mercoledì 31 ottobre 2007

"Nessuna scommessa, lei era d'accordo"

Il racconto di Daniele al pm: "Poteva andarsene, la porta non era chiusa a chiave"
di Alessandro Cori
«Ma perché ha detto che l´ho violentata? Non capisco. Lei era d´accordo. Abbiamo anche dormito insieme, nel letto singolo. Perché non è scappata? Invece alle quattro del mattino di venerdì mi ha svegliato, voleva che l´accompagnassi a casa. Io che avevo bevuto ed ero stanchissimo, le ho detto che non ce la facevo. "O aspetti qualche ora, oppure prendi l´autobus". Lei ha aspettato».

Era sorpreso e incredulo, Daniele A., quando i poliziotti lo hanno raggiunto e arrestato con l´accusa di stupro e sequestro di persona. Davanti al pm Antonello Gustapane ha negato e negato ancora, racconta l´avvocato difensore Marco Salmon. «L´avrei fatto per una scommessa? - ha detto - Non è vero. Io non avevo scommesso proprio niente, con nessuno». Poi è tornato sui punti salienti della denuncia della ragazza. «Dice di non aver urlato perché la musica alta avrebbe coperto le sue grida, ma in quella casa nessuno può usare il volume al massimo, le pareti sono sottili, come di cartone, si sente tutto, i vicini si lamentano e poi arriva a bussare il portinaio». Altra incongruenza, secondo Daniele, la porta di casa che secondo la studentessa sarebbe stata chiusa a chiave. «Non è vero. La ragazza poteva sfilare il badge, come si fa in albergo, e andarsene. Non c´era niente che lo impedisse, nessuna chiave, nessuna serratura».

Monolocali con tutti i confort, palestra, sala video, telecamere della sicurezza sparse ovunque e una portineria attiva 24 ore su 24. Nella hall e nei corridoi regna il silenzio, l´atmosfera è davvero riservata, e nonostante la polizia negli ultimi due giorni abbia "disturbato" più volte gli inquilini del "Terzo Millennio", qui di quello che è successo nella stanza 119 (quella di Daniele) si sa poco o niente. Sembra un "bunker" il residence di via Miliani: 240 stanze occupate in gran parte da studenti che hanno accesso nella struttura e nei mini appartamenti solo grazie a un badge elettronico che registra tutti gli ingressi. Anche se le scappatoie per entrare senza essere visti ci sono. Dal garage per esempio, come hanno fatto Daniele e Inge l´altra sera. Gli ospiti infatti dovrebbero mostrare una carta d´identità, registrarsi e pagare 8 euro, «ma non sempre è così, a volte chiudiamo un occhio» si lasciano sfuggire dalla portineria.


Daniele, al terzo "Millennio" ci viveva da un paio d´anni, all´inizio in una stanza al terzo piano, poi invece, dopo l´estate, si era trasferito in un altro mini appartamento al primo. I suoi vicini lo conoscono poco, «non siamo mai andati oltre al 'ciao´, mi sembra una persona molto tranquilla e riservata», racconta l´inquilina della stanza accanto a quella del giovane barese. «Giovedì sera sono andata al cinema con il mio ragazzo - dice la ragazza - siamo rientrati verso l´1,15 e sono sicura di aver sentito una leggera musica di sottofondo e un vociare che veniva proprio dalla 119. Solo quando sono passata davanti alla porta però, poi più niente, l´ho raccontato anche alla polizia».


(28 ottobre 2007)
Fonte: repubblica.it

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