Continua in Turchia la persecuzione giuridico-politica di Pinar Selek
La 12 ° Corte d’Assise di Istanbul il 9 febbraio 2010, dopo aver rivalutato tutte le prove, ha ritenuto, per la terza volta nell’arco di 13 anni (come già nel 2006 e nel 2008 ), Pinar Selek la sociologa militante per i diritti umani turca, innocente per l’attentato al Bazaar delle spezie di Istanbul del 9 luglio 1998.
Residente ormai da alcuni anni a Berlino, in Germania, Pinar non era presente al processo, ma erano lì per lei 30 avvocati e numerosi osservatori internazionali.
Sembrava dunque che la giustizia avesse fatto il suo corso per la fondatrice di Amargi, che il caso si fosse risolto nel migliore dei modi, l’accusa di terrorismo doveva essere cancellata e Pinar avrebbe dovuto ritrovare, dopo lunghi anni trascorsi nell’incertezza sul proprio destino, la tranquillità che le sarebbe spettata di diritto, ma pochi giorni dopo, come apprendiamo dal sito ufficiale della leader femminista, anti-militarista e pacifista (http://pinarselek.fr), il Procuratore della Repubblica, con una manovra degna del più kafkiano dei processi, ha fatto ancora appello contro la decisione di assoluzione generando in questo modo un nuovo procedimento di riesame alla Corte di cassazione turca. Dunque Pinar si ritrova per l’ennesima volta ad essere accusata, senza alcuna prova, dello stesso identico crimine.
Come è stato ribadito in aula da Ayhan Erdogan, uno dei suoi avvocati, tramite una video simulazione, lo scoppio al mercato delle spezie di Istanbul, che fece 7 vittime e 127 feriti, fu causato dall’esplosione accidentale di una bombola del gas, mentre il presunto complice dichiarò successivamente di essere stato costretto, sotto tortura, ad indicare nell’attivista e studiosa l’attentatrice, in più le accuse di terrorismo vennero mosse a Pinar solo dopo l’incarcerazione, motivata dai presunti sospetti di collaborazione con il Pkk (Partito dei lavoratori del Kurdistan), incarcerazione che aveva all’origine come unico scopo l’estorsione, tramite tortura, dei nomi delle persone con le quali aveva parlato per il suo studio sociologico sui processi di pace e sulle condizioni dei belligeranti durante la guerra civile tra Turchia e Kurdistan. Pur essendo quelle accuse rivelatesi, in seguito,fasulle la sociologa militante femminista rimase in carcere per più di due anni.
Già in precedenza la stessa Selek aveva richiesto l’intervento della Corte Europea per i Diritti dell’Uomo, in quanto i processi a suo carico non erano stati equi.
Come si evince dal comunicato ufficiale diramato dal Comitato di sostegno internazionale a Pinar Selek e riportato dall’associazione Amargi, questo nuovo procedimento palesa una volontà persecutoria nei confronti della studiosa, un accanimento che nulla ha più di giuridico, ma ha molto del complotto politico ai fini dell’annientamento personale di una voce libera.
Fonte: http://www.universy.it/2011/02/pinar-selek-nuovamente-accusata/
2 commenti:
In perfetta linea, contro la donna, e contro la libertà....cose turche
Salutoni
Purtroppo cose non solo turche.. =_= Ciao Mark!
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