giovedì 26 agosto 2010

BRUNA E' PAZZA?

Questa è l'incredibile racconto di ciò che è accaduto e sta accadendo a Bruna.


-->>Vorrei raccontarvi una storia, e tramite voi avere l'opportunità di diffonderla ovunque. E' una storia che fa tristezza e rabbia: parla di violenza sulle donne, di abuso di potere, di poco rispetto per una minore, di un uomo che si nasconde dietro avvocati e carabinieri pur di far del male. Insomma una delle storie peggiori che si possano immaginare oggi, soprattutto se si pensa che tutto si svolge in un piccolo paese tra Lodi e Milano: San Colombano al Lambro.

-->>Tutto comincia nel 1994 quando Bruna da alla luce la piccola S, concepita assieme al convivente Roberto. Lui però non se la sente e più volte abbandona il suo ruolo di padre andando a vivere altrove o tradendo la compagna. Quando poi decide di fare il padre è ancora peggio: usa le mani, si impone severamente sulla bambina.
Così un giorno Bruna, stufa di tutte queste angherie che lei e la figlia devono subire, chiede le chiavi di casa a Roberto per non farlo più tornare.
Comincia così una lunga trafila di udienze al tribunale dei minori, dove la bambina viene affidata alla mamma prima con l'affido esclusivo, poi con il congiunto visto che purtroppo l'esclusivo oggigiorno deve essere applicato solo in casi estremi. Ma il significato di congiunto deve essere sfuggito a Roberto che si dimentica di pagare il mantenimento, si dimentica delle ricorrenze e del compleanno della piccola, e quando la incontra per strada non la saluta. Eppure avanza pretese su pretese, va a piangere dai maestri e dai professori dicendo che Bruna gli impedisce di vedere S, e ricompare a sorpresa nella vita delle due minando continuamente la loro serenità.
Roberto inventa accuse che mettono la madre di S in condizione di dover dimostrare ripetutamente di non essere alcolizzata, di non drogarsi, di essere una buona mamma.
Quando però lei piomba nell'agenzia immobiliare di lui per chiedere l'ennesima volta il mantenimento della figlia che era stato legalmente deciso dal giudice, lui si giustifica dicendo di essere nullatenente – possiede agenzie immobiliari e case, che sia un evasore fiscale? - e la denuncia per disturbo della quiete pubblica.
Un giorno d'estate del 2006 poi, un malvivente a volto coperto entra dal balcone di casa e riempie di botte Bruna e sua mamma. 5 e 14 giorni di prognosi. Carabinieri e Scientifica non trovano nulla.
Bruna pensa che gli occhi dell'aggressore siano quelli del vicino, con cui condivide il cortile e a cui sa di non essere simpatica. Quegli occhi le sono rimasti impressi. Poi un giorno Roberto le dice “la prossima volta non ti andrà così bene”. Sono solo frasi e sospetti. Non ci sono prove. E lei on può fare altro che tacere.
Gli anni passano, Roberto continua a ignorare S, e Bruna rimane l'unica fonte di sostentamento della figlia assieme a sua mamma. La precarietà lavorativa e la mancanza di aiuto economico le impedisce di cambiare casa. Ma inizia a pensarci negli ultimi tempi, ora che sta per ottenere un posto fisso.
A quel punto arrivo io, il suo nuovo compagno, e lei mi racconta tutto. Conosco S, una ragazzina di quasi 15 anni sveglia e intelligente, cresciuta con amore dalla madre, sola contro il mondo.

-->>Si vive però con una paura, nonostante tutto lentamente si stia aggiustando. Quella prossima volta, annunciata da quel poco raccomandabile personaggio che è Roberto, arriverà?

-->>Arriva. Una settimana prima di Pasqua, il 4 aprile 2009.
Bruna è sola in casa: S è in centro a Milano con le amiche, io a casa mia con genitori e zii.
Verso le 14.30 lei si accorge che la pentola in cui aveva messo l'acqua a bollire per la pasta era sporca e così apre la porta e butta il contenuto della pentola nel tombino del cortile. In quel momento passa il suo vicino di casa, Mario Luigi, da lei sospettato essere l'aggressore di tre anni prima. Luigi viene colpito probabilmente da qualche schizzo alla base del pantalone, e lui, persona ordinatissima e maniacale che mal sopporta la troppa libertà di vita della vicina, decide bene di entrarle in casa, approfittando che l'unica via di accesso, la porta, non era ancora stata chiusa col lucchetto. Le finestre dal 2006 hanno le inferriate, la porta ha un chiavistello, un lucchetto e un allarme. Ma quel sabato pomeriggio la porta non era stata ancora chiusa.
Così Luigi entra in casa e riempie di botte Bruna.

-->>Lei tenta di difendersi e finalmente riesce a respingerlo fuori di casa. E chiude.
Mi avvisa e io mi precipito da lei, nonostante le 2 ore di viaggio necessarie a raggiungerla. Nel frattempo lei è nel panico più totale: Luigi è rimasto di fronte alla sua porta, la aspetta al varco.
Allora lei prende un coltello, esce, e si piazza sulla porta. Non fa altro. Rimane lì in posizione di difesa, pronta a colpire se minacciata ancora.
Luigi da bravo vigliacco indietreggia e chiama i Carabinieri. Sì, sembra assurdo, ma di cose assurde di qui in poi ne succederanno.
All'arrivo dei Carabinieri di San Colombano al Lambro, Bruna dice di essere stata aggredita. Luigi invece dice “no, è lei che mi ha aggredito”.
Lei allora dice “guardate i miei segni, guardate cosa mi ha fatto”.
I Carabinieri le si fanno incontro. Non la degnano di uno sguardo. La invitano a seguirli.
Lì Bruna capisce: qualcosa non va. Vogliono portarla via, qualsiasi cosa sia successa. Così si rifugia in casa.
Da dietro la finestra tenta di mediare, di far vedere ai Carabinieri e ai paramedici del 118, accorsi anche loro sul posto, gli ematomi. Sono anche io al telefono con lei in quei momenti e nessuno degna i suoi segni di uno sguardo. Continuano a ripeterle che si deve far controllare e che deve seguirli. Riesco a parlare con un Carabiniere e a strappargli la promessa di aspettare fino a che io, persona lucida, non fossi arrivato lì.
Bruna si tranquillizza, esce di casa, si fa misurare la pressione. Al primo segno di debolezza 6 Carabinieri la prendono, la stendono sulla lettiga e la legano. Lei si oppone, ripete “la casa, il cane...”. Uno di loro allora le mette una mano sulla bocca, dicendole “ e chiudi sta bocca di merda”.
Quando io arrivo nei pressi di San Colombano, oltre a non trovare i Carabinieri che avrebbero dovuto attendermi, lei mi fa sapere che l'hanno trasportata all'ospedale di Codogno. Le è stato ordinato un TSO. Un trattamento sanitario obbligatorio. Per 7 giorni dovrà rimanere chiusa contro la sua volontà nel reparto i psichiatria. In poche parole, Bruna viene creduta pazza!

-->>Contemporaneamente, con una velocità strabiliante, Roberto si presenta a casa della nonna di S con i Carabinieri per far valere il suo diritto - senza doveri - di padre, visto che la madre è stata ricoverata. Egli ha una carta del giudice che sancisce l'affido congiunto e che quindi decreta che la figlia vada con lui essendo l'unico genitore non impossibilitato a svolgere tale mansione. Certo non si capisce come faccia un nullatenente a garantire una vita serena alla figlia.
E' molto strano inoltre che Roberto sapesse del ricovero di Bruna, non essendo un suo familiare ed essendo il TSO un atto privato.
Il TSO viene ordinato dai medici del 118, dal sindaco, da un giudice e in seguito confermato da due medici all'interno dell'Ospedale di destinazione. Senza contare i Carabinieri che erano lì.
Apparte queste persone, i medici e i familiari della paziente, nessuno potrebbe sapere di questo ricovero.
Ha forse amici all'interno delle istituzioni?
E in secondo luogo, di sabato pomeriggio sono riusciti a fare questa cosa nel giro di un'ora?

-->>S non ne vuol sapere minimamente di andare dal padre, piuttosto è disposta ad entrare in una casa famiglia. I Carabinieri insistono, dicono che se non viene lei POSSONO PORTARLA VIA CON LA FORZA. E intanto la nonna cerca di convincerli: che male c'è a lasciare la ragazzina a casa sua, che la conosce e la accudisce dalla sua nascita? S rimane lì e qualche sera va a dormire dai suoi amici. Come una ragazzina della sua età fa ogni fine settimana.
In risposta a questo rifiuto i Carabinieri dichiarano S “SCOMPARSA”.

-->>Io arrivo in ospedale dove mi trovo di fronte ad una scena che non auguro a nessuno di vedere: la donna che ami è stesa su un letto a cui era stata legata, totalmente assente, con la faccia di chi ha perso tutte le speranze. La faccia di chi è stato picchiato, insultato da chi dovrebbe difenderci, legato e considerato pazzo.
Il dottore che viene a parlarci quella sera alle 22.00 è la PRIMA PERSONA che referta i lividi. 24 ore dopo i medici sciolgono il TSO, rendendosi conto che non è un provvedimento adatto. Bruna rimane nel reparto psichiatrico da volontaria per dimostrare ulteriormente la sua buona fede.

-->>Esce mercoledì 8 aprile 2009, appena in tempo per le vacanze di Pasqua.
Riabbraccia la figlia, i familiari, e la sua quotidianità, che però è lungi dall'essere tranquilla.
Scopriamo infatti che il cane è stato accalappiato irregolarmente. I Carabinieri lo hanno preso e sbattuto in canile senza riferire il nome del proprietario, e ovviamente senza informare il proprietario del luogo in cui l'animale è stato portato. Loro dicono di averlo fatto per salvaguardarlo, visto che la signora era stata ricoverata. Non si spiega come non abbiano salvaguardato anche i 2 gatti però, di cui una cieca, che hanno fatto la fame chiusi in casa.
La verità è che ai vicini di casa il cane non è mai piaciuto. Lui lo ha sempre allontanato in malo modo. E quando se lo sono tolto di mezzo hanno tirato a lucido il cortile. Come nuovo. Senza più quel cagnaccio. Siamo andati a riprenderlo al canile dopo che la nonna di S si è attaccata al telefono per scoprire dove fosse stato portato. 140 euro l'inutile spesa del canile, visto che il cane poteva essere preso in custodia da un conoscente, se informati come si deve dei fatti.

-->>Roberto intanto non si da pace. Chiama a scuola di S e dice che Bruna è pazza.
I Carabinieri hanno coinvolto il tribunale dei minori, perchè anche secondo loro BRUNA E' PAZZA. Sul verbale di quel giorno infatti, le forze dell'ordine dicono di non aver trovato alcun segno sul corpo della donna. E non si capisce COME MAI LA SIGNORA SI SIA CHIUSA IN CASA DOPO L'AGGRESSIONE.
Peccato che però i segni siano stati refertati all'ospedale dal medico e fotografati.

-->>Noi stiamo cercando un avvocato con gratuito patrocinio per portare avanti la faccenda. Anche per fare tutte le denunce del caso: quella ai Carabinieri, a chi ha ordinato il TSO, a Roberto che sapeva del TSO senza averne alcun diritto e si è presentato a ritirare S come se fosse un pacco postale in compagnia dei suoi amici tossicodipendenti.
Se qualcuno volesse darci una mano gliene saremo grati.
Io intanto ho faxato ai Carabinieri la mia versione dei fatti in quanto testimone telefonico dell'aggressione e del disservizio attuato dal 118. E' passata una settimana e nessuno mi ha contattato.

-->>Anche il solo diffondere questa storia al di fuori dai confini di San Colombano sarà utile per noi, per non sentirci soli contro un'ingiustizia che arriva da chi la giustizia dovrebbe farla rispettare.
Io penso che le cose qui in Italia, quando c'è del marcio, si risolvono in due modi.
Il primo è morire. Bruna sarebbe dovuta morire e allora sarebbe successo come ad Erba, con tanto di Vespa che si domanda come è potuto succedere.
Ma siccome non ci tengo a perdere la donna che amo, scelgo il secondo: sputtanare. Quando la gente sa e parla è già una piccola vittoria per non far cadere la verità in un silenzio che sa di mafia.

-->>Amo Bruna. Voglio un bene dell'anima a S.
E ciò che sta capitando è ignobile.
Voglio giustizia, e che tutti sappiano come lavorano i Carabinieri del loro paese, o che il loro vicino di casa che magari ritrovano a messa picchia le donne sole in casa, o ancora che l'agente immobiliare che gli ha venduto la casa è un tossicodipendente che non mantiene la figlia e molto probabilmente evade il fisco.

Grazie.
Stefano

Fonte: La voce di megaride.

Il gruppo su facebook.






Canale youtube: io credo a Bruna

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