Titola infooggi.it: Casalinga e prostituta: è questa la vita di alcune donne al tempo della crisi. Titola repubblica.it: “Io, casalinga e prostituta” Come me tante altre, colpa della crisi.
I due articoli riportano la stessa
storia, quella di una sex worker di Pescara, che lavora con il
soprannome di Francesca. Francesca ha chiesto ai carabinieri la cortesia
di proteggere la sua privacy, perché in famiglia nessuno è a conoscenza
di questa attività, ma risponde ad alcune domande, raccontando qualcosa
di sé.
Gli elementi del racconto riportato dagli
articoli, però, lo rendono in questo caso abbastanza retorico: una
madre, la crisi, le difficoltà economiche che spingono a scelte
difficili e diversi comprimari uomini: il marito ignaro, i clienti
ricchi, un losco fruttivendolo che spinge le donne alla prostituzione.
Infatti lei è moglie di un imprenditore, entrambi abituati a un tenore
di vita alto, subiti i colpi della crisi, sceglie
di prostituirsi per far fronte a certi debiti e garantire ancora
condizioni di vita agiate alla propria famiglia. Si organizza con delle
foto, degli annunci su internet e un secondo numero di cellulare, solo
per i clienti. Dice di non ricevere più di due clienti al giorno, che di
solito si fa pagare sui 100 euro e che, a fine mese, riesce ad arrivare
anche a 7000 euro. Non manca di alludere alla difficoltà di accettare
se stessa in veste di prostituta, riferisce di essere stata da uno
psicologo, ma oggi, dice, quasi non deve nemmeno toccarli i clienti,
tutti uomini comunque facoltosi che spesso le chiedono di essere
sottomessi. Francesca racconta anche che, come lei, ce ne sono tante di
donne che guadagnano così.
Cerco di capire il cuore della notizia qual è: sarebbe che oggi a causa della crisi le donne, anche quelle perbene, sono costrette a prostituirsi per garantirsi la sopravvivenza.
A me sembra però che ci sia qualcosa di sbagliato, questa donna, stando al racconto riportanto negli articoli, non si garantisce la sopravvivenza, si è pagata dei debiti e il mutuo certo, ma 7000 euro al mese rappresentano un introito superiore a quello che, mediamente, possiamo considerare di sopravvivenza, considerando come standard la pensione minima di vecchiaia. Infatti Francesca ci dice che in famiglia hanno sempre avuto un tenore di vita alto e si prostituisce per continuare ad averlo. Quindi, di cosa parliamo? Un altro dato che nontorna è la difficoltà psicologica di questa donna, gli articoli cercanod i farci credere che sia una grande sofferenza questa, il rimando è chiaramente alla tragedia della prostituzione (molto simile alla tragedia dell’aborto). L’accenno alle sedute di psicoterapia è un dato che serve a chi scrive per sostenere la difficoltà di essere oggetto sessuale. La famosa scissione mente-corpo, che esiste ed è reale, certo, ma che evidentemente non appartiene a tutte le persone che fanno questo lavoro e non allo stesso modo, dato che a Francesca sono bastate poche sedute per ‘ricomporsi’, possiamo considerarla piuttosto resiliente, mi sembra. Anche perché asseconda una tendenza del mercato che le permette di guadagnare senza essere eccessivamente coinvolta fisicamente, la dominazione. In più Francesca ha una clientela che, in base a ciò che sappiamo, possiamo definire esclusiva: politici, imprenditori, uomini ricchi che spendono i loro soldi per farsi umiliare un po’. Potremmo ipotizzare una sorta di compensazione psicologica per tutte le parti in gioco?
Cerco di capire il cuore della notizia qual è: sarebbe che oggi a causa della crisi le donne, anche quelle perbene, sono costrette a prostituirsi per garantirsi la sopravvivenza.
A me sembra però che ci sia qualcosa di sbagliato, questa donna, stando al racconto riportanto negli articoli, non si garantisce la sopravvivenza, si è pagata dei debiti e il mutuo certo, ma 7000 euro al mese rappresentano un introito superiore a quello che, mediamente, possiamo considerare di sopravvivenza, considerando come standard la pensione minima di vecchiaia. Infatti Francesca ci dice che in famiglia hanno sempre avuto un tenore di vita alto e si prostituisce per continuare ad averlo. Quindi, di cosa parliamo? Un altro dato che nontorna è la difficoltà psicologica di questa donna, gli articoli cercanod i farci credere che sia una grande sofferenza questa, il rimando è chiaramente alla tragedia della prostituzione (molto simile alla tragedia dell’aborto). L’accenno alle sedute di psicoterapia è un dato che serve a chi scrive per sostenere la difficoltà di essere oggetto sessuale. La famosa scissione mente-corpo, che esiste ed è reale, certo, ma che evidentemente non appartiene a tutte le persone che fanno questo lavoro e non allo stesso modo, dato che a Francesca sono bastate poche sedute per ‘ricomporsi’, possiamo considerarla piuttosto resiliente, mi sembra. Anche perché asseconda una tendenza del mercato che le permette di guadagnare senza essere eccessivamente coinvolta fisicamente, la dominazione. In più Francesca ha una clientela che, in base a ciò che sappiamo, possiamo definire esclusiva: politici, imprenditori, uomini ricchi che spendono i loro soldi per farsi umiliare un po’. Potremmo ipotizzare una sorta di compensazione psicologica per tutte le parti in gioco?
Il cuore della notizia è quindi un altro e
si trova tra le righe. La notizia è che dei carabinieri hanno fatto
irruzione in un luogo di lavoro, dove si svolgono incontri di lavoro,
tra persone adulte e consenzienti. Hanno portato via una donna che,
nella difficile condizione in cui la mette la legge Merlin, deve
chiedere per favore di non essere esposta al pubblico ludibrio, dato che
invece di andare a pulire cessi per il necessario, ha pensato
di fare un lavoro somatico, cioè scambiare prestazioni sessuali o
comunque intime per guadagnare molto, e così è stato.
Francesca non è la straniera che arriva in Italia credendo di trovare lavoro come badante, ma finisce in mano alle mafie, lei ce lo dice chiaramente che pulire i culi ai vecchi non le piacerebbe, in fondo non sembra andarle troppo stretto questo lavoro, magari smetterà o continuerà, questo riguarda solo lei, riesce persino a conciliare con la famiglia.
Si tratta della costruzione di un’immaginario vittimizzante, anche dove è evidente la discordanza con il racconto. Nel discorso sulla prostituzione esiste una retorica molto simile a quella sull’aborto, per la quale alla strega corrisponde la puttana e alla donna distrutta dall’aborto corrisponde la vittima della prostituzione coatta. Fermo restando che esistono sia donne distrutte dall’aborto che vittime di prostituzione coatta.
Si tratta, poi, della ricattabilità (quella per cui puoi trovarti in una caserma o in un cie e ti stuprano) di chi risponde autonomamente alle domande della vita, in uno Stato repressivo, che non ha minimamente a cuore il benessere né delle donne né di altr* sogget*, perché qui non si tratta di decidere se Francesca poteva scegliere diversamente, se Francesca e la sua famiglia se la possono cavare con 1000 euro o con 500, quello è moralismo, qui si tratta di libertà di scelta.
Francesca non è la straniera che arriva in Italia credendo di trovare lavoro come badante, ma finisce in mano alle mafie, lei ce lo dice chiaramente che pulire i culi ai vecchi non le piacerebbe, in fondo non sembra andarle troppo stretto questo lavoro, magari smetterà o continuerà, questo riguarda solo lei, riesce persino a conciliare con la famiglia.
Si tratta della costruzione di un’immaginario vittimizzante, anche dove è evidente la discordanza con il racconto. Nel discorso sulla prostituzione esiste una retorica molto simile a quella sull’aborto, per la quale alla strega corrisponde la puttana e alla donna distrutta dall’aborto corrisponde la vittima della prostituzione coatta. Fermo restando che esistono sia donne distrutte dall’aborto che vittime di prostituzione coatta.
Si tratta, poi, della ricattabilità (quella per cui puoi trovarti in una caserma o in un cie e ti stuprano) di chi risponde autonomamente alle domande della vita, in uno Stato repressivo, che non ha minimamente a cuore il benessere né delle donne né di altr* sogget*, perché qui non si tratta di decidere se Francesca poteva scegliere diversamente, se Francesca e la sua famiglia se la possono cavare con 1000 euro o con 500, quello è moralismo, qui si tratta di libertà di scelta.
Da fas
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