Foggia, giovane polacca riesce a contattare la madre. Arrestato il suo aguzzino
Gli investigatori: "Controllo totale sulla vittima". Un anno fa aveva avuto un bimbo
di GABRIELLA DE MATTEIS
FOGGIA - Per mesi ha pensato di scappare, ha cercato una via di fuga. Voleva chiedere aiuto, lasciare il casolare dove viveva segregata, oramai da due anni. Ma soltanto alcuni giorni fa è riuscita, con un sms, a contattare la madre. E così la sua prigionia è finita. Lei, una ragazza polacca di 28 anni, ora, racconta a fatica la sua odissea. Lo fa, stringendo al braccio il figlio di un anno, concepito nel periodo in cui ha vissuto, subendo violenze continue. Il suo aguzzino Sylvester, 29 anni, come lei originario della Polonia, ora, è in carcere.
Lo aveva conosciuto, appena arrivata in Italia. Di lui si fidava, per questo, ha spiegato agli agenti del commissariato di Manfredonia, lo aveva seguito in un casolare alla periferia del paese, aveva accettato la sua ospitalità e creduto alle sue promesse. Solo dopo ha capito: quel ragazzo che in Italia lavorava come bracciante, con un regolare contratto di lavoro, ricostruisce ora la polizia, si è trasformato in un aguzzino. E per la giovane donna è cominciata un'odissea.
La sua prigione è diventata una vecchia casa diroccata, in una zona isolata, in aperta campagna. Le porte e le finestre erano sempre sbarrate. Scappare o più semplicemente chiedere aiuto, per lei, era impossibile.
"Il controllo sulla vittima - spiega Antonio Lauriola, dirigente del commissariato di Manfredonia - era sistematico, totale, senza alcuna via di fuga o speranza di liberazione". Per due anni, la giovane donna ha subito le violenze (anche sessuali) dell'uomo, le sue minacce. Per due anni, ha chiesto di poter lasciare il casolare. Anche quando, dopo un anno, la ragazza ha dato alla luce un bambino, l'uomo non ha cambiato atteggiamento.
Di giorno era un operaio irreprensibile, stimato dai suoi datori di lavoro, di notte, invece, un uomo irascibile, violento. Lei era costretta a dormire in una stanza, da sola. Lui, invece, in un'altra, insieme al figlio.
E' stato un caso, solo un colpo di fortuna, se la ventottenne, nei giorni scorsi, è riuscita a chiedere aiuto. Sylvester aveva dimenticato il cellulare nel casolare e la giovane lo ha usato per inviare un messaggio alla madre che vive in Polonia. Così la polizia polacca ha allertato quella italiana. E per la donna è stata la fine di un incubo. Gli agenti del commissariato hanno bussato alle porte del commissariato, presentandosi come veterinari dell'Asl. Volevano evitare ogni reazione da parte dell'uomo, il rischio di un suo tentativo di barricarsi in casa. E infatti lui, quando ha capito quello che stava accadendo, ha cercato di divincolarsi, di scappare, ma è stato bloccato ed arrestato.
La donna ed il figlio che era stato regolarmente dichiarato all'anagrafe erano in casa. Lei è molto provata psicologicamente e, raccontano gli agenti, desidera soltanto tornare nel suo paese. "Mi minacciava. "Se ti ribelli - mi diceva - farò male a nostro figlio"" ha raccontato la donna, costretta anche a farsi riprendere durante le scene di sesso, come dimostra il ritrovamento, nel casolare, di alcuni filmati.
(7 ottobre 2008)
Fonte: repubblica.it
Nessun commento:
Posta un commento