Immagine tratta da un sito Barely Legal |
Barely legal è la dicitura sotto la quale si nascondono spesso pedofili e pederasti. Significa "legale quanto basta" e nei siti porno, sia soft porno che hardcore, sotto quest'etichetta, unitamente a quella teen, circolano foto e filmati di ragazze appena diciottenni con codini, treccine e gonnellini scozzesi, peluche e oggetti da teenager. Corpi acerbi e faccine innocenti, ragazzine coinvolte in situazioni pubbliche o private, in cui c'è un uomo, spesso maturo, che si fa sedurre o che seduce la ninfetta. Materiale che non può essere fermato, perché sulla carta quelle ragazze risultano essere maggiorenni, anche se sembrano tredicenni.
Rappresentano però un immaginario coltivato come un prezioso giardino, nemmeno troppo segreto.
Perché, infatti, la macchina dell'immaginario pedopornografico e pedofilo lavora meglio e più velocemente di quanto ci si aspetti e le tredicenni, le undicenni, le decenni, fino ad arrivare alle bimbe più piccole, vengono coinvolte in campagne pubblicitarie che di legale non sembrano avere più niente, ma essendo promosse da potenti case di moda e riviste patinate, passano indisturbate sotto gli occhi di tutti. Fotografare una bambina di nove anni piegata in avanti, sorridente e ammiccante o mollemente adagiata in costume da bagno, è pedopornografia. E questo non accade in un remoto angolo del cosiddetto Terzo mondo.
Nonostante le civilissime leggi europee, le carte per i diritti dell'infanzia, le campagne contro il turismo sessuale, niente è cambiato da quando Eva Ionesco compariva nuda su Playboy a undici anni.
Nonostante le civilissime leggi europee, le carte per i diritti dell'infanzia, le campagne contro il turismo sessuale, niente è cambiato da quando Eva Ionesco compariva nuda su Playboy a undici anni.
Immagine tratta da una campagna pubblicitaria di biancheria per bambine, commercializzata in Italia da Coin |
Negli ultimi giorni Comunicazione di genere e Femminismo a sud hanno pubblicato dei post sullo sfruttamento delle bambine nella moda, quello sfruttamento che contribuisce al mantenimento e al potenziamento dell'immaginario pedofilo. Purtroppo però non c'è affatto un "allarme sfruttamento delle bambine" nessuno è allarmato.
Alcuni blog ne parlano, mentre i giornali se ne disinteressano, esattamente come si disinteressano dei femminicidi.
Una bimba che ammicca da una foto pubblicitaria con un reggiseno imbottito viene educata a essere una preda docile per uomini adulti. E' una bambina violata nel suo diritto a essere bambina e basta.
E' una bambina colonizzata.
Cosa potrà mai pensare se non "Esisto perché sono sexy", anche a dieci anni, quanto si sentirà in obbligo di piacere agli altri prima che a se stessa.
Quale necessità ha una bambina di indossare un reggiseno imbottito?Altri post in tema:
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