Anche nelle migliori intenzioni, quando il sessismo è interiorizzato, il prodotto finale deprime - il soggetto attivo nello spazio pubblico e privato finisce con l'essere sempre e solo "maschile singolare".
Lo dimostra questo spot di cui parla la semiologa Giovanna Cosenza, che voleva essere contro l'omofobia ma finisce con l'essere androcentrico.
Il problema di rappresentazione è duplice, perchè investe anche l'omossessualità femminile.
Quindi si mettono da parte le donne come voci autorevoli, cioè detentrici di saperi specializzati, competenze, relegandole al ruolo di figuranti, e si nega nel contempo la possibilità di una sessualità diversa da quella etero per le donne, rappresentando solo maschi potenzialmente omosessuali.
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