giovedì 25 settembre 2008

Il Comune: “Via il manifesto con la donna nuda”

TORINO
La prima a stupirsi una volta aperto il giornale, e a battere i pugni sulla scrivania, è stata proprio l’assessore alle Pari opportunità Marta Levi: «Ma com’è possibile - è sbottata - che siano riusciti ad ottenere il patrocinio senza neppure farci vedere su che razza di manifesto sarebbe finito?». Poi è partito l’ordine di servizio, immediato: «Rimuovete subito quel poster». Ma non basta ancora: «E poi, come Comune chiederemo i danni a questi signori».

E’ durata poco più di 24 ore l’avventura urbana della sexy-affissione con il visto di approvazione del Comune di Torino. E’ bastato che ieri il consigliere dell’Italia dei Valori Giuseppe Sbriglio aprisse il caso a Palazzo Civico (appoggiato dalla presidente della commissione Pari opportunità Lucia Centillo) perché si arrivasse subito non solo alla soluzione di togliere quel manifesto che invitava a scoprire le bellezze delle circoscrizioni (utilizzando l’immagine di una brunetta ignuda) ma anche alla convocazione di una commissione ad hoc. «E poi rivedremo anche il meccanismo che permette la concessione del sigillo civico, perché - spiega ancora Sbriglio - non deve più accadere che il Comune apponga la sua firma su un’iniziativa senza prima averla debitamente visionata».

E ha poi aggiunto, Marta Levi, una volta conclusa la riunione dei capigruppo in cui è stata trattata la questione: «Sin dal 2002 il Comune, consapevole del fatto che spesso i contenuti delle campagne pubblicitarie non coincidono con i contenuti dei progetti, ha deliberato che chiunque ottenga la collaborazione o il patrocinio della Città per qualsivoglia iniziativa è tenuto a siglare una dichiarazione in cui si impegna a non diffondere comunicazioni pubblicitarie che esprimano messaggi lesivi della dignità delle persone».

E ha poi aggiunto: «Il firmatario riconosce inoltre al Comune la facoltà, nel caso in cui risultino disattesi gli impegni sottoscritti, di revocare il patrocinio e di tutelare, nelle forme che ritiene più opportune, la propria immagine». Secondo Marta Levi il manifesto che è stato affisso ieri dall’agenzia «ScopriTorino» è appunto offensivo e lesivo dell’immagine della donna ed in contrasto con l’impegno preso dai richiedenti all’atto della concessione del patrocinio. Ed ecco perché «il Comune si è già attivato per ottenerne l’immediata rimozione dagli spazi pubblici (che avverrà stamattina) e sta valutando la possibilità di rivalsa a tutela della propria immagine».

Voce fuori dal coro, contro il «bacchettonismo torinese» quella del presidente dell’associazione Adelaide Aglietta, Silvio Viale: «Un vento di moralismo braghettone circola per Torino - sbotta -, invece della trasparenza si vogliono mettere le mutande ai manifesti, invocando addirittura le pari opportunità». E conclude: «A quando si controlleranno le mostre sponsorizzate dal Comune per individuare i nudi dei quadri? E chi sarà incaricato di censurare le opere del prossimo Torino Film Festival?».

fonte:lastampa

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