giovedì 21 agosto 2008

Chiusa in casa e stuprata per giorni Colf ucraina denuncia un italiano

La donna, senza permesso di soggiorno, è stata sequestrata per due settimane
in un appartamento di Quarto Oggiaro, periferia di Milano. Arrestato l'aguzzino

Il comune di Milano ha annunciato che vuole costituirsi parte civile nel processo

Chiusa in casa e stuprata per giorni Colf ucraina denuncia un italiano
MILANO - Sequestrata in casa per due settimane, minacciata, picchiata e, secondo la sua denuncia, anche violentata più volte. E' la terribile vicenda di una ragazza ucraina di 31 anni, in Italia senza permesso di soggiorno, sottoposta a violenze dal suo datore di lavoro italiano, Paolo D., 41 anni.

Ieri sera la polizia l'ha liberata dall'appartamento di Quarto Oggiaro, periferia nord di Milano, dove aveva iniziato a lavorare come colf ai primi di agosto. La donna è riuscita a chiedere aiuto dopo quindici giorni di vessazioni. Il suo aguzzino, che ha diversi precedenti, è stato arrestato. Deve rispondere dei reati di sequestro di persona, maltrattamenti in famiglia e resistenza a pubblico ufficiale. Gli inquirenti ora devono verificare le accuse di violenza sessuale.

Lui, dopo un movimentato arresto, si è giustificato così di fronte agli agenti: "L'ho fatto perchè ero geloso, ero innamorato di lei". All'inizio, secondo la denuncia dell'ucraina, si era mostrato educato e cortese, ma presto aveva cominciato a minacciarla. Lei, per paura di essere denunciata e rimpatriata come clandestina, ha subito in silenzio le sue proposte, poi diventate vere e proprie angherie. Quando ha tentato di andarsene, l'uomo l'ha rinchiusa in casa.

Da lì in poi, umiliazioni, minacce e prestazioni sessuali estorte con la violenza. Per spaventarla Paolo D. le aveva lanciato petardi tra le gambe, provocandole anche una bruciatura sotto i piedi. Era arrivato perfino a confezionare un rudimentale esplosivo collegato alla porta d'ingresso, per assicurarsi che lei non tentasse la fuga in sua assenza.

Dopo quindici giorni di prigionia, approfittando di una breve uscita del suo aguzzino, la donna ha trovato il coraggio di prendere il cellulare dell'uomo, dimenticato nell'appartamento, e ha chiamato la polizia.

Solidarietà alla vittima è giunta dal comune di Milano, che, per bocca del vice sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato, ha annunciato che "chiederà di costituirsi parte civile nel processo che vedrà imputato l'italiano che ha barbaramente sequestrato e violentato la colf ucraina".

Il comune vuole anche "aiutare, attraverso le proprie strutture di protezione, questa ragazza, che pur nello stato di clandestinità, ha avuto il coraggio di denunciare il suo aguzzino". A Milano, ha detto il vicesindaco, negli ultimi quattro mesi si sono verificati ben 14 casi gravi di violenze sessuali.

(17 agosto 2008)

Fonte: repubblica.it

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