lunedì 11 febbraio 2008

Milano, affoga la convivente nel Naviglio

icurezza Aggredita una giovane sul tram. La Lega: faremo le ronde contro le violenze
Dopo un litigio macedone uccide donna italiana. Picchiato dai passanti La tragedia dopo l'ennesimo litigio

MILANO — Gli urlavano «fermati bastardo, adesso te la facciamo pagare». Lui s'è fermato, si è trascinato sulla sponda per scappare. Lì s'è dovuto fermare: i passanti-testimoni l'hanno afferrato, picchiato, preso a calci. L'ha salvato una pattuglia dei carabinieri, che lo ha portato via. Nessuno ha potuto salvare la compagna: morta. Troppa acqua aveva inghiottito. Troppo tempo era rimasta nel canale, la sua testa tenuta sotto dalle mani dello stesso convivente, che l'ha affogata in via Chiesa Rossa, periferia Sud, nel Naviglio Pavese. Macedone lui, di 44 anni. Italiana lei, di 41. Una casa nel vicino quartiere Stadera, case popolari, quotidianità malata di liti e occupazioni abusive, antenne paraboliche e prostitute minorenni, baby-gang e citofoni fatti saltare in aria. L'ennesimo litigio della coppia è finito in omicidio. Per colpa forse di un rapporto ormai logoro, forse di storie e derive passionali, o forse perché uno dei due, magari lei, semplicemente aveva detto basta, finiamola qui. L'uomo è stato trasportato via che sputava acqua e bestemmie, scuoteva la testa, urlava come un matto.

Perché l'ha fatto? Fino a tarda notte, ascoltato dai carabinieri, non ha saputo o voluto dire. Ancora da chiarire l'esatta dinamica. O meglio: è certo l'epilogo, il decesso è da attribuire all'infinità di secondi passati sott'acqua. Da capire come i due siano finiti nel Naviglio. L'ha aggredita per strada e l'ha gettata per poi affogarla? Oppure lei scappava e lui l'ha inseguita nel canale? E, ancora: in quel punto di via Chiesa Rossa, un punto di pochissime case e lunghi campi punteggiati di baracche d'immigrati, ci sono arrivati a piedi — l'abitazione dista una manciata di chilometri — o in automobile? E se l'uomo — addosso ha una lunga lista di precedenti, per reati contro il patrimonio — pensava di agire indisturbato? Era cioè convinto che nessuno l'avrebbe visto e dopo l'assassinio sarebbe potuto tornare a casa, chiamare le forze dell'ordine, raccontare in lacrime che della compagna non c'era più traccia? A Milano, ieri mattina, l'autista di un bus ha evitato una violenza sessuale ai danni di una passeggera, e la Lega ha subito annunciato: «Adesso ronde a bordo». In serata, uno dei testimoni di via Chiesa Rossa è uscito dalla caserma dei carabinieri. Cos'ha visto? «Ho visto lui che le spingeva giù la testa...». Cos'ha fatto? «Io? Dio mio, volevo tuffarmi, volevo andare a salvare quella poveretta. Ma ero bloccato. Ero terribilmente bloccato. Avevo paura di quel pazzo, paura che mi uccidesse».

Andrea Galli
10 febbraio 2008

fonte: corriere.it

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