La sentenza. Lo stupro quattro anni fa a Montesilvano, la ragazza accompagnata in auto e picchiata a sangue
I due Rom sconteranno 10 e 8 anni, abusarono della fidanzata del cugino
PESCARA. Abusarono in macchina della fidanzata del cugino. Processati per violenza sessuale di gruppo, due fratelli rom, Nicola Di Rocco (29 anni) e Fiorindo Di Rocco (22) sono stati condannati, rispettivamente, a 10 e a 8 anni di reclusione dal tribunale di Pescara. È arrivata a una prima sentenza la vicenda dello stupro commesso nell’ottobre 2003 ai danni di una ragazza di Silvi Marina (Teramo) che all’epoca dei fatti aveva 19 anni. Il collegio presieduto dal giudice Carmelo De Santis ha pronunciato la sentenza dopo un’ora di camera di consiglio.
I due sono di Montesilvano. Nicola Di Rocco si trova in carcere a Teramo, dove sta scontando una condanna definitiva a quattro anni e mezzo. Il giovane era stato coinvolto in un episodio avvenuto la scorsa estate in un bar di Silvi dove aveva malmenato il proprietario dopo avergli chiesto 200 euro, rivendicando un vecchio debito. Era finito dentro per rapina, lesioni ed estorsione. I Di Rocco sono figli di Arcangelo Di Rocco e Maria Spinelli, coinvolti nell’operazione antidroga «Purò». Alla parte civile è stata riconosciuta una provvisionale di 10mila euro, immediatamente esecutiva. Il tribunale non ha concesso le attenuanti. Il pm Gennaro Varone aveva chiesto per entrambi otto anni.
La vittima della violenza è una ragazza di Silvi Marina, che oggi ha 23 anni. Il suo dramma si è consumato una notte di ottobre del 2003 a Montesilvano, in una zona non lontana dalla via Vestina. La ragazza era la fidanzata di un cugino dei due fratelli Di Rocco e frequentava la loro abitazione. Secondo la ricostruzione dei fatti, la sera dello stupro la ragazza prestò la sua macchina ai Di Rocco. Tornati tardi a casa, i due trovarono la ragazza preoccupata perché non era riuscita a comunicare con la madre per avvertirla che sarebbe rientrata tardi. Convinta dai due a farsi riaccompagnare, fu portata prima a Pescara e quindi a Montesilvano. Da lì, come ha raccontato la giovane, che ha trovato la forza di confidare a una cugina la violenza subita, i due la portarono in una strada isolata e lì, dietro minacce, avvenne la violenza, con schiaffi e pugni. I fatti furono denunciati dopo alcuni mesi perché, secondo quanto riferito dalla ragazza, furono fatte oggetto di minacce sia la madre sia la sorella. La violenza sessuale di gruppo (articolo 609 octies del codice penale) è punita con la reclusione dai 6 ai 12 anni. La parte offesa è stata rappresentata dagli avvocati Anna Bianca Cocciarficco e Monica Passamonti.
(09 novembre 2007)
Fonte: espresso.repubblica.it
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