martedì 9 febbraio 2010

Canada, c’è chi incita al femminicidio

Mentre gruppi di attivisti “per i diritti degli uomini” aumentano la loro influenza anche in politica, un blogger viene arrestato per aver tessuto le lodi di un pluriomicida antifemminista

Non tira una buona aria, in Canada, per le femministe, le donne in generale e chiunque abbia a cuore i loro diritti. Gruppi di “attivisti per i diritti degli uomini” fanno sentire sempre di più la loro voce: anche in Parlamento, dove è arrivata una proposta di legge che affiderebbe automaticamente un figlio a entrambi i genitori in caso di divorzio, indipendentemente dalla storia pregressa. Secondo Antonia Zerbisias del Toronto Star, gli attivisti appoggiano questa legge, dando la colpa alle “femi-nazis” per le sentenze che danno l’affido alla madre. La paura è che questa legge consenta agli ex-mariti di “continuare a esercitare il controllo sulle ex-mogli e sui bambini”. Anche l’attività del primo ministro canadese Stephen Harper non sembra improntata al rispetto dell’uguaglianza tra i sessi: in particolare, Harper non sembra interessarsi al diritto alla salute sessuale e riproduttiva. I finanziamenti alla Federazione Canadese per la Salute Sessuale sono stati tagliati del 99%.

IL CASO - Ma c’è dell’altro. Un blogger, Jean-Claude Rochefort, è sotto accusa per aver difeso ed elogiato, nel suo blog, il pluriomicida Marc Lépine. Lépine, è il caso di ricordare, uccise quattordici donne all’École Polytechnique di Montreal nel dicembre del 1989, sostenendo di combattere il femminismo, prima di suicidarsi con un colpo alla testa. Rochefort ha un blog che si fatica a prendere sul serio: interamente dedicato a Lépine, con la proposta di farne un “eroe popolare” e di dedicargli una festa nazionale. “E quando Marc Lépine ha aperto il fuoco, cosa stavano facendo queste 14 giovane, pure ed innocenti fanciulle? Sicuramente stavano leggendo lo schifoso manifesto di Valerie Solanas e pianificando un genocidio! Ora, se lo sterminio di genere diventa accettabile per quelle femministe nei programmi di studio femminili delle nostre università, allora non c’è motivo per cui anche il femminicidio non debba essere ok”.

LA REAZIONE - E ancora: “Chi dice che quelle 14 non fossero Hitler in persona? Prendere la pistola potrebbe essere stato un atto di coraggio, e sparare alla Bestia della Bibbia è stata forse l’ultima prova di coraggio e valore”. Per quanto il contenuto sia chiaramente disgustoso e inciti alla violenza, la decisione sul provvedimento da adottare non è facile. In Canada, l’idea di punire un blogger per le sue opinioni non è particolarmente accattivante. Rochefort è stato comunque arrestato, e resterà sotto custodia fino alla fine del processo. Un piccolo segnale positivo, forse, in un panorama per nulla promettente.

Fonte: giornalettismo

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