei figli minorenni, subordinando ogni decisione che riguarda i figli ad una condivisione con l’ex partner violento. Tali leggi ricordano la “patria potestà”, cancellata dal diritto di famiglia nel 1975. Inoltre si introduce la Sindrome di Alienazione Parentale quale motivazione “scientifica” a sostegno di queste norme.
Il minore che ha subito direttamente atti di violenza dal padre o ha assistito a forme di violenza fisica sessuale psicologica e verbale contro la madre o su altre figure affettive di riferimento, subisce conseguenze devastanti sotto ogni punto di vista, nel breve e lungo termine, e potrebbe riprodurre quei comportamenti.
Denunciare la violenza domestica per una donna non è un espediente per avere condizioni migliori di separazione, ma una decisione dolorosa per uscire da un trauma profondo dopo molta sofferenza, anche assieme ai propri figli, rispetto ad una persona che si è amata. La violenza domestica è una realtà in Italia ed in Europa ancora oggi molto diffusa e poco denunciata, è secondo l’ONU la causa del 70% dei femmicidi: “Femmicidio e femminicidio in Europa. Gli omicidi basati sul genere quale esito della violenza nelle relazioni di intimità”.
In Italia da gennaio a giugno sono 63 le donne ammazzate dal partner. Avere vicino un marito responsabile e rispettoso, e un padre capace di crescere i figli in maniera condivisa è la premessa per una relazione familiare positiva, è il desiderio di una madre. La PAS, o sindrome di alienazione parentale è considerata un disturbo relazionale nel contesto delle controversie per la custodia dei figli, in cui un genitore manipola il figlio contro l’altro genitore per rivalersi. Malgrado non esista nessun riconoscimento diagnostico scientifico (DSM) della PAS al mondo, tale “sindrome” viene spesso erroneamente utilizzata nei tribunali e dai servizi sociali in Italia per decretare il diritto dell’abusante, in casi di separazione per violenza agita dal partner sulla madre e sui figli, ad ottenere una mediazione forzata e poi l’affido condiviso dei figli. È bene sottolineare che i bambini e le bambine che hanno un padre violento si giovano della sua assenza: solo così possono ricostruire un reale futuro sereno assieme alla madre. Si ritiene di dubbia costituzionalità e lesiva dell’ordinamento giuridico italiano la volontà di introdurre della PAS (Sindrome di Alienazione Parentale); vista la sua assoluta e conclamata mancanza di validità scientifica a livello internazionale. Le realtà che lavorano per il rispetto dei diritti umani e a contrasto della violenza maschile sulle donne e sui figli minorenni, chiedono che :
- Che la legge vieti espressamente l’affido condiviso nei casi di acclarata violenza agita nei confronti di partner e/o sui figli
- che sia definitivamente proibito l’utilizzo della sindrome di alienazione parentale in ambito processuale e da assistenti sociali come motivo di mediazione familiare e affido congiunto.
Casa Internazionale delle Donne – Roma; UDI nazionale; Piattaforma CEDAW; Associazione Differenza Donna; Associazione Donne, Diritti e Giustizia; Associazione Giuristi Democratici; Associazione Il cortile; Associazione Maschile Plurale; A.R.PA, Ass. Raggiungimento Parità donna uomo; Bambini Coraggiosi; Cooperativa Be Free; D.I.Re – Donne in rete contro la violenza; Fondazione Pangea; Lorella Zanardo- Il corpo delle donne; Movimento per l’Infanzia; Zeroviolenzadonne; Femminismo a Sud; Nata Femmina;

Per adesioni e per info: 30yearscedaw[at]gmail.com

venerdì 16 dicembre 2011

"Padri separati uniti contro le donne: boom di falsi siti, è allarme". La denuncia

Fonte: affaritaliani
Venerdì, 16 dicembre 2011 - 12:06:54

Gentile redazione,
faccio seguito all'articolo "Padri separati/Tre milioni sotto la soglia della povertà" (http://affaritaliani.libero.it/cronache/padri-separati111211.html?refresh_ce).
La pur buona pellicola televisiva di Rai Uno sulla vicenda del "padre separato" non vi induca nell'errore: Caritas ospita prevalentemente "genitori separati dai figli" tra gli extracomunitari o i comunitari soli in Italia per lavoro, quelli di fatto che si sottraggono al racket dell'impiego delle manovalanze in nero, ridotti in stato di povertà. I poveri "padri" sono così effettivamente separati dalle famiglie dai molti chilometri, che li separano fisicamente dal proprio paese di origine. Gli italiani hanno una incidenza minima, a Roma sono praticamente sconosciuti, mentre a Milano ce ne solo 5 o 6 in tutto tra i documentati che frequentino le "mense della carità".
Ciò è confermato inoltre dal dato fornito dalla ricerca Istat di recentissima pubblicazione, dedicata alle "condizioni di vita delle persone separate, divorziate e coniugate dopo un divorzio", che rileva come siano le donne a subire una involuzione economica personale e familiare dalla fine di un matrimonio. Altresì dal vostro articolo è scomparso completamente il contenuto del rapporto Eurispes 2011 sulla "condizione dell'Infanzia e dell'Adolescenza", cioè i figli, ad integrale favore di questi padri "certamente adulti" e interessati.

La mistificazione del dato della Caritas è manifattura di un pool di associazioni e di spregiudicati studi legali, interessati ad un obiettivo differenziato solo dall'oggetto statutario molto diverso da quello apparente e che non ha nulla di sociale. Le associazioni dei cd "padri separati" chiedono benefici per se stessi, gli avvocati mirano all'introduzione di una "mediaconciliazione familiare" obbligatoria che, come l'altra ormai in vigore, avrebbe come effetto immediato di far crescere a dismisura i costi di una separazione o di un divorzio per l'introduzione di altre professionalità da retribuire.  

L'intero comparto associativo, invece, è coautore della campagna per l'introduzione della "sindrome di alienazione genitoriale", la P.A.S. (Parental Alienation Syndrome), con il ddl 957 - gemello "cattivo" del ddl 2454 citato dal vostro articolo - per la modifica della L. 54/2006 sull'affidamento condiviso, che ha la presunzione di inserire l'accertamento obbligatorio dell'esistenza di una presunta malattia psichiatrica, per altro priva di alcun avallo medico dalla comunità scientifica internazionale e non inclusa nel DMS IV (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, la cd bibbia della psichiatria) direttamente nel nostro ordinamento giudiziario.

E' utile ribadire che l'introduzione di un pregiudizio a carattere medico psichiatrico nel nostro ordinamento giudiziario subirebbe un primissimo stop in Aula con la pregiudiziale di costituzionalità, ma anche qualora fosse votata con la fiducia o a colpi di maggioranza perirebbe miseramente di fronte alla Suprema Corte Costituzionale alla prima occasione. La presunta malattia, infatti, è tale fornire uno strumento paramedico giudiziario per definire "alienato" il minore e quindi renderne inefficace la "deposizione in Tribunale". L'effetto dell'introduzione di una presunta malattia nel nostro ordinamento imporrebbe una riduzione immediata del Diritto del Minore, alla stregua di dichiarare inabili alla testimonianza tutti coloro affetti dalla sindrome di Down di ogni ordine e grado (e ve ne sono anche di laureati).

Non è un caso che la PAS sia stata usata con una distruttiva efficacia nei Tribunali americani solo per casi di violenza o abuso di minore nelle dispute di affidamento tra i genitori. Richard Gardner autore della teoria, psichiatra forense tossicodipendente ammalatosi di distrofia simpatica riflessa e morto suicida autoinferendosi numerose coltellate al petto e al collo con una mannaia da macellaio, ebbe dalla esperimentazione solo giudiziaria anche il ritorno di alcuni suicidi tra le vittime strappate al genitore protettivo e collocate dal giudice presso il genitore violento o abusante. Fortunatamente molti dei casi trattati da Gardner furono rivisitati durante lo scandalo e sanate situazioni di inenarrabile violenza ai danni di bambini e bambine. Coloro che negli states sono stati bambini vittime di Gardner oggi sono divenuti associazioni, che combattono strenuamente l'applicazione giudiziaria della teoria criminogena ai casi di pedofilia o di violenza familiare.

Allego le bozze del Rapporto Caritas pubblicato nel 2011 e i link per rivedere l'Indagine Istat sulle "nuove povertà" che conclama la povertà delle "Donne" giovani e con figli, nonché le relazioni redatte ai fini dell'Audizione presso la Commissione Giustizia al Senato sui due ddl scritte dall'Avv. Girolamo Andrea Coffari, presidente del Movimento per l'Infanzia, e dal Dott. Andrea Mazzeo, psichiatra e dirigente medico della Asl di Lecce.

Concludo con il ribadire mestamente che in tempi di grave crisi, quale quello verso il quale si avvia il Paese, la partecipazione mediatica ad una campagna che apre ufficialmente le ostilità tra i "generi" maschile e femminile può, a livello sociale, produrre gravi danni per la popolazione. Istat infatti rileva che il 75% dei genitori maschi non è in regola con il pagamento dell'assegno vitalizio per i figli e, considerando l'ampiezza del dato nazionale prodotto da Istat, è bene sospettare che si celi ben altro oltre alla povertà. Sussiste inoltre il rischio che da questa impietosa campagna nasca inoltre una nuova "affittopoli" di partito.
Pagine come questa che vi mostro sono esclusivo appannaggio mediatico delle organizzazioni descritte sopra e non rappresentano certo l'immagine di una Italia onesta e impegnata a risollevarsi dalla crisi, informo inoltre che i contenuti diffusi dalla pagina sono riprodotti da ben oltre 500 pagine facebook di poco differenti  e un centinaio di siti web commissionati dalle Associazioni e dagli studi legali ad una società di marketing e web hosting fiorentina, la Geobox.IT Srl, il cui titolare è sotto processo il Tribunale di Firenze per gravi maltrattamenti familiari (il reato è stato determinato per effetto di una sentenza della Suprema Corte di Cassazione, a disposizione se occorre).

Inoltre, cosa gravissima fin in violazione della legge e contro la deontologia professionale di avvocati e medici cui è vietata la pubblicità, tutti i professionisti legati al circuito sono di fatto "pubblicizzati" da queste pagine e con ricca esposizione di indirizzi e altri recapiti.


Loredana Morandi, presidente associazione Argon - Rete di artisti contro le guerre, e responsabile della comunicazione del Movimento per l'Infanzia


I link dell’associazione Argon - Rete di artisti contro le guerre

I link del Movimento per l'Infanzia

Il blog per i comunicati alla stampa:

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...