L'ISTAT ci dice che 1 donna su 3, in Italia, dai 16 ai 70 anni, è stata vittima di un qualche tipo di violenza fisica, non solo sessuale e che 8 casi su 10 avvengono in casa. Gli abusi non denunciati sono più del 90%. I Centri Antiviolenza nella Penisola
di ANA MARIA GALARRETA * MILANO - Una donna su tre, in Italia, dai 16 ai 70 anni, è stata vittima di qualche tipo di violenza fisica (secondo dati ISTAT), non solo a sfondo sessuale, e che 8 casi di violenza o molestie su 10 avvengono in casa. Ma quello che deve preoccupare di più è il numero delle molestie non denunciate : più del 90 %. I dati che emergono dagli studi sulle dimensioni del problema della violenza sulle donne rappresentano solo una parte di tutto quel mondo di dolore che la nostra società, ancora oggi, spesso fatica a considerare e affrontare. La violenza di genere subisce una cinica metabolizzazione ogni volta che viene relegata alle pagine di cronaca, come se si trattasse di uno dei tanti ineludibili costi che la società contemporanea ci impone.
La violenza non conosce confini. E' una realtà quotidiana che sconvolge la vita di molte donne e dei loro figlie/e, donne che vengono colpite, ferite, umiliate, che non dispongono dei mezzi per risolvere situazioni gravissime che si trascinano da anni nel silenzio. La violenza contro le donne non guarda al colore della pelle, alle condizioni economiche o sociali, alla religione professata. In ogni parte del mondo, dal ricco Nord ai paesi più poveri del Sud del mondo, le donne sono vittime di una vera e propria aggressione che le viola nel corpo e nella mente.
Forme sottili o arcaiche. Segnale di una cultura patriarcale e arcaica, la violenza colpisce milioni di donne, in maniera diversa nei modi, ma non nelle
conseguenze. La forma di violenza più sottile e perversa e che provoca maggior sofferenza nelle donne, è quella che si consuma all'interno della famiglia, spesso ad opera del partner, proprio laddove ognuna si dovrebbe sentire amata e sicura, soprattutto dalle persone cui si dà il massimo della fiducia ed affetto. La violenza domestica é la più nascosta, quella che raramente viene denunciata, quella sulla quale i vicini e i conoscenti non si sentono di intervenire mai.
I centri antiviolenza. Quelli che la Fondazione Pangea 1 sostiene, come tutti i centri antiviolenza, sono determinanti per sviluppare culturalmente una consapevolezza sulle cause e le conseguenze della violenza di genere, uno strumento importante, quindi, per acquisire cittadinanza e offrono alle donne che subiscono violenza la possibilità dire "basta" a situazioni di sopraffazione, iniziando un percorso di riconquista della propria autostima e dignità, della fiducia necessaria per ricostruirsi una vita.
L'aiuto concreto. Un sostegno prezioso soprattutto nel ristabilire un equilibrio nel rapporto genitoriale e per far superare ai bambini che hanno assistito ad episodi di violenza a danno della propria madre, i traumi che purtroppo ne derivano.
La violenza assistita da parte dei più piccoli ne mina profondamente la stabilità emotiva e la capacità di affrontare serenamente anche piccole situazioni, che essi ricollegano ad episodi di abusi.
La testimonianza. Recentemente, in una delle strutture supportate da Pangea mi è capitato di assistere ad una scena che ha coinvolto una mamma e la sua bambina. Si festeggiava la fine di un'attività per il recupero del rapporto madre/figlie o figli, traumatizzati per aver assistito ad atti di violenza e maltrattamenti domestici. Atmosfera allegra e giocosa, tra donne, operatrici e bambini che giocavano. Ad un certo momento, le operatrici circondarono una bimba di 5 anni per farla distrarre, mentre la madre usciva dalla stanza senza farsi vedere. La festa venne interrotta da un grido di terrore. La bambina urlava spaventata, denunciando un equilibrio psicologico fragile visibilmente compromesso da atti di violenza era stata costretta ad assistere. Seppi subito dopo cosa era accaduto: quella bambina aveva visto suo padre tentare di annegare la madre mentre lei era nella vasca a fare il bagnetto. La piccola, dunque, non sopportava di vedere sua madre in nessun bagno e per questo la donna era costretta ad andare in bagno di nascosto, o quando la bimba era a scuola o dormiva.
Pangea Progetto Italia. La Fondazione Pangea è impegnata dal 2002 con progetti di sviluppo per il riscatto economico e sociale delle Donne, attraverso programmi di educazione, formazione professionale e microfinanza. È attualmente attiva in Afghanistan, India, Nepal, Repubblica Democratica del Congo e Sud Africa. Dal 2008, anche in Italia, dove ha avviato pangeaprogettoitalia 2 il progetto che, in collaborazione con 4 centri antivolenza, garantisce alle donne che hanno subito abusi e violenze, l'assistenza e il supporto per il recupero psicologico e sociale, per ritornare a far parte di un mondo da cui la violenza le ha allontanate ed escluse.
* Ana Maria Galarreta Responsabile "pangeaprogettoitalia" Fondazione Pangea Onlus
Fonte: http://www.repubblica.it/solidarieta/cooperazione/2010/11/25/news/pangea_la_violenza_sulle_donne_in_italia-9506247/
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