lunedì 12 luglio 2010

Litiga con moglie e poi strangola figlio di 2 anni


Il piccolo di soli due anni 30 giugno, 22:15

(di Paolo Melchiorre)

UGENTO - Incomprensioni nella coppia, incomprensioni tra le loro famiglie. Tante, troppe, sino a diventare una sorta di 'mix' esplosivo per un giovane di 25 anni, laureatosi in Economia nel marzo scorso e con un lavoro ancora saltuario. Oggi un semplice battibecco al telefono, l'ennesimo, con la convivente, ha scatenato in lui la follia omicida. E' andato in camera da letto, ha strangolato con una corda il figlioletto di due anni, che forse dormiva, e poi lo ha sgozzato con un coltello da cucina. Prima di compiere quel gesto il giovane aveva scritto una lettera ricordando le continue incomprensioni famigliari. Difficile al momento dire se avesse premeditato tutto. Tragedia consumatasi nell'abitazione estiva dell'omicida, in via Monte Pollino a Torre San Giovanni, sul litorale di Ugento. E' stato lo stesso giovane a far scattare l'allarme.

Dopo aver strangolato e sgozzato il figlioletto, infatti, ha telefonato alla convivente, ventitreenne, che era al lavoro e con la quale poco prima aveva avuto, sempre al telefono, un battibecco. "Vieni, ho ucciso tuo figlio" ha detto, poi ha riposto la cornetta e ha tentato di togliersi la vita. Si è tagliato le vene con lo stesso coltello da cucina usato per il delitto, ha ingerito dell'acido, infine si è cosparso il corpo di liquido infiammabile con l'intenzione di darsi fuoco. Tra i primi a raggiungere l'abitazione, il padre della ragazza e nonno del piccoletto, militare della Guardia di finanza. L'uomo aveva ricevuto la telefonata della figlia, terrorizzata dall'idea che al piccolo fosse stato fatto del male. Ma quando sul posto sono giunti i carabinieri e i primi soccorritori, per il bimbo non c'era più nulla da fare.

Agli investigatori l'omicida inizialmente non avrebbe detto la verità, raccontando che il bimbo aveva avuto un malore. Ma è bastato poco per capire cosa realmente fosse accaduto. L'omicida è stato trasportato all'ospedale di Casarano (Lecce), ma in serata era previsto il trasferimento al 'Vito Fazzi' di Lecce per ulteriori accertamenti clinici. Non è in pericolo di vita; è in stato di arresto con l'accusa di omicidio volontario. Una imputazione che, sulla base delle indagini dei carabinieri della Compagnia di Casarano, potrebbe anche diventare più pesante se si dovessero trovare riscontri all'ipotesi della premeditazione. La piccola vittima, infatti, si trovava dai nonni materni, e il padre l'ha prelevato nella tarda mattinata dalla loro abitazione portandolo nella sua casa estiva ad Ugento. Un semplice gesto affettivo oppure nella mente del giovane era già programmato il folle gesto? E poi c'é la lettera trovata in casa dai carabinieri e scritta dall'omicida, nella quale si parla delle incomprensioni che accompagnavano da oltre due anni quella convivenza. Frasi che farebbero capire che il giovane non ce la faceva più a reggere quella situazione.

Il pm della Procura di Lecce Guglielmo Cataldi disporrà nelle prossime ore l'autopsia sul corpo del bimbo, innanzitutto per accertare se al momento del delitto il piccolo stesse o no dormendo. Un eventuale elemento investigativo in più; un elemento che potrebbe rendere ancora più crudele la ricostruzione di quei terribili secondi.
(paolo.melchiorre@ansa.it)

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2010/06/30/visualizza_new.html_1848347346.html

Follia?

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