martedì 13 maggio 2008

Duemila euro per un aborto clandestino

Denuncia shock di un ginecologo a Napoli
Denuncia di un medico ai carabinieri: cinque suoi colleghi avrebbero realizzato una sorta di «centrale» in violazione alla 194

NAPOLI – Duemila euro per un aborto. E’ la denuncia shock, riportata sul quotidiano «Il Mattino», di un coraggioso ginecologo napoletano, che solleva il sipario su un’oscura realtà di aborti clandestini operati da strutture private napoletane. Il professionista, di cui restano celate le generalità, avrebbe riferito al comando provinciale dei carabinieri, dove si sarebbe recato dopo lunghe riflessioni e titubanze, i nomi di almeno cinque suoi colleghi, basandosi sulle «confidenze» che quest’ultimi gli avrebbero rivelato, su alcune interruzioni illegali di gravidanza, «ma solo per fare un favore a qualcuno». Di qui le indagini. Nel mirino quattro centri privati, su cui gli inquirenti avrebbero concentrato le indagini, ambulatori nei quali si praticherebbero aborti in violazione alla legge 194, che prevede l’interruzione entro e non oltre il novantesimo giorno di gestazione.
L’inchiesta, il cui fascicolo è ora nelle mani del pubblico ministero Graziella Arlomede, fa quindi luce su un fenomeno sommerso, a quanto pare molto diffuso in Campania. Il j’accuse del ginecologo napoletano contiene però alcuni particolari inquietanti. I timori che hanno ritardato la denuncia del professionista erano causati da possibili collegamenti con persone importanti e potenti. Perché numerosi sono i casi di aborti illeciti richiesti e praticati su donne, amanti di personaggi influenti, innescando così un rapporto clientelare tra il medico e l’autorevole assistito di turno. «Chi esegue l’aborto per una persona influente si garantisce il suo appoggio su qualsiasi situazione futura. – denuncia il ginecologo – Ci sono le amanti di persone influenti, quando loro usufruiscono di un servizio simile, è inevitabile che si stabilisca un rapporto stretto con chi ha offerto questi favori». Favori, peraltro, davvero esosi. Le cifre del traffico parlano chiaro: ogni struttura incasserebbe duemila euro per ciascun intervento. E la colpa, a sentire il professionista, è anche dell’inefficienza delle strutture sanitarie campane, dove le liste d’attesa sono eccessivamente lunghe, proprio perché la disponibilità del servizio è troppo limitata, e i medici obiettori rappresentano spesso la totalità degli specialisti operanti. «Il settore è fiorente perché i privati giocano sulle inadempienze di tanti ospedali campani che non attivano il servizio, mentre in altre regioni, soprattutto del Nord, quasi tutte le strutture sono attrezzate».
Antonella Salese
13 maggio 2008

Fonte: corriere del mezzogiorno

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