Pisa, l'incubo di un'universitaria sarda. In cella il persecutore siciliano. Dopo mesi di botte, minacce e abusi sessuali, è arrivata a pestarla in aula, all'università, di fronte a diversi testimoni. E lei ha trovato il coraggio di denunciarlo soltanto dopo quest'ultimo episodio. Lo stalker l'aveva mandata più volte all'ospedale, ma c'era sempre una scusa pronta
di Candida Virgone
PISA. Insulti, minacce, botte continue, veri e propri pestaggi finiti spesso in ospedale. E poi anche sesso imposto con la violenza, rapporti consumati fra le lacrime e il ribrezzo. È quanto ha dovuto subire una ragazza sarda, studentessa universitaria a Pisa, da un coetaneo siciliano. Lo chiamano amore criminale, amore malato, ma con l'amore non ha nulla a che fare, e, grazie alla introduzione recente di un reato come lo stalking, a volte si riesce a non trasformarlo in tragedia.
La studentessa, 23 anni (di lei non si sa niente di più: per ovvie ragioni la sua privacy è stata protetta dagli inquirenti), ha vissuto un incubo che è finito qualche giorno fa in un'aula studio dell'ateneo toscano dopo l'ennesimo, plateale, pestaggio.
A perseguitarla era il suo ex, un ragazzo di Mazara del Vallo, 23 anni anche lui, che è stato raggiunto a casa sua in Sicilia dopo dieci giorni di indagini e arrestato con una raffica di accuse: atti persecutori, violenza sessuale, violenza privata, violazione di domicilio e lesioni personali.
Un incubo che andava avanti da mesi secondo un cliché fin troppo noto. Lei lo lascia, lui non si rassegna, torna alla carica e poi passa alle maniere forti.
Parolacce, vere e proprie persecuzioni, minacce e botte da orbi, alla prima occasione. La ragazza sarda sarebbe finita in ospedale più volte, con un braccio fratturato o una spalla lussata, ma preferisce non raccontare niente di quanto accade. Sono caduta, ho urtato contro un mobile, sono scivolata: per i medici trova sempre scuse.
Il ragazzo siciliano arriva perfino ad entrare in casa sua, a Pisa, nell'appartamento che la ragazza sarda divide con altre studentesse, in centro, e in quell'occasione non si ferma neanche davanti ad una cara amica della ex: minaccia pure lei. Non accetta di essere stato lasciato.
Sara - il nome è di fantasia - è roba sua, deve stare con lui, per forza. Ma lei ancora non si decide a denunciarlo. Fino all'assalto plateale in un'aula studio, una delle tante dell'università, gremita di giovani che preparano gli esami.
È il 13 settembre, il ragazzo arriva ed aggredisce la ragazza, la pesta a sangue. Chiamano la polizia e arrivano gli agenti di una pattuglia Volante. La studentessa sarda, spaventata e ferita, viene portata in ospedale: i medici decidono di ricoverarla.
Davanti ai camici e alle divise che chiedono spiegazioni e a un referto importante, la verità non si può più nascondere e la studentessa, per la prima volta, trova il coraggio di raccontare quell'incubo durato quasi un anno, mettendo gli investigatori sulle tracce del suo ex ragazzo.
Parte la querela e si apre un'inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Giovanni Porpora. Il 17 settembre il gip del tribunale di Pisa ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere che è stata eseguita lunedì scorso in Sicilia: gli uomini della squadra mobile di Mazara del Vallo hanno arrestato il giovane persecutore che è finito in carcere a Marsala.
(25 settembre 2010)
http://lanuovasardegna.gelocal.it/dettaglio/studentessa-pestata-in-aula-dal-suo-ex/2414106
1 commento:
In questo caso la querela, sia pure arrivata con un anno di ritardo, è irrevocabile e forse ci sono anche gli estremi per procedere d'ufficio.Vedi su aspettarestanca.wordpress un recente commento e la replica Purtroppo molte donne non presentano querela o lo fanno con estremo ritardo, come in questo caso. Non scatta il sostegno di chi è vicino a queste vittime, e tantomeno un controllo sociale. Possibile che le altre studentesse conviventi non ne sapessero nulla? E i parenti? La ragazza non si è mai confidata con nessuno?
Aspettare stanca
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