mercoledì 31 ottobre 2007

"L'aperitivo e poi la violenza"

L´aggressione nata per una scommessa. La ragazza: non potevo chiamare aiuto, ero paralizzata dallo choc di Paola Cascella
Violentata per una scommessa con un amico: «Vuoi vedere che riesco a farmela prima di te? Non ci credi? Scommettiamo». Per questa ragione Daniele A., 25 anni, barese, studente del Dams vicino alla laurea, giovedì notte avrebbe stuprato nel suo residence di lusso, al primo appuntamento, una ragazza tedesca di 21 anni, studentessa Erasmus, conosciuta tre settimane fa. E´ stata lei, Inge (non è il suo vero nome, ndr.) a Bologna da un mese e mezzo per studiare lingue, a raccontarlo venerdì pomeriggio ai poliziotti della Squadra mobile, sporgendo denuncia contro il giovane che è stato immediatamente arrestato per violenza sessuale e sequestro di persona.

Lui nega tutto, cade dalle nuvole, dice che un rapporto sessuale c´è stato, ma voluto da entrambi. Intanto il pm Antonello Gustapane ha già presentato la sua richiesta di convalida del fermo. Ora gli investigatori cercano i riscontri al racconto della vittima. La considerano assolutamente credibile: «E´ molto provata. Piange, sta male»

I due si sono conosciuti a Bologna tramite amici comuni (uno è quello col quale Daniele avrebbe fatto la scommessa). Si scambiano il numero del telefonino, qualche volta si messaggiano, ma in tre settimane non si vedono mai da soli. Giovedì sera il primo appuntamento. Decidono di incontrarsi. Lui passa a prenderla con la macchina poco dopo le nove, dalle parti di piazza dell´Unità, vogliono andare in un pub di via Mascarella, ma non c´è posto. In piazza San Francesco invece sì. I due si siedono in compagnia di una bottiglia di vino e qualche stuzzichino. Ma, dice Inge, a bere è soprattutto lui. Verso mezzanotte lei chiede di essere riportata a casa. Daniele però prende un´altra strada, quella del residence "Terzo millennio", in via Miliani. «Dai, vieni da me, mangiamo qualcosa e ci guardiamo un film».


La ragazza non ne vuol sapere, ma non riesce a sottrarsi. Quando lui parcheggia e entra passando dai garage, lei lo segue, fin nel miniappartamento al primo piano. «Ha usato un badge, come in albergo, poi ha chiuso la porta a chiave». La casa è minuscola, i due si siedono sul letto per guardare un film, «un porno», secondo lei, in realtà un film di Quentin Tarantino. Nel frattempo il ragazzo fuma hascisc «e tenta di baciarmi, mi mette le mani addosso, mi spoglia». Inge vorrebbe gridare, chiedere aiuto, ma, «la musica è altissima, nessuno mi avrebbe sentito. Poi ero come bloccata, paralizzata dallo choc». Anche scappare è impossibile perché lei è convinta che il badge sia indispensabile per uscire, come è stato per entrare. Non usa neppure il cellulare: «Chi potevo chiamare, non ero in grado di dire dove mi trovavo».

Dopo la violenza, un rapporto non completo, i due si addormentano. Lo dicono entrambi. E venerdì mattina lei si fa riaccompagnare in piazza dell´Unità, perché «non volevo che sapesse esattamente dove abito». Poi va a lezione. Solo quando torna a casa racconta all´amica che vive con lei dello stupro. Vuole sporgere denuncia, ma l´altra la sconsiglia, «non ti crederanno. Non hai nessuna prova». Allora Inge telefona alla mamma che invece la spinge ad andare alla polizia facendosi accompagnare da un amico di famiglia, un maresciallo della Finanza, dal quale ora la studentessa è ospite.

Alle 17,30 è in Questura. Di lì va al pronto soccorso ginecologico, e poi dai periti del pm Del Borrello e Franchina. Non è stata picchiata, ma spinta sì, strattonata, costretta. Forse per questo forse ha vari lividi sulle gambe.

I genitori di Daniele, buona famiglia della borghesia barese, sono arrivati a Bologna ieri pomeriggio. Sono sotto choc, distrutti. Fino a poche ore prima, aspettavano di sapere l´esito dell´esame che il figlio doveva dare in mattinata.

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