mercoledì 14 dicembre 2011

Birmania: stupro di guerra asiatico

Fonte: il manifesto
Sumlot Roi Ja è di etnia Kachin, ha 28 anni e una bambina di 14 mesi. È stata prelevata dai soldati birmani il 28 ottobre dal suo villaggio di Hkai Bang, nel distretto di Bhamo, nel nord del Myanmar poco distante dal confine con la Cina, portata nella caserma di Mu Bum e stuprata per giorni dalle truppe, è stata poi lasciata nuda a disposizione dei soldati nuda sulla piattaforma per montare la guardia fino a quando è stata abbandonata sulla linea di confine tra i soldati governativi e la zona controllata dai ribelli del Kachin Indipendence Army (KIA). Il giorno prima del prelievo di Sumlot Roi Ja, tre ragazzine di etnia cinese nello Stato Shan, originarie del distretto di Muse, sono state stuprate e uccise dai soldati governativi. Non se ne parla molto sui giornali italiani, ma in Birmania la guerra, nel Kachin e nello Shan, ha 40 anni e ha alle spalle una lunga storia di morte e di stupri usati come arma di guerra per piegare la popolazione. Zau Raw, del Kachin Refugee Committee, ha parlato di “soldati birmani in abiti civili che derubano e assaltano ininterrottamente in Kachin dal 9 giugno del 2011”. Stupri sistematici da parte delle truppe birmane sono stati denunciati da organizzazioni umanitarie: nel 2002 lo Shan Women’s Action Network ha pubblicato “Licenza di stupro”, che documenta tra il ‘96 e il 2001, più di 600 rapimenti e assalti sessuali; nel 2007 State of Terror, della Karen Women’s Organisation, dava più di 4.000 abusi, rapimenti, assassini, torture in circa 200 villaggi. Nel 2009 Nay Pay aveva 18 anni, era incinta di 8 mesi, e Naw Wah Lah aveva 17 anni e un bambino di 6 mesi, entrambe venivano dal villaggio di Kwee Law Plo: sono state fermate, violentate e uccise dai soldati birmani. Nell’85% dei casi gli ufficiali violentano le ragazze per poi passare le vittime alle truppe per stupri di gruppo o per essere uccise, soffocate, pugnalate o bruciate, con il corpo spesso esposto come monito. Naang Hla, incinta di 7 mesi, è stata stuprata ed è rimasta sola nella giungla con diarrea e perdite di sangue: dopo 4 giorni ha partorito. Una bambina di 5 anni è stata trovata legata e semicosciente in una pozza di sangue, portata di corsa in ospedale, dove è stata ricucita per le lesioni alla vagina lacerata dallo stupro. Women’s League of Burma (WLB), un’associazione umanitaria con base in Thailandia, ha realizzato un documentario, “Garantire giustizia alle donne”, con una inchiesta su 18 casi di violenze che si sono consumate solo negli ultimi mesi su donne tra i 12 e i 50 anni, tra cui una ragazza al nono mese di gravidanza. Le superstiti a questo scempio non hanno alcun sostegno inBirmania e non possono ottenere giustizia.

di Luisa Betti
pubblicato il 17 novembre 2011

Fonte: il manifesto

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