venerdì 1 febbraio 2008

Tredicenne rapita e violentata a Marostica

Arrestato ad Arsiè l’aggressore. La ragazzina si è salvata gettandosi dall’auto

VICENZA. Un operaio vicentino di 44 anni è stato fermato dai carabinieri con l’accusa di aver violentato una ragazzina di 13 anni che aveva condotto in un luogo appartato, sulle colline sopra Marostica (Vicenza), dopo averla fatta salire con uno stratagemma sulla propria auto. La ragazza era stata raccolta ieri sera sulla strada da un automobilista, lacera, ferita e sotto choc; era riuscita a fuggire dal suo aguzzino buttandosi lungo una scarpata erbosa.
L’aggressore non l’aveva più trovata a causa del buio. Così la ragazzina potrebbe essere scampata alla morte. L’uomo in stato di fermo, con l’accusa di violenza sessuale aggravata dall’uso di un coltello, è Antonio Bombieri, originario del bassanese, residente ad Arsiè (Belluno); ai carabinieri, che l’hanno prelevato in casa la scorsa notte, ha negato ogni responsabilità. La 13enne ha però riconosciuto una foto di Bompieri come quella del suo violentatore.
La ragazzina ha raccontato ai carabinieri che stava giocando in bicicletta con un coetaneo in un piazzale di Sandrigo, quando mercoledì pomeriggio è stata avvicinata da un uomo, a bordo di una Opel Astra station wagon. Presentandosi come un assessore comunale, l’uomo ha offerto prima 50 euro a chi dei due ragazzini lo avesse aiutato, salendo in macchina, a trovare il vicino paese di Breganze. I due teenager hanno dapprima rifiutato; l’uomo allora ha alzato la sua offerta a 200 euro. Il maschietto si è tirato indietro, mentre la ragazzina, di origine ungherese, ha accettato ed è salita sulla Opel. L’amichetto, insospettito, si è però annotato il numero di targa, digitandolo sul cellulare, e una volta a casa ha avvertito la mamma. La donna ha allora cercato di contattare al telefonino l’amica del figlio. «...Non capisco, stiamo andando verso la montagna» avrebbe avuto solo il tempo di dire la ragazzina, prima che si interrompesse la comunicazione. Da lì in poi è iniziato probabilmente l’incubo della ragazza, che sarebbe stata portata in una zona isolata a Bradipaldo, sopra le colline vicentine. Qui, minacciandola con un coltello, l’uomo l’ha molestata sessualmente, a lungo, ferendola anche ad un dito. Secondo quanto emerso dai primi accertamenti, non vi sarebbe stato un rapporto sessuale completo. Approfittando del buio e di un attimo di distrazione dell’aggressore, la ragazza è riuscita a scappare, buttandosi a capofitto tra la vegetazione e raggiungendo la strada. Nel frattempo la madre del suo amico aveva dato l’allarme ai carabinieri, che con il numero di targa sono risaliti al proprietario della Opel; un uomo abitante in provincia di Varese, il quale ha spiegato agli investigatori di aver ceduto l’auto al proprio cognato, Bompieri appunto. Dopo altri riscontri i militari si sono recati a casa dell’operaio, ad Arsiè, trovando la Opel con il motore ancora caldo. L’uomo ha negato tutto. A Bompieri i carabinieri hanno sequestrato anche un coltello su cui saranno svolti accertamenti per verificare se abbia tracce del dna della ragazzina. La 13enne, dopo il drammatico racconto ai carabinieri, è stata accompagnata all’ospedale di Marostica.

Fonte: Espresso

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