È ormai tradizione che l’8 marzo si celebri la “Giornata internazionale della donna o Festa della donna“, eppure moltissime sono, ancora oggi, le donne che non si riconoscono in questa tradizione. Per alcune, infatti, questa giornata rappresenta solo una concessione straordinaria di libertà in una quotidianità repressiva, se poi si considera la concomitanza per il 2011 con il Carnevale, il parallelismo è bell’ e servito.
Quest’anno grazie alla eco della manifestazione “Se non ora quando?”, dello spezzone critico degli “Ombrellini rossi” e dei movimenti di donne, assieme al rinnovato interesse dei media per le questioni di genere, la Giornata internazionale della donna assume un significato nuovo, che però si collega perfettamente alla sua vera origine.
La storia della Giornata internazionale della donna.
La storia di questa importante giornata è alquanto complessa e dibattuta, Marisa Ombra membro dell’UDI, Unione Donne in Italia e Grande Ufficiale della Repubblica, pubblicò nel 1987 assieme a Tilde Capomazza il primo libro sulla storia dell’8 marzo intitolato appunto: ”Storie, miti e riti della giornata internazionale della donna” per la casa editrice Utopia, facendo chiarezza sull’origine della celebrazione che non va fatta risalire né all’incendio alla fabbrica Cotton del 1908 a New York, fabbrica inesistente ed evento confuso con il vero incendio della fabbrica Trianglené del 25 marzo 1911, durante il quale morirono 146 operai, tra i quali la maggior parte però erano donne ebree e italiane immigrate; né alla repressione nel sangue dello sciopero delle operaie tessili a New York l’8 marzo 1857, anch’esso evento leggendario.
In realtà a seguito di una lunga gestazione e numerosi tentativi d’istituzione di una generica “Giornata della donna”, la Seconda Conferenza Internazionale delle donne comuniste, che si tenne a Mosca nell’ambito della Terza Internazionale, adottò la data dell’ 8 marzo per la “Giornata Internazionale dell’Operaia” in ricordo della prima manifestazione delle operaie di Vyborg, in Russia, manifestazione che diede l’avvio alla rivoluzione di febbraio, avvenuta l’ 8 marzo del 1817 (23 febbraio per il calendario russo).
Ad introdurre la Giornata in Italia fu il Partito comunista nel 1922, ma la festa fu sospesa durante la Seconda Guerra mondiale, ed è proprio nel Secondo dopoguerra che comincia ad essere elaborato il mito delle operaie bruciate nella fabbrica, mito che trova ampio spazio sulla stampa e nell’immaginario collettivo.
La manifestazione con il nome di Giornata internazionale della donna fu reintrodotta grazie al neonato UDI, Unione Donne in Italia, l’8 marzo 1945 e dall’anno successivo venne associato ad essa il fiore della mimosa. A partire dagli anni ’70 con la nascita del Movimento femminista, l’8 marzo riprese vigore nelle rivendicazioni dei diritti delle donne e dal 1977 fu adottata come giornata simbolo anche dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Una storia avvincente tra falsi storici e verità, che per certi versi presenta ancora punti oscuri, riguardanti soprattutto la circolazione delle leggende ad essa collegate, come spiega ancora Marisa Ombra in un’intervista del 2009: “Ci possono essere molte ragioni, una delle più importanti risiede nel fascino, nella potenza del mito, peccato però che il mito non impegna a niente e soprattutto nasconde la verità e la sua complessità, e per noi donne sapere che prima di noi ci sono state figure straordinarie di donne, ci sono stati movimenti che hanno affrontato la derisione, rischi, vere e proprie battaglie è molto importante, lo è per tutti evidentemente, ma per noi donne molto di più perché dalla storia siamo state espulse per secoli”. Un’origine quindi di lotta per la giustizia e partecipazione civile.
L’oggi.
Pur essendo accertata l’origine della festa della manifestazione del 1917, quest’anno molti adottano la data dell’incendio del 1911 e festeggiano il centenario della manifestazione.
Quest’anno il Parlamento europeo ha celebrato la ricorrenza con un seminario di grande attualità intitolato “Ruolo delle donne nella leadership politica, tra rappresentazione e rappresentanza”, nella consapevolezza che, se pure la presenza delle donne nella vita politica ed economica dei paesi europei non è nulla, esse raramente si trovano in posizioni apicali. In Italia le donne costituiscono il 60% dei laureati, ma solo il 47% di esse trova lavoro, e solo il 23,3% di queste laureate si trova nel management delle aziende pubbliche e private. Di fatto il nostro paese si colloca al 74° posto (preceduto da Botswana, Vietnam, Ghana e Romania) del Global Gender Gap Report del World Economic Forum, il quale misura il divario di opportunità tra donne e uomini in 134 Paesi, registrando in questo modo lo scarto tra la parità normativa e la parità sostanziale tra donne e uomini.
L’UDI, Unione donne in Italia, terminerà proprio l’8 marzo la sua campagna nazionale “Immagini amiche”, campagna nata per contrastare con una azione politica puntuale, organizzata e condivisa, le immagini lesive e gli stereotipi femminili ovunque, non solo nella pubblicità.
A Roma l’Osservatorio del Mediterraneo organizza presso il Museo di Roma in Trastevere il convegno “Da Ipazia a Rita Levi-Montalcini – Donne, Scienza e Sapere nel Mediterraneo” dove interverranno Marco Scurria, Souad Sbai e Paola Fornasiero.
Anche al Quirinale la Giornata internazionale della donna verrà celebrata con una cerimonia intitolata “150 anni: donne per un’Italia migliore” durante la quale il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, conferirà le onorificenze dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana dedicate alla creatività delle donne, per mettere in evidenza il loro contributo nei diversi campi del sapere e della creatività nel nostro Paese. L’attrice Anna Bonaiuto leggerà dei brani tratti da scritti di donne che hanno partecipato al Risorgimento.
Mentre le donne della Resistenza verranno ricordate dall’ ANPI in numerose città italiane.
Il MiBAC, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, anche quest’anno ha previsto l’ingresso gratuito per tutte le donne nei siti culturali statali, musei, aree archeologiche, biblioteche ed archivi, attraverso il claim “Cosa sarebbe l’arte senza le donne?”, ironicamente rappresentato nella locandina con un uomo barbuto nei panni di una dama, ci ricorda il ruolo centrale di muse ispiratrici che le donne hanno rivestito nell’arte di tutti i tempi, ma non solo le donne sono state rappresentate, esse stesse sono state artiste di grande valore e genio come Artemisia Gentileschi, Isabella d’Este in Italia, Isabella Stewart Gardner negli Stati Uniti d’America, questo per citare solo i nomi delle più famose.
Risulta impossibile elencare tutte le manifestazioni organizzate da associazioni e collettivi nelle varie città italiane: dai concerti ai flash mob, dagli eventi teatrali ai cortei, da Torino a Catania sarà un 8 marzo all’insegna dell’impegno e dell’azione, per le donne tutte italiane e straniere, basterà uscire di casa e andare a vedere cosa succede per sentirsi parte della Giornata internazionale delle donne.
Per conoscere i siti culturali aperti gratuitamente alle donne l’otto marzo è possibile visitare il sito internet del MiBAC all’indirizzo www.beniculturali.it.
Fonte: http://www.universy.it/2011/03/8-marzo-giornata-internazionale-della-donna/
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