Oggi su facebook si è condivisa l'immagine di Amina, che vorrebbe informare sul pericolo che corre, a causa della sua adesione alla lotta a petto nudo in stile Femen, in un paese islamico.
Attorno alla questione si sentono numerose voci. Il timore che possa accadere qualcosa alla ragazza si accompagna spesso ai pregiudizi verso i paesi islamici.
Il fatto è che i paesi islamici non sono tutti uguali e l'islam stesso è fatto di persone molto diverse tra loro, tanto quanto sono diverse tra loro le persone che abbracciano il cristianesimo o altre religioni.
Ma poiché il discorso sull'islam è abbastanza appiattito - tutti terroristi, tutti misogini, tutti lapidatori. Donne vittime o, a loro volta, ottenebrate dalla religione - è facile cadere nell'errore. Questo errore però non fa altro che alimentare degli stereotipi negativi, e gli stereotipi negativi non fanno altro che vanificare il lavoro delle persone, di tutti i paesi islamici, che non sono per niente terroriste, misogine, ottenebrate, vittime o fanatiche.
E' per questo che condivido qui questo comunicato della rete musulmana, nel quale si spiega che in Tunisia non c'è più la pena di morte, non c'è quindi la lapidazione (che è la stessa cosa della pena di morte), che Amina non è stata condannata da nessun tribunale, dove i tribunali sono civili e non religiosi, e che le parole di Adel Almi non rappresentano una Fatwa, ma solo le dichiarazioni di un misogino, e di misogini è pieno il mondo (come quando il prete dice che lo stupro le donne con la minigonna se lo meritano).
Vi segnalo anche quest'altro testo che intende criticare il modo superficiale in cui circolano le notizie sul mondo islamico.
Comunicado de Red Musulmanas: Pechos y fatuas
Attorno alla questione si sentono numerose voci. Il timore che possa accadere qualcosa alla ragazza si accompagna spesso ai pregiudizi verso i paesi islamici.
Il fatto è che i paesi islamici non sono tutti uguali e l'islam stesso è fatto di persone molto diverse tra loro, tanto quanto sono diverse tra loro le persone che abbracciano il cristianesimo o altre religioni.
Ma poiché il discorso sull'islam è abbastanza appiattito - tutti terroristi, tutti misogini, tutti lapidatori. Donne vittime o, a loro volta, ottenebrate dalla religione - è facile cadere nell'errore. Questo errore però non fa altro che alimentare degli stereotipi negativi, e gli stereotipi negativi non fanno altro che vanificare il lavoro delle persone, di tutti i paesi islamici, che non sono per niente terroriste, misogine, ottenebrate, vittime o fanatiche.
E' per questo che condivido qui questo comunicato della rete musulmana, nel quale si spiega che in Tunisia non c'è più la pena di morte, non c'è quindi la lapidazione (che è la stessa cosa della pena di morte), che Amina non è stata condannata da nessun tribunale, dove i tribunali sono civili e non religiosi, e che le parole di Adel Almi non rappresentano una Fatwa, ma solo le dichiarazioni di un misogino, e di misogini è pieno il mondo (come quando il prete dice che lo stupro le donne con la minigonna se lo meritano).
Vi segnalo anche quest'altro testo che intende criticare il modo superficiale in cui circolano le notizie sul mondo islamico.
Comunicado de Red Musulmanas: Pechos y fatuas
Está corriendo por internet la noticia de una fatua contra una joven tunecina que mostró sus pechos en una foto de facebook como forma de reivindicación de las libertades de las mujeres.
Desde Red Musulmanas queremos manifestar, ante todo, nuestro entero apoyo a la joven y a todas las formas de protesta pacíficas contra el patriarcado, una lucha en la que nos inscribimos por completo. Las mujeres debemos recuperar la propiedad de nuestro cuerpo ya sea para mostrarlo o para cubrirlo en un ejercicio irrenunciable de recuperación de nuestra matria potestad.
Con este comunicado queremos aclarar cuál es el contenido de la noticia y qué es una fatua. En el islam no hay jerarquías religiosas, no hay cabezas visibles que ordenen y manden. Ante sucesos novedosos, las personas que se dedican a estudiar la religión pueden emitir veredictos y contraveredictos que no son vinculantes. Cualquier ulema, y hay miles de ellos y de muy distintas facciones, puede emitir una fatua que será retomada o contradicha por numerosas otras fatuas y contrafatuas.
Según la página web Assabah News, Adel Almi, polémico ulema tunecino muy mediatizado, hizo las siguientes declaraciones: “Amina debe ser azotada 100 veces y, debido a la gravedad de su pecado, la joven merece ser lapidada hasta la muerte.” Sin embargo, el propio Almi desmiente haber llegado hasta ese extremo. Sería sorprendente que tomáramos estas declaraciones como una fatua, esto es, un pronunciamiento legal, puesto que Almi no es un juez, ni en la jurisprudencia tradicional islámica se contempla la lapidación o los latigazos por posar desnuda.
Así pues, ni existe fatua alguna, sino supuestas declaraciones misóginas y criminales muy graves, ni tienen peso legal ninguno, ya que en Túnez no existe la pena de muerte. La joven podría incurrir en una pena de seis meses a dos años de cárcel y una multa de 100 a 1000 dinares por “atentado al pudor”, tal y como contempla el artículo 226 de la ley penal tunecina. Pero no nos consta que haya habido ninguna denuncia por este delito contra la joven. Seguramente la noticia hubiera sido mucho más productiva si se hubiera centrado en la necesidad de modificar la ley penal sobre este punto.
Lo que estamos viviendo con esta noticia es lo que hemos vivido miles de veces en las manifestaciones en España, por ejemplo: un millón de personas se manifiesta de manera pacífica, pero un grupo quema contenedores de basura y las portadas solo muestran el fuego.
Entender sus palabras como si fuese la voz del islam, lo único que hace es darle alas y poder a los radicales. Es importante conocer y difundir la noticia, pero de manera correcta: “Un ulema declara supuestamente que una joven merece ser lapidada por posar desnuda”. Todo lo demás, “Amina morirá lapidada”, “Amina condenada a muerte en Túnez” y demás titulares que estamos leyendo, no solo faltan a la verdad, sino que redundan en los estereotipos, alimentan la islamofobia y hacen que perdamos, en el barullo de los gritos y graznidos, las voces de los sectores más moderados e infinitamente más reflexivos. Debemos denunciar la manipulación de los medios de comunicación al servir como correa de transmisión para las expresiones racistas e islamófobas.
Es necesario que desde las comunidades musulmanas de todo el mundo desautoricemos a estos clérigos misóginos y demos nuestro apoyo a las mujeres que sufren todo tipos de violencias. Sin duda, es responsabilidad de todos y todas.
Para más información: www.redmusulmanas.com
Fonte: http://www.redmusulmanas.com/comunicado-de-red-musulmanas-pechos-y-fatuas
Ringrazio Sguardi sui generis per aver condiviso questi articoli.
Para más información: www.redmusulmanas.com
Fonte: http://www.redmusulmanas.com/comunicado-de-red-musulmanas-pechos-y-fatuas
Ringrazio Sguardi sui generis per aver condiviso questi articoli.
Nessun commento:
Posta un commento