venerdì 4 luglio 2008

VENDUTA COME SPOSA, PARTORISCE A 12 ANNI

MILANO - Venduta come sposa a 17 mila euro quando aveva 11 anni e divenuta madre a 12 anni e mezzo: è la terribile storia di una bambina di origine serba che a Brescia ha partorito una figlia nei giorni scorsi. Proprio il parto, avvenuto senza problemi all'ospedale civile di Brescia, ha innescato le indagini.

La Squadra Mobile della Questura di Brescia ha così portato alla luce una vicenda da inquadrare tra quelle dei matrimoni imposti. Il marito, secondo le usanze delle famiglie e delle popolazioni coinvolte, è un 21enne kosovaro residente del Bresciano. L'uomo, disoccupato, è stato arrestato con le accuse di violenza sessuale e riduzione in schiavitù. Nel primo caso si tratta della cosiddetta "violenza presunta" dal momento che secondo la legge una bambina di 12 anni non è in grado di valutare e di dare un consenso legalmente valido ad un rapporto sessuale.

Dalle indagini è infatti emerso che la bambina non sapeva che da un rapporto sessuale sarebbe potuto nascere un figlio. In quanto alla riduzione in schiavitù è stata applicata la Convenzione di Ginevra in cui vengono assimilate a questo reato le pratiche di matrimonio in cui uno dei coniugi non possa sottrarsi.
La ragazzina si trovava in una "condizione di assoluta sudditanza psicologica, derivante dal contesto di clandestinità". A scriverlo è il gip di Brescia Silvia Milesi nell'ordinanza con la quale ha accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere presentata dal pm Mara Pucci. Il gip sottolinea anche la "giovanissima età" della ragazza che avrebbe comportato un "evidente approfittamento di una situazione di inferiorità fisica o psichica adatta a condizionare la volontà della personà".

"Ciò che non viene meno - annota il giudice - per il solo fatto che la minore sia, a quanto pare dalle Sit (sommarie informazioni testimoniali, ndr), assunte dai sanitari, affettivamente legata al nuovo nucleo familiare e manifesti desiderio di rientrarvi". Il giudice spiega anche che la ragazzina e il giovane kosovaro vivevano "una relazione more uxorio", alla quale "non ha neppure tentato di sottrarsi", appunto per la sua condizione di sudditanza psicologica derivante anche dall'essere stata "inserita nel nucleo familiare dell'indagato fuori da ogni regola civile, in assenza di alcun titolo giustificativo dell'affidamento".

La Squadra Mobile ha scoperto che la contrattazione tra i genitori della bambina e quelli del marito era partita da una cifra di 25 mila euro. Poi i genitori del kosovaro sono riusciti a trattare fino a raggiungere i 17 mila euro. Ora la madre e la neonata sono in una comunità protetta. Alla polizia la ragazzina ha detto, parlando di quanto accaduto, "dalle nostre parti si usa cosi'".

Fonte: ansa

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