lunedì 29 marzo 2010

Lo stupro aveva la firma, preso

LO STUPRO, quegli infiniti minuti di sesso rapinato e vigliacco, non è riuscita a evitarlo. Chiusa nell' abitacolo della Fiat del suo accompagnatore, indifesa al buio in un parcheggio di via Aretusa, Donna (nome di fantasia) non aveva avuto scampo dopo quel cazzotto allo zigomo che aveva azzerato il suo conato di ribellione, dopo che il telefono le era stato strappato di mano e gettato sul sedile posteriore. Ma è stato in quei minuti che la ragazza, 28 anni, originaria di El Salvador, ha cominciato a firmare la condanna del suo stupratore. Prima graffiandolo sul viso, una firma indelebile con unghia affilate. Poi, appena scesa dall' auto, svellendo con furore la scocca dello specchietto retrovisore destro, altro marchio riconoscibile per la polizia. Infine, dopo il referto alla Mangiagalli e il colloquio con investigatore e psicologi, consegnando il calendario che le aveva donato il violentatore qualche ora prima, in discoteca, quando i due si erano conosciuti in mezzo a comuni amici. A Daniel F.R., 32 anni, peruviano regolare, titolare di ditta di trasporti individuale a Somma Lombardo, moglie e due figli in Perù e fedina penale immacolata, gli uomini della quarta sezione della squadra mobile, guidati dal vicequestore aggiunto Maria Pia Marinelli, sono arrivati lunedì pomeriggio dopo ulteriori verifiche. L' uomo ha ammesso in parte, spiegando che quella sera aveva bevuto un bicchiere di troppo. Donna e Daniel si erano incrociati all' interno del "North Carolina", locale all' angolo tra via Durando e via Cosenz. L' uomo si era presentato come imprenditore. Pensando di far colpo, aveva regalato a Donna un calendario con foto di donne semisvestite e un' inserzione pubblicitaria, quella della sua ditta. Lo aveva lasciato in discoteca, quel gadget, quando era uscita dalla discoteca e aveva accettato il passaggio di Daniel, sicura di non correre rischi perché con loro, in auto, c' erano altre due donne e un uomo, portati a casa prima che la corsa della Fiat si arrestasse nel parcheggio di via Aretusa. Qui il primo approccio, il primo rifiuto, le botte e la violenza, non protetta. Donna, senza cellulare, era fuggita all' interno di un bar a dare l' allarme. I dettagli di quella notte li aveva conservati tutti e li aveva raccontati alla polizia, compreso il calendario, la firma più nitida su quella violenza. L' oggettoè stato rintracciato all' interno del "North Carolina": chi lo aveva stampato, un 42enne peruviano molto conosciuto nell' ambiente dei locali latinoamericani, ha fornito il resto dei dettagli. Daniel F.R., ora, è a San Vittore. - MASSIMO PISA

Fonte: repubblica.it

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