lunedì 21 gennaio 2008

Tennista brava, sexy e islamica

La numero 31 del ranking mondiale, 21 anni, è tormentata da integralisti
musulmani e conservatori indiani. In patria è un'icona di Bollywood

Dalla fatwa per "l'abbigliamento in campo" alle dichiarazioni sul sesso prima del matrimonio
Stanotte affronterà la n.8 del seeding Venus Williams nel terzo turno degli Australian Open
di CLAUDIA FUSANI
A chi le contesta l'abbigliamento in campo dice: "Guardate i miei colpi, non il mio corpo". Ha solo 21 anni ma pensieri molto saggi: "L'India ha milioni di abitanti, non mi posso preocccupare di quello che pensa ognuno di loro". Poi però tra un torneo e l'altro prende carta e penna e scrive all'imam della Mecca Masjid: "Voglio scusarmi con tutti i miei fratelli e le mie sorelle e i rispettabili anziani che si sono sentiti offesi perché ho inavvertitamente profanato un pezzetto del terreno che appartiene alla Mecca". E' successo prima di Natale. Ed era successo che Sania Mirza, 21 anni, n.31 del ranking mondiale, una ragazzina che alle capacità tecniche in campo unisce la grazia dolcissima del volto e le misure proporzionate delle forme, indiana e "fervente islamica" come si dichiara, aveva girato uno spot pubblicitario nei pressi della suddetta moschea. Era intervenuta la polizia perché "tutto ciò è illegale" e aveva preso la parola l'ulema del centro religioso Darul-Uloom Deoband situato nel distretto di Saharanpur: "Noi non abbiamo emesso una fatwa perché il seminario non si occupa delle attività della giocatrice, però girare qui uno spot è contro le leggi della Sharia".
Stanotte Sania Mirza giocherà il quarto incontro della giornata sulla Rod Laver arena, il centrale di Melbourne, contro Venus Williams, n.8 del tabellone e del mondo. Nel torneo femminile è sicuramente l'incontro clou della giornata. E la giocatrice indiana, a cui non fanno difetto la grinta e la potenza dei colpi nonostante sia assai minuta rispetto alla stazza di americane e russe, dovrà stare attenta a non farsi distrarre da un altro problemino, diciamo così, diplomatico. Pochi giorni fa infatti Sania, come ha raccontato in conferenza stampa a Melbourne, è stata denunciata da un concittadino indiano della sua regione - Hyderabad - per oltraggio alla bandiera. In una foto Sania compare con i piedi nudi appoggiati a una balaustra mentre guarda un match tennistico. E accanto ai piedi nudi - piccoli e graziosi - c'è finita per caso una bandiera indiana. Tutto assolutamente casuale, nessuno è in posa, niente è voluto ma la povera Sania s'è beccata la denuncia in base al Prevention of insult to the nation honour act. "Talvolta penso che farei meglio a mollare tutto", si è sfogata la giocatrice.

Nubi passeggere, ovviamente. Ma è un destino fastidioso quello di questa tennista che fa parlare di sé più per le polemiche che riesce a scatenare che non per il suo gioco. Il fatto è che suo malgrado Sania Mirza porta con sé tutti gli ingredienti per essere "un caso". E una storia: è bella, gioca molto bene a tennis, è la prima donna indiana che arriva ai vertici mondiali di uno sport, è musulmana e in India una specie di star contesa tra Bollywood e le copertine di tutti i magazine. Il web è pieno di siti non autorizzati di fan e simpatizzanti che mettono in rete gallerie fotografiche, video, dichiarazioni di amore eterno e sincera simpatia. E anche molta pruderie del tipo: "Guarda le sceni bollenti di Mirza dopo che ha giocato...". L'analisi più vera è quella di Rojit Brijnath, numero 1 dei giornalisti sportivi in India che prende tutte queste cose, le analizza insieme e scrive: "La ragazza che sta rompendo tutte le barriere sociali e culturali".

Non c'è dubbio che Sania diventa star più per le polemiche che per il gioco. O almeno questo è il destino, e il pregiudizio, che la segna fin dal 2005 quando entra nel circuito pro, vince un torneo Wta, gioca il quarto turno agli Us Open e il terzo agli Australian Open. "Sono musulmana praticante e sono fiera di essere un simbolo per molte ragazze indiane" rivela e rivendica con orgoglio nelle sue primissime interviste di quell'anno. E lì comincia il guaio. I fondamentalisti infatti la mettono subito nel loro mirino. E a settembre 2005 il Consiglio degli Ulema emette la prima fatwa. Colpa dell'abbigliamento: "Si veste in campo e si mostra al mondo in un modo che non rispetta la legge islamica: gonne e pantaloncini sono troppo corti e le braccia troppo scoperte". Dice, in quel settembre 2005, Haseeb-ul-hasan Siddiqui al giornale Hindustan Time: "Senza dubbio questa ragazza avrà una pessima influenza e corromperà i comportamenti dei più giovani". Altro che Sulman Rushdie e versetti satanici: assai di più "possono" certi gonnellini, specie quando i fotografi mandano in giro certe angolature.

La povera e giovanisisma Sania, tutta contenta per la sua posizione in classifica, si rammarica con saggezza tutta indiana: "Ogni parola che dico, ogni gonnellino che indosso è discusso e analizzato. Devo imparare a passare oltre tutto questo con passo lungo. Sono molto dispiaciuta che il mio abbigliamento sia diventato oggetto di controversia e preferisco non dire altro su questo. Ovunque vado la gente mi guarda e mi butta gli occhio addosso: ecco perché in questi gionri preferisco stare in casa. Dovrò imparare a convivere con tutto questo". Era il settembre 2005, Sania non aveva compiuto neppure 19 anni. Il "bello" doveva ancora venire. Ma la ragazza ha grinta da vendere.

Da allora ne sono accadute varie ed eventuali. Altre fatwe vere o presunte di cui le cronache hanno anche smesso di rendere conto. Pare che Sania - ottima giocatrice di doppio - abbia dovuto sciogliere la coppia con Sharar Peer perché "giocatrice israeliana". Apriti cielo quando, a fine del 2005, si lascia scappare - o almeno così riportano i giornali - che "è giusto fare sesso prima del matrimonio, l'importante è farlo sicuro". Nell'Andhra Pradesh, suo stato natale e di residenza, sono state bruciate magliette con la sua immagine. Le è stata data la scorta per giocare a Calcutta dove gruppi islamici minacciavano di fermare il torneo se non si fosse vestita in modo appropriato. Alla fine è stata costretta a fare una conferenza stampa per dichiarare ufficialmente che il sesso prima del matrimonio non è giustificato in alcun modo. "Sono state equivocata e fraintesa". E comunque, aggiunse, "come mi vesto è affar mio".

Nel circuito gira voce che anche il medico, maschio, che di recente l'ha operata a un ginocchio avrebbe ricevuto minacce. Ora poi è arrivata la storia dell'oltraggio alla bandiera per quei piedi stanchi e finalmente liberati dalla scarpe da tennis appoggiati con innocenza a una balaustra a bordo campo. "Non ho mai fatto nulla per mancare di rispetto al mio paese e alla mia bandiera" è stata costretta a dire la tennista che rischia tre anni di carcere. Quanti guai, Sania Mirza. Ma per lei diventano solo palle da cacciare via con rabbia quando scende in campo.

(18 gennaio 2008)

Fonte: repubblica.it
Foto

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