Condivido il video realizzato dal Collettivo femminista e lesbico VengoPrima, con le testimonianze, in prima persona, sulla difficoltà di reperimento della pillola del giorno dopo e sulla violenza psicologica
alla quale siamo sottoposte, tutte le volte in cui cerchiamo di far
rispettare il nostro diritto alla salute e all’autodeterminazione.
Questo video è uno strumento di denuncia, di informazione e di lotta, nonché un gesto di vicinanza a chi ha vissuto esperienze simili.
Questo video è uno strumento di denuncia, di informazione e di lotta, nonché un gesto di vicinanza a chi ha vissuto esperienze simili.
É un invito a difendere con le unghie e con i denti il nostro diritto di scelta, fondamentale tappa del processo di autodeterminazione della donna.Siamo stanche di chi condanna l’aborto senza alcun riguardo per la storia della persona. Ogni donna sa se quello che sta vivendo è il momento giusto oppure no per avere un figlio. Può non esserlo per molti motivi. Possono sorgere conflitti di coppia, ci si può non sentire “predestinate” alla maternità, si ha già il numero di figli desiderato, si è sotto il giogo della precarietà o della disoccupazione e l’assenza di un vero welfare impedisce di fare questa scelta serenamente. Oppure, si è donna single o lesbica che vorrebbe essere madre, ma in questo paese le viene impedito per l’impossibilità di ricorrere alla fecondazione eterologa. Anche per questo riconosciamo in chi condanna l’aborto non un appello alla “vita”, ma una volontà “normalizzante” rispetto a cosa è o deve essere la famiglia e rispetto a cosa deve essere l’individuo: uomo o donna ed eterosessuale.
Grazie per il vostro lavoro!Il crescente numero di obiettori di coscienza mette a rischio la nostra possibilità di scelta. Lo stigma morale che spesso ci viene addossato da parte di certo personale nelle strutture pubbliche la rende oltremodo difficile.Vogliamo vivere in un paese laico e rifiutiamo qualsiasi interferenza confessionale all’interno delle strutture sanitarie pubbliche. Vogliamo consultori pubblici che forniscano un’informazione corretta sulla sessualità, sulla contraccezione, sulla gestazione, sull’interruzione di gravidanza e su ogni altra questione che riguarda la nostra salute e i nostri diritti. Diritti che non sembrano mai davvero acquisiti, se ciclicamente vengono messi in discussione.Non accettiamo il sistema patriarcale e tradizionale, propagato da stato e chiesa, che impone la famiglia eterosessuale come base della società e diffonde idee sessiste – maternità come destino naturale di ogni donna – e omofobe – impossibilità per le lesbiche di esercitare il diritto alla maternità.
Non abbiamo bisogno di guardiani della morale, vogliamo scegliere sui nostri corpi.Sulle nostre vite sappiamo scegliere.
Da fas
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