giovedì 27 maggio 2010
Napoli: sospesa prenotazione Ivg al Vico Equense
Nel clima creato dalle “necessità” del rientro sul debito sanitario, incomprensibilmente, le regioni ancora temporeggiano sull’introduzione della pillola RU486, che costituisce un’occasione di alleggerimento delle strutture ospedaliere. Nel caso di Vico Equense, che per altro ha fatto la richiesta di poter offrire questa soluzione alle utenti, sarebbe un evidente contributo alla riduzione delle spese di anestesia.
La nostra domanda è principalmente al Ministero ed ai nuovi governi locali regionali, tra i quali molti, immediatamente dopo la chiusura delle urne, hanno impugnato come una bandiera la “questione” pillola, la cui commercializzazione era stata appena approvata.
La nostra domanda è: a quando le linee guida per la regolamentazione del farmaco già introdotto dall’AIFA?
Sul debito della Campania e sulla mancata corresponsione dei finanziamenti statali, di fronte al poderoso rientro già attuato, abbiamo le nostre convinzioni, ma gli effetti che vediamo non sono opinabili.
Di fronte ad una legge dello stato che va applicata, l’argomento del debito viene usato per scoraggiare l’accesso al diritto sancito da quella legge stessa .
I reparti di IVG sono vessati, non a caso, perché il disvalore e la colpevolizzazione “sociale” delle utenti viene indotto anche con l’argomento dei costi.
Ma se è questo il servizio che lo Stato vuol rendere alle cittadine, a fronte di un suo preciso obbligo, diciamo che c’è un mezzo per ridurre costi e al contempo rispondere all’art. 15 della legge 194 (che prevede l’aggiornamento delle tecniche, e la ricerca di mezzi sempre meno invasivi).
La legge Italiana sull’interruzione di gravidanza non prevede il ricorso al privato ed anzi lo punisce, la sua applicazione è una responsabilità precisa delle Istituzioni, eppure da più di vent’anni si fa ostruzionismo, si inducono difficoltà inventate, si discute di convinzioni morali già sconfitte da un referendum.
Tutto questo con un insopportabile intento, portato avanti con costi anche economici: trasformare una facoltà in una vergogna, riportare “le colpevoli” ad essere merce di un affare clandestino."
Comitato 194, Udi di Napoli
Napoli 25/05/10"
Fonte: femminismo a sud
sabato 22 maggio 2010
194
Nessun* può essere favorevole all'aborto in senso stretto, si è favorevoli alla libertà di scelta, ad una sessualità consapevole, ad una maternità consapevole e quindi all'autodeterminazione.
Per questo festeggio la legge 194 che, pur nei limiti del compromesso, ci salva la vita ogni giorno. L'unica via per un ulteriore abbattimento del ricorso all'aborto è la diffusione dei contraccettivi, un'educazione alla diversità e al rispetto.
Legge 194, donne in piazza per festeggiare 32 anni di lottaSabato prossimo appuntamento a piazza Trastevere per la libertà di scelta. Femministe e lesbiche insieme, per ricordare i diritti negati, al grido: "Benvenuta Ru486"
"A 32 anni dall'entrata in vigore della legge 194 sull'interruzione volontaria di gravidanza difendiamo la nostra libertà di scelta". Così i collettivi di donne fanno sentire la loro voce, pronte a scendere di nuovo in piazza. L'appuntamento è per sabato 22 maggio a Trastevere, in piazza Trilussa, per una festa di compleanno da celebrare insieme. A darsi appuntamento sono i collettivi di donne, femministe e lesbiche, associazioni e donne singole che ricordano quanto ancora sia importante lottare per i diritti delle donne.
Sarà una festa - assicurano le organizzatrici dell'evento - ma anche un "momento di riflessione e di lotta contro i continui attacchi di chi vuole le donne precarie, disoccupate, imprigionate in casa e ridotte a meri contenitori di gravidanze". E concludono: "Nessun compromesso politico sul corpo delle donne".
L'iniziativa del 22 maggio lancia anche un altro messaggio: 'Benvenuta Ru486'. Le organizzatrici della manifestazione dicono basta a "chi afferma di difendere la vita e poi è pronto ai compromessi politici sui corpi delle donne; chi afferma di difendere la vita e poi la violenta nell'infanzia; chi afferma di difendere la vita e poi nega il diritto a lavoro, casa e asili nido; chi afferma di difendere la vita e poi la nega con la legge 40, quella sulla fecondazione assistita; chi afferma di difendere la vita e poi nega i diritti delle immigrate e degli immigrati e li rinchiude nei centri di detenzione; chi afferma di difendere la vita e poi promuove la guerra".
repubblica.it
Pillola del giorno dopo negata: "Incinta, chiedo i danni"
Di Cristina Bassi
Una sera di quattro anni fa Lucia (il nome è di fantasia) ha avuto un incidente di percorso, ha chiesto ai medici, ripetutamente, la pillola del giorno dopo ma loro si sono rifiutati di prescriverla. Ci sono buone probabilità che per questo motivo sia rimasta incinta di un bambino che oggi ha tre anni. La 38enne abruzzese, che fa l’operaia, ha quindi citato in giudizio l’Asl di Teramo, chiedendo un risarcimento di 500 mila euro. È un caso unico nel suo genere. Per lei e il suo avvocato, Felice Franchi, è stato negato un diritto, con danno morale, biologico, patrimoniale e sulla vita di relazione di una giovane donna che ha dovuto affrontare da sola la gravidanza e il parto e che ora sta crescendo suo figlio senza un compagno. Il padre del bambino non l’ha voluto riconoscere.
La pillola del giorno dopo è un contraccettivo d’emergenza, si usa cioè dopo il rapporto non protetto, nel dubbio di poter rimanere incinte. È efficace se presa entro 72 ore dal rapporto a rischio, tuttavia non dà una sicurezza al cento per cento. L’efficacia è più alta, più è tempestiva l’assunzione. In Italia la pillola del giorno dopo può essere venduta dietro prescrizione medica, per poter assumerla è quindi necessario rivolgersi a un consultorio, al proprio medico, a un ginecologo, al pronto soccorso o a un presidio di guardia medica. Il contraccettivo d’emergenza agisce bloccando l’ovulazione, prima che questa si realizzi, non è quindi un farmaco abortivo.
Non va confuso con la cosiddetta pillola abortiva, la Ru486, diversa per principio attivo, effetto, tempi e modi di somministrazione. Sulla possibilità degli operatori sanitari obiettori di coscienza di rifiutarsi di fornire la pillola del giorno dopo il dibattito è aperto. La legge sull’aborto non prevede questa eventualità, visto che il contraccettivo d’emergenza non è abortivo, ma l’ordine dei medici si è espresso a favore. Nel concreto succede spesso che medici, infermieri e farmacisti contrari all’aborto non diano la pillola del giorno dopo e che le donne facciano fatica a procurarsela.
Nel nostro Paese i ginecologi obiettori sono circa il 70 per cento del totale (il dato è del ministero della Salute ed è relativo al 2007. Nel 2005 i ginecologi obiettori erano il 58,7%). In tutte le regioni (tranne la Valle d’Aosta, dove la percentuale è del 16,7%) gli specialisti che non praticano aborti sono più della metà, in Lombardia sono il 65,6 per cento, molti di più in Lazio (85,6%), Molise (82,8%), Campania (83,9%), Basilicata (84,1%) e Sicilia (83,5%). Queste percentuali rendono in molti casi difficilmente applicabile la legge 194.
Lucia, come sono andate le cose la sera del concepimento?
Uscivo con un ragazzo, non era un vero fidanzamento. Mi stavo ancora riprendendo da una lunga relazione finita male e con quest’uomo non avevo una relazione stabile. Dopo una pausa di circa un mese ci siamo rivisti e durante un rapporto si è rotto il preservativo. Nel dubbio di rischiare una gravidanza non voluta, sono andata alla guardia medica e al pronto soccorso di due ospedali, nella mia città e nella città vicina, per avere la pillola del giorno dopo. Si è trattato sempre di strutture pubbliche, ma in tutti i casi il farmaco mi è stato negato.
Perché?
Nessuno dei tre medici che ho consultato mi ha detto espressamente di essere obiettore di coscienza, tutti però si sono tirati indietro. Ero in evidente difficoltà, ma pur avendo bisogno di aiuto qualcuno di loro mi ha trattata male e mi ha guardata come se invece di una donna consapevole fossi stata una ragazzina che non sapeva cosa stesse facendo. In un caso mi è stato detto che avevano finito i moduli per sollevare la struttura dalle responsabilità per gli effetti collaterali. Una dottoressa mi ha invece spiegato che per prescrivermi il farmaco doveva farmi una visita ginecologica. Io ho obiettato che non volevo farmi visitare da un ginecologo che non fosse il mio e lei ha risposto che allora non poteva fare nulla per me (per avere la pillola del giorno dopo non è obbligatorio sottoporsi a visita ginecologica, ndr). Alla fine ho trovato una ginecologa che mi ha dato la pillola, ma a quel punto era troppo tardi.
Ed è rimasta incinta.
Incinta e sola, perché il mio ex partner non voleva che tenessi il bambino. Ho rifiutato di abortire e lui non ha voluto riconoscere il figlio. Il bambino porta il mio cognome, anche se somiglia tutto al padre.
La controparte sostiene che ci sono dubbi sulla paternità e, quindi, sul legame di causa-effetto tra quella pillola negata e la gravidanza.
Sono sicura che il padre sia lui e che il concepimento sia avvenuto in quella occasione. Non uscivo con nessun altro in quel periodo. Non avrei alcun problema in caso di test del dna, a condizione però che quell’uomo non rivendichi in futuro la paternità. Non c’è più posto per lui nella nostra vita, io e mio figlio stiamo bene e ce la caviamo grazie alle nostre forze e al sostegno della mia famiglia.
Perché non ha abortito?
Sono contro l’aborto, non avrei mai potuto farlo. La pillola del giorno dopo è un contraccettivo d’emergenza, che si prende nel dubbio di poter rimanere incinte. Sono due cose molto diverse. Sono felice di non aver interrotto la gravidanza: il mio bambino è la gioia della mia vita.
Ma non ha paura che questa storia possa mettere in dubbio il suo amore per lui?
Nessun timore. Il punto non è che ho avuto un bambino, ma il fatto che mi è stato negato un diritto. Se non avessi voluto mio figlio, avrei potuto abortire. Siccome faccio un lavoro pesante, mi sono messa subito in maternità per non rischiare di perderlo. E l’ho amato dal primo momento. È venuto al mondo nonostante quello che è successo, vuol dire che il mio destino era di diventare mamma.
Perché ha deciso di fare causa all’Asl?
Per creare un precedente che garantisca qualche tutela in più alle donne, magari giovanissime, che si troveranno nella mia situazione. Capita troppo spesso che una ragazza, vedendosi rifiutare la pillola del giorno dopo o trovandosi davanti un medico che con un pretesto cerca di dissuaderla, debba poi affrontare il trauma dell’aborto. Il contraccettivo d’emergenza dovrebbe essere prescritto senza alcun problema, le strutture che si rifiutano di farlo violano la legge.
tg24.sky.it
martedì 11 maggio 2010
FINTI POLIZIOTTI RAPINAVANO E VIOLENTAVANO SQUILLO: 7 ARRESTI
Fonte:leggo.it
UCCIDE PER GELOSIA MOGLIE 21ENNE E FUGGE CON FIGLIA
Fonte:leggo.it
Gela, uccide la moglie per gelosia e fugge con la bimba di 2 anni Arrestato nella notte
Tragedia familiare: una guardia giurata ha fatto fuoco contro la donna, 21 anni, e poi ha preso la bimba: immediate le ricerche: arrestato per omicidio
Caltanissetta, 11 maggio 2010 - Tragedia familiare a Gela. Una guardia giurata di 25 anni, Nicola Incorvaia, ieri notte ha ucciso la moglie 21enne, Emanuela Vallecchi, 22 anni, nell’appartemento alla periferia di Gela,in via Canalotto, ed è fuggito con la figlia Giorgia, di 2 anni.
Secondo quando ricostruito dagli inquirenti la tragedia sarebbe stata originata da problemi familiari e di gelosia. I due sarebbero stati vicini alla separazione. Il metronotte, al culmine di una lite, ha preso la pistola d’ordinanza, una semiautomatica calibro 9, esplodendo contro la giovane cinque colpi.
Subito dopo è fuggito a bordo della propria auto, un’Alfa 147, con la figlioletta. Immediate le ricerche delle forze dell’ordine e poco dopo l’uomo è stato rintracciato dalla polizia in contrada Spinasanta e arrestato per omicidio volontario.
Nicola Incorvaia ed Emanuela Vallecchi stavano per separarsi. Questo il movente che avrebbe scatenato la furia della guardia giurata, la quale ha scaricato sulla giovane donna cinque colpi di pistola calibro 7.65, non lasciandole scampo. La gelosia e la fine del matrimonio, dunque, alla base del tragico delitto. L’uxoricidio si è verificato nella tarda serata di ieri nell’abitazione di via Canalotto, una traversa di via Butera, nei pressi di un supermercato alla periferia della città, nel quartiere Olivastro.
Prima l’ennesimo diverbio con la giovane moglie e poi Incorvaia ha perso completamente la testa. Ha estratto la sua pistola d’ordinanza e ha incominciato a sparare all’impazzata colpendo Emanuela in diverse parti del corpo.
Dopo, resosi conto di quanto fatto, ha telefonato al fratello: "Ho ucciso mia moglie", gli ha detto con la voce strozzata.
Poi, con la sua auto, si è dato alla fuga, abbandonando la pistola sul luogo del delitto e portando via con sè la figlioletta di appena due anni. Il fratello di Incorvaia si è quindi rivolto ad un agente di polizia, in quel momento fuori servizio. Il poliziotto ha rintracciato la guardia giurata e lo ha tranquillizzato dicendogli che la moglie ce l’avrebbe fatta e pregandolo di tornare indietro nei suoi passi. L’assassino avrebbe riferito al poliziotto che sarebbe voluto sparire per sempre, dicendo al tempo stesso, dopo una trattativa, dove si era nascosto.
Una volante lo ha quindi raggiunto, in contrada Spinasanta, a pochi chilometri dal centro abitato e lo ha arrestato. Ad interrogarlo per tutta la notte, alla presenza dei dirigenti del commissariato di Gela, è stato il sostituto procuratore Monia Di Marco. Nicola Incorvaia, fra le lacrime e sotto choc, ha ammesso di aver ammazzato la moglie, perchè non reggeva il dolore della separazione. L’uomo, arrestato per omicidio volontario, è stato rinchiuso nel carcere di Caltagirone.
agi
Fonte:quotidianonet
lunedì 10 maggio 2010
«Sarai mia o di nessuno»: le dà fuoco L'uomo aveva alle spalle 26 condanne
TORINO (10 maggio) - «Se non sei mia non sarai di nessuno». Sono le parole urlate da un uomo ultracinquantenne alla ragazza di cui si era innamorato, non corrisposto, qualche attimo prima di cospargerla di benzina e darle fuoco.
Ora l'uomo è stato arrestato dai carabinieri dovrà rispondere di tentato omicidio. I fatti si erano svolti a Levone (Torino) lo scorso 25 aprile. Alcune settimane prima Cristina (il nome è di fantasia), 32 anni, lo aveva conosciuto tramite un amico comune in quanto cercava lavoro. Lui aveva raccontato di cercare un'addetta alle pulizie. All'incontro, però, aveva capito immediatamente le reali intenzioni dell'uomo, che aveva iniziato a palpeggiarla dicendole che quella del lavoro era soltanto una scusa. Da quel momento la ragazza era stata perseguitata per settimane ed era stata costretta a trasferirsi nell'abitazione in cui aveva invitato l'amica, 34 anni, e in cui si è svolta l'aggressione incendiaria.
Le ragazze hanno cercato di scappare ma sono state trattenute e scaraventate a terra. Tuttavia sono ugualmente riuscite a liberarsi, a spegnere le fiamme che avevano avvolto le loro gambe e a dare l'allarme. Le due ragazze ricoverate in ospedale hanno riportato ustioni di primo e secondo grado e hanno raccontato l'accaduto ai carabinieri della compagnia di Venaria Reale. Dopo alcune settimane di indagine, l'uomo è stato arrestato venerdì a Lanzo Torinese, mentre si accingeva a entrare in un bagno pubblico.
Già condannato per violenza sessuale. Ha alle spalle 26 condanne passate in giudicato, di cui due per violenza sessuale, Marco Langellotti, ufficialmente residente a Ciriè (Torino) ma in realtà senza fissa dimora, ha nel suo passato una lunghissima serie di reati che vanno dallo stupro alle rapine in villa, dallo spaccio alle lesioni.
Fonte:il messaggero
Forza Nuova e la Ru486. Durante la contestazione alcune grida: "Stupratele che tanto abortiscono"
Momenti di tensione, a Massa, al termine di un convegno sulla RU486, al quale ha partecipato Roberto Fiore, segretario nazionale di Forza Nuova.
Alla fine dell'incontro, fuori dal teatro, un gruppo di donne favorevoli all'aborto e che avevano contestato Fiore sono state apostrofate da alcuni giovani presenti all'iniziativa, che hanno gridato "Stupratele che tanto abortiscono".
A pochi metri di distanza dal teatro sede del convegno, si è svolto anche un sit-in di forze di centrosinistra e associazioni, per manifestare pacificamente la loro contrarietà all'incontro e alla presenza di Fiore.
Non ci sono stati scontri, anche grazie al copioso schieramento di forze dell'ordine.
Per evitare che un cameraman di una tv locale riprendesse la scena delle grida contro il gruppo di donne, altre persone hanno cercato di sottrargli la telecamera, minacciandolo di non rientrare in teatro. Fiore si era già allontanato.
gonews.it
giovedì 6 maggio 2010
Usa/ Ex star del football arrestato per stupro 15enne -rpt
Lawrence Taylor, ex Giants, arrestato questa mattina a New York
New York, 6 mag. (Apcom) - L'ex stella del football americano Lawrence Taylor è stato arrestato questa mattina in un hotel di Montebello, New York, con l'accusa di aver stuprato una quindicenne. La ragazzina è stata portata da un 'protettore' all'Holiday Inn Holidome Hotel dove si trovava l'ex linebacker dei New York Giants, secondo quanto scrive il Journal News citando fonti della polizia. La vittima, originaria del Bronx e scappata di casa oltre un mese fa, si trova ora ricoverata in ospedale.
Era scappata da marzo e c'è un 'protettore' coinvolto", ha detto l'agente Christopher Lawrence. "Ha ricevuto un pugno in faccia, ma non sappiamo chi sia stato". Oggi pomeriggio alle 15 (le 21 in Italia) la polizia terrà una conferenza stampa.
Il nome di Lawrence Taylor, 51 anni, appare nella Pro Football Hall of Fame dal 1999. E' considerato uno dei migliori difensori di tutti i tempi, ma i suoi 13 anni di carriera nei Giants sono stati spesso compromessi da problemi di droga e alcol. E' stato sospeso più volte dalla Nfl (National Football League) ed è stato arrestato in diverse occasioni per possesso di droga.
Negli ultimi anni Taylor era tornato alla ribalta come personaggio pubblico e aveva lavorato per l'emittente della Nfl. Aveva detto di essersi lasciato alle spalle i problemi di droga. Lo scorso novembre era stato accusato in Florida per non aver prestato soccorso durante un incidente. E' stato rilasciato con una cauzione di 500 dollari ma il caso è ancora aperto. Taylor vive a Pembroke Pines, in Florida, ma spesso si reca nella sua casa in New Jersey non lontana da New York.
Fonte:virgilio.it
Padova - Grave sopruso nei confronti di ragazze rom
Venerdì pomeriggio 29 aprile è pervenuta alla redazione di Radio Sherwood una telefonata, da parte di una studentessa che ha voluto denunciare un abuso nei confronti di alcune ragazze rom a cui ha assistito di persona.
La ragazza ha raccontato quello a cui ha visto in stazione a Padova, assieme ad altre persone, tra cui una giornalista allontanata dai carabinieri.
I fatti, come raccontati alla radio, riguardano un fermo da parte dei carabinieri di alcuni rom sospettati di avere della cocaina. In particolare le ragazze fermate sarebbero state spogliate, denudate e “visitate” dalle mani dei militari per tutto il corpo...
A testimonianza delle sue parole, la studentessa ha spedito a Radio Sherwood delle foto, fatte con telefono cellulare, che alleghiamo sia alla notizia, sia alla testimonianza audio della studentessa.
UNA VISITA GINECOLOGICA IN STRADA FATTA DAI CARABINIERI
venerdì 29 aprile 2005
da http://www.meltingpot.org/articolo5294.html
Violenza sessuale: abusi su figliastra, arrestato
(ANSA) - NAPOLI, 6 MAG - Arrestato a Castellammare di Stabia (Napoli) un 58enne con l'accusa di violenza sessuale e maltrattamenti alla figliastra. L'uomo e' destinatario di una ordinanza di custodia cautelare in carcere. Le indagini sono state avviate in seguito alla segnalazione di alcuni compagni di scuola ai quali la ragazza si era confidata. Dal 2006 l'uomo violentava la figliastra 17enne, costringendola a rapporti sessuali nei momenti in cui la madre non era a casa.
domenica 2 maggio 2010
In due tentano violenza sessuale e in 15 accerchiano la polizia
ROMA - I palpeggiamenti si sono trasformati in calci e pugni per una ragazza di 20 anni, ecuadoriana, portata fuori dalla discoteca da due giovani che volevano abusare di lei. L'intervento della Polizia al momento del trambusto è stato inizialmente bloccato da un branco di 15 persone, che ha tentato di salvare i due violentatori. Infine le forze dell'ordine sono riuscite a salvare la ragazza dallo stupro e arrestare tre persone. L'accusa è di favoreggiamento, resistenza violenza e lesioni a pubblico ufficiale. Per i due responsabili della violenza alla ragazza e gli altri del branco sono in corso le indagini degli investigatori.
IL TENTATIVO DI STUPRO - Secondo la ricostruzione della Polizia, tutto è iniziato quando, nella discoteca, la giovane è stata avvicinata da due sudamericani, che prima l'hanno spinta in un angolo poi uno dei due ha estratto un coltello e l'ha minacciata di morte se non fosse uscita immediatamente dal locale per appartarsi con loro. La ragazza con una scusa ha tentato di uscire dalla discoteca ma i due giovani, dopo averla raggiunta all'esterno, hanno cominciato a palpeggiarla e, alla sua reazione, hanno cominciato a strapparle i vestiti e a colpirla con calci e pugni spingendola a terra.
L'INTERVENTO DELLA POLIZIA - All'arrivo del fidanzato della giovane, i due stranieri si sono allontanati strappandole anche un braccialetto in oro che aveva al polso destro. Pochi minuti dopo è arrivato l'equipaggio di una volante e gli agenti sono stati avvicinati da alcuni amici dei due giovani che hanno indicato il luogo dove si era diretto uno dei due aggressori. I poliziotti lo hanno inseguito e bloccato, ma improvvisamente sono stati accerchiati da un gruppo di quindici persone che li hanno aggrediti spingendoli a terra e consentendo all'uomo di fuggire. Gli agenti hanno immediatamente chiesto ausilio ad altri equipaggi e prima che il gruppo degli aggressori si disperdesse, sono riusciti a bloccare tre persone. Accompagnati in commissariato Viminale in tre sono stati arrestati per favoreggiamento resistenza violenza e lesioni a pubblico ufficiale, mentre proseguono le indagini degli investigatori per individuare i due aggressori e i partecipanti al gruppo intervenuti in loro difesa.
«GRAVE EPISODIO» - «A nome dell'Amministrazione comunale voglio esprimere la piena solidarietà alla ragazza e agli agenti di polizia aggrediti la scorsa notte a via Marsala. Si è trattato di un episodio grave che deve far riflettere». Lo afferma il delegato alla Sicurezza, Giorgio Ciardi.
Redazione online
02 maggio 2010
Fonte:corriere.it
sabato 1 maggio 2010
Mio zio | Carmen Consoli 1º maggio 2010
"L'abuso sui minori è un reato grave quanto un omicidio, bisogna abbattere questo muro di omertà e denunciare questo scempio, questo orrore, che si consuma in strade, case e chiese."
La canzone Mio zio di Carmen Consoli ha vinto il premio Amnesty International Sezione Italiana per i diritti umani.
Sostenere il progetto “Il Corpo delle Donne”
Il Corpo delle Donne ora è un libro, o meglio uno strumento, che innalza il nostro livello di consapevolezza. Contiene due interessanti capitoli su come guardare la tv con nuovi occhi. Offre spunti di resistenza pratica e di cambiamento.
Comperate se potete il libro: il ricavato, serve totalmente a sostenere il progetto. Che significa andare nelle scuole, continuare con il lavoro del blog, e altre iniziative che verranno.
Poche utili azioni possono fare la differenza dunque:
- acquistare il libro: online costa 10 euro
- regalarlo a un’amica/o
- mettere il banner sui vostri blog e linkarlo ai vostri amici: il Teorema della 94 puo’ diventare il motivo conduttore di una volontà di cambiare
Recensione di Loredana Lipperini su La Repubblica (anche qui)
Le donne del Mediterraneo di Lorella Zanardo.
La rassegna stampa de Il corpo delle donne
Visita il blog de Il corpo delle donne dal quale sono tratte queste informazioni.
Usa, aborto più difficile nella Bible Belt
Malgrado la presenza alla Casa Bianca di un presidente democratico come Barack Obama, continua l'offensiva contro i diritti civili in alcune zone degli Stati Uniti, in particolare quelle appartenenti alla cosiddetta Bible Belt, zona di stati molto conservatori, i cui principi sono spesso ispirati ad un'etica e morale ispirata alle frange religiose più oltranziste.
Dopo aver attaccato a più riprese la riforma sanitaria di Obama ed aver manifestato a favore del porto libero di armi, in alcuni di questi Stati si stanno registrando prese di posizione autoritarie contro il diritto all'interruzione volontaria di gravidanza.
Il Nebraska, Stato centrale tra i più poveri, teatro l'anno scorso di numerosi attacchi alle cliniche che praticano aborti, ha messo come obbligatorio un esame invasivo da fare prima dell'intervento per capire i fattori di rischio della gestante e ha proibito le interruzioni di gravidanza oltre la ventesima settimana, usate spesso in caso di pericolo di vita per la madre e gravi malformazioni del feto. I movimenti pro choice hanno annunciato battaglia ma anche il vicino Kansas sembra intenzionato a seguirne l'esempio.
In Nebraska il governatore repubblicano Dave Heineman ha applaudito i nuovi provvedimenti, mentre in Oklahoma il governatore democratico Brad Henry non è riuscito a bloccare le modifiche restrittive alla legge sull'interruzione di gravidanza decise dal parlamento locale a maggioranza repubblicana. I medici potranno non rivelare ai futuri genitori le malformazioni del feto per motivi di coscienza senza essere perseguiti penalmente e le donne incinte in seguito a stupro e incesto dovranno essere sottoposte ad un'ecografia particolarmente invasiva per via vaginale per poter vedere chiaramente il feto.
Anche qui le associazioni per i diritti civili hanno promesso battaglia, ma ancora una volta viene chiaro come gli Stati Uniti, considerati al di fuori come una realtà omogenea, siano in realtà un insieme di stati molto diversi tra loro, dove i diritti umani e le libertà civili possono essere largamente presenti in un posto e messi pesantemente a rischio in un altro.
Fonte: nuovasocietà
SOCIETA'. Congo: in aumento lo stupro di gruppo
Violenza sulle donne: Un'indagine commissionata da Oxfam rivela che nella Repubblica Democratica del Congo nel 60% dei casi si tratta di "stupro collettivo". Ecco alcune testimonianze:
* "Era una notte del 2007, io e la mia famiglia stavamo dormendo nella nostra casa. Ci fu un colpo da fuori; gli assalitori ordinarono a mio marito DI aprire la porta. Un gruppo di sei uomini in uniforme militare, quattro armati di fucili e due disarmati, è entrato in casa. Hanno cominciato a saccheggiare tutti i nostri oggetti di valore. Ci portarono fuori e ci costrinsero a seguirli nella foresta. Una volta arrivati nella foresta, hanno liberato mio marito ma hanno costretto me a continuare ad andare con loro all'interno della foresta. Il comandante aveva scelto me come sua moglie; mi ha tenuta nella foresta per sette mesi, violentandomi quando voleva. Convinto che io fossi incapace di scappare, mi ha permesso di vagare da sola e così sono riuscita a scappare ".
* "La mia famiglia ed io stavamo tutti dormendo quando sono arrivati i soldati. Hanno legato le mani di mio marito dietro la schiena e poi a turno mio hanno violentata. Poi hanno portato me e mio marito alla foresta. Quando mio marito ha tentato di opporre resistenza gli hanno sparato e l'hanno ucciso. Ho trascorso tre settimane nella foresta fino a quando una sera sono riuscita a scappare. Quando sono arrivata a casa, ho scoperto che il mio bambino era morto. "
* "Io e mio marito dormivano in casa. I bambini dormivano nella casa accanto. I soldati arrivarono ed hanno portato mia figlia a casa nostra, dove l'hanno violentata in presenza mia e di mio marito. Poi ordinarono a mio marito di stuprare mia figlia, ma egli si rifiutò e così lo uccisero. Poi andarono nella casa dove hanno trovato gli altri tre figli. Hanno ucciso tutt'e tre i miei ragazzi. Dopo averli uccisi, due soldati mi hanno violentata uno dopo l'altro ".
* "Li abbiamo trovati in casa nostra. Hanno saccheggiato tutto. Hanno messo mio marito sul letto e l'hanno picchiato. Poi, due dei soldati mi hanno violentata. E' una tragedia. Non riesco a credere che questo sia accaduto a me. Preferisco la morte invece della vita. Per questo mondo non esisto più".