Fenomeno in crescita costante. Business redditizio e pochi rischi
I proprietari dei siti sono "invisibili". E le indagini si arenano.
di VLADIMIRO POLCHI
ROMA - Dal marciapiede, al web. Dal magnaccia in carne e ossa, al protettore on line invisibile. Cambiano i luoghi della prostituzione, si evolvono le forme di sfruttamento. Sono i vantaggi di internet: cresce il giro d'affari, si abbattono i rischi. I quartieri a luci rosse? Superati, oggi il sesso si vende sulla rete. "In Italia, negli ultimi anni, i siti specializzati sono raddoppiati", spiega Maurizio Masciopinto, direttore della divisione investigativa della polizia delle comunicazioni. Sul web si trova di tutto: escort, girl, boy, transex. Ragazze in tour per la penisola, prostitute con sconto, vere e proprie "guide all'acquisto": forum di recensioni con le escort più votate, quelle più economiche, quelle che offrono i servizi migliori. I portali più cliccati presentano centinaia di annunci e ciascuna ragazza paga fino a 400 euro al mese per vedere pubblicata la propria inserzione con foto. Escortforum. it, recensioniescort. com, relazionisociali. net, topclassescort. net, arcaton. com: tanti siti per un business ormai miliardario. Chi si nasconde dietro? Per lo più, imprenditori italiani, con server stranieri. "Il fenomeno è noto e in costante espansione - conferma Masciopinto - le indagini condotte in questi anni hanno portato a un nulla di fatto. Siti oscurati, poi subito riaperti. Impossibile accertare il reato di sfruttamento. È un affare redditizio e, in pratica, non perseguibile".
La rete è generosa e fornisce persino tutte le istruzioni necessarie per aprire un sito internet di escort e arricchirsi alle spalle delle ragazze in vendita. "Il consiglio è di prendere l'hosting in uno di questi Paesi: Olanda, Repubblica Ceca, Slovacchia, Estonia - scrive Paolino, moderatore di un forum tematico molto frequentato - l'importante è non figurare come intestatario del dominio e per fare questo basta rivolgersi a uno dei tanti servizi di anonimizzazione".
Una procedura assai semplice: apri un sito internet su un server estero e fai in modo da non risultarne titolare. "Come servizio di anonimizzazione - precisa Paolino - non devi necessariamente usarne uno in Olanda o in Slovacchia, ne basta uno negli Usa, tipo "Godaddy". Fatto ciò diventi invisibile per lo Stato italiano, a meno che non decidano di fare indagini approfondite, chiedere rogatorie su rogatorie. Ma per lo Stato il gioco non varrebbe la candela". Insomma, il business sembra pulito. "Si tratta di un settore in cui le attività di polizia giudiziaria sono praticamente zero - continua Paolino - le norme sono ambigue e nessun investigatore ha mai chiuso un sito, fino a oggi. Le indagini dovrebbero concentrarsi sulle escort stesse, che andrebbero colte in flagrante, mentre si prostituiscono. Poi mettergli sotto controllo telefono, e-mail, instant messenger, infine risalire al sito che le sponsorizza. Quanto ai paga menti basta aprire un conto corrente in uno dei Paesi citati".
Chantal, escort italo-francese, conferma il meccanismo: "Ogni mese devo spedire oltre mille euro all'estero, per veder pubblicato il mio annuncio su tre siti internet. Un salasso, certo. Ma è sempre meglio che battere per strada e poi l'investimento pubblicitario ripaga sempre. Io sono una libero professionista, 400 euro un'ora assieme. Ben diverso è il caso delle giovanissime dell'Est: macchinette mangia-soldi, che vengono mandate in tour per l'Italia da misteriose agenzie di escort. Un prezioso investimento, per il loro protettori".
"Perché indagare solo sui siti on line - ribatte Pia Covre del comitato per i diritti civili delle prostitute - gli annunci sui giornali sono infatti ben più cari. La
polizia dovrebbe preoccuparsi solo in presenza di donne non libere, ma vittime di tratta o nel caso in cui i prezzi pagati dalle escort siano così alti da configurare lo sfruttamento. Il resto è solo un affare tra persone adulte".
Contro i portali del sesso a pagamento c'è allora poco da fare? "Tutte le indagini condotte 2-3 anni fa - risponde Maurizio Masciopinto - si sono concluse senza esito favorevole. In fase investigativa e in prima istanza siamo riusciti a far oscurare i siti, poi in sede di giudizio è saltata la possibilità di provare lo sfruttamento sessuale. È infatti molto difficile attestare il trasferimento di denaro tra cliente, prostituta e gestore del sito. Oggi, poi, le cose si sono ulteriormente complicate - prosegue il dirigente della polizia di Stato - abbiamo infatti verificato che i server dei siti internet si sono tutti spostati in Olanda, Repubblica Ceca e altri Stati esteri, anche se i referenti restano italiani. Servirebbero dunque delle
rogatorie. In sostanza - conclude Masciopinto - le indagini per ora sono ferme".
(12 gennaio 2008)
Fonte: Repubblica.it
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