Come molti sapranno in Cina, ma non solo, si registra un altissimo tasso di aborti selettivi. Ossia c'è la pratica diffusa di selezionare all'inizio della gravidanza quale feto dovrà nascere in base al sesso: si abortiscono i feti di sesso femminile, favorendo la nascita di quelli di sesso maschile. La ragione è stretamente culturale. Questo, oltre a essere un grave problema di discriminazione e di violenza contro le donne (le donne, i feti vengono dopo), è diventato col tempo un problema di ordine sociale, dato che la popolazione cinese manca di persone di sesso femminile.
Questo articolo di un sito antiabortista, riporta l'opinione dell'ONU la quale sostiene che questa mancanza tenderà, sempre di più, a essere colmata con lo spostamento forzato di donne dai paesi vicini, ossia con quella che viene chiamata: la tratta di persone a scopo matrimoniale (per ora pochi casi attestati con certezza).
Ci troviamo di fronte a due delle più gravi questioni internazionali in materia di diritti umani. Da una parte si impedisce alle donne di mettere al mondo figlie femmine, dall'altra si prelevano/preleveranno donne da altri luoghi, per dare delle mogli a quei giovani uomini che non avrebbero altrimenti possibilità di generare figli.
Un contesto culturale patriarcale violento, misogino e machista.
E pure non possiamo distrarci per ragionare sulla questione in sé, perché i discorsi vengono continuamente confusi e inquinati dalla retorica antiabortista, che utilizza qualsiasi informazione per manipolare l'opinione pubblica e mescolare le carte in tavola. Infatti l'articolo titola: La destrucción demográfica del aborto en China incrementa la trata de mujeres, tradotto all'italiano: "La rovina demografica dell'aborto in Cina incrementa la tratta delle donne".
Questo articolo di un sito antiabortista, riporta l'opinione dell'ONU la quale sostiene che questa mancanza tenderà, sempre di più, a essere colmata con lo spostamento forzato di donne dai paesi vicini, ossia con quella che viene chiamata: la tratta di persone a scopo matrimoniale (per ora pochi casi attestati con certezza).
Ci troviamo di fronte a due delle più gravi questioni internazionali in materia di diritti umani. Da una parte si impedisce alle donne di mettere al mondo figlie femmine, dall'altra si prelevano/preleveranno donne da altri luoghi, per dare delle mogli a quei giovani uomini che non avrebbero altrimenti possibilità di generare figli.
Un contesto culturale patriarcale violento, misogino e machista.
E pure non possiamo distrarci per ragionare sulla questione in sé, perché i discorsi vengono continuamente confusi e inquinati dalla retorica antiabortista, che utilizza qualsiasi informazione per manipolare l'opinione pubblica e mescolare le carte in tavola. Infatti l'articolo titola: La destrucción demográfica del aborto en China incrementa la trata de mujeres, tradotto all'italiano: "La rovina demografica dell'aborto in Cina incrementa la tratta delle donne".
La frase è piena di ambiguità. Si cerca di far credere alle persone che l'aborto sia la causa della tratta di persone, laddove il tema della tratta di persone tocca un'altra questione estremamente complessa, suscettibile di numerosi fraintendimenti, cioé quella che lega la migrazione femminile a scopo lavorativo, alla tratta a scopo di sfruttamento, sia sessuale che no.
Una confusione voluta e frequente nei discorsi dei no-choice, quella tra aborto forzato e libertà di scelta. Che, in questa forma, permette anche di vedere come il tema della tratta di esseri umani viene strumentalizzato a piacimento. Ma tutto ciò non ha nulla a che vedere con la libertà di scelta riguardo l'interruzione
di gravidanza, dato che parliamo di aborti forzati, e nemmeno con la libertà di
scelta riguardo ai progetti migratori femminili (per qualsiasi scopo), dato che parliamo di
traffico di esseri umani.
Possiamo quindi concludere che no, non è l'aborto a incrementare la tratta delle donne, è la cultura patriarcale, quella stessa che genera la manipolazione delle informazioni per cancellare ogni possibilità di scelta, che genera violenza contro le donne.
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