giovedì 20 settembre 2007

"Basta con le violenze sessuali"

Striscioni e slogan contro due giovani a processo per l´aggressione di una ragazza in via Libia di Alessandro Cori
Lasciato a terra, nei giardini della Procura, poco prima che inizi il processo, il cartellone rosso portato dalla Rete delle donne, zeppo di slogan contro i presunti aggressori, dovrebbe segnare il confine tra le femministe e gli amici degli "stupratori". Così li definiscono le organizzatrici del presidio. Ma serve a poco.

I due gruppi si affrontano subito, a parole, un duro faccia, e ognuno fa sentire la sua rabbia. Il gruppetto di amici di Federico Fildani e Francesco Liori, 27 e 21 anni, accusati di aver violentato e picchiato una studentessa bolognese in un appartamento di via Libia il 24 settembre dello scorso anno, provano a far partire un applauso di sostegno appena i due ragazzi varcano il cancello della Procura.

Ma le femministe, una settantina in tutto, lo coprono con i loro slogan. Nel gruppo delle donne c´è anche la madre della ragazza, che per un anno intero ha fatto tutto il possibile perché la figlia potesse dimenticare quella sera di paura. Ieri, a darle sostegno, c´erano anche gli scrittori Marcello Fois, Loriano Macchiavelli e Stefano Tassinari. Arriva anche il segretario del Prc Tiziano Loreti. Dall´altra parte dello schieramento, invece, i genitori di Liori, arrivati da Cagliari.

Nessuno abbandona la piazzetta fino all´una, quando comincia a circolare la voce che sarà il rito abbreviato a decidere il destino dei due ragazzi. Sconto di pena per un terzo, insomma. A confermare l´indiscrezione ci pensa l´avvocato Antonio Petroncini, anche lui oggetto di insulti dei collettivi, che difende uno degli imputati. L´udienza col rito abbreviato si terrà il 27 novembre, così ha deciso il gup Andrea Scarpa.

Ma fuori, per quasi quattro ore, è guerra di slogan fra i due gruppi. Le donne gridano «stupratori, fascisti» e «ma che amicizia, che solidarietà, questa è bieca complicità». Il clima si scalda, tanto che a metà mattina le porte della Procura si spalancano e compare il procuratore aggiunto Silverio Piro, che cerca di abbassare i toni: «E´ vostro diritto manifestare e protestare, ma i giudici hanno bisogno di calma per lavorare. Abbiate fiducia nella giustizia». Un appello alla moderazione quasi inascoltato.

Fioccano ancora gli slogan delle donne, gli amici dei ragazzi a processo provano a rispondere («stupratori a chi?») ma le manifestanti non si muovono dal giardino della Procura. Carla, ex coinquilina di Francesco, non regge e scoppia a piangere, poi si rivolge ai cronisti: «Perché non fanno così ogni volta che c´è uno stupro? Giudicano due persone ancor prima che siano condannate».
(19 settembre 2007)
Fonte: repubblica.it

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